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Autore: franceska92    02/01/2013    2 recensioni
La storia parla dell'amore che c'è fra due adolescenti innamorati, ma anche di quello che c'è intorno a loro e che c'è intorno ad ognuno di noi al giorno d'oggi
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storia 3
-Da quanto tempo è che vi sentite?- domandò la ragazza. Era seduta a gambe incrociate su una delle panchine della piazza. Accanto a lei la sua amica sorrideva e si grattava la mano.
-Da poco. Cioè, io lo conoscevo già da un po'di tempo però è da poco che stiamo approfondendo.- rispose Sara.
Non stava più nella pelle. Il ragazzo che le piaceva si era finalmente accorto di lei e le aveva chiesto di uscire.
-Sono contenta per te! Spero vada bene, visto che si potrebbe classificare come il tuo primo appuntamento!- la incitò l'amica.
Le due fanciulle si cambiarono un veloce sorriso e un saluto, e ognuna si diresse verso la propria casa. Sara aveva uno sgargiante sorriso che avrebbe notato anche un cieco. Camminava per strada disinvolta e contenta, contenta di ciò che stava accadendo. "Speriamo che domani passi subito!" pensava, mentre saltellava lungo la strada.
Arrivata a casa, aprì in fretta il portone del palazzo, e salì in altrettanto modo le scale, sino ad arrivare al quarto piano. Con una botta aprì la porta di casa, che era rimasta accostata, e si diresse immediatamente in camera sua.
Si sedette velocemente sulla sedia e accese il suo computer. Aveva intenzione di collegarsi su facebook per incontrare Antonio.
-Oh, oggi deve essere proprio il mio giorno fortunato!- esclamò, e non ci pensò due volte prima di aprire la chat e di scrivere un deciso "we <3" al ragazzo.
Intanto che era in attesa di una risposta, si alzò dalla sedia e si diresse in cucina, dove prese una merendina. Ritornò in fretta in camera, con la speranza che Antonio le avesse già risposto. "Hey... <3" c'era scritto sul piccolo quadrato bianco della chat. Subito le arrivò un altro messaggio: "Dopodomani usciamo eh -)(-@ "
-Oh mio Dio! Mi ha messo anche una rosellina!- esclamò Sara. Quel pomeriggio di venerdì se ne andò fra cuori e dolci parole, conservate nella chat di facebook.

Anche il sabato dopo fuggì via in una lezione di matematica, una piccola pausa e altri dolci messaggi fra i due innamorati. Quella sera, Ssara stava preparando tutto per la mattina seguente. Era appena uscita dalla doccia, e stava scegliendo gli abiti adatti. Almeno tutto il guardaroba finì in disordine su letto.
-Cavoli, non ho nulla da mettere. Che sfiga...-
La disperazione e il panico stavano cominciando a prendere il sopravvento nell'animo della quattordicenne. Tutto il bello che aveva nella testa fuggì via come il sole al tramonto.
-Non mi posso presentare da lui come una... una... BARBONA!- affermò, e si accasciò disperata sul letto. Stava cercando di pensare a qualcosa che sarebbe potuto andare bene, anche una maglia e un pantalone, ma che se abinati bene lavrebbero trasformata in una diva. Si alzò e entò nuovamente di trovare qualcosa, fra i suoi panni, di carino. Raccolse prima di tutti un abito leopardato. Lo fissò attentamente.
-Mmhh... Devo andare ad un appuntamento non in un viale di prostitute...- e lo buttò a terra.
Dopodiché capitò fra le sue mani una camicetta fucsia.
-Troppo appariscente...- e fece lo stesso.
Estrasse così un maglione giallo, ma non ci pensò due volte prima di scaraventarlo a terra assieme all'abito e alla camicetta. La quarta prescelta fu una maglietta nera a strisce fucsia, con le maniche a pipistrello, ma, avendo messo quella maglia già molte volte, la scartò via.
Dopo una mezz'ora di ricerca, le capitò fra le mani un abito davvero molto carino. Era bianco, in seta, e si legava alla vita con una cinta elastica. Subito Sara fu conquistata da lui, e lo mise sul comodino, abbinandoci una calzamaglia nera, un paio di stivali e il giaccone nero.
Il sorriso e il buon umore ritornarono a regnare sul suo viso, e andò a dormire.
La sveglia era stata messa alle nove, anche se lei doveva uscire alle dieci e mezza. Avrebbe dovuto curare ogni minimo dettaglio, per essere perfetta! Il messaggio di buonanotte di Antonio fece suonare il fastidioso fischio del suo Samsung, ma Sara non lo sentì, perché era già caduta in un sonno profondo.  

Il forte suono della sveglia rimbombò nella stanza di Sara, che si svegliò di scatto e con uno spavento. Si voltò, afferrò la sveglia e controllò l'ora.
-Le nove? Ma perché questa stupida ha suonato così presto?- si chiese, e, rimettendola a posto, si ristese nel letto.
Subito se ricordò il motivo per cui la sveglia era stata impostata alle nove. Con un balzo saltò fuori dal letto, e corse in cucina per fare colazione.
-Ma Sara, mangia piano per favore! Così ti verrà il mal di pancia!- raccomandava la mamma. Ma Sara non le diede per niente ascolto. Con un'altra corsa raggiunse la propria stanza e iniziò a prepararsi.
Verso le dieci e dieci uscì di casa.
-Ciao mamma! Ciao papà!- fu l'unica cosa, e forse l'ultima, che disse ai suoi genitori.
Camminava per la strada lentamente. Aveva paura di fare brutta figura... "Speriamo che vada tutto bene!" ponderava fra sé, e teneva le dita incrociate.
Antonio era già lì ad aspettarla, appoggiato alla ringhiera della piazza.
-Ciao.-fu Antonio il primo a salutarla. Lei ricambiò con un movimento della mano e con un sorriso.
Mano nella mano iniziarono la loro uscita.Camminavano, parlavano e si guardavano. Sara era così rossa che anche un cieco avrebbe potuto notare la sua timidezza. I capelli fluttuavano all'indietro, mossi, bondi, spinti dalla forza di un leggero e fresco venticello. D'un tratto, Antonio le mise un braccio sulla spalla, e con un sorriso le baciò la guancia. Sara ricambiò anche stavolta con un sorriso, e cominciò a mordicchiarsi le labbra.
Dopo una camminata, si fermarono e si sedettero nel parchetto, sotto un grosso pino. Il sole batteva sull'erba, ma i due non ne soffrivano perché erano protetti dai rami dell'albero, che faceva ombra.
Entrambi erano in silenzio. Comunicavano attraverso sguardi e lievi sorrisi. Antonio fu il primo a spezzare quel dolce silenzio, e a proferire parola:
-Sei davvero carina, sai?- disse, accarezzandole il viso.
-Grazie.- rispose Sara. La prima cosa che le era venuta in mente, per la verità. "Cavoli, mi sta mettendo in difficoltà! Perché non la finisce di farmi complimenti?" pensò in quell'istante. Sara era così: si imbarazzava sempre quando qualcuno si complimentava con lei; diventava rossa e tutto ciò che riusciva a rispondere era semplicemente .
Entrò di nuovo quel delicato silenzio, caratterizzato da sguardi dolci e da timidi sorrisi. Improssivamente, fu sempre Antonio a fare laprima mossa: le prese il viso e la baciò. Sara trasalì. Non poteva credere a ciò che stava accadendo.
"Oh Dio
Oh Dio
Oh Dio!"
Era tutto quello che le passava per la testa. E intanto le mani del ragazzo continuavano a stringere il suo viso e le sue labbra erano sulle sue.
Fece un sospiro e subito dopo un sorriso. Era chiaro: stavano insieme. Si alzarono da terra e mano nella mano ripresero il loro percorso cittadino. Il grande portone di blu della palazzina si ergeva davanti a loro.
-Ciao... è stata una mattinata fantastica.- sussurrrò Sara, che stava per entrare.
Nessun rumore stava interferendo con quel magico momento. Nessuna macchina osava attraversare quel tratto di strada.
-Sì.- affermò Antonio. Con una carezza e un veloce bacio, salutò la sua fidanzata e si incamminò verso casa anche lui.
Uno scooter attraversò la strada. Sara stava guardando da lontano il ragazzo che camminava, e che di tanto in tanto si voltava indietro per cercarla. La ragazza non ebbe nemmeno il tempo di girarsi per afferrare la maniglia del portone, che un proiettile le trafisse il petto.
La ragazza rimase immobile, per poi rotolare giù dai tre scalini che precedevano il portone.
"Che cosa succede? Non riesco più a muovermi!"
Si sentivano solo le urla di qualche donna e dei passi veloci. Che stava succedendo?
"Che cosa incredibile... Nemmeno il tempo di farmi finire la mia uscita con Antonio... Ma perché a me? Mi chiedo se la morte è davvero così brutta... Come fa ad essere  venuta così all'improvviso?"
L'ambulanza aveva prelevato Sara da terra, e la stava portando immediatamente in ospedale.
"Oh, ma cos'è quella luce? Oddio, si fa sempre più forte... MI STA ACCECANDO!"




Un'ora dopo i due uomini raggiunsero l'edificio. Con gli occhi pieni di lacrime si preparavano a guardre la salma della loro unica figlia.
    
  
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