Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: TheOnlyWay    03/01/2013    5 recensioni
Harry si limitò a rimanere in completo silenzio, ma aumentò la presa sulla mano di Celine. Lei era certa che l’unico motivo che lo tratteneva dallo scoppiare a ridere fosse la signora Darling, appena ricomparsa con il vassoio.
Riusciva a malapena a tenerlo in equilibrio e Julian non sembrò nemmeno accorgersene, visto che andò a sedersi sulla poltrona davanti a Celine.
Harry alzò gli occhi al cielo e borbottò un “coglione” che probabilmente sentì soltanto la sua finta fidanzata.
Si alzò e raggiunse la signora Darling, che camminava ancora più lentamente del solito per evitare di ribaltare tutto il contenuto del vassoio a terra.
«Lasci che l’aiuti, signora. Vada pure a sedersi.»
L’anziana donna sembrò riflettere qualche istante, poi sorrise, perché Harry era stato così gentile e lei proprio non era abituata a ricevere attenzioni di quel genere. Il suo Julian, a volte, era un po’ distratto. Ma Harry era uno che prestava attenzione ai dettagli, e aveva inquadrato alla perfezione il nipote della donna.
Perciò posò il vassoio sul tavolino, tornò a sedersi accanto a Celine e le posò la mano sulla coscia con un fare un po’ possessivo.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



5. Irresistibile

 
 
Aveva fallito.
Come sorella maggiore, era un totale e completo disastro. Non aveva capito niente di niente.
Troppo presa dal suo stupido trasferimento e dal suo altrettanto stupido lavoro, non si era resa conto che Lottie stava progettando una fuga.
Ed ora era troppo tardi, perché sua sorella era già partita per Parigi e non rispondeva neanche alle pressoché infinite telefonate che le aveva fatto.
Voleva chiederle scusa, farsi perdonare per essere stata così insensibile, ma Lottie non gliene dava modo. Non voleva parlarle o forse, molto più semplicemente, era distrutta.
Aveva rinunciato a Zayn – e Celine non osava neanche immaginare quanto le fosse costato farlo – ed era andata a stare dai nonni, che non vedeva da chissà quanto tempo e con i quali non aveva un gran rapporto (solo perché la signora Gaillard non sopportava i parenti dell’ex-marito) solo per sfuggire al controllo ossessivo della madre.
Quando erano arrivate a quel punto?
Se solo Celine ripensava a tutto quello che sua mamma aveva detto a Zayn quella mattina, le veniva voglia di piangere.
Si sentiva così in colpa, per non essersi accorta di niente. Perché non aveva detto a Lottie della casa? Se l’avesse fatto, magari non sarebbe partita e lei non si sarebbe ritrovata con una stanza vuota.
Si sedette sul divano e accese la televisione, tanto per attenuare un po’ la sensazione di essere completamente sola. Fece un po’ di zapping, distratta, ma il pensiero di Lottie continuava a tornarle alla mente, senza darle tregua.
Chissà come si sentiva triste, senza Zayn. Quei due erano fatti per stare insieme, non c’era alcun dubbio. Celine non aveva mai visto qualcuno così perfetto insieme come loro. Zayn era calmo, razionale e sensibile, almeno quanto Lottie era impulsiva, esaurita e sfacciata.
E per colpa di sua madre e di quella stupida di Tiffany, ora erano lontani chissà quanti chilometri.
«Che situazione del cavolo.» borbottò, spegnendo la televisione. Lanciò il telecomando in un angolo del divano, e afferrò il libro che stava leggendo il pomeriggio prima.
Ma non c’era verso: per quanto si sforzasse, i sensi di colpa erano lì e non la lasciavano in pace.
Il libro, in realtà, non la distrasse come aveva sperato, perciò lo chiuse dopo aver letto solo qualche pagina e si sdraiò a pancia in giù, con i piedi a penzoloni e la faccia affondata in un cuscino.
Forse una bella dormita sarebbe stato l’ideale. Almeno nei sogni, Lottie non l’avrebbe tormentata con quel suo sguardo smarrito. Non che in genere sua sorella fosse un agnellino, ma la frequentazione con Zayn l’aveva ammorbidita parecchio.
Aveva appena chiuso gli occhi, quando qualcuno si attaccò con insistenza al campanello.
Borbottando una sequela poco femminile di insulti, andò ad aprire la porta. Ogni volta che suonavano il citofono, si sentiva prendere dal panico. Il motivo? Semplice: le uniche persone che, al momento, erano a conoscenza del suo nuovo domicilio erano due. Harry e Julian.
E lei non si sentiva pronta a vedere nessuno dei due. Julian perché troppo opprimente, viscido e mortalmente fastidioso ed Harry perché… be’, in realtà aveva voglia di stare con lui, ma non voleva farsi troppe illusioni.
Alla fine dei conti, lui non poteva essere il ragazzo giusto per lei. C’erano un miliardo di motivi e Celine li aveva appuntati tutti quanti su un foglio bianco.
Foglio che giaceva in camera sua, nascosto sotto il materasso. Se qualcuno l’avesse mai trovato, lei sarebbe morta per la vergogna. In ogni caso, conosceva i pochi, ma semplici punti, a menadito.
“Punto numero 1: è appena maggiorenne.
Punto numero 2: porta quei terribili cappellini di lana.
Punto numero 3: è appena maggiorenne.
Punto numero 4: mi fa sentire strana.
Punto numero 5: è appena maggiorenne.
Punto numero 6: essere un cantante, lo porta lontano da casa per periodi, a volte, lunghissimi.
Punto numero 7: vedi punto numero 1, 3 e 5.”
Perciò, quando aprì la porta e si trovò davanti Harry, non seppe davvero come reagire.
Lui sembrava preoccupato e a Celine la preoccupazione nei suoi confronti faceva davvero un pessimo effetto. Era sempre stato così: lei era quella forte, quella insensibile e quella che non piangeva se non per seri motivi. Ultimamente, però, la sua “indifferenza” era un po’ fuori controllo. Colpa di quel ragazzo, che era riuscito a farle abbassare una buona parte delle sue difese. Certo, la strada sarebbe stata lunga, ma probabilmente ce l’avrebbe fatta, a farla tornare una ragazzina in preda ad una stupida cotta.
Si morse il labbro per non scoppiare a piangere e fece cenno ad Harry di entrare.
«Vieni, accomodati.» mormorò.
Harry sorrise, poi sventolò un sacchetto di plastica bianca e le circondò le spalle con un braccio.
«Mia sorella Gemma dice sempre che i dolci sono un ottimo antidepressivo. Perciò ho portato gelato, biscotti e cioccolato.» elencò, soddisfatto.
Celine lo guardò ad occhi sgranati, stupita da tanta spontaneità e dal fatto che un ragazzo avesse avuto un gesto tanto dolce nei suoi confronti. Non ci era abituata, perciò la sorpresa e la tristezza ebbero lo straordinario potere di farla scoppiare in lacrime. Non che ne fosse rimasta tanto sorpresa, comunque. Nelle ultime ore non aveva fatto nient’altro, se non gironzolare per casa nell’attesa dello scoppio.
«Scusa, ora mi passa.» singhiozzò, coprendosi la bocca con una mano.
Harry scosse la testa, appoggiò il sacchetto sul tavolo e la strinse in un abbraccio. Celine gli buttò le braccia al collo, in cerca di conforto.
Harry era il suo unico appiglio, in quel momento. In fin dei conti, era solo questione di tempo, prima che cominciasse a piangere come una fontana. Aveva resistito solo perché si era costretta, ma non poteva sempre essere la donna di ghiaccio. Non quando sua sorella era lontana, triste e sola e lei non aveva fatto niente per aiutarla.
Con delicatezza, Harry la trascinò fino al divano, si sedette e la fece accomodare al suo fianco. Celine continuò a singhiozzare, farfugliando che era solo colpa sua e che non sapeva cosa fare per sentirsi meglio.
Harry la lasciò piangere, fino a che non gli sembrò che il peggio fosse passato. Solo allora si alzò, andò in cucina, prese un paio di fazzoletti e due cucchiaini e tornò in salotto.
Celine non si era mossa di un solo centimetro e lo osservava con gli occhi rossi e un po’ spenti.
«Tieni.»
Harry le porse un fazzoletto e andò a recuperare il sacchetto.
«Gelato alla nocciola o alla fragola?» domandò, allungandole un cucchiaino. Celine sorrise debolmente.
«Alla nocciola.» mugugnò.
In effetti, dopo qualche cucchiaiata, il suo umore cominciò a risollevarsi. Forse non era merito del gelato, ma di Harry, che per tutto quel tempo non aveva fatto altro che blaterare di cose insensate. Le aveva persino raccontato una barzelletta, che Celine non aveva capito. Ma aveva riso comunque, perché Harry si era impegnato e sembrava trovarla davvero divertente. In un altro momento, gli avrebbe fatto notare che era assolutamente senza senso, ma non in quel caso, non quando era palese che ogni cosa stupida che diceva, aveva il solo scopo di farla sentire meglio.
«Sto scoppiando.» sostenne, appoggiando il cucchiaino e la vaschetta del gelato per terra.
«No, dolcezza, ci sono ancora i biscotti. Sono quelli con le gocce di cioccolato, perciò devi assolutamente mangiarli.»
«Perché lo fai?» domandò Celine, improvvisamente. Harry inclinò la testa da un lato, confuso. Certe volte, Celine era spiazzante. Aveva di quelle uscite improvvise che lo lasciavano senza parole. Un attimo prima era piena per il troppo gelato, quello dopo tornava seria e gli chiedeva una cosa che, a ben pensarci, avrebbe cambiato il loro rapporto in maniera definitiva.
Poteva far finta di niente, poteva non risponderle affatto o poteva dirle una bugia. Oppure, poteva dirle la verità. Qualunque cosa avesse fatto, comunque, avrebbe rivoluzionato le cose.
Così prese un respiro profondo e cominciò a parlare.
«Mi piaci da impazzire, Celine. E non perché sei indiscutibilmente bellissima, o perché fai la modella. Mi piaci perché nonostante tu abbia una sorella matta come una capra, una cugina ossessionata e una madre ossessiva, sei la ragazza più dolce che abbia mai incontrato. Sei intelligente, sei simpatica e sei irresistibile. Si, è questo il punto. Io ti trovo irresistibile. Non riesco a stare lontano da te.» concluse Harry, pacato. Aveva le guance un po’ rosse e Celine non poté fare a meno di trovarlo adorabile. Era stata la dichiarazione più bella che le avessero mai fatto. Tutti i mazzi di fiori che aveva ricevuto in passato, i bei gioielli, i biglietti per una crociera o un viaggio oltreoceano, non valevano nemmeno un centesimo della dolcezza di Harry.
Perciò sorrise, emozionata, si sporse in avanti e lo baciò.
Harry gettò il sacchetto a terra, le afferrò il viso con entrambe le mani e approfondì il bacio. L’aveva desiderata così tanto, che non riusciva a trattenersi.
Celine, persa in una marea di sentimenti che si era obbligata ad arginare, lasciò che Harry la spingesse lievemente sul divano e che la sovrastasse con il suo corpo.
Non c’era niente da fare: Harry aveva abbattuto ogni sua difesa.
A questo punto, di certo c’era solo una cosa: si stava innamorando di un diciottenne affascinante e  decisamente irresistibile.
 
 
 
***
 
 
Hi, girls ^^
Come state? Innanzitutto, felice anno nuovo a tutte quante. Speriamo che questo 2013 vada un po’ meglio, perché il 2012 ha fatto decisamente cagare. (Almeno a me.)
Non ho niente da dire, se non che questo capitolo è un po’ più cortino del solito, però è molto intenso, perciò dovreste perdonarmi u.u
Ed è anche il penultimo! Giovedì prossimo ci sarà l’epilogo, dopodiché Irresistible è finita.
Mi manca solo Wedding? No, thank you. E poi comincerò a pubblicare la storia nuova, che si intitola Pretending e che mi piace assai. Nel frattempo, sto lavorando ad altre due long, perciò non rimarrete a bocca asciutta >.<
Niente, spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi invito a recensire, come al solito! Mi piace sapere che ne pensate, veramente.
Colgo anche l’occasione per ringraziare le ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo, inserito la storia tra le seguite, ricordate e preferite e anche a chi mi ha contattata su twitter, facebook e ask.
Vi adoro!
Fede.  
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: TheOnlyWay