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Autore: sunshine_S    02/01/2013    2 recensioni
Ma cosa sarebbe accaduto se avesse sbagliato quel rigore decisivo? Sarebbero stati ancora tutti lì ad applaudire lei e la sua squadra? Le ragazze le avrebbero più donato i loro sorrisi e quelle pacche sulle spalle incoraggianti? Louis sarebbe più riuscita a guardarla come aveva fatto poco prima?
E fu così che si concesse un'ultima debolezza; voltò il capo verso la sua destra e lo vide all'in piedi ai confini del campo, le braccia portate e le mani intrecciate dietro il capo, l'espressione del viso tirata dall'ansia e dal nervosismo e quei magnifici occhi puntati solamente su di lei.
Osservò le labbra muoversi appena come per sussurrarle qualcosa e forse era proprio quello il suo intento.
“Coraggio”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bend it like Tomlinson

 

Questa sarà una delle partite della vostra vita o anche la partita della vostra vita.”

 

L'allenatore continuava a parlare da ormai quasi un'ora, ma Hailey sembrava non riuscire a comprendere neanche un po' delle sue parole. Forse la tensione per la prestazione, forse l'ansia o l'agitazione. Forse la consapevolezza che nonostante tutto quella sarebbe davvero stata la partita più importante della sua vita.

E sarebbe stata anche l'ultima.

Sbuffò per l'ennesima volta fingendo di sistemarsi i lacci degli scarpini sperando che Louis non notasse l'espressione tirata che aveva indosso da quella mattina.

Smettila, cazzo!” Si rimproverò mentalmente digrignando i denti. Doveva smetterla di chiamarlo per nome, anche se mentalmente. Per lei doveva essere solamente l'allenatore Tomlinson e nessun altro, sarebbe dovuto sempre essere così e sempre lo sarebbe stato.

O almeno lo credeva finche non era arrivata a sognarlo praticamente tutte le notti o peggio ancora da quando si era resa conto che un suo minimo sfioramento la mandava in estasi.

Non riusciva neanche più a guardarlo negli occhi, il solo luccichio di quelle iridi azzurro cielo le faceva dimenticare ogni cosa, sembrava perdere la cognizione del tempo, ogni cosa sembrava annullarsi quando era con lui.

Per non parlare della sua risata, di quel sorriso incline alla perfezione e degli occhi che si socchiudevano in piccolissime fessure. La rendeva allegra quell'immagine, le piaceva in un modo inspiegabile osservarlo ridere anche ad una stupida battuta tanto che era arrivata a desiderare che ogni tanto qualcuna delle sue colleghe, durante l'allenamento, potesse interrompersi soltanto per dirne una. E lei un giorno l'aveva fatto un paio di volte, si era sentita stupida a rendersi conto di quanto le fosse mancata quella risata.

Ma come aveva fatto ad innamorarsi di lui? Erano intere notti che se lo chiedeva, ogni giorno era accompagnato da questa domanda che l'attanagliava la mente e il cuore.

Un giorno aveva persino provato a scrivere i pro e i contro di Louis Tomlinson e ne aveva ricavato solo un pomeriggio completamente perso ed un foglio scarabocchiato con una serie di complimenti e di sensazioni che non sapeva descrivere.

Che ne aveva fatto della Hailey di prima? Di quella tosta, un po' arrogante e impertinente?

L'aveva modellata con quelle mani grandi e possenti, come un fragile vaso d'argilla ed era proprio così che si sentiva, come se potesse cedere da un momento all'altro per un suo leggero errore, come se potesse rompersi tra quelle stesse mani che l'avevano generata.

Probabilmente l'aveva resa una persona migliore pur non amandola, quell'amore la stava facendo rinascere e al tempo stesso la stava consumando, stava distruggendo i suoi sogni e le sue passioni.

Non riusciva più ad allenarsi e a giocare senza che la sua attenzione non fosse attratta da Louis Tomlinson. Non sopportava vederlo aiutare le altre ragazze negli esercizi, non sopportava vederlo giocare con loro, non sopportava le battutine di troppo negli spogliatoi, non sopportava il solo pensiero di non potersi stringere tra le sue braccia a fine partita, di gioire apertamente dedicandogli un goal.

Non poteva più nascondere quelle emozioni, non poteva più nascondergli quell'Hailey che era diventata.

-Hailey, mi stai ascoltando?-

Il suono della sua voce la fece completamente sobbalzare ed automaticamente il cuore partì in quarta. C'era talmente silenzio nello spogliatoio che aveva paura che tutte le sue compagne avessero udito il suono di quell'agitazione.

Hailey accennò appena un sorriso facendo segno di si con la testa prima che Louis riproponesse le solite parole di incoraggiamento e i ringraziamenti per averlo reso così fiero di loro.

-In bocca al lupo ragazze, ma specialmente buon divertimento!-

L'intera squadra scoppiò in un boato che Hailey potette definire quasi disumano per una squadra femminile, poi insieme si diressero verso i corridoi aspettando il momento giusto per superarlo e dirigersi direttamente nel campo.

Lei era l'ultima della fila e sapeva che Louis Tomlinson dietro di lei continuava a trafiggerla con i suoi occhi azzurro cielo.

Aveva imparato a conoscerla, ad apprezzarla come calciatrice e anche come persona, come ragazza. Ormai riusciva ad interpretare ogni suo atteggiamento e questo la metteva un po' in soggezione. Lui era sempre lì, pronto per chiederle cosa fosse successo o cosa avesse per la testa.

Quante bugie era stata costretta a rifilargli semplicemente perchè non poteva permettersi di rivelargli la verità, non poteva confidargli che aveva capito di essere perdutamente innamorata del proprio allenatore e che non sapeva più come gestire la cosa.

Louis le aveva dato l'opportunità di sperare, di sognare e poi di realizzarsi, le aveva dato la chance per diventare quello che aveva sempre voluto essere: una calciatrice, una donna, perchè essere una brava giocatrice di calcio non doveva necessariamente rispecchiare l'immagine di una ragazzaccia o di un maschiaccio.

Louis le aveva insegnato i sentimenti, quelli veri, glieli aveva iniettati dentro tanto che sarebbero implosi tutti da un momento all'altro.

L'aveva trovata, l'aveva accudita, l'aveva cresciuta e poi l'aveva fatta innamorare in soli sei mesi.

-Tra dieci secondi le squadre entreranno in campo.-

Dieci secondi e avrebbe giocato la sua ultima partita.

Novanta minuti e avrebbe detto addio a Louis Tomlinson.

-Ragazze, tanta merda!- Urlò Shonda, la sua capo squadra, un attimo prima che entrassero di corsa verso il campo pronte a mettersi in gioco, pronte ad affrontare quello che avevano definito come la partita più importante della loro vita.

 

 

Era appena terminato il primo tempo ed Hailey provava un'unica sensazione: delusione.

Non era riuscita a condurre in porta la palla neanche una volta, non aveva colto nessuna occasione, non aveva giocato al meglio, anzi non aveva proprio giocato.

Sentiva su di se gli sguardi trucidi e arrabbiati delle sue compagne di squadra, immaginava persino quanti insulti le avevano rifilato e non era per niente in disaccordo con loro.

Era praticamente stata inesistente in campo e non riusciva neanche a capirne il perchè.

Stavano perdendo due a zero e le avversarie non sembravano per niente intimorite da loro.

Louis aveva già cominciato a tirarle su di morale e a consigliarle tattiche, ma le sue orecchie erano completamente ovattate.

Non riusciva a pensare a nient'altro all'infuori degli errori in campo, dei passaggi sbagliati, delle iridi sorprese ed irritate di Louis. Sapeva che era arrabbiato anche se non voleva darlo a vedere, in fondo anche lei, proprio come lui, era riuscita a conoscerlo.

Una volta che le ragazze si alzarono dalla panca dello spogliatoio Hailey capì che sarebbero dovute ritornare presto in campo, ma prima che le seguisse la voce sonora di Louis attirò la sua attenzione.

-Hailey, per piacere potrei parlarti in privato?-

Qualche giocatrice spifferò qualcosa, altre invece erano troppo nervose e concentrate per rendersi conto di quel momento particolare.

La ragazza si sentì completamente in agitazione. Non le era mai capitato di dover parlare da sola con lui e non aveva mai sentito la voce di Louis incrinarsi in quel modo così dolce nei suoi confronti.

Era arrabbiato e nonostante tutto continuava ad esserci per lei, a sostenerla, a prendersene cura.

-Posso sapere cosa ti sta succedendo? Stai pensando ad altro per caso?-

Cosa avrebbe dovuto dirgli, che non riusciva a non pensare alla sua ultima partita e al fatto che non l'avrebbe più rivisto?

-Niente, è tutto sotto controllo.-

-Non direi affatto.- le rispose di botto il ragazzo. -A me sembra che tu non ti stia concentrando abbastanza.-

-Invece si.- fece con aria piccata la ragazza portandosi con aria scocciata entrambe le braccia ai fianchi. -Non credevo che sapessi anche leggermi nella mente adesso.-

Non riusciva neanche a capire perchè si stesse rivolgendo a lui in quel modo. Non l'aveva mai fatto prima e ciò lo dimostrava anche l'espressione sorpresa di Louis.

-Ti chiedo solo una cosa Hailey.- iniziò col dirle stringendo entrambe le mani sulle sue spalle.

-Chiudi gli occhi.-

Si sentiva piuttosto stupida in quel momento, ma non le andava affatto di continuare a ribellarsi alle sue parole, così obbedì lasciando che a cullarla fosse solo la melodiosa voce di Louis.

-Ora individua qualcosa o qualcuno che ti faccia stare bene, quella che ti fa sorridere al solo pensiero e che ti rallegra completamente.-

Era forse uno stupido scherzo del destino quello?

Louis le stava praticamente suggerendo di immaginare se stesso, magari mentre indossava quei suoi strani vestiti a righe ed eccessivamente colorati o semplicemente mentre rideva facendo brillare gli occhi in un azzurro quasi accecante.

-Ecco, vedi? Sta funzionando, stai sorridendo!-

Hailey si fece scappare una risata divertita sentendo quel velo di euforia nella voce. Louis era incedibile; un attimo prima si poneva in modo impertinente per nascondere la sua rabbia e l'attimo dopo gioiva come un bambino per un pensiero banale.

Hailey doveva ammettere di adorare anche quella parte di lui, quella un po' particolare e talvolta scostante. Anzi, forse quella era la parte che più in assoluto amava di lui.

-Ci stai ancora pensando?-

Hailey riuscì ad avvertire quelle parole calde imbattersi con violenza contro le sue labbra che causarono una serie di brividi lungo la schiena simili quasi a spasmi. Ebbe quasi paura che Louis se ne fosse accorto, ma quello continuò a parlare senza ulteriori preoccupazioni.

-Posso sapere almeno a cosa stai pensando?- la voce le arrivò ancor più vicina e calda, questa volta scuotendole completamente dall'interno.

Hailey trattenne un sorrisetto divertito prima di scuotere la testa.

-E' un segreto.-

-Ah.- rispose quasi deluso. -E non vuoi rivelarmelo?-

La ragazza era convinta che sarebbe ceduta da un momento all'altro. Mai come in quel momento stava desiderando che qualcuno arrivasse a chiamarli con urgenza.

Aveva persino paura di aprire gli occhi nonostante fosse incessantemente desiderosa di annegare in quegli stessi occhi che l'avevano fatta innamorare.

Se lo stava immaginando col viso fin troppo vicino al suo, le labbra sottili di quel rosa tendente quasi al fucsia dischiuse in un sorrisetto curioso che le dava agio di scorgere il la dentatura perfetta. Riusciva ad immaginarsi anche i piccoli occhi vispi illuminati da quei leggeri raggi di sole che riuscivano man, mano a mutare in un verde acqua abbagliante.

-Sto aspettando ancora una tua risposta Hailey..-

La ragazza sobbalzò completamente quando avvertì nuovamente la voce calda di Louis abbattersi contro le proprie labbra timorose e allo stesso tempo ansiose di scoprire non solo quel calore, ma anche un nuovo sapore.

Hailey aprì leggermente gli occhi e lo spettacolo che si ritrovò di fronte fu totalmente diverso da quello immaginato sino a quel momento; gli occhi di Louis non si avvicinavano nemmeno un po' a quel verde acqua che aveva provato ad immaginare, ma anzi era ravvivato dalla luce del sole che penetrava dai vetri dello spogliatoio e le aveva completamente mozzato il fiato.

Erano più simili a due diamanti piuttosto che ad un paio di occhi, ma Hailey pensò che a lasciarla senza parole fosse decisamente la vicinanza, lo aveva così vicino a se che le sembrò difficile addirittura connettere i pensieri con le parole.

Fino ad allora aveva sempre immaginato anche a come sarebbe stato ritrovarselo di fianco a se di prima mattina, magari dopo una notte passata insieme, e non era mai riuscita a crearsi una reale aspettativa, ma ora che a separarli erano pochi centimetri poteva ammettere che la sua mente, nonostante tutta la fantasia che si ritrovava, non sarebbe mai stata capace di immaginarselo in quel modo.

Ma forse per la prima volta negli occhi di Louis aveva visto qualcosa di nuovo, di inaspettato.

In quel momento Hailey era sicura di specchiarsi in un paio di occhi insicuri, timorosi addirittura dubbiosi. Quelli non erano gli sguardi che aveva immaginato fino a quel momento, non erano gli sguardi che le avevano fatto perdere il controllo di se e della sua vita.

Erano gli sguardi di una persona incredibilmente insicura di se, delle proprie azioni, ma soprattutto dei propri pensieri.

In quegli occhi Hailey aveva saputo capire la prima grande differenza tra loro due, una differenza forse un po' troppo difficile da ignorare.

Hailey lo amava e lo desiderava come non le era mai successo prima di allora ed in partenza aveva capito di non avere abbastanza forza per lottare, per impossessarsi del suo cuore e della sua mente, e aveva persino rinunciato all'amore per la propria squadra per non soffrire più, per non ritrovarsi più davanti quel promemoria che le ricordava quanto fosse stata codarda e pigra nel raggiungere ciò che veramente desiderava.

Istintivamente Hailey portò una mano sul viso del ragazzo accarezzandogli appena la guancia calda marcata da una leggerissima barba scura.

Quel primo contatto con la pelle di Louis le aveva creato dentro un uragano di emozioni e sensazioni che fino ad allora le erano state completamente sconosciute. Le sembrava di avvertire una danza di farfalle in primavera.

Louis non sembrò sorpreso da quel gesto, ma più che altro meravigliato. Non avrebbe mai immaginato un momento del genere in compagnia di quella ragazza che per giorni e settimane lo aveva evitato in ogni modo, da quella ragazza che faceva di tutto per deviare qualsiasi contatto visivo.

Si ritrovò a sorridere come un idiota davanti a quell'immagine tanto che anche Louis fu coinvolto da quell'affascinante sorriso.

Ma prima che potesse provare a dire altro avvertirono una voce metallica avvisaew entrambe le squadre di tornare in campo e tutto ad un tratto Louis sembrò quasi spaventato.

Si allontanò immediatamente da lei passandosi nervosamente una mano dietro la nuca balbettando qualcosa di incomprensibile, prima di lasciare Hailey sola e con una serie di se e di ma che le vorticavano nella testa.

 

-Mancano solo tre minuti alla fine della partita e il Doncaster Rovers è pronto per tirare il suo ultimo calcio di rigore.-

 

Quel secondo tempo Hailey poteva affermare di essere completamente rinata. Era tornata in campo con una grinta ed una voglia di vincere che prima era stata del tutto assente e a dimostrarlo erano stati i due gol che era riuscita a far guadagnare alla sua squadra.

Ma il match non era ancora concluso, erano ancora due pari ed era necessario che una delle due squadre fosse in vantaggio per concludere la partita.

Solo una tra quelle due squadre avrebbe potuto conquistare il campionato e Hailey avrebbe battuto l'ultimo calcio di rigore, nonostante avesse palesemente fatto intendere al suo capo squadra di non avere nessuna voglia di addossarsi la perdita della squadra.

Shonda non aveva dato ascolto neanche ad un pizzico delle parole della compagna ed aveva continuato a parlare con il resto della squadra facendole tutte sistemare dietro di lei.

Il pallone era appena stato posato proprio davanti ai suoi piedi ed era pronto. Tutti erano pronti.

Tutti tranne lei.

Nel piccolo stadio era calato un silenzio quasi agghiacciante, riusciva persino ad udire il battito accelerato del suo cuore, ansioso di porre fine al match della sua vita.

Ma cosa sarebbe accaduto se avesse sbagliato quel rigore decisivo? Sarebbero stati ancora tutti lì ad applaudire lei e la sua squadra? Le ragazze le avrebbero più donato i loro sorrisi e quelle pacche sulle spalle incoraggianti? Louis sarebbe più riuscita a guardarla come aveva fatto poco prima?

E fu così che si concesse un'ultima debolezza; voltò il capo verso la sua destra e lo vide all'in piedi ai confini del campo, le braccia portate e le mani intrecciate dietro il capo, l'espressione del viso tirata dall'ansia e dal nervosismo e quei magnifici occhi puntati solamente su di lei.

Osservò le labbra muoversi appena come per sussurrarle qualcosa e forse era proprio quello il suo intento.

Coraggio”

Calciò finalmente quel pallone con tutta la forza che aveva dentro, tutto la voglia e la passione era finalmente esplosa insieme a tutti quei sentimenti che nascondeva da giorni, da mesi.

E poi chiuse gli occhi e l'unica cosa che ricordò fu un boato enorme ed un paio di iridi azzurro cielo.

 

Tutte le sue compagne di squadra erano andate via, probabilmente dirette verso il bar più vicino pronte ad armarsi di birra, patatine e pizza mentre lei aveva deciso di intrattenersi un altro po neglo spogliatoio.

Aveva segnato il rigore vincente, avevano vinto la partita, avevano vinto il campionato.

Ma Hailey ancora non era soddisfatta, sentiva di non averlo vinto il match della sua vita, o almeno di non averlo ancora vinto.

Sbuffò pensierosa mentre richiudeva il getto dell'acqua per farsi abbracciare dal calore e dalla morbidezza del suo accappatoio, ma nonostante la doccia rilassante i suoi pensieri apparivano ancor più impetuosi.

Guardò l'orologio segnare le sei del pomeriggio, avrebbe dovuto sbrigarsi. Aveva appuntamento con le ragazze alle sei e mezza dietro i campetti per festeggiare l'addio alla squadra e quella sarebbe stata l'ultima occasione per trascorrere un po' di tempo insieme.

Tra una settimana sarebbe partita via pronta per giocare in una nuova squadra a Londra. Si era già informata con cura: squadra di serie B, allenatrice, appartamento condiviso con tre ragazze della squadra. Tutto perfetto, non avrebbe potuto avere ripensamenti.

Quando uscì dallo spogliatoio fu convinta di ritrovarsi completamente sola o almeno fino a quando scorse l'immagine di Louis Tomlinson seduto con aria afflitta su una di quelle panchine.

Aveva lo sguardo basso, i lunghi capelli castani che gli ricadevano scompigliati sulla fronte, le mani intrecciate e che si torturavano a vicenda con le dita, i denti perfetti impegnati a mordersi quasi con nervosismo il labbro inferiore.

Era ancora rivestito nei suoi panni d'allenatore, ma l'espressione che aveva tirato sul volto non la convinceva affatto.

Per qualche attimo si dimenticò di essere nuda e ricoperta solo da un accappatoio, l'unica cosa che le interessava davvero era di fronte a lei.

Nello stesso momento Louis alzò il volto sorprendendosi quasi di ritrovarsela davanti tanto che si alzò di scatto portando entrambe le mani nelle tasche dei pantaloni e mostrandole un falso sorriso tranquillo.

-Bella partita Hailey, sul serio.- provò a dirle con nonchalance, ma la voce tremante confutò qualsiasi sicurezza.

La mora scostò una ciocca di capelli bagnati che le intralciava la vista in modo che riuscisse a guardarlo meglio, in tutta la sua meraviglia.

-Va tutto bene Louis?- gli domandò piuttosto sorpresa. -Credevo fossi andato via un'ora fa.-

L'allenatore sorrise di nuovo emettendo prima una flebile risatina.

-Certo, solo che volevo dirti una cosa prima di andare via definitivamente.-

A quanto pare le sorprese non erano ancora finite, pensò la mora portando entrambe le braccia incrociate sul petto. L'unica cosa che avrebbe voluto fare in quel momento era ascoltare le sue parole.

La sua mente viaggiò completamente di fantasia. L'aveva improvvisamente immaginato mentre liberava le mani dalle tasche per afferrare con decisione e forza il suo viso e baciarla, baciarla come solo lui avrebbe potuto fare, baciarla con tutta la voglia e l'amore di questo mondo. Baciarla e basta, facendole perdere il respiro, facendole azzerare qualsiasi pensiero.

Ma non avrebbe mai immaginato di essere delusa dalle sue stesse parole.

-Io.. volevo semplicemente chiederti se fossi ancora convinta a voler andare via, ecco.-

A quel punto Hailey non seppe trattenersi. Aveva avvertito ogni suo desiderio ed immaginazione infrangersi pesantemente contro quella orrenda realtà e l'unica cosa che era riuscita a fare era ridere, ridere amareggiata, ridere affranta, ridere abbattuta mentre Louis le mostrava di nuovo quella sua espressione sorpresa che era giunta ad odiare.

-Sei venuto qui solo per chiedermi una cosa del genere?-

L'unica cosa che Louis seppe fare fu annuire. -Non voglio perdere la mia giocatrice migliore.-

-Non vuoi perdere la tua giocatrice migliore o non vuoi perdere me Louis?-

L'allenatore sgranò gli occhi colto improvvisamente dalla pesantezza di quelle parole. Forse non si sarebbe mai aspettato quelle parole da Hailey e a quanto pare non era l'unico.

-Io non posso più restare qui, lo capisci?-

-Ma perchè no?!- Si affrettò a risponderle lui, quasi urlando. -Cos'è che questa squadra non riesce a darti?-

-Sei tu che non riesci a darmi ciò che voglio Louis!- Gli urlò praticamente in faccia agitando anche le mani tanto era il nervosismo che la stava avvolgendo.

-Cosa vuoi da me allora?- Cominciò a chiederle più sicuro, avvicinandosi a lei prendendole entrambe i polsi come per bloccarla, ma Hailey lo scansò prima che potesse riuscirci.

-Credi che per me sia facile starti vicino Louis? Credi che mi piaccia guardarti tutto il giorno ricordandomi che probabilmente non riuscirò mai ad averti? Guardami Louis, prova a guardarmi come non mi hai mai guardato prima, provaci..-

-Vuoi che lo faccia sul serio?- Le aveva chiesto con un'aria quasi insicura e con gli occhi quasi socchiusi.

-Si Louis, voglio che tu mi dica quello che hai o non hai sempre voluto dirmi, o magari quello che vorresti fare. Voglio che tu mi faccia capire.-

-Non credo ti faccia piacere.-

-Non mi interessa.-

Aveva paura, ma quello non gliel'avrebbe mai detto. Aveva paura di quello che Louis era ormai pronto per dirle, aveva paura che l'avesse rifiutata e che le spezzasse il cuore in così tanti pezzi che sarebbe stato impossibile ricomporlo. Aveva paura che le sottraesse l'anima per non ridargliela mai più.

E invece no, ancora una volta quei pensieri la tradirono.

Il Louis timoroso e balbuziente aveva lasciato posto ad un Louis molto più sicuro di se, cosciente dei propri pensieri e delle proprie azioni.

Aveva preso una delle sue mani trascinandola nella prima cabina doccia azionando il getto dell'acqua senza neanche far caso se fosse calda o fredda, gli importava solamente che lei capisse cosa avesse intenzione di mostrarle o meglio di dimostrarle.

-Sei ancora in tempo ad andare via.-

Hailey era completamente rapita dalle goccioline d'acqua che gli attraversano il viso e che s'insinuavano veloci tra le sottili labbra rosa. Avrebbe tanto desiderato essere una di quelle goccioline, avrebbe desiderato essere ognuna di loro per scoprire ogni piccolo angolo del corpo di Louis.

-Perchè dovrei?- Riuscì a dire solo dopo un po' scostandosi i capelli già completamente bagnati dal viso.

Louis non rispose, semplicemente portò entrambe le mani ai fianchi sfilandosi velocemente la maglietta e mostrandole il petto tonico che rabbrividì all'istante a contatto con l'acqua semi gelida.

Senza timore allungò una mano verso il suo corpo, tastando con delicatezza la pelle chiara e bagnata avvertendo una scarica di eccitazione attraversarle il corpo intero.

Non l'aveva mai visto in quel modo. Credeva di essersi innamorata di un ragazzo un po' troppo estroverso ed eccessivamente scherzoso, non credeva che proprio quello stesso ragazzo nascondesse un aspetto così sensuale e malizioso, non avrebbe mai immaginato che l'avrebbe desiderato in quel modo anche sfiorandogli appena la pelle del petto.

Con una mano Louis le scoprì la spalla sinistra facendo appena scivolare l'accappatoio ormai fradicio, ma lasciò che fosse lei a decidere cosa farne di tutto il resto.

Sembrava volerle dire che era ancora in tempo ad andare via, ma ancora una volta Hailey non seppe dire di no a quegli occhi, quegli stessi occhi azzurri che le erano sembrati intimiditi quella mattina e che in quel momento ardevano di passione bruciante e che sembravano farsi desiderare come tutto il resto del suo corpo.

Senza neanche pensarci su due volte sfilò la morbida cintura di pezza dell'accappatoio facendolo scivolare ai suoi piedi, senza nessuna paura, senza alcun timore, pronta per donarsi solamente a lui.

Louis la guardò come mai aveva fatto da quando si erano conosciuti. Sembrava estasiato da quell'immagine, dalla bellezza di quel corpo che aveva desiderato per così tanto tempo e dalla bellezza di quegli occhi scuri che lo pregavano tagliare quella distanza che ancora premeva fra di loro.

Portò di nuovo una mano sulla stessa spalla sfiorandola appena, prima di risalire e intrecciarla tra i lunghi capelli scuri e sfiorandole appena le labbra con le sue dandole dei piccoli baci mordendole di tanto in tanto il labbro inferiore finche entrambi non furono pronti di approfondire finalmente quel bacio atteso.

Quel bacio che diede l'inizio ad uno di quei momenti che né Hailey e né Louis avrebbero mai dimenticato.

 

One month ago.
 

Per la prima volta dopo un mese Hailey si potè definire sorpresa, per la prima volta dopo un mese Londra l'aveva completamente meravigliata lasciandola senza fiato.

Aveva smesso di piovere dopo chissà quanti giorni e le aveva finalmente regalato l'immagine di un cielo limpido e oscuro, ma accompagnato dalla lucentezza e la magia di qualche stella sparsa di qua e di là.

Sarebbe rimasta ore ed ore ad osservare quell'immagine con il venticello fresco che le raffreddava le gote e che le spettinava i capelli, ma la stanchezza degli allenamenti cominciava a farsi sentire e l'unica cosa che desiderava davvero era una bel bagno caldo.

Le sue compagne di stanza cominciarono a reputare un po' strano il suo atteggiamento, credevano che fosse strano che non volesse mai usufruire della doccia dato che la vasca dal bagno era terribilmente piccola e stretta, ma a lei stava bene così. Sapeva che la giudicavano una ragazza un po' strana, ma non le importava.

Non aveva neanche più il coraggio di entrare in una doccia, aveva troppa paura di essere divorata di nuovo da quei laceranti ricordi.

 

-Sei sempre convinta di voler andare a Londra?-

Aveva finalmente spezzato quello strano silenzio sovrastato di tanto in tanto solamente dal rumore del phon.

Louis era rimasto lì insieme a lei senza proferir parola, proprio nello stesso modo in cui era uscito dalla doccia. Le aveva strappato un ultimo bacio e poi l'aveva trascinata in silenzio fuori senza dirle più niente.

-Secondo te dovrei restare?-

Hailey non fece più affidamento alle proprie immaginazioni o ai propri pensieri anche perchè Louis non era una persona affidabile, i suoi pensieri erano piuttosto contorti e confusi e non riusciva proprio ad immaginare cosa avrebbe potuto dire o fare. In un solo giorno l'aveva sorpresa più di quanto avesse fatto in un'intera stagione calcistica.

-Tu che dici?-

Sembrò quasi infastidito pronunciando quelle parole, come se le avesse appena fornito la perfetta ragione per non andare via, manco le avesse rivelato di amarla. Lui non aveva fatto assolutamente niente. Avevano solamente fatto sesso e basta. Non le aveva sussurrato niente, non le aveva rivelato nessun sentimento nascosto, nulla. Era quasi giunta ad immaginare che il suo unico desiderio fosse solamente una scoparsela e basta.

-Io dico che vorrei qualche motivazione più valida Louis.- Si rivolse a lui nello stesso tono che aveva assunto poco prima, solo ancor più irritata, come se volesse mostrargli la ferita che le stava trafiggendo poco a poco in quel suo silenzio.

Non disse niente, ancora una volta.

Si infilò velocemente il cappotto, la guardò un'ultima volta e poi si avviò verso l'uscita dello spogliatoio sussurrandole delle ultime parole.

-Forse non sono pronto come te.-

 

L'aveva aspettato l'intera mattinata all'aeroporto di Doncaster, ma lui non era arrivato a salutarla, non era arrivato a scusarsi e a implorarle di restare, l'aveva lasciata sola proprio come la sera precedente, sola tra lacrime amare, rimpianti e discorsi interrotti o forse mai cominciate.

Per interi giorni si era data della stupida, per interi giorni si era sentita sporca dentro ad avergli concesso se stessa, il suo corpo, il suo cuore e senza neanche rivelargli quello che lei desiderava davvero.

Si era fatta lasciare così, come si lasciano le puttane.

A ripensare a quei momenti le sembrava di avvertire di nuovo l'amaro delle lacrime che le bagnavano le labbra, così decise di alzarsi dal letto e controllare la segreteria telefonica come ogni sera.

Quel mese aveva cambiato numero di cellulare e non aveva ancora avuto il tempo di andare a comprare una sim nuova, per fortuna esisteva il telefono di casa che la teneva ancora in contatto con la sua famiglia.

Ascoltò distrattamente tutti i messaggi in segreteria, ne erano talmente tanti che non prestò attenzione neanche chi fosse a parlare o a chi fossero diretti.

Ma poi la riconobbe la sua voce, come se non avesse mai altre voci oltre che la sua. Come se fosse la melodia più bella che le piaceva ascoltare da tutta la vita.

-Ciao, sono io.. ti ricordi di me?-

Silenzio. Uno straziante silenzio che le ricordò quei momenti negli spogliatoi.

Lo sentì sospirare pesantemente prima di riprendere il coraggio per parlare.

-Sono giorni che cerco di chiamarti, anzi non è vero è esattamente un mese che cerco di rintracciarti ma sei completamente scomparsa. Mi ero anche preoccupato che ti fosse successo qualcosa e sai che ho fatto? Sono andato in piena notte a casa tua a chiedere ai tuoi che fine avessi fatto perchè i pensieri della tua scomparsa non mi lasciavano chiudere gli occhi per l'ennesima notte. Credo che tuo padre avrebbe voluto uccidermi e tua padre prendermi a padellate in faccia, o il contrario probabilmente.-

Hailey si ritrovò a sorridere divertita come se nulla fosse mai successo. Era quello che le piaceva di Louis e che l'aveva fatta innamorare; la sua spontaneità, la sua ilarità, il suo essere così fastidiosamente simpatico anche quando non ne era il caso.

-E sai cosa ho fatto dopo? Li ho costretti a dirmi dove fossi e dove abitassi, ho cominciato a parlare senza sosta senza fermarmi mai e loro, stremati, hanno ceduto. Lo sai come sono fatto, è difficile che qualcuno riesca ad essere paziente con me.. Comunque volevo dirti che questa sera eri bellissima mentre osservavi il cielo di Londra con gli occhi lucidi e le labbra ritratte in un sorriso stentato..-

Si sentì completamente mancare quando lo sentì pronunciare quelle parole.

Louis era lì da chissà quanto tempo, l'aveva vista prima sotto casa sua, magari l'aveva vista anche durante l'allenamento.

Era talmente colta dall'ansia che non aveva neanche notato che quel messaggio fosse finito facendone iniziare uno nuovo, ma sempre con la sua voce protagonista.

-..E volevo dirti che sono qui, sotto casa tua, ma non fare ancora niente. Voglio che tu scenda solo dopo aver sentito queste parole, quando sarai sicura di avermi perdonato. Lo so Hailey, sono stato un'idiota con te, non avrei dovuto mai comportarmi in quel modo, ma ero veramente convinto di te quando abbiamo fatto l'amore, solo che quando mi hai fatto capire che avresti voluto andare a Londra lo stesso e quando ho letto nei tuoi occhi la sicurezza che mancava a me ho avuto paura. Ho avuto paura e sono andato via incazzato con me stesso più che con te. Non potevo costringerti a restare a Doncaster ed abbandonare quello che volevi veramente, non in quel modo, non senza sapere se ti volevo quanto mi volevi tu. Ma ora lo sono Hailey, ne è passato di tempo e lo so che in un mese cambiano tantissime cose, ma io voglio stare con te. Non riesco più a levarmi dalla mente i tuoi enormi occhi verde bosco, le tue piccole mani, le labbra carnose e quel pieno sorriso che mostravi solo a me e a nessun altro. Perchè tu avevi scelto di appartenere a me ed io neanche l'avevo capito. Ti prego, so che non è abbastanza, so che sono parole scontate, ma perdonami..-

Non le importava quanto fossero banali quelle parole perchè nessuno gliele aveva mai dette in vita sua, nessuno all'infuori di lui, dell'unica persona che aveva desiderato con quell'ardore e quell'amore invidiabile a qualsiasi persona esistente al mondo.

Probabilmente Louis aveva continuato a parlare con quella segreteria per altri diversi minuti, probabilmente era veramente così perchè quando scese giù alla sua palazzina lo trovò proprio lì ad aspettarla, il cellulare ancora stretto nelle mani, lo sguardo perso alla ricerca di qualche altra parola convincente da dirle. Era troppo preso da quello che avrebbe voluto dirle che non si era neanche reso conto che avrebbe potuto farlo guardandola negli occhi senza nessun tempo limitato, senza nessuna segreteria o telefono a fargli da tramite.

Lo guardò per qualche secondo appoggiata allo stipite della porta e quella volta era lei a non sapere cosa dire. Le era mancato così tanto che le sembrava del tutto impossibile che fosse diventato realtà ciò che aveva sempre sperato in un mese intero, ogni notte prima di addormentarsi.

Poi Louis alzò lo sguardo e la notò, notò di nuovo quegli occhi verde bosco illuminati dalla gioia delle sue lacrime, il sorriso intimidito e i capelli arruffati e sudaticci dopo il pesante allenamento, ma per lui era sempre meravigliosa. Meravigliosa come quando l'aveva vista urlare dalla rabbia dopo aver perso una partita importante, meravigliosa come quando digrignava i denti dal dolore dopo un infortunio, meravigliosa come quando l'aveva vista nuda e l'aveva stretta ansimante tra le braccia. Meravigliosa come solo lui riusciva a vederla.

-Ti avrei aspettato ancora, ti avrei aspettato per sempre forse.-

A quelle parole Louis non seppe proprio resistere. Abbandonò qualsiasi incertezza e corse ad abbracciarla stringendola a se come un mese fa e con tutte le forze che aveva dentro se, con tutta l'energia che gli era rimasta, con tutto l'amore del mondo.

Poi la guardò intensamente forse come non aveva mai fatto, la guardò con la consapevolezza di amarla, con la consapevolezza che sarebbero stati finalmente insieme senza nessun “se” e senza “ma”, a qualsiasi compromesso, a qualsiasi condizione.

Con una mano ad accarezzarle una guancia e con l'altra a scostarle i capelli dal viso continuò a guardarla con gli stessi occhi estasiati ed innamorati, chiedendosi come diamine avesse fatto a resistere tutto quel tempo senza di lei.

-Sono innamorato di te anche io, ora riesco a dirtelo.-

Hailey non aspettò altre parole, non aspettò nessun altro gesto. Si lasciò cullare dall'amore e dello splendore di quelle parole per poi farsi baciare dolcemente da lui, senza rabbia, senza rancore, senza paura, ma consci di quell'amore indissolubile che li aveva colti nella loro vita.

Lui non era più un sogno per lei, era pura realtà.

L'unica realtà che era disposta a vivere.

   
 
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