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Autore: Julia of Elaja    02/01/2013    3 recensioni
IN REVISIONE (Aggiunta di alcune parti e modifica capitoli preesistenti)
Un finale alternativo alla saga di Harry Potter; Harry torna ad Hogwarts per il suo ultimo anno, ed è proprio lì che incontrerà una ragazza che, assieme a lui, Ron ed Hermione, lo aiuterà nella ricerca e nella distruzione degli Horcrux.
Ma questa ragazza non è come le altre e Harry, Ron ed Hermione dopo mille supposizioni scopriranno chi realmente è, grazie ad una profezia che era stata nascosta da Silente in persona, perché troppo pericolosa.
PS: E chi l'ha detto che R.A.B. non sia una donna in realtà? ...
Due parole: Leggete, Recensite!
“Allora, finora sono stati distrutti l’anello di Orvoloson Gaunt, la bacchetta di Serpeverde, l’amuleto magico di Merlino e il cuore di Tom Riddle Senior".
“Ci mancano ancora il medaglione di Serpeverde, un oggetto di Corvonero o di Grifondoro, e la coppa di Tassorosso!”.
“Harry, non dimenticarti che abbiamo distrutto anche il diario di Tom Riddle al secondo anno!”.
“Giusto! Quindi finora abbiamo distrutto… cinque Horcrux!".
“E ce ne mancano altri… tre??”.
I tre amici si guardarono, stupefatti.
“Ma allora gli Horcrux non sono solo sette… ma otto!” realizzò Harry, scandendo parola per parola la frase.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio | Coppie: Luna/Neville, Ron/Hermione
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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I tre amici trascorsero ad Hogwarts i giorni seguenti.
Le vittime della breve ma cruenta battaglia erano state molteplici: Alcuni centauri erano intervenuti, ma la maggior parte di loro era morta, schiacciata dai giganti.
E ancora, il professor Lumacorno venne dato per disperso, assieme ad alcuni allievi di Serpeverde.
Anche Pansy Parkinson aveva perso la vita, e assieme a lei alcuni bambini del primo anno che erano scappati dalla Camera dei segreti.
L’euforia per la vittoria fece subito posto al dolore per i lutti: anche Grop era stato brutalmente ucciso da un gigante, e Hagrid era distrutto.
Non faceva altro se non piangere e ululare disperato, soffiandosi il naso nel suo fazzolettone a pois.
“Non è giusto…” si lamentava.
Ma la giustizia aveva il suo prezzo: fortunatamente, però, non furono solo gli innocenti a morire.
Bellatrix Lestrange, che aveva cercato di aggredire Remus Lupin quando questi la portò via dalla Foresta Proibita, venne uccisa da Tonks. Assieme a lei, altri Mangiamorte che non accettavano la sconfitta del loro Signore e lo volevano vendicare; tra questi, Fernir Greyback, Macnair, i fratelli Carrow, Mulciber, Avery, Nott e Peter Minus.
La morte di Voldemort e la distruzione di tutti gli Horcrux era quanto di più bello potesse accadere ad Harry.
Il futuro era luminoso, adesso, libero da qualsiasi terrore, da qualsiasi spauracchio di morte imminente… ma un pensiero fisso lo angosciava:
“Amy. Chissà cosa le staranno facendo al San Mungo.”
Ron ed Hermione, che stavano parlando fitto fitto, si interruppero nel sentire Harry proferire quelle parole.
La ragazza gli si avvicinò e gli prese una mano: “Coraggio, Harry… sono certa che tra qualche giorno la dimetteranno! Hai sentito cosa ha detto la Mc Granitt? Ieri respirava molto meglio…”
“Non capisco perché io non possa andare a trovarla.”
Ron intervenne: “Miseriaccia, perché non ce ne è bisogno, no? Se Amy fosse stata grave, di certo ti avrebbero mandato a chiamare… ma sta meglio, quindi non c’è bisogno che tu vada lì!”.
Harry alzò il capo e guardò i suoi due amici: sembravano così tranquilli, quasi felici…
“Ragazzi, io ho un dubbio.”
Hermione aveva parlato, richiamando su di sé l’attenzione di Harry e Ron.
“Cioè?”
“Il medaglione di Serpeverde. Non lo abbiamo visto nei ricordi di Amy, o sbaglio?”
Harry sentì un macigno immenso prendere posto sul suo cuore: Hermione aveva ragione.
“Vuoi dire che Amy ha dimenticato di distruggerlo?” chiese.
“Forse non lo ha mai trovato…” sussurrò Hermione, preoccupata.
“Miseriaccia…”
“Ma può anche darsi che lo abbia distrutto R.A.B.! Giusto?” fece Harry, con un barlume di speranza che si accendeva dentro di sé.
“Può darsi… ma non abbiamo mai scoperto chi fosse, né che fine abbia fatto il medaglione.”
“Harry?”
Una voce irruppe nella Sala Comune di Grifondoro: era Neville.
“Harry ti porto alcune notizie…”
“Riguardanti chi e da parte di chi?”
“Da parte della Mc Granitt. E sono su Amy.”
Il ragazzo deglutì e Harry si accorse del fatto che non aveva un’espressione felice.
“Cosa è successo?”
“La Mc Granitt deve andare al San Mungo tra un’ora… e vuole che tu vada lì con lei. Sempre se anche tu ci vuoi andare, ovvio.”
Ron ed Hermione lo guardarono nervosamente: lei si morse un labbro, lui si torceva le mani.
“Secondo voi se mi manda a chiamare vuol dire che Amy sta peggiorando?”
Ron sospirò: “Non so cosa risponderti, Harry.”
Si alzò in piedi: “Dove si trova ora la Mc Granitt, Neville?”
“Nello studio del preside. Si è trasferita lì.” Rispose quello.
Harry uscì dalla Sala Comune a passo spedito: il cuore gli batteva all’impazzata, la bocca parve farsi asciutta mentre camminava veloce diretto all’ufficio del Preside.
Ora, anche il problema del medaglione di Serpeverde sembrava insignificante, rispetto al pensiero di Amy.
Urtò involontariamente alcune persone che stavano salendo la grande scalinata, ma non vi fece caso perché la paura dell’aggravarsi delle condizioni della ragazza lo stava tormentando.
Era quasi giunto all’Ufficio, quando la figura alta della McGranitt gli si stagliò davanti, mentre correva verso un’altra direzione
“Professoressa!”
La donna si girò di scatto, interrompendo la sua corsa: “Potter. Ti aspettavo tra un’ora…”
“Lo so, ma io voglio sapere adesso: cosa è successo ad Amy?”.
Il cuore gli batteva violentemente in petto: doveva sapere, a tutti i costi…
La donna gli sorrise: “Niente che non sia assolutamente positivo, Potter. La dimetteranno in mattinata, quindi ho pensato che ti avrebbe potuto fare piacere accompagnarmi!”.
Per Harry quella risposta fu l’equivalente di un secchio di acqua gelata addosso.
“Allora è… è…”
“Fuori pericolo.” Concluse la donna per lui “Ora, però, devo proprio andare, Potter! Ci si vede tra un’ora qui davanti al mio ufficio!”. La professoressa si allontanò di gran corsa, lasciando Harry fermo al centro del corridoio, con un sorriso ad illuminargli il volto.
Quella notizia era quanto di migliore gli potesse capitare in quella giornata.
Si diresse a passo sostenuto verso la Sala Comune dei Grifondoro, ma prima ancora di arrivarci si ritrovò Ron ed Hermione, affannati, che lo stavano cercando.
“Harry, ma dove ti eri cacciato? Sei corso via e noi ci siamo…”
“Amy verrà dimessa! Oggi!” urlò loro.
Hermione boccheggiò; “Miseriaccia! Allora sta bene!” ruggì Ron.
“Oh, Harry, ma è magnifico! Sono felicissima!” esclamò Hermione, abbracciando l’amico.
Harry sospirò, poi guardò i suoi due amici che come lui avevano un grande sorriso sul volto.
“Possibile che tutto sia andato per il meglio? Intendo dire… abbiamo davvero battuto Voldemort? E Amy è viva, e sta bene? E’ possibile tutto questo?”
I due amici annuirono, sempre continuando a sorridergli entusiasti.
“E’ incredibile, lo sappiamo…” proruppe Hermione “Ma è davvero andata bene, Harry. Ce l’abbiamo fatta!”
I tre si abbracciarono; “Grazie ragazzi.” Sussurrò Harry.
“Ehi, e a cosa servono gli amici se non a darti una mano nel combattere il Male?” scherzò Ron.
“Ooh, io adoro gli abbracci! Posso unirmi a voi?”
I tre si girarono, ritrovandosi davanti Luna Lovegood che li fissava come inebetita.
“Sei la benvenuta, Luna!” esclamò Hermione, prendendola per un braccio e stringendola a sé con affetto.
“Sono davvero felice di essere vostra amica, ragazzi!” esclamò la ragazza, con tono sognante e felice.
“Ehi… momento degli abbracci? Posso unirmi a voi, visto che vi state spupazzando la mia fidanzata?” fece Neville, che era appena arrivato nel corridoio.
Scoppiarono tutti a ridere: Harry si sentiva al settimo cielo, circondato dai suoi amici e con la bella notizia di Amy che gli girava per la testa.
Tutto andava a meraviglia.
Non c’era nulla che potesse intaccare quel magico momento.
Un’ora dopo, lui e la McGranitt erano all’interno dell’ospedale San Mungo, davanti alla porta di una stanza.
“Numero settecento. Ci siamo, qui c’è la signorina Riddle.” Fece loro un Guaritore, che li aveva accompagnati fin lì.
Il mago bussò: “Sono pronta! Potete entrare!” irruppe una voce acuta dall’interno.
La porta venne aperta: Amy era lì, intenta a chiudere una borsa, con i lunghi capelli che le incorniciavano il volto e l’aria serena.
Si voltò, e il suo sguardo incontrò subito quello di Harry.
I due rimasero a guardarsi, lei socchiuse leggermente le labbra, colta dallo stupore per la presenza di lui.
Harry dentro di sé sentiva il suo cuore pulsare violento, sembrava stesse quasi per esplodere.
Lei era bellissima, come sempre. Perfetta, nei minimi dettagli. Persino il suo sguardo stupito era perfetto.
Harry avrebbe tanto voluto correrle incontro e baciarla, e dovette resistere a quel forte impulso: venne riscosso dai suoi pensieri dalla voce della McGranitt che, rivolgendosi ad Amy, le disse:“Allora, vogliamo andare, signorina Riddle?”.
La ragazza annuì, e un dolce sorriso le si dipinse sul volto: “Si. Andiamo via.”
Dopo aver salutato il Guaritore e altri collaboratori che l’avevano seguita nel periodo della sua convalescenza, Amy finalmente si rivolse ad Harry, sussurrandogli: “Non mi aspettavo di trovarti qui.”
“Invece ci sono.”
“L’ho notato.”
Si guardarono di nuovo: lei gli sorrideva, raggiante, e lui era al settimo cielo.
Harry avrebbe potuto rimanere lì per ore, incantato nei suoi occhi…proprio in quel momento allungò una mano per abbracciare i fianchi di lei, ma la professoressa McGranitt lo fece trasalire.
“Riddle?”
La donna aveva richiamato la ragazza, e gli occhi dei due si persero per qualche istante.
“Si?”
“Voglio ringraziarti. Per il tuo aiuto a Villa Malfoy. Grazie di avermi aiutata a fuggire.”
“Dovere, professoressa!” fece la ragazza, arrossendo.
Per il resto del tempo insieme, nessuno parlò.
Harry ed Amy continuavano a scambiarsi occhiate silenziose.
Harry sentiva dentro di sé di dovere delle scuse alla ragazza: per come l’aveva trattata, per la poca fiducia che aveva riposto in lei, per averla creduta dalla parte del male…
Una volta smaterializzati ad Hogsmeade, la Mc Granitt continuò a camminare, diretta ai cancelli di Hogwarts; ma Amy…
“Professoressa… io e Potter torneremo più tardi ad Hogwarts.”
La donna si girò a guardarli, con un sopracciglio inarcato, lo sguardo incuriosito.
“Molto bene. Allora ci si vede più tardi. Ma vi voglio entro un paio di ore dentro al castello.”
“Senz’altro.” Fece Amy, con un cenno del capo a mo’ di congedo.
La professoressa riprese a camminare per la sua strada, e i due si guardarono.
Amy gli sorrise, Harry ricambiò.
“E così, siamo solo noi due.” Fece lui, con voce roca.
“Già… vieni, Harry, andiamo a prenderci una Burrobirra.” Gli disse lei, con un sorrisetto.
Camminarono diretti ai Tre Manici di Scopa, e per qualche secondo calò un silenzio imbarazzante.
“Allora, la fialetta che ti ho dato ti è stata di qualche utilità?” irruppe d’un tratto Amy, mentre si torturava un lungo boccolo tra le dita.
“Oh!Ehm… sì, decisamente. E’ stata davvero utile, mi ha chiarito le idee.”
La ragazza abbassò lo sguardo: “Sai Harry, io te l’ho consegnata perché temevo che non ce l’avrei fatta, che sarei morta. E la verità sarebbe morta con me. Volevo che tu sapessi ogni cosa.”
Harry le prese una mano e la strinse: averla affianco a sé era tutto ciò che fino ad allora aveva desiderato.
“Perché non me lo hai mai detto?”.
Amy sospirò, guardandolo negli occhi; i due si fermarono vicino al locale dove erano diretti.
“Albus mi aveva detto di non raccontare nulla a nessuno, e io inizialmente non capivo il perché. Ma solo dopo mi sono resa conto… vedi, Harry, se io avessi raccontato tutto a te, Ron ed Hermione, sarebbe stato un vero problema… se mio padre fosse riuscito a catturarvi, avrebbe potuto leggere nei vostri pensieri tutta la verità sul mio conto. Era un rischio troppo grande da correre! Inoltre, so per certo che tu non sei affatto abile nell’Occlumanzia… o sbaglio?”.
“Chi te l’ha detto?”
“Silente.”
“Aveva dannatamente ragione.”
Risero, e Harry sentì un po’ della tensione scivolargli via.
Le strinse più forte la mano, e lei ricambiò la stretta.
Lo sguardo di Harry cadde sulla mano sinistra di Amy, inerte lungo il suo fianco. All’anulare risplendeva scintillante il suo anello, quello che mesi addietro le aveva donato…
“Lo indossi ancora?”
Amy guardò l’anello, poi Harry; “Perché non dovrei?”
I due si sorrisero; la paura di Harry si sciolse come neve al sole.
“Allora, io e te stiamo ancora insieme?”
“Assolutamente sì, Harry.”
Amy si avvicinò pericolosamente alle sue labbra; erano entrambi ad un soffio dall’altro, Harry poteva sentire il fresco respiro di lei sul suo viso…
“Mi sei mancato, Harry.”
Le loro labbra, finalmente, si incontrarono.
Harry provò una serie di emozioni indescrivibili; si susseguirono dentro di lui gioia, felicità, entusiasmo, eccitazione, serenità, passione, dolcezza…
Lei era finalmente lì, con lui; lei, che non aveva mai smesso di amarlo.
La abbracciò, tenendola stretta al suo petto, mentre lei gli passava una mano nei capelli e con l’altra si avvinghiava alle sue spalle.
Harry non riuscì a capire per quanto tempo rimasero così, immersi l’uno nelle labbra dell’altra; ma gli parve essere passata un’eternità quando Amy si discostò leggermente da lui e gli sussurrò: “Allora, questa Burrobirra?”.
Mano nella mano, entrarono nel locale, che come sempre era abbastanza affollato.
Maghi e streghe si voltavano, al loro passaggio. I loro nomi, ormai, erano diventati leggenda.
Una bambinetta additò Amy e sussurrò a sua madre: “Quella è la figlia di Tu Sai Chi? E’ lei che lo ha ucciso?”.
I due ragazzi presero posto in un angolo appartato della Saletta interna, lontani da sguardi indiscreti e bambini che li additavano.
“Dovrò farci l’abitudine.” fece Amy, prendendo posto sulla comoda panca, mentre Harry si sedeva di fronte a lei.
“A cosa?”
“Alla fama!” scherzò la ragazza.
Madama Rosmerta si fece loro incontro; “E’ un onore avervi qui!” squittì “Harry Potter e Amy Riddle nella mia locanda! Merlino, che emozione!”
Amy ridacchiò: “Ci porti due Burrobirre, per cortesia!”
“Arrivano subito!”
La donna si allontanò, continuando a scoccare occhiate adoranti nella loro direzione.
“Allora, Harry, credo di doverti le mie scuse.”
Harry la guardò, con fare sbigottito.
“Su, non fare quella faccia. Ti chiedo scusa per non averti messo al corrente di tutto. Anche se ti ho spiegato il perché, so che il mio comportamento non è stato dei migliori…quindi… ti chiedo scusa.”
“Scuse accettate, anche se sono inutili. Eri giustificata!”
“Mica tanto…”
Improvvisamente, un pensiero angosciante prese posto prepotentemente dentro Harry.
“Amy… nel Pensatoio, dando uno sguardo ai tuoi ricordi, c’è un Horcrux mancante all’appello…”
Amy inarcò un sopracciglio: “Eh?”
“Il medaglione di Salazar Serpeverde.”
“Ah!” Amy sospirò di sollievo “Oh, che sciocca, devo aver dimenticato di inserire quel ricordo!”
Si sbottonò la camicetta che indossava, e Harry per un folle attimo pensò che volesse spogliarsi lì davanti a lui; invece, dopo essersi fermata appena sopra il seno, tirò fuori una catenina dorata e la levò dal suo collo, posandola sul tavolo.
Il medaglione era lì, davanti a loro.
Era tutto raggrinzito, nero, bitorzoluto; distrutto.
“Sei stata tu?” chiese Harry, prendendolo in mano.
“No, Harry… non io. E’ stata R.A.B.”
Harry alzò lo sguardo: “E’ stata? R.A.B. era una donna?”
“R.A.B. … era mia madre, Harry.”
Il ragazzo boccheggiò: Amy tirò fuori dalla sua borsa un biglietto ingiallito, e lo porse ad Harry.
Era una lettera, scritta dalla madre di Amy.
“Mia madre ha distrutto quell’Horcrux, e lo ha lasciato a casa dei miei nonni assieme a questa lettera. Mia madre era R.A.B.”
“Acronimo di…”
“Riddle Amy Brianne.”
I due si guardarono, e Harry porse nuovamente ad Amy il medaglione, che la ragazza rimise al collo.
“Tua madre è stata….”
“Lo so. Magnifica.” Fece la ragazza, con un sorrisetto soddisfatto, mentre riponeva la lettera nella sua borsa.
Madama Rosmerta arrivò con le due Burrobirre, e dopo aver chiesto loro una foto con tanto di autografo, li lasciò finalmente soli.
“Ancora una cosa…” fece Harry, mentre sorseggiava la bevanda.
“Dimmi.”
“Il portagioie di Merope Gaunt.”
“Ah, quello. Io credevo fosse davvero un Horcrux, Harry. Ti giuro. Avevo acquistato il veleno di Basilisco, e avevo visto quell’oggetto accartocciarsi fra le mie mani. L’unica giustificazione possibile è che mio padre in un primo momento aveva voluto trasformarlo in un Horcrux, ma poi ci ha ripensato. Ecco perché Hermione ha riconosciuto la Magia Nera in esso.”
“Si, potrebbe essere andata così.” Fece Harry, allungando una mano verso di lei e cingendole il braccio.
La ragazza gli porse la mano e lui gliela strinse.
“Sai, vorrei che questo momento possa durare per sempre.” Le disse, accarezzandole il viso con l’altra mano.
“Io sono certa che ne avremo molti altri, Harry.”
Il sole illuminava il volto di entrambi, dando loro l’impressione di un silenzioso augurio di felicità.
“Harry?”
“Si?”
“Ricordi il giorno in cui vi raggiunsi, nella foresta?”
“Certo.”
“Ricordi che la notte, prima di addormentarci, stavo per dirti qualcosa, ma poi esitai?”
Lui annuì; certo che ricordava quel momento, si era chiesto tante volte cosa lei aveva intenzione di dirgli…
“Volevo dirti che ti amo, Harry.”
Il ragazzo rimase sbigottito: mai, prima di allora, lei glielo aveva detto.
“Amy, io…”
“Ti amavo e ti amo tuttora, Harry Potter.”
Harry si avvicinò al viso di lei e la baciò, con trasporto e dolcezza.
Quando le loro lingue finirono di lottare, le sussurrò a fior di labbra: “Anche io ti amo, Ame.”




NDA:
Non vi preoccupate... questo non è l'ultimo capitolo!
Ce ne è ancora un altro, per la vostra (spero) gioia!
Vi chiedo solo una cosa:
C'è ancora qualcosa della storia che non vi è chiaro? Qualche passaggio che non riuscite a comprendere?
Qualche mia dimenticanza nel chiarirvi una situazione?
Se sì, scrivetemelo pure con una recensione, così vedrò di apportare le modifiche necessarie alla storia e al capitolo.
Se invece così non fosse...allora una recensione sarebbe sempre gradita :D Ahahah :D
Quindi, non mi resta che dirvi: "Ci si vede al prossimo (e ultimo) capitolo!"
Baci!
Julia of Elaja ;)

   
 
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