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Autore: pk82    21/07/2007    10 recensioni
I nostri eroi si sono costruiti una famiglia e vivono felici. Ma cosa succede se incontrano qualcuno che arriva da molto lontano per distruggere quello che faticosamente hanno creato? E chi sono quelle figure misteriose che sembrano interessarsi a loro? Sarà davvero tutto come sembra? Sequel di "Ritornare a vivere". (pk82 si mette in ginocchio, sguardo da cucciolo) Recensite, per favore.
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Sbrigati Pk82, che stà per cominciare»

«Sbrigati Pk82, che stà per cominciare»

Un esserino con una lunga tunica bianca, un’aureola sulla testa e due piccole ali stava seduto compostamente sul bracciolo di una poltrona mentre osservava pazientemente l’inizio della storia tanto attesa. Il suono di un risucchio lo fece voltare alla sua destra: sull’altro bracciolo stava stravaccato un altro tesserino, tutto rosso, con una lunga coda e due piccole corna sulla testa. Davanti a sé aveva una piccola ciotola piena di pop-corn; ogni tanto usava il suo piccolo forcone per infilzarne uno e portarselo alla bocca. La cannuccia della bibita era a portata di sorso.

«Potresti essere un po’ meno volgare?» gli chiese l’angioletto. Come risposta il diavoletto fece un sonoro rutto.

«Grazie» fece sarcastico l’angioletto.

«Pk, ti muovi?» fece il diavoletto. «Comincia»

«Arrivo, arrivo» dice Pk.

Si accomodò sulla poltrona nello stesso istante in cui la pubblicità finì. Lo schermo si oscurò e poco dopo apparvero i titoli.

La

PARADISO & INFERNO Pictures

Presenta

RITORNARE A VIVERE… CAPITOLO 2

Pk e l’angioletto si voltarono quando sentirono uno sbuffo alla loro destra. Videro il diavoletto seduto a braccia incrociate con un’espressione concentrata.

«Che cosa ti prende?» gli chiese l’angioletto.

«Stavo pensando» ripose il diavoletto. «Insomma: RITONARE A VIVERE… CAPITOLO 2. Che razza di titolo è?»

Pk e l’angioletto lo guardarono con un sopracciglio inarcato.

«Non è meglio: RITORNARE A VIVERE, IL GIORNO DEL DIAVOLETTO?»

«Eccolo che comincia» fece sconsolato l’angioletto.

«Oppure: RITORNARE A VIVERE, D PER DIAVOLETTO»

«Sta diventando un problema»

«Oppure: RITORNARE A VIVERE, IL PIANETA DEL DIAVOLETTO»

«Ti prego»

«O questo: RITORNARE A VIVERE, THE DIAVOLETTO IDENTITY»

«Dacci un attimo di respiro»

«Altrimenti: RITORNARE A VIVERE, LA COMPAGNIA DEL DIAVOLETTO»

«Originale»

«Che ne dite di: RITORNARE A VIVERE, IL RE DIAVOLETTO»

«»

«Oppure: RITORNARE A VIVERE, TUTTI PAZZI PER IL DIAVOLETTO»

L’angioletto stava dando delle pacche sulla spalla di Pk per confortarlo.

«Ho trovato: RITORNARE A VIVERE, LA MALEDIZIONE DI DIAVOLETTO»

«Basta!»

«Aspettate, aspettate: RITORNARE A VIVERE, DIAVOLETTO RELOADED»

«NO!»

«Coraggio, datemi una mano a trovare un titolo»

«Che ne dici di: RITORNARE A VIVERE, CHE FINE HA FATTO IL DIAVOLETTO? OH, LUI E’ STATO TAGLIATO DALLA FICTION, PERCHE’ PARLAVA TROPPO»

«Che razza di titolo è?»

*

CAPITOLO 1: VITA DI TUTTI I GIORNI

Ron sbadigliò sonoramente mentre cominciava a svegliarsi. Tentò di aprire gli occhi, ma la luce che filtrava dalle finestre glieli ferì, tanto che li richiuse e si rigirò nel letto. Allungò un braccio sull’altra parte del letto, trovandolo vuoto. Alzò appena la testa e riaprì gli occhi.

«…Hermione…» chiamò con la voce impastata dal sonno. Uno sbadiglio più rumoroso lo svegliò del tutto e decise di alzarsi.

Una volta sulle scale si fermò: sentiva chiaramente una voce arrivare dalla cucina, una voce allegra che stava canticchiando qualcosa… e sorrise quando si rese conto di chi fosse quella voce. Aprì lentamente la porta della loro cucina… ed una visione, per lui celestiale, gli fece allargare ancora di più il sorriso che non aveva ancora perso: nel suo pigiama rosa stava la donna della sua vita, Hermione, impegnata a preparare la colazione per tutti gli abitanti di quella casa. La radio, modificata per poter ascoltare sia le stazioni magiche che babbane, stava trasmettendo una bella canzone… ed Hermione ne seguiva il ritmo muovendo lievemente i fianchi mentre affettava il pane e ci spalmava sopra una gran quantità di marmellata di fragole.

Ron si avvicinò ad Hermione con passo silenzioso, le mani alzate ed un ghigno che non prometteva niente di buono…

«Non ci pensare neanche»

La voce di Hermione, a metà tra il severo e il divertito, lo fece bloccare. Scosse la testa divertito e continuò la sua marcia fino a cingerle i fianchi con le braccia e darle un bacio sui capelli.

«Non puoi privarmi di questo divertimento» le disse sorridendo. Hermione si appoggiò di schiena al petto di Ron, chiudendo gli occhi e assaporando la sensazione di protezione e pace che provava ogni volta che era fra le sue braccia.

«E tu non puoi pretendere di farmi il solletico tutte le mattine» replicò Hermione.

Ron le baciò ancora i capelli… poi la pelle sotto l’orecchio… il collo. «Ma io mi diverto»

Hermione tentò di resistere alla dolce tortura del marito. «Ma io no»

La riccia si girò tra le sue braccia, passando le proprie dietro il collo del rosso ed avvicinandosi di più. «E poi pensavo che preferissi darmi il buongiorno in un’altra maniera»

Ron annullò la distanza tra di loro, assaggiando le labbra di Hermione e gustando quel sapore che aveva imparato a riconoscere dopo anni e anni di pratica; dopotutto quel tempo era bello sapere che non ci si era ancora stancati di tutto questo… e come si potrebbe… per tutti gli anni a Hogwarts non aveva fatto altro che fantasticare sulla sua vita futura con Hermione, su come sarebbe stato costruirsi una famiglia con lei… ed ora poteva dirlo con sicurezza: era la cosa più bella che avesse potuto fare.

Erano rimasti incollati per più di cinque minuti quando un rumore di passi proveniente dalle scale li fece allontanare. Poco dopo una bambina con ancora l’espressione assonnata entrò nella cucina, stropicciandosi un occhio.

Se non fosse stato per il colore dei capelli, rossi come il padre, ci si sarebbe trovati di fronte ad una Hermione in miniatura: i capelli erano cespugliosi come quelli della madre alla sua età, dalla quale aveva anche preso il colore degli occhi e la corporatura minuta. Era una bambolina… e Ron adorava vedere una piccola Hermione girare per casa.

«Ciao principessa» le fece il padre inginocchiandosi e prendendola in braccio.

Hermione si avvicinò e le diede un bacio sulla guancia. «Hai dormito bene, tesoro?» le chiese.

La bambina circondò il collo del padre con le sue piccole braccia e gli diede un piccolo bacio sul naso. Da quella distanza Ron poté distinguere chiaramente le piccole lentiggini che ricoprivano gli zigomi della figlia.

«No» rispose poco dopo la bambina, appoggiando la testa sulla spalla del padre e guardando nella direzione di Hermione. Si stropicciò ancora l’occhio e sbadigliò. «Chris russa»

Hermione sorrise comprensiva mentre Ron sghignazzò senza ritegno. «La prossima volta ficcagli un calzino in bocca… vedrai che smette»

«RON!» lo riprese la moglie.

«Posso davvero?» chiese la bambina tirando su la testa con un’espressione ora vispa e allegra ed un sorriso luminoso. Ron adorava vedere quell’espressione sul viso della figlia… gli ricordava tremendamente Hermione quando era più piccola: arricciava il naso nella stessa maniera.

Ron voleva confermare la sua teoria, ma lo sguardo eloquente di Hermione lo fece desistere. «Beh…» riprese Ron, «magari un calzino no… ma se continua a russare scrollalo un po’ finché non si sistema meglio nel letto. Così la smette»

La piccola sembrò un pochino delusa, ma annuì. «Ora che abbiamo trovato una soluzione a questo spinoso problema… che ne dici di fare colazione. Eh, Emy?»

Emily si lasciò mettere a terra e prese posto sulla sedia attorno al tavolo, cominciando a mangiare la sua fetta di pane con la marmellata. Hermione le diede un buffetto sulla testa mentre versava nel suo bicchiere del succo di zucca. Ron si stiracchiò ancora un momento prima di sedersi a fianco alla figlia.

«Bisognerà svegliare i tuoi fratelli» disse Ron.

Emily bevve un sorso dal suo bicchiere e tornò a mangiare. «Gli ho messo la sveglia» disse tranquillamente.

«Volume massimo?» chiese Ron con un sorrisetto. Sorrisetto ricambiato dalla figlia. «Volume massimo» confermò Emy.

Un attimo dopo sentirono arrivare dal piano superiore il suono di una tromba: la Sveglia Tutti Svegli, uno degli ultimi articoli del negozio di Fred e George, aveva la capacità di trovare il metodo più efficace di svegliare anche i più incalliti dormiglioni. In questo caso lo squillo a tutto volume di una tromba era il metodo migliore. Qualche minuto dopo fecero la loro comparsa altri due bambini, due maschietti, con il volto a metà tra l’assonnato e il contrariato.

«Grazie tante Emy» disse arrabbiato il più grande dei due.

Emy e suo padre stavano nascondendo un sorriso divertito nei loro bicchieri.

«Coraggio, tutti e due, sedetevi» disse affettuosamente Hermione, riempiendo i loro piatti di una ricca colazione. Ancora assonnati i due si accomodarono.

Ron osservò il suo primogenito, Christopher, mangiare con gusto le sue uova: aveva i capelli ricci, castani, ma si notavano chiaramente alcune sfumature rossastre, dandogli un colore tutto particolare. Aveva i suoi stessi occhi blu che, Ron ne era sicuro, avrebbero fatto strage di cuori non appena fosse cresciuto, sia in età che in altezza. Alla sua destra sedeva il suo figlio più giovane, Sean, con i suoi capelli rossi e gli occhi nocciola ereditati dalla madre. Anche lui, come la sorella, aveva gli zigomi ricoperti di lentiggini.

«Cosa facciamo oggi?» chiese Sean.

«Ci divertiamo» rispose Chris, «oggi e domani è vacanza. Possiamo andare a giocare»

«Possiamo andare in bici» fece contenta Emy.

«Possiamo lanciarci la pluffa» aggiunse Sean.

«…E prima potete fare un po’ di compiti»

I sorrisi di Chris, Emy e Sean scomparvero quando sentirono la proposta… o meglio, l’ordine della madre.

«Non puoi chiederci questo» disse scandalizzato Chris. «Siamo in vacanza»

«Ma tra due giorni ritornerete a scuola. E rimarrete indietro se non fate i compiti»

«Ma mamma…» protestò ancora il più grande dei figli che si guardò attorno cercando appoggio prima dai fratelli e poi dal padre.

Ron guardò l’espressione speranzosa di aiuto di Chris… e non poté nascondere un sorrisetto. «Quali sono le tre regole della casa?» chiese Ron ai figli.

Chris sbuffò ed alzò gli occhi al cielo, mentre Emy e Sean sorrisero al comportamento del fratello.

«Chris?» chiamò ancora Ron, alzando l’indice della mano destra e mostrando ancora il suo sorrisetto divertito.

Il ragazzino incrociò le braccia al petto e, senza guardare nessuno in particolare, disse: «La mamma ha ragione»

Ron sorrise ancora di più e, alzando anche il medio, si rivolse alla figlia, che sfoggiava un’espressione divertita. «La mamma ha sempre ragione»

Per ultimo Ron alzò anche l’anulare e guardò il figlio più piccolo esibirsi in un’espressione concentrata. «Nell’ imp… imprpp… impirb..»

«Improbabile» lo corresse Chris, ancora scocciato.

«Si quello» riprese Sean, «Improbinabile ipotesi che i figli o il papà hanno ragione, ci sono le regole uno e due»

Hermione sorrise divertita ai tre figli, baciando la testa ai due più piccoli e dando un buffetto al più grande. «Allora, visto che ho sempre ragione… sapete cosa fare»

«Va bene mamma» dissero in coro Emy e Sean e senza dire altro corsero al piano superiore per prendere i libri. Chris rimase ancora seduto, ma uno sguardo deciso di Ron lo fece alzare dal suo posto e seguire i fratelli.

Ron e Hermione si guardarono un momento… e scoppiarono a ridere, divertiti dal fatto che con loro era sempre la solita storia.

«Come ti adoro quando mi dai ragione» disse Hermione sedendosi sulle gambe di Ron e dandogli dei piccoli baci a fior di labbra.

«Anch’io ti adoro quando mi adori» ridacchiò Ron, rispondendo ai baci.

«Non gli hai detto che saremmo andati con Harry, Ginny e i ragazzi al parco, vero?» chiese Hermione giocherellando con una ciocca rossa di Ron.

«Se glielo avessi detto Chris non avrebbe aspettato un solo secondo per raggiungere Danny… e allora addio compiti».

Ripresero a baciarsi, ma dovettero smettere quando sentirono la voce dei due maschietti raggiungerli dal piano superiore: a quanto pare stavano “discutendo” di qualcosa.

«Sarà meglio che vada a controllare» disse sospirando Hermione, alzandosi dalle gambe di Ron e sistemandosi i capelli. «I tuoi figli sono capaci di litigare anche quando dormono»

«Ah, bene» replicò divertito Ron. «Quando combinano dei guai sono solo figli miei»

Hermione si girò ancora una volta, sorridendo, prima di salire le scale a fermare l’irruenza dei figli.

****************

Il freddo inverno cominciava ad essere solamente un lontano ricordo. Le giornate cominciarono presto ad essere calde e molte famiglie, convinte dal bel tempo, decidevano sempre più spesso di passare i loro momenti liberi al Garden’s Park, un grande parco nella periferia di Londra. Gli alberi erano già in fiore, il piccolo stagno esattamente al centro del parco rifletteva la luce del sole e la leggera brezza di quei giorni rendevano il clima piacevole.

Sotto ad una grande quercia erano seduti due adulti con i loro due figli e, soprattutto questi ultimi, sembrava in febbrile attesa di qualcuno.

«Ma quando arrivano?» chiese un bambino di dieci anni al padre. Aveva i capelli rosso fiamma e sembrava che fosse appena sceso dalla scopa tanto erano spettinati. La madre, che aveva i capelli dello stesso colore, si era arresa molto tempo prima nel tentare di pettinarglieli: non c’era riuscita nemmeno con il marito che aveva lo stesso problema, se così si può dire. Per cui aveva deciso di rifarsi con la figlia, di un anno più piccola del fratello. La bambina aveva lunghi capelli scuri, lucenti, ed erano morbidi al tocco. La stessa morbidezza della madre.

«Sicuramente Chris avrà dato dei problemi… un po’ come nei crei tu» rispose Ginny, in ginocchio sopra una coperta mentre pettinava i bellissimi capelli della figlia che stava in piedi davanti a lei, felice di ricevere quel genere di attenzioni.

«Ehi» protestò Danny mettendo il broncio, «com’è che ve la prendete sempre con Chris e me?»

«Forse perché ogni volta combinate dei disastri… figuriamoci quando siete insieme» rispose divertito Harry. «E poi non credere… quando combinano dei disastri, anche Emy e Sean vengono ripresi»

«Su questo ho i miei dubbi» riprese la discussione Danny, «Emy è la principessa della casa… così come lo è Lily… e tu e lo zio Ron le adorate… e Sean… beh, lui è uguale a zia Hermione… ubbidisce sempre… fa sempre quello che gli dice la zia».

«Potresti farlo anche tu» disse la sorella tranquillamente mentre si lasciava sistemare i capelli dalla madre in due belle trecce.

«Ottimo consiglio, Lily» disse con un sorriso Harry. Lily fece un sorriso fiero.

«Ecco, visto?» sbuffò Dan, incrociando le braccia al petto. «Ad ogni parola di Lily e Emy, tu e lo zio cadete come due pere»

«Dan!» lo riprese divertita Ginny. «Non è vero che serve una parola di tua sorella» Ginny guardò prima il figlio con un’espressione di finto rimprovero, poi il marito, non riuscendo a mascherare un sorriso divertito. «Basta solo che tua sorella faccia gli occhi dolci e tuo padre va in catalessi»

Harry, che prima stava annuendo ascoltando la moglie convinto di essere difeso da lei, cambiò espressione, spalancando la bocca indignato. «Io non vado in catalessi»

Lily, con fare indifferente, si avvicinò al padre e lo guardò con i suoi occhioni marroni, uguali a quelli della madre, e con un dolce sorriso sul viso. Harry si dimenticò completamente della discussione e ricambiò il sorriso della figlia… si riprese quando sentì Ginny ridere e Dan sbuffare.

«Visto?» disse Dan allargando le braccia. Ginny rise ancora più forte.

«La volete smettere tutti e due?» fece Harry incrociando le braccia.

«Fate ridere anche noi?»

I quattro si voltarono vedendo arrivare Ron, Hermione e i ragazzi.

«Era ora» disse Dan avvicinandosi ai cugini. «Quanto ci metti a prepararti, neanche fossi una femmina» disse rivolgendosi a Chris.

«Fosse per me sarei venuto anche prima» rispose Chris, lanciando un’occhiataccia alla madre, «ma qualcuno mi ha costretto a fare i compiti»

Hermione sorrise divertita. «E sei sicuro di averli fatti tutti?»

Chris alzò gli occhi al cielo. «Si, mamma. Li ho fatti tutti. E per questi due giorni non voglio più sentire la parola compiti»

«Perché ti dà fastidio la parola compiti?» chiese Sean innocentemente.

«Ho detto che non la voglio sentire» ribatté deciso Chris.

«Però non hai detto perché non ti piace la parola compiti» lo prese in girò Dan, facendo di tutto per non ridere.

«Dan… stai rischiando grosso»

«Ok, ok» fece Dan alzando le mani e indietreggiando di qualche passo. «COMPITI!» gridò ridendo. Chris scattò immediatamente verso il cugino, minacciandolo di dargliele se lo avesse preso e subendosi le risate di scherno di Dan.

«ASPETTATEMI!» gridò Sean che si unì a quello che per lui era un gioco.

«Quei due mi ricordano qualcuno» disse Ginny sorridendo.

«Già» fece Ron, «sembriamo noi quando eravamo più piccoli… quando ci facevamo dispetti in continuazione e ci rincorrevamo per tutto il giardino della Tana»

«E quante volte mamma doveva curarci tutti i lividi che ci facevamo» continuò Ginny mentre osservava Chris che buttava a terra Dan e ci saltava sopra, seguito subito dopo da Sean che si unì al gioco.

«Ma come ci siamo fatte belle» esclamò Hermione guardando le belle trecce di Lily. La ragazzina si avvicinò alla zia che si inginocchiò davanti a lei e prese ad accarezzarle le due morbide trecce.

«E’ stata la mamma a farmele» disse tutta felice Lily.

«Come sono belle» si unì Emy, avvicinandosi alle due. Si corrucciò un attimo mentre si rivolgeva alla madre. «Perché non posso farle anch’io?»

«Perché tu non hai bisogno delle treccine per farti bella» s’intromise Ron prendendo in braccio la figlia. «Tu sei bellissima anche così» disse Ron sorridendo all’espressione ora felice di Emy.

«Vieni Emy, andiamo a giocare» disse Lily e, una volta raggiunta dalla cugina, si avvicinarono alla casa delle bambole che si era portata dietro, cominciando un nuovo gioco. Harry, Ron, Hermione e Ginny si sedettero sulla coperta e osservarono i figli giocare contenti nel parco.

Ron alzò un sopracciglio quando vide i tre ragazzini sdraiarsi a terra e parlottare con fare cospiratorio. «Chissà cos’avranno tanto da dirsi? Sembrano quei personaggi che si vedono tanto nella levetisione»

«Televisione, Ron?» lo riprese Hermione con un sorriso. «E’ televisione».

«Quello che è» rispose lui. «Comunque» riprese, «a volte sono proprio strani»

«Cosa vuoi farci?» chiese Harry. «Sono bambini»

«Però» disse nuovamente il rosso, «ogni volta che li vedo giocare così spensierati mi si riempie il cuore di gioia». Gli altri lo guardarono un po’ sorpresi… e poi non riuscirono a trattenersi, cominciando a ridere.

«Non credevo fossi capaci di esprimere pensieri così profondi» lo prese in giro Harry.

«Se tu non sei grado di apprezzare le mie doti oratorie non è colpa mia» fece Ron con aria superiore. «Per fortuna ho mia moglie che mi capisce» concluse voltandosi verso Hermione, la quale stava facendo di tutto per restare seria… ma proprio non ci riuscì.

Ron fece una faccia fintamente offesa osservando Hermione prenderlo in giro assieme a Harry e Ginny. «Cosa potevo aspettarmi da qualcuno che mi ha accusato di avere la sensibilità di un cucchiaino»

Hermione, ancora sorridendo, si avvicinò al marito, cingendogli il collo con le braccia. «Non preoccuparti. Hai dimostrato ampiamente che quella teoria era sbagliata» Si avvicinò di più e lo baciò sulle labbra.

«Per favore» sbuffò divertito Harry. «Avete finito con questi spettacoli indecenti? Ci sono dei minorenni qui»

«Allora chiudi gli occhi» lo prese in giro Ron. «E comunque» continuò esibendo un sorriso sfacciato, «se questi ti sembrano indecenti, dovevi esserci l’altra sera… ahia!» esclamò alla fine, massaggiandosi la testa nel punto in cui Hermione lo aveva colpito. Si voltò a guardarla in volto, notando subito le sue guance rosse.

«Ah, bè… so cosa vuoi dire» disse divertito Harry guardando sua moglie… ed evitando per un soffio un suo schiaffo.

«La volete smettere di parlare di queste cose?» fece imbarazzata Hermione.

«I vostri figli sono più maturi di voi» li riprese Ginny.

«Come!?!» fece fintamente sorpreso Ron. «Noi siamo la maturità fatta persona» concluse voltandosi verso Harry che annuiva deciso con la testa.

«Davvero?» disse Hermione con un sorrisetto. «Vogliamo parlare della fiera dell’anno scorso, quando dovevate portare i ragazzi alle giostre?»

Harry e Ron arrossirono entrambi e Ginny ne approfittò per rincarare la dose. «Avete passato un’ora al tiro a segno mentre i vostri figli erano costretti a restare a guardarvi»

«E non venite a raccontarci che i ragazzi volevano il pupazzo gigante come premio… perché siete tornati a casa con un ranocchio ed una tartaruga grandi quanto una mano»

Hermione e Ginny stavano facendo molta fatica a trattenersi dalle risate: l’espressione colpevole dei mariti che continuavano a spostare lo sguardo su qualunque cosa tranne su di loro era impagabile. L’imbarazzo dei due venne rotto dalla voce di Sean.

«PAPA’! PAPA’!»

Il ragazzino stava correndo verso di loro, con le guance rosse ed il fiatone per la corsa.

«Mi insegni a lanciare i sassi nello stagno, così rimbalzano? Eh? Eh?»

Ron scattò su come una molla.

«Eccomi. Non sia mai che non abbia del tempo da dedicare a mio figlio. Vieni Harry… sicuramente anche Dan e Chris avranno bisogno di noi» Harry colse al volo l’occasione di non essere bacchettato ancora dalle donne e si diresse assieme all’amico e al nipote verso la riva dello stagno dove Dan e Chris già erano nel bel mezzo di una gara per vedere chi riusciva a far rimbalzare i sassi il maggior numero di volte sulla superficie.

Ginny e Hermione videro i rispettivi mariti affiancare i figli e unirsi a loro in quel gioco. «Incredibile… trovano tutte le scuse per evitare una ramanzina» fece la rossa con un sorrisetto.

«Non ci riusciranno» Hermione ricambiò il sorriso di Ginny. «Non sanno che continueremo a casa la discussione…» Si guardarono ancora… per poi scoppiare nuovamente a ridere, sotto lo sguardo un po’ perplesso di Lily ed Emy che, nel mentre del loro gioco, avevano continuamente sentito gli adulti ridere senza comprenderne il motivo.

«A volte gli adulti sono proprio strani» disse Lily riprendendo a pettinare la sua bambola di pezza preferita.

«Cosa ci vuoi fare?» replicò Emy, mentre sistemava il servizio da tè per le bambole. «Sono adulti».

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Salve a tutti ragazzuoli. Ecco a voi finalmente il seguito che tutti voi aspettavate (Presuntuoso, NdVoi)

Ehm, ehm… dicevo il seguito che alcuni di voi aspettavano.

Ho ancora un esame da fare per questa sessione e miracolosamente ho un po’ di tempo per postare il primo capitolo della storia. Come avrete notato è un prologo, solo un accenno per farvi capire come si sono sistemati i nostri eroi.

Allora? Che ve ne pare?

Spero che come inizio non siate delusi.

Un piccolo appunto riguardo ai nomi dei piccoli Potter\Weasley. Tenendo conto che i nomi dei figli di Harry e Ginny erano scontati – uno già scelto nell’altra storia, Daniel, l’altra un’omaggio alla madre di Harry, Lilian – ho cercato di essere il più originale possibile per i piccoli Weasley.

Christopher è un nome che mi piace, che stà bene su Weasley e che ho veramente visto in pochissime altre fiction – credo che ne abbia lette non più di cinque in cui il figlio di Ron e Hermione ha questo nome.

Anche per la femmina, il nome Emily è poco usato – forse ancora meno di Christopher.

Per quanto riguarda il più piccolo, credo di avere fatto centro; non mi pare di aver mai letto di una fiction in cui un Weasley si chiamasse Sean – tipo Sean Connery – e poi mi piaceva come suonava Sean Weasley.

Ok, questo è tutto. Purtroppo non so quando posterò il secondo chap, perché dopo che avrò dato l’utlimo esame – mercoledì prossimo – mi aspettano due settimane di vacanza in giro per l’Europa con i miei amici. Abbiamo deciso di partire in macchina e andare dove ci capita, anche se l’idea era arrivare almeno a Barcellona, poi si vedrà.

Quindi, a meno che non abbia un po’ di tempo ancora credo che ci rivedremo dopo Ferragosto, con il prossimo chap, va bene?

Un saluto a tutti e buone vacanze ( Finalmente posso dirlo anche io).

P.S.: come ben sapete ieri sera è uscito l’ultimo capitolo della saga potteriana. Io NON voglio sapere come va a finire. Anche se sarà impossibile rimanere all’oscuro di tutto fino all’uscita italiana del libro, voglio tirare avanti il più a lungo possibile. Perciò NON osate minimamente fare cenno sul finale di Harry Potter, altrimenti vengo lì e vi strangolo con le mie mani.

Già l’altro giorno ho rischiato l’infarto quando al Tg1 stavano dando la notizia; ho spento il televisore e lanciato via il telecomando. Qualcuno ha tentato di incastrarmi, inviando il link alla pagina web del giornale “La Stampa”, dove si dice abbiano scritto il finale.

STATE LONTANI!!! TUTTI COLORO CHE NON VOGLIONO ROVINARSI LA SORPRESA STIANO LONTANI!! E quelli che invece non resistono, STIANO LONTANI DA ME!!

P.P.S.: Il diavoletto vi chiede se volete scegliere uno dei suoi titoli per questa Fiction. Vedete voi, tanto io non lo cambio (hi, hi, hi)

  
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