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Autore: M4RT1    02/01/2013    7 recensioni
Non c'è due senza tre, dice un famoso detto... ed ecco qui la nostra terza serie di RIS XD
RIS Roma 5, parte II :D
Come per la storia precedente, non c'è bisogno di aver letto la prima parte per capire questa U.U
Vi ringraziamo per la pazienza *_*
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Non è che me so ‘ncazzato… cioè, forse ‘n pochetto sì, ma lei n’ha fatto niente!
-E io non avrei voluto andarmene! Mi ha praticamente cacciato!
-E mo non so che devo fa’… no’ posso lascia’ così Bianca, me so lasciato co Giada pe’ lei… ma me deve chiede’ scusa!
-Lucia non lo farà mai… lei è orgogliosa, e troppo. Lo sai, la conosci!
-E voi conoscete me! E se non mi fate dormire, fate davvero una brutta fine!
-Ah Ghire’! Stai qua?
-Questa è ancora casa mia, Cecchi.
-Scusaci, parleremo più piano…
-Non è che dovete parlare più piano: voi dovete stare zitti!
 
Orlando, Emiliano e Ghiro si fissarono in cagnesco per una decina di secondi.
Era quasi l’una di notte, ma i due tenenti non avevano voglia di dormire; così si erano alzati dal divano letto matrimoniale nel quale il capitano li aveva segregati e si erano spostati in cucina.
Ma Daniele, infastidito dalle loro chiacchiere, si era alzato pochi secondi dopo, raggiungendoli.
 
-Hai ragione, scusaci.- replicò svelto Orlando, rialzandosi. Fu solo allora che Emiliano notò il suo pigiama: grigio chiaro, con le righine blu, aveva un piccolissimo foro proprio sul sedere. Aspettò che Orlando fosse girato dalla parte opposta, poi fece un cenno a Ghiro e mormorò:
-Ah Ghire’, guarda ‘n po’ il pigiama de Serra!
L’altro tenente si voltò subito:
-Perché? Che ha il mio pigiama?- chiese, prendendo a girare su sé stesso per trovare il problema.
Daniele e Milo iniziarono a ridere in maniera rumorosa.
 
-Oh! Ma che cos’è questo casino?- protestò Selvaggia, alzandosi. Aveva i capelli in posizione strana e un pigiama fucsia troppo lungo. Camminò per la cucina ad occhi semichiusi fino a raggiungere il compagno.
-Niente…- biascicò Ghiro tra una risata e l’altra: -E’ che… è che Orlando…- si interruppe, le risate che gli impedivano di parlare.
-Orlando sta a diventa’…- riprese Emiliano per lui: -Guarda… me pare ‘n cane!
Orlando, rendendosi conto del suo comportamento, si fermò:
-Avete finito di ridere di me?- chiese, offeso, ma proprio in quel momento anche Bart varcò la soglia, seguito dalla sua ragazza.
-Cosa succede?- chiese la donna educatamente, fissando i due accasciati sul tavolo, ancora che ridevano, il tenente al centro della cucina, serio, e Selvaggia che sonnecchiava sulla spalla di Daniele.
Bart scosse la testa, trattenendo a stento qualche risatina:
-Niente, tesoro, torniamo a dormire!


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-…e così se n’è andato, capisci?
-Da me è successa più o meno la stessa cosa, solo che…
-Che…?
-…che è un po’ colpa mia.
 
Lucia e Bianca, il mattino seguente, varcarono insieme la soglia del R.I.S.
-Che intendi? – chiese il Capitano, fermandosi alla porta e guardando diversi colleghi correre verso il suo ufficio –ancora vuoto- con delle pratiche.
-Lunga storia – borbottò l’altra, seguendo la collega verso la sala riunioni. Quando le due donne entrarono, restarono vagamente sorprese: Emiliano, Daniele e Orlando erano già seduti compostamente ai propri posti. Quando il capitano varcò la soglia i primi due alzarono una mano in cenno di saluto, mentre il terzo girò il capo, in imbarazzo.
Lucia si schiarì la voce, mentre la porta si apriva nuovamente lasciando entrare un affannato Bart, poi esclamò:
-Vedo che siete tutti puntuali, oggi. Bene.
Passarono pochi secondi di silenzio, durante i quali Emiliano e Daniele si scambiarono alcuni sguardi assonnati, poi il capitano esclamò di nuovo:
-Abbiamo l’identità del possibile responsabile degli incendi, ma non abbiamo altre informazioni che lo riguardano. Sappiamo che lavorava dai Veronesi, i proprietari della West lavanderie, ma si è licenziato da appena due giorni fa – ricapitolò la donna, fissando dei documenti che teneva stretti fra le mani. Emiliano alzò il capo, riflettendo, poi borbottò:
-Beh, adesso è senza soldi.
Lucia lo guardò, perplessa, poi annuì. Stava per controbattere, quando il ragazzo la interruppe di nuovo:
-Premettendo che non frequenta brava gente, adesso che sta al verde potrebbe rivolgersi a degli strozzini.
Daniele lo guardò, annuendo lentamente:
-Si, possiamo iniziare seguendo questa pista.
Dopo pochi minuti, Lucia aveva liquidato tutti e si era seduta sulla sedia d’ufficio, riflettendo.


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-Ghiro! Datte ‘na mossa co’ quel caffè, Lucia ci ha detto de anna’ dagli strozzini!
Daniele si soffocò quasi, sputacchiando nel bicchierino:
-Che c’ha detto, Lucia?
-Dobbiamo interroga’ gli strozzini.
Il capitano sbuffò:
-Quali strozzini, Cecchi?
-Ma che ne so, io! ‘O sa Sasso…- ribattè il collega, stizzito, poi uscì senza fiatare.
 
Ghiro lo raggiunse pochi secondi dopo, in cortile.
-Cosa c’è, Cecchi?- chiese, sedendosi al lato del guidatore.
Emiliano prese posto e porse le chiavi al superiore, poi distolse lo sguardo.
-Conosco quella faccia, Cecchi.- incalzò Ghiro, mettendo in moto: -E’ la stessa faccia di quando Giada voleva…
-Ma mo che c’entra Giada?- protestò Milo, scuotendo la testa.
-Non lo so, Cecchi… ma io non voglio lavorare con uno che non mi regge le battute!
-Metti in moto, va’… che è meglio! E no’ me chiama’ sempre Cecchi!


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-Sfregio! Sfregio! Quando il prossimo?
-Quando lo dico io.
 
Due uomini avanzavano per la strada, lenti.
Uno, il più basso, era tozzo e aveva un cappello calcato sulla testa; il ragazzo che gli stava a fianco era più alto, dinoccolato, e zoppicava leggermente.
 
-Capisco.- ribatté freddo quest’ultimo, poi fece per andarsene, ma fu bloccato dal primo.
-E io dico che lo facciamo oggi.
-Oggi? Ma loro hanno appena colpito!
-Non me ne frega… meglio così, passiamo in vantaggio!
 
Il ragazzo annuì, soddisfatto:
-Mi stai piacendo, Sfregiato!- esclamò, poi si voltò nuovamente: -Ci vediamo in giro.- si congedò.

 
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Quando Emiliano e Daniele, dopo un’ora e più passati nel traffico, arrivarono alla piazzetta in cui avrebbero dovuto incontrare gli strozzini, il posto era deserto.
 
-Siamo arrivati tardi, Emiliano…- sbuffò Daniele, sbattendo la portiera.
Il ragazzo scosse la testa:
-Ah Ghire’, che tardi? Mica c’avevamo ‘n appuntamento!- esclamò, e il capitano ridacchiò.
 
Si aggirarono un po’ per la zona. Emiliano andò a destra a setacciare il vicolo adiacente, mentre Daniele si diresse a sinistra, ficcando la testa nei vari negozietti che trovava sul suo cammino.
Poco più di dieci minuti dopo, entrambi tornarono all’auto, la coda tra le gambe.
Emiliano sospirò:
-Ghire’, me sa ch’a Brancato no’ sarà tanto contenta…
Daniele alzò le sopracciglia, esasperato:
-Non lo sono neanch’io, Cecchi.- puntualizzò, ma il tenente lo interruppe:
-Vabbè, ma tu no’ sei… cioè, tu sei…- balbettò, impacciato. Ghiro lo guardò, minaccioso:
-Cosa vorresti dire?- chiese, sospettoso.
Emiliano fece una smorfia:
-Ghire’, è inutile che ce giriamo ‘ntorno: tu non fai paura manco a mi fija!- esclamò, poi entrò velocemente in auto.
Daniele restò un attimo immobilizzato, soppesando l’informazione del ragazzo, poi seguì Emiliano.
 
-E comunque se volessi potrei spaventarti più della Brancato!- ribatté, mettendo in moto.
-Vabbè, ma io mica ho detto ce c’ho paura d’a Brancato…- mormorò il tenente, poi si fermò, lo sguardo fisso sul vicolo di fronte all’auto: -Ghirelli, guarda ‘n po’ là!- esclamò, puntando il dito verso due uomini che camminavano veloci.
-Potrebbero essere gli strozzini!- ipotizzò Daniele, mettendo mano alla pistola, ma Emiliano lo fermò:
-Veramente stavo a guarda’ la sciarpa de quello!- specificò, poi però inarcò le sopracciglia: -Però mo che me ce fai pensa’, Ghiro… guarda ‘n po’ che c’ha quello ‘n mano…- proseguì, indicando una busta dall’aria pesante.
Daniele tirò fuori le foto segnaletiche che Sasso aveva dato loro e cercò di confrontarle con i volti dei due uomini:
-Non riesco a vederli, Cecchi!- esclamò dopo un po’, stizzito: -Mi sa che dobbiamo andare a fare due chiacchiere con la coppietta!


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Lucia era ancora in ufficio quando Orlando bussò timidamente. La donna sospirò, passandosi una mano tra i capelli, poi borbottò:
-Entra pure, Orlando…
L’uomo si fece strada tra le numerose sedie disordinate sparse nel tragitto tra la porta e la scrivania, poi si accomodò sull’ultima e fissò la carta che reggeva tra le mani:
-Io e Bart abbiamo qualcosa di interessante…- mormorò, sempre fissando in basso.
-Dimmi.- replicò Lucia, sporgendosi per prendere il foglio dalle mani del marito.
-Analizzando i quattro delitti, abbiamo notato che ci sono troppi punti in comune nel primo e nel terzo. Non è una coincidenza, non può esserlo.- cominciò, ma fu interrotto da Bart, che arrivò trafelato:
-Avete già cominciato?- chiese, sedendosi a sua volta.
-Abbiamo appena cominciato.- annuì Orlando, poi aggiunse: -Qualche altra novità?
-No, non direi.- rispose Bart, esitando.
Lucia parve notare il momento di imbarazzo, e chiese:
-C’è qualcosa che non va, Bart?
Il ragazzo scosse la testa:
-Niente, Lucia. Davvero!
La donna annuì:
-Se hai qualche problema siamo qui!- esclamò, sorridendo.
-Lo so, lo so…- rispose Bart, ancora in imbarazzo, poi si alzò: -Bene, allora avete già detto tutto, mi sembra.- disse, fissando la coppia.
Orlando gli lanciò un’occhiata interrogativa, poi annuì:
-Sì, abbiamo… finito.- asserì, guardando la moglie: -Ora io vado, eh?- chiese poi, ricambiando l’occhiata di Bart, che però scosse la testa:
-Magari dovresti restare…- disse il ragazzo lentamente, lanciandogli qualche altra occhiata significativa. Orlando parve non capire.
-Magari…- ripeté Bart, accennando a Lucia: -Dovresti restare…
Orlando fissò Bart, la moglie, poi di nuovo Bart.
Stava per chiedere al tenente cosa volesse, ma Lucia prese la parola:
-Bart sta dicendo che dovremmo chiarire.- spiegò, paziente.
Orlando si immobilizzò, la bocca stretta e gli occhi fissi sul pavimento, cercando di sprofondare:
-Grazie, Bart…- sussurrò a denti stretti, lasciando al ragazzo il tempo di uscire.
Poi la porta si richiuse:
-Forse dovremmo davvero chiarire…- sussurrò poi alla moglie.


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Bianca Proietti si guardò intorno, sospettosa, poi osò accendere il computer. Aspettò che Bart fosse passato, fischiettando, e aprì il database. Esitò ancora, incerta, e finalmente digitò: Domenico Gargarini.
-Chi è Domenico Gargarini?
La voce di Bart giunse forte e chiara alle orecchie della giovane, che si girò, pietrificata.
Bart sorrise:
-Dai, lo sai che puoi dirmi tutto!- esclamò, poi si ricompose: -Soprattutto se è qualcosa di… lo sai, io non mi faccio mai gli affari degli altri, ma ti vedo in difficoltà.
Bianca sospirò:
-Si tratta di una bambina.- spiegò, veloce: si era ripromessa di non dirlo a nessuno, ma non riuscì a trattenersi dal togliersi quel peso: -Francesco, un mio amico… è un assistente sociale, mi ha chiesto di indagare sul padre della piccola…
-E cos’hai trovato?
Bianca sorrise, felice che Bart non l’avesse rimproverata, poi lesse i risultati trovati sul computer:
-Due concorsi in sequestro di persona, tre scippi… ma sempre scagionato.- disse, scuotendo il capo: -Mi sa che non troviamo niente per togliergli l’affido della minore.- si arrese, chiudendo la finestra con i risultati.
-Perché, scusa? Puoi chiedere a Lucia di riaprire le indagini di uno dei casi…- riaprì i risultati: -Guarda questo, ad esempio: si legge chiaramente che hanno rilevato le sue impronte, ma aveva un alibi. Magari riusciamo a farlo cadere, no?
 
La ragazza annuì, un po’ più sollevata, ma poi ritornò seria:
-Non possiamo dirlo a Lucia, Bart: non abbiamo motivi per riaprire le indagini, io…- sospirò ancora: -… io credo che lo farò comunque. Di nascosto.- aggiunse, come se ci avesse pensato per molto ma non avesse avuto il coraggio di dirlo.
-Emiliano lo sa?- si informò Bart, notando il giovane entrare con Ghiro.
-No, non lo sa nessuno.- rispose in fretta Bianca, avvicinandosi al compagno.


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-… e così i due strozzini ci hanno detto che hanno visto Sebastiano Cafora pochi giorni fa, e che lui voleva un prestito.
-Ma siccome non aveva garanzie de nessun genere, non gliel’hanno dato manco loro… manco glie strozzini!
 
Emiliano e Daniele conclusero il loro racconto a turno, davanti ad un’interessatissima Lucia. Al fianco della donna, Orlando sedeva rilassato.
Bart era di fronte ai due e fissava Bianca di sottecchi.
 
-Bene.- disse Lucia alla fine: -Ora come pensate di muovervi?
Daniele sospirò:
-Pensavamo di controllare un po’ gli spostamenti di Cafora dal cellulare, la proprietaria della lavanderia ci ha appena fatto pervenire il numero di telefono.- spiegò, alzandosi.
-Allora cerchiamo un po’ in giro.- acconsentì Lucia, poi aggiunse: -Insomma abbiamo Cafora che forse è il responsabile dei due incendi alimentati dalla vernice, due incendi in apparenza non dolosi…
-…anche se…- la interruppe Bart.
-… lo so, Bart, sono comunque sospetti. E poi basta.- sospirò: -Non abbiamo nient’alto: la pedata con tutta probabilità è di Cafora, quindi…
 
Mentre Emiliano sospirava, un po’ sconsolato, il suo cellulare squillò: rispose in fretta e, annuendo brevemente riagganciò:
-Capitano, era Sasso. C’è stato ‘n altro incendio.- disse.
Lucia impallidì:
-Un altro?- ripeté.
Milo annuì.
-Bianca, Bart… andateci voi, per favore.
I due si mossero, svelti.

 
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Quando i due colleghi arrivarono sulla scena del crimine, l’incendio era già stato domato.
 
-Sasso…- salutò il tenente, alzando una mano e guardandosi intorno.
-Ciao, Dossena. Bianca…- ricambiò il carabiniere, poi passò alle spiegazioni: -Era il centro di ritrovo di un partito… ma per fortuna era vuoto, non ci stava nessuno.
Bianca intanto si avvicinò, fissando una macchia rossa:
-Quindi questo non è sangue…- mormorò: -E se non è sangue potrebbe essere…- la frase si perse nell’aria torrida, mentre Bart cercava qualche impronta.
-Questa è la stessa vernice usata per i due incendi scorsi.- esclamò alla fine la ragazza, e Bart interruppe il suo lavoro:
-Credo non sia una coincidenza.


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-Potrebbe essere una setta.
 
Lucia camminava avanti e indietro, soppesando tutte le alternative. Di fronte a lei, Orlando e Bart stavano fermi, in attesa.
 
-Se posso, Lucia… non credo proprio sia una setta.- controbatté Orlando, agitandosi sul posto.
Lucia si fermò:
-E perché?- chiese, sinceramente curiosa.
-Perché è più che altro un’escalation.- spiegò l’uomo: -La sala giochi, il negozietto, il supermercato…
-…la caserma e ora un partito politico!- terminò per lui Bart, folgorato: -Ma certo! Stanno puntando sempre più in alto!- ragionò: -Quindi… quindi anche gli incendi apparentemente naturali sono stati innescati da qualcuno!
Lucia sospirò:
-E non credo siano gli stessi della vernice.
 
Orlando ragionò ancora, in silenzio, poi disse:
-Sono in due.

 
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La notte calò lenta, scendendo sulle strade.
Orlando uscì di casa verso le otto: erano tornati dal lavoro mezz’ora prima, erano passati a prendere Max al doposcuola e poi avevano deciso di mangiare una pizza. Ed era toccato a lui uscire per comprarla.
Scuotendo la testa, entrò in auto; si chiese perché non l’avessero ordinata per telefono.
Sovrappensiero mise in moto, ma un uomo gli si parò davanti alla macchina: aveva lunghi capelli scompigliati, biondi, sguardo furioso e una camicia lercia.
 
-Ma che fa?- urlò Orlando, affacciandosi al finestrino: -Si tolga da qui!
L’uomo non si mosse.
-Ma è impazzito?- protestò ancora Orlando, sporgendosi.
L’uomo si avvicinò, lento, poi si affacciò nell’auto: puzzava di fumo.
-Mi deve ridare mio figlio, tenente Serra.- disse con voce rabbiosa, fissandolo: -Max è mio, non appartiene a lei!


*PROMO*

ORLANDO: ho incontrato il padre di Max.
LUCIA: non possiamo dargli suo figlio.

Un incontro inaspettato...

BIANCA: Bart, devi aiutarmi ancora.

...un segreto che, se mantenuto, può diventare pericoloso...

BART: dobbiamo dirlo a qualcuno.

...e due killer.

LUCIA: aveva un complice.

... due, o ancora di più?

RIS Roma 5, parte II, nei prossimi giorni su EFP *-* Non mancate :P

*FINE PROMO*



N.d.A.: eh sono di nuovo io, M4RT1... no, non sono morta XD
Ma... ma... ma voi sì :O
*piange disperata*
Non che ci interessino le recensioni, ma... avete letto il capitolo precedente? Vi è piaciuto?
Beh, se si battete un segno, magari recensendo questo... altrimenti, sappiate che verremo a cercarvi a casa, vi rapiremo e.... *Lily porta via l'autrice*
Bene, ora la smetto di sclerare: siete perdonati solo perchè ci sono state le vacanze e infatti neanche noi abbiamo aggiornato, ma da ora vi rivogliamo attivi, suuuuuu *_*
Speriamo che anche questo capitolo vi sia piaciuto e vi aspettiamo, ringraziando tutti quelli che leggono, recensiscono, Preferiscono e Seguono la nostra serie.
Un bacione e buon annooooooo <3
  
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