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Autore: Nano    03/01/2013    2 recensioni
Finalmente completa. Grazie a tutti, per tutto.
Monchele. Lea Michele e Cory Monteith a prese con la loro vita di tutti giorni, cosa accade quando un desiderio li accomuna ma allo stesso tempo li allontana? Un desiderio che dovrebbe unirli, ma che in realtà finisce solo per distruggerli? Per il secondo anno decido di scrivere una long fic. Ho ricevuto parecchie richieste, persone che mi chiedevano di continuare "What Real Love Is About" e finalmente mi sono decisa. La One Shot che avevo pubblicato sarà utilizzata in futuro nella storia. La storia ha un nuovo titolo, " Ho imparato a sognare", perchè credo sia la cosa più bella che una persona possa fare nella sua vita; sognare è ciò che ci rende liberi. Questa fanfic è per far sognare tutti voi.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cory Monteith, Lea Michele
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno a tutti.mi scuso per la grande assenza, la fine del trimestre è stata sfiancante e avevo a malapena il tempo per dormire, figuriamoci per dedicarmi a questa fanfiction a cui tengo molto. Ora spero di avere un pò più di calma e di poter pubblicare un pò più regolarmente, anche se penso sarà difficile, ma non vi abbandonerò. Mi scuso di nuovo, buona lettura :) E grazie a chi ancora mi seguirà e a chi mi ha sempre seguito. Vi penso sempre e non rispettare i miei impegni nei vostri confronti mi uccide un pochino.


Ho imparato a sognare
what real love is about


L’aereo atterrò puntuale alle 13 e 20 di una piovosa giornata di fine novembre a Vancouver, Canada. Cory si voltò sorridendo verso la sua ragazza tranquillamente addormentata al suo fianco, e le diede un leggero colpo al braccio.
“Ehi, dai svegliati.”
Lea mormorò qualcosa nel sonno e si accucciò sul sedile, appoggiando la testa alla spalla di Cory.
“Lea?”
La chiamò nuovamente il ragazzo.
Lea aprì lentamente gli occhi e arricciò il naso.
“Siamo arrivati?”
“Si, piccola, ci siamo.”
Lea si stiracchiò sul sedile e fece un buffetto alla guancia di Cory.
“Felice di essere a casa?”
Cory arricciò le labbra.
“Per quanto mi costi ammetterlo, si, sono felice di essere a casa.”
Lea sorrise e si sporse per dargli un bacio sulla guancia.
 
“Lea! Cory! Sono felice di vedervi!”
Ann accolse i due ragazzi sulla soglia di casa, mani bagnate e un gran sorriso.
“Ciao mamma.”
La salutò Cory, permettendole di asciugarsi le mani contro la sua giacca.
“Salve, Ann.”
Lea lasciò che la donna le baciasse le guance e le prendesse la borsa dalle mani.
“Coraggio tra poco si mangia. E state da me stanotte, non ammetto discussioni, disdite ogni hotel.”
Lea sorrise a Cory seguendolo in cucina. Il ragazzo appoggiò la piccola valigia che si erano portati e si offrì di aiutare la madre con la tavola.
“Come ve la passate?”
Domandò la donna a Lea, porgendole un bicchiere d’acqua.
“Bene, grazie. E qui come vanno le cose?”
“Fredde, come sempre.”
Cory sorrise rivolto a sua madre e le passò un bicchiere.
“Cosa ci hai preparato?”
Ann sorrise, colpevole.
“Il tuo piatto preferito, ragazzino. In versione vegetariana per la signora.”
Cory si avvicinò alla madre e la abbracciò stretta.
“Mi sei mancata mamma.”
 
Cory sentì lo sguardo di Lea penetrargli la schiena, ma non si voltò. Continuò ad asciugare diligentemente i piatti che gli passava la madre, impilandoli sul tavolo.
“Cory.”
Lo chiamò infine la ragazza.
“Posso parlarti?”
Cory si voltò verso di lei e annuì, incontrando il suo sguardo furioso.
“Cosa c’è che non va?”
Le chiese dolcemente una volta fuori dall’orecchio della madre, chiusi nella camera da adolescente di Cory.
“Pensi di fare finta di niente?”
Cory la guardò confuso.
“Siamo qui dall’ora di pranzo e non abbiamo ancora detto niente a tua madre.”
“Lea, è stato un pomeriggio intenso..”
“Si, e la cena è stata silenziosa.
“Mia madre non è come i tuoi.”
“Non vuoi dirglielo?”
“Non è questo.”
“Perché potevamo stare anche a casa.”
Lea si lasciò cadere sul letto e incrociò le braccia al petto.
“Voglio solo dirglielo nel momento giusto.”
“Non ci sono momenti giusti, Cory. Ci sei tu che glielo dici. Insieme a me. Le situazioni si creano, non vengono da sole.”
Cory si grattò il mento, pensieroso. Non voleva sconvolgere la madre con quella notizia, e aveva paura della sua reazione.
“D’accordo.”
Si arrese davanti all’espressione imbronciata di Lea. La prese per mano e la condusse in cucina.
“Mamma, dobbiamo parlarti.”
“Certo, Cory, ditemi.”
Il ragazzo sentì la stretta di Lea farsi più vigorosa e la sentì nascondersi al suo fianco, come faceva sempre. L’amava per questo, era così piccola dietro al suo braccio.
“Io e Lea aspettiamo un bambino.”
Il volto di Ann si aprì in un sorriso e aprì le braccia.
Agli sguardi interrogativi dei due ragazzi rispose con una risata.
“Dai, venite ad abbracciare la nonna!”
Lea trascinò Cory nell’abbraccio e strinse forte quella donna così forte.
“Sono tanto contenta per voi ragazzi, potevate dirmelo subito!”
“Volevo aspettare il momento giusto, mamma.”
Ann diede un colpo al braccio del ragazzo e sorrise.
“Non ci sono momenti migliori di altri per questo genere di cose, tesoro.”
Cory incontrò lo sguardo saccente di Lea e si chinò a darle un leggero bacio sulle labbra prima che ribattesse qualcosa. Le donne, pensò.
   
 
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