Era notte fonda ormai, il cielo era limpido e le stelle ben visibili; la porta che dava sul terrazzo della camera di Melrose era aperta per metà e un lieve venticello sospingeva avanti e indietro le tende bianche. Sul tavolino di ghisa c’era ancora il bicchiere di latte ormai vuoto che la ragazza beveva quando non riusciva a prendere sonno, e lì accanto stavano alcune pagine della Gazzetta del Profeta, le uniche che erano riuscite a non volare sotto il tavolino. Il resto del giornale giaceva infatti a terra, tra i gambi della sedia, ma fino all’indomani nessuno avrebbe raccolto quelle pagine: Melrose dormiva profondamente, tra i due guanciali del suo letto. Quella sera la ragazza fece fatica ad addormentarsi, i suoi pensieri continuavano a tornare sugli stessi argomenti e i fatti raccontati dal Profeta non erano certo d’aiuto per rilassarsi. Fatto sta che a cena non proferì parola, nemmeno quando Megan derise la sua abitudine di portare gli avanzi a Nikky; “ Cos’è? Non sa procurarsi il cibo da solo il tuo furetto?”. Queste furono le parole della sorella; Melrose dal canto suo continuò a mangiare senza risposta, ma Megan era così impegnata a ridere da non notare il suo silenzio.