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Autore: lillylilly    02/01/2013    0 recensioni
“Lei pensa così perché è un galantuomo, una persona per bene”, dice Antonio Bonocore al tipografo Lo Turco.
È vero. Il tipografo Lo Turco è una persona per bene. Lo affermiamo senza difficoltà.
Ma anche i ragionieri Casoria affermano: “Come osa? Io sono una persona per bene!”.
E nessuno osa contraddirlo. Almeno apertamente.
Siamo tutti persone per bene.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’edificio dove ha sede il condominio Landri viene costruito a tappe successive.
Negli anni ’50, il nonno dell’ex-ragazzina fece costruire una casa a due piani, con giardino, dove si stabilì con la propria famiglia.
Ai primi anni ’60, il secondo figlio, Giulio, era già sposato ed il primogenito, Ennio, era in procinto di farlo. Il nonno dell’ex-ragazzina fece aggiungere un’ala all’edificio, venendo a realizzare due appartamentini uno al piano rialzato ed uno al primo piano dove si stabilirono i due figli maggiori con le loro famiglie.
Il papà dei due giovanotti provvide alla realizzazione della struttura. I due giovanotti dovettero occuparsi ognuno per conto proprio delle rifiniture e dei pezzi d’opera.
Il secondogenito, Giulio, si sistemò al primo ed ultimo piano. Realizzò un caminetto in un angolo della stanza da giorno e scelse degli infissi esterni in ferro, come si vedono ancora in alcune case realizzate in quel periodo.
Il primogenito, Ennio, il futuro papà dell’ex-ragazzina, si sistemò al piano rialzato e scelse degli infissi esterni in legno, provvisti di scuri, simili a quelli già esistenti nalla parte originaria della casa.
A metà degli anni ’60, il papà di questi giovanotti venne a mancare.
La palazzina fu divisa in modo da realizzare quattro appartamenti, più o meno di pari superficie. Ma i figli erano cinque.
Il nonno dell’ex-ragazzina aveva provveduto che al quinto figlio, Furio, venisse acquistato un appartamento al di fuori di quella palazzina.
Invece i figli risolsero di utilizzare il denaro lasciato dal padre a questo scopo per realizzare invece una sopraelevazione sulla palazzina esistente, in modo da realizzare un quinto appartamento.
La cosa era gradita ad Ennio il quale, come primogenito, aveva per i fratelli un affetto più da padre che da fratello ed era contento che rimanessero tutti vicini. Inoltre la spesa sarebbe stata inferiore.
Il fratello Ennio era ingegnere e prestò gratuitamente la sua opera per la progettazione e la direzione dei lavori.
La cosa era gradita al secondogenito Giulio. La sopraelevazione venne realizzata al di sopra del suo appartamento che si trovò ad essere meglio protetto dal freddo in inverno e dal caldo in estate.
L’evoluzione della palazzina non finì lì. Dieci anni più tardi, siamo oramai nel 1978, fu realizzato un sottotetto per proteggere l’appartamento di Furio.
Quanto era rimasto dei soldi lasciati dal padre fu impiegato a questo scopo. Di nuovo, il fratello Ennio prestò la sua opera di ingegnere. E non solo. I soldi rimasti non erano sufficienti, ed Ennio colmò la differenza.
E così abbiamo finito. L’edificio si trovò ad essere così costituito:
- 2 appartamenti al piano rialzato;
- 2 appartamenti al primo piano;
- 1 appartamento al secondo ed ultimo piano, sopra il secondo appartamento del primo piano;
- 1 lastrico solare, sopra il primo appartamento del primo piano;
- 1 sottotetto, sopra l’appartamento del secondo piano.

Nel primo appartamento al piano rialzato, nell’ala originaria della casa, rimane Liliana, la sorella più piccola. Nel secondo appartamento al piano rialzato c’è Ennio. Il primo appartamento al primo piano, coperto dal lastrico solare, è assegnato ad Alfredo. Alfredo lavora fuori regione e l’appartamento è affittato. Nel secondo appartamento al secondo piano c’è Giulio. Nell’appartamento all’ultimo piano si stabilisce Furio.
Nel ’74 Ennio si  trasferisce altrove ed affitta l’appartamento.
Nell ’88 anche Giulio si trasferisce. L’anno dopo si sposa la figlia maggiore e va a vivere nel vecchio appartamento di famiglia, dopo averlo parzialmente ristrutturato.
L’appartamento di Ennio non è più affittato. È vuoto ed inutilizzato. Anzi, non del tutto. Ennio ha messo le chiavi del suo appartamento a disposizione dei fratelli, che lo utilizzano come deposito.
Fino al ’91 l’edificio è ancora formalmente proprietà comune ed indivisa. I cinque fratelli si recano dal notaio. L’appartamento di Alfredo vale più dell’appartamento di Liliana. L’appartamento di Giulio vale più dell’appartamento di Ennio. L’appartamento di Furio vale più di tutti gli altri.
I cinque fratelli convengono nell’atto che tutte le proprietà hanno uguale valore ed effettuano la divisione: nasce il condominio.
Nel ’98 la figlia di Giulio si trasferisce altrove. Viene sostituita dal fratello maggiore, Poldo, che si sposa l’anno dopo.
Nel ’98 Liliana vende il proprio appartamento ai signori Ferruccio Soldini e Tania Chiappini, una giovane coppia intorno ai trent’anni.
Poco dopo Alfredo vende il proprio appartamento ai signori Venanzio Pecora e Gilla Pistoia, suoi affittuari fin dall’80.
Nel 2002 l’ex-ragazzina si sposa e va a vivere nell’appartamento abbandonato da quindici anni, dopo averlo reso di nuovo abitabile.
E questo è l’organigramma del “Condominio Landri” quando l’ex-ragazzina va a vivere nella ex-palazzina di famiglia:
Appartamento n. 1: sig.ri Ferruccio Soldini e Tania Chiappini;
Appartamento n. 2: l’ex-ragazzina ed il marito,  sig. Pino Mazza;
Appartamento n. 3: sig.ri Venanzio Pecora e Gilla Pistoia;
Appartamento n. 4: sig. Poldo Landri e sig.ra Andreina Carina;
Appartamento n. 5: sig. Furio Landri e sig.ra Susanna Cammello.
 
  
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