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Autore: PK ShowdowN    02/01/2013    4 recensioni
(Prima The final Act, poi il Regista... quando mi deciderò a trovare un titolo adatto? xD)
Una strana e poco rassicurante chiamata del professor Oak costringe Ash a lasciare Unima per recarsi a Sinnoh, a Duefoglie.
Il Team Rocket sembra aver deciso di riprendere il piano "Celebi" fallito quasi 10 anni fa.
Senza porsi troppe domande, Ash accetta la proposta dello studioso, recandosi immediatamente all'aeroporto di Unima.
(Spoiler)
A Sinnoh, una misteriosa ragazza, Green, avrà il compito di accompagnare Ash a destinazione e di aiutarlo, insieme ad altre due ragazze, a svolgere la missione.
Chi sono? Due vecchie conoscenze, Misty e Lucinda, anche loro coinvolte dal professor Oak.
(Altro spoiler)
Si scoprirà che Oak non è altro che il burattino di qualcuno, qualcuno di follemente cattivo, con in mente un diabolico piano, dove nulla è affidato a caso.
Perchè non basta vincere.
No, chi è veramente forte non si accontenta di questo...
In uno scontro tra Pokemon potentissimi, brillanti scienziati e poliziotti, uno scontro contro la propria personalità, contro il tempo, contro tutto...
Genere: Avventura, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ash, Misty, Prof Oak | Coppie: Ash/Misty
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Manga
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Al laboratorio del professor Oak, presso Pallet, Tracey giaceva stecchito sul pavimento.
Si rialzò, indolenzito, fissando una lucetta rossa che lampeggiava sul monitor del computer.
Storse lo sguardo, stranito.
Il potere di quel Pokemon stava collassando, anzi, sarebbe collassato in 5 minuti. Possibile che Ash ce l’avesse fatta? Quando lo aveva sostenuto dinnanzi al comandante MacChaise era stata una scelta obbligata dalle circostanze…
Si sedette fissando il suo Schyther.
Forse. Adesso, il suo compito era finito e non poteva fare altro che aspettare.
Aspettare e sperare.
 
“L’originale contro il tarocco. Anche se non parliamo dello stesso Pokemon, è vero che la storia si ripete, Oak…” ghignò Giovanni fissando il non molto distante Blaine, in uno stato tra la veglia e il sonno.
“Mi spiace, mio caro delinquente, ma non posso perdere altro tempo a parlare con te. Mew, palla ombra!”
Il piccolo Pokemon rosa caricò quindi una grande sfera nera, per poi scagliarla contro Hitmonlee.
“Ahahaha, usare qualche mossa super efficace no, eh? Hitmonlee! Rompi la sfera con un gelo pugno!”
Ordinò Giovanni al Pokemon lottatore che evitò così l’impatto.
Oak sorrise. Proprio come aveva previsto.
“Mew, teletrasporto e poi psichico!”
“Hitmonlee, schivalo!”
“Troppo lento! Vai, colpisci!”
Quindi potenti raggi viola colpirono il pokemon lottatore che cadde sul suolo.
Oak fissò l’orologio mentre Giovanni richiamava il suo Pokemon. Gli restavano solo tre minuti.
Inutile dire che anche a Giovanni restavano quei 180 secondi. Oh, e dimenticavamo Mewtwo.
Cosa sarebbe quindi successo?  
 
Al suo risveglio, Ash si trovava a Duefoglie, proprio in prossimità della casa di Lucinda.
Proprio come se il vortice avesse danneggiato l’abitazione, essa era ridotta in uno stato a dir poco pietoso.
Cosa poteva essere mai successo?
Si alzò dal suolo, carezzando il suo Pikachu. Quindi si avvicinò ad uno strano apparecchio metallico.
“Che buffo, eh Pikachu?” pensò Ash notando che l’aggeggio aveva la forma di un grosso imbuto.
Era lungi dal pensare che quella cosa tanto buffa e simpatica aveva funto da amplificatore della forza psichica di Mewtwo.
“Cosa pensi dovrei fare, Pikachu?” chiese quindi Ash fissando l’orizzonte.
Il Pokemon vibrò.
“Non lo sai? Non mi stupisce, quand’è che mi hai mai dato un buon consiglio?”
“PIKA!!!”
Urlò il Pokemon fulminandolo.
“Ehi, ma cosa ti salta in mente?” rispose Ash riprendendosi dalla scarica.
Pikachu fece quindi un disegnino sul terreno.
“Cos’è, un rebus?”
Pikachu mosse la manina, come per dire: quasi.
“Quell’omino sono io?”
“Pi!”
“Mi hai fatto grasso! E quella sopra di me cos’è, una lampadina?”
“Pi!”
“Vorresti dirmi che siccome ero a corto di idee mi hai fulminato pensando che la lampadina si riaccendesse e cioè pensassi?”
Pikachu applaudì.
Ash sgranò gli occhi, shoccato.
“Caro pikachu, non sai quanto hai ragione! Ristorantino?”
“Pika???????????”
“So che dovremmo contattare il professor Oak, o la polizia, o quanto meno cercare Lucinda e Green, ma ho troppa fame!”
Pikachu sospirò. Ma poteva definirsi un allenatore, quello?
 
L’ex poliziotto MacChaise sorrise nel vedere l’isola Cannella ormai vicina.
Quindi un frastuono proveniente dall’alto attrasse la sua attenzione.
Un elicottero. Anzi, tre elicotteri.
Il suo piano stava funzionando.
Un tizio munito di megafono si sporse dal finestrino, urlandogli contro.
“Ehi ladruncolo, frena la tua corsa. Siamo in vacanza, non vorrai farci fare gli straordinari non pagati?”
“Non sto rubando questo motoscafo!” urlò MacChaise.
“Ma certo che no! Lo stai prendendo in prestito per raggiungere gli unicorni che vomitano arcobaleni nel paese delle pentole d’oro! Senti amico, non costringerci ad aprire il fuoco…”
“Giunti ad Isola cannella potrete anche arrestarmi, ma non prima! Un uomo è in pericolo!”
“E tu chi ti credi di essere? Il Chuk Norris della situazione?”
“Mi basta essere MacChaise…” sospirò l’uomo aumentando ulteriormente la velocità.
Il tizio dell’elicottero sgranò gli occhi.
“Non può essere MacChaise… o si? La leggenda, il più grande poliziotto della storia, vittima di uno scandalo e degradato. Ed ora in pensione. Che ne pensi, Pete?”
Il pilota dell’elicottero emise un lamento misto ad una risata.
“Paghiamo forse noi la benzina?”
“No, Pete. Ci mancherebbe.”
“Allora facciamolo fare. D’altronde siamo arrivati.”
 
Continua…
  
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