Ogni sera si mette lì, lì nel letto con il pigiama scoppiato e le lenzuola fresche che sanno di bucato.
E per addormentarsi, immagina. Magari immagina la ragazza che l’ha colpito quel giorno.
Una volta è una bionda. Poi è un’asiatica. Un’altra volta una rossa con gli occhi verdi.
Una volta è stato persino un ragazzo, ma non se n’è preoccupato molto.
Era uno di quelli che rimangono impressi nella mente. Con gli occhi grandi e il naso fino. Il portamento di un adulto e la voglia di vivere che faceva forza per essere notata.
E ogni sera, nel letto, si perde nei dettagli. Le lentiggini su un viso, le ciglia di un altro, il colore di una bocca.
Tutti quei visi, però, si trasformano.
I capelli si scuriscono o si allisciano. Gli occhi si allungano e diventano nocciola. Le labbra, poi, diventano esattamente come le sue. Quelle di lei.
 
Perché ogni sera finisce col pensare a lei.
E ogni sera si convince a dirle che l’ama, che l’ha sempre amata.
Ma ogni mattina, guardandosi allo specchio, si ripete che neanche lui stesso si innamorerebbe di sé.





No, non volevo pubblicarla questa schifezza. Volevo spedirla direttamente nel cestino, anzi.
La mia Socia, però, mi ha convinta. E, per lei, ho pubblicato.
Perciò, a lei: Toya.


Questo lui e questa lei sono senza volto, eppure quasi mi piacciono!