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Autore: cris21    19/07/2004    3 recensioni
è un pò triste... non c'entra assolutamente harry potter!!!!!!!!!
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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RICORDO SILENTE

RICORDO SILENTE

 

Lei lo osservava in silenzio, con gli occhi che brillavano. Lui era lì che saliva le scale con la solita lentezza, con passo lungo, lei aspettava sulla porta con intrepida impazienza per rubargli un solo sorriso.

Si salutarono.

Insieme iniziarono un discorso subito dimenticato, lei si girò per spegnere il gas, l’acqua nel bollitore stava cadendo a terra.

Lui entrò dalla porta, troppo bassa, sussurrando parole indecifrabili.

Subito presero due tazze dalla mensola, scelsero il tè ai fiori di bosco e iniziarono a sorseggiare lentamente la bevanda in infusione.

Il discorso riprese animatamente fino a tarda serata, la voce di lui copriva dolcemente le parole di lei, che imbarazzata continuava a sorridere. Lui, in quel momento, si era fermato con lo sguardo perso nel vuoto senza far trapelare alcuna emozione aspettando che lei bevesse.

L’attimo di silenzio sembrò non finire più, lei si ritrovò a pensare alla nuova casa che i suoi genitori avevano appena comprato, ricordava gli anni trascorsi nelle vecchie mura, a piangere, sorridere o semplicemente ridere fragorosamente. Quella casa era piccola ma racchiudeva un’infinità di ricordi. Erano solo questi i pensieri di lei.

Lui posò il suo sguardo enigmatico su di lei, cercava di cogliere i suoi pensieri, ma era come chiedere una cosa inesistente. Era il 10 agosto, cadevano le stelle.

Lei riportò i suoi pensieri sugli occhi di lui, mentre le stelle quella sera stavano cadendo lui sembrava cieco, stavano precipitando mentre lei era lì che adorava il suo modo goffo di muoversi, il fatto che le sue origini straniere gli facessero confondere sempre le “S” con le “Z” quando scriveva, ma più d’ogni altra cosa, che sapeva farla ridere spontaneamente.

Lui non capiva, per la mente aveva tante cose. Un periodo erano sempre uniti come se il tempo si fosse davvero fermato, quello dopo erano distanti mille miglia. Lei forse, stava imparando ad amarlo, non l’aveva mai fatto, lui però si rifiutava di accettare quelle emozioni.

 

Sul tavolo, una poesia di HIKMET un poeta turco che lei adorava:

 

Amo in te l’avventura

D’una nave che vada verso il polo,

amo in te la fortezza

dei giocatori,degli scopritori,

amo in te cose lontane, amo in te l’impossibile.

Negli occhi tuoi sto dentro un bosco

Che sia pieno di sole.

Sudore, affanno, furia:

sono affamato e corro

nella tua carne a caccia.

Amo in te l’impossibile,

ma senza disperazione.

 

Nel momento in cui si trovarono a guardarsi, un soffio di vento gelido spinse il foglio nel fuoco scoppiettante del caminetto, bruciando ogni frammento d’irrealtà dalle loro menti.

Senza disperazione.

 

  
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