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Autore: Clawdia    03/01/2013    3 recensioni
Cosa sarebbe successo se Santana avesse fatto coming out al secondo anno di High School? Cosa sarebbe cambiato se lei e Brittany fossero state solo migliori amiche per tutto il tempo passato a scuola? Cosa succederebbe se l'unica vera paura di Santana fosse l'Amore? Questa è la storia di Santana e Brittany 7 anni dopo essersi diplomate e di tutto quello che è successo nel mezzo e che succederà in seguito. L'amore può lasciare su una persona cicatrici profonde, e questo Santana Lopez lo sa bene!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Brittany Pierce, Kurt Hummel, Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Insegnami a...'
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Brittany.
Era là, di fronte a me a parecchi metri di distanza.
Se avesse alzato lo sguardo probabilmente mi avrebbe visto impietrita con l'asta del microfono tra le mani e lo sguardo perso nel vuoto. Ma era troppo impegnata per cercarmi.
Lei non sapeva che io ero là, l'unica cosa di cui si doveva preoccupare era sorridere a quella sorta d'uomo che l'accompagnava tenendo stretta la sua mano. Aveva forse paura che allentando la presa sarebbe potuta scappare?
Non aveva nulla di speciale, nulla in lui avrebbe colpito l'attenzione.
Certo, son lesbica ma non per questo non so riconoscere il bello oggettivo negli uomini e quel ragazzo non era assolutamente alla sua altezza. Lei meritava qualcuno, incredibilmente affascinante, e misterioso e sexy e...lei meritava il meglio.
Quel pensiero mi fece scuotere ancora una volta e la mia mente cominciò a vagare rapida tra i miei ricordi passati ma non potevo permettermelo, non ora. Se per sbaglio avesse alzato gli occhi e mi avesse vista in questo stato probabilmente mi sarebbe corsa incontro e non era quello di cui avevo bisogno. Sentì le note della canzone che quell'idiota di Matt aveva scelto per me cominciare a sollevarsi per l'aria ma non mi misi a cantare. 
Come avrei potuto?
Feci qualcosa molto più alla Santana Lopez. Il mio nome mi doveva precedere ovunque.
Mollai tutto là. Microfono, asta, canzone e palco e mi precipitai verso quello che sembrava il bagno più vicino, immersa nella folla, nascosta alla sua vista.
Matt mi seguì dapprima con lo sguardo poi avvertì la sua presenza dietro di me, un fare interrogativo solo nel respiro che avvertivo sempre più vicino. Sentì la sua mano sulla spalla e infine i suoi occhi furono sui miei mentre richiudeva la porta del bagno delle signore, fortunatamente vuoto, alle nostre spalle.
«Che ti è preso?» mi chiese tenendomi per le spalle e sollevandomi il mento «Ti ho vista sbaincare là in alto, ho temuto stessi per svenire. Cosa è successo?» mi ripetè.
Io però non sentivo bene. Cioè, capivo alla perfezione ma la mia mente non riusciva a collegare le parole per una possibile risposta tanto si muoveva veloce alla ricerca di qualche pensiero decente su ciò che avevo appena visto. Lei era là. Cazzo. Lei era nel mio stesso locale. Da quanto tempo non la vedevo? Mesi? Anni?
Dios. Era così difficile ricordare le date esatte, anche se sapevo che erano ben scolpite nella mia mente. Troppo il dolore, troppa la fatica nel tornare a quei momenti.
«Lei.» riuscì solamente a farneticare mentre tentavo di riprendere il controllo del mio corpo.
Tremavo impercettibilmente, e sudavo anche freddo. Dios, mi faceva ancora quest'effetto?
«Cosa?»
«Lei è qui.» dissi ancora provocando una nuova espressione confusa su quel bel visino.
Gli occhi azzurri del mio amico si fecero sempre più sottili e due piccole rughe comparvero sulla sua fronte. Era così dannatamente sexy. Se non fosse stato un uomo, gli sarei saltata addosso seduta stante, anche nelle condizioni in cui mi trovavo.
«San, cazzo! Lei chi?»
Lo fissai per alcuni secondi senza proferire più parola riuscendo a fermare i tremori.
Mi si era impastata la bocca, sentivo la lingua asciutta e nella testa regnava la pace.
Come un silenzio, come la calma prima dell'arrivo dell'uragano, della tempesta tropicale, della stagione delle grandi piogge che avrebbe sconvolto il paese.
«Brit...» le parole mi morirono in gola. Deglutii e ci riprovai ancora una volta, con più convinzione, con uno sforzo maggiore. «Brittany.»
Lo vidi sbiancare velocemente, quasi quanto me su quel palco qualche minuto prima.
La sua espressione cambiò numerose volte, sino a che non si stabilizzò a metà tra il serio e il preoccupato mentre mi fissava e stringeva sempre più.
«Vuoi che vada a parlarci?»
«NO.» gli urlai contro mettendoli una mano sul petto come a spingerlo lontano.
Era fuori questione. Avrebbe sicuramente capito che dietro tutto c'ero io e osservare la sua reazione era una delle cose che mi spaventava di più al mondo. No.
Non avremmo parlato con Brittany, nessuno dei due. Non quella notte.
«Vuoi che faccia qualcosa?»
Il suo sguardo era così dolce e preoccupato che non riuscii a impedirmi di posarli una mano sulla guancia per rincuorarlo e trovar conforto io stessa. Dios, che cosa mi stava succedendo?
Ancora? Come poteva farmi sempre lo stesso effetto, dopo tutto questo tempo?
«Accompagnami a casa.»
«Sarà fatto!» disse lui prendendomi per il polso e trascinandomi fuori.
Mentre camminavamo, mentre ci celavamo nella folla per evitarla la mia mente continuava a vagare e a bussare alla porta dei miei ricordi che tenevo chiusa con attenzione.
Madre de Dios. Non avevo alcuna intenzione di tornare a quei ricordi.
Non il giorno del compleanno di Matt. Cazzo! Il suo compleanno!
Fu un pensiero che mi colpì come un fulmine a ciel sereno e quando aprì gli occhi nuovamente conscia della situazione mi ritrovai dentro un taxi. 
«Ho rovinato il tuo compleanno! Dios!»
«Non ti preoccupare. Avrò un sacco di compleanni da festeggiare. Stai calma, appoggiati al sedile, io chiamo Quinn e Kurt per avvisarli del cambio di programma.»
Era sempre così calmo, così controllato. Non si arrabbiava mai per nulla e mi perdonava qualsiasi cosa gli facevo. Ancora non so cosa avevo fatto per meritarmi una persona come lui. Posai la testa a un lato di quello scomodo sedile e mi rivolsi verso il finestrino mentre sentivo Matt comporre il numero della mia bionda amica al telefono. C'era freddo, molto freddo nell'aria come di consueto nei primi giorni di Febbraio. 
Febbraio. Non era forse a Febbraio che avevo visto il suo viso per la prima volta?
La sorte alle volte è davvero beffarda! Quel pensiero fece irrimediabilmente scattare la serratura dei miei ricordi e subito la mia mente tornò a quel giorno lontano.
 
11 Anni Prima
Quel giorno faceva freddo. Molto freddo. 
Ricordo ancora che stavo fissando i vetri delle grandi finestre della Palestra mentre insieme alla Coach Sue attendevamo l'arrivo delle nuove matricole. Io ero entrata di diritto nella giuria che insieme alla perfida professoressa dai biondi capelli avrebbe deciso delle sorti di quelle ingenue e timide ragazzine che sfilavano davanti a noi. Era stato il mio carattere e la mia lingua tagliente a farmi guadagnare una sorta di stima da parte della Coach, anche se questa si divertiva sempre a demolirmi e affibiarmi soprannomi sempre nuovi.
Era la metà del semestre, e avevamo bisogno di nuove cheerleader dato che i duri allenamenti della Silester avevano portato un numero imprecisato di ochette ad abbandonare la squadra. Come se potessero vivere senza la popolarità che la divisa donava, povere illuse sfigate!
Entrarono una alla volta e fu una catastrofe. Alla Coach non ne andava bene nemmeno una.
«Scusa, questo è il provino per diventar Cheerleader non per il ruolo della piccola fiammiferaia! Trovati qualcosa di decente da mettere! IL PROSSIMO!»
«Stai scherzando vero? IL PROSSIMO!»
«Bravo. Eccellente. Divino. Bella...CAGATA! IL PROSSIMO!»
«Non posso giudicarti perché devo assolutamente correre al bagno a rimettere il tacchino che ho mangiato a pranzo. Uno spettacolo rivoltante. Lopez, urla per me.» mi disse alla fine scomparendo oltre gli spalti e probabilmente raggiungendo per davvero il bagno.
L'ennesima ragazzina dalle belle speranze se ne andò tra le lacrime e io reggendo il suo grande megafono strillai a pieni polmoni.
«IL PROSSIMO!»
Si, avevo ancora molto da lavorare se volevo diventare come Sue ma...non me la cavavo male. Potevo incutere lo stesso tipo di terrore nelle persone, mi bastavano poche semplici parole ben mirate alla distruzione della loro autostima e il gioco era fatto. Dios, quant'ero abile con le parole, e non solo...
Fu allora che vidi il suo viso per la prima volta.
La sua pella aveva un colore pallido ma non bianco come si sarebbe potuto pensare, era di un rosato delicato, un colore tenue che si spandeva lungo tutto il suo corpo fasciato solamente da degli shorts e una maglietta senza maniche abbastanza aderente.
Aveva un fisico spettacolare, era slanciata, magra, con delle gambe lunghe e sottili e le curve al posto giusto anche se, in effetti, in quanto a seno non era ben dotata.
Il viso era di una tenerezza unica. Il taglio di quegli occhi così blu e il suo sorriso delicato impostavano i delicati lineamenti proporzionati e perfetti. I capelli erano raccolti in una cipolla dietro la nuca, di un biondo pacato. Era veramente una bella ragazza.
«Il mio nome è Brittany Pierce, e son qua per fare il provino.»
Cominciò a muoversi a ritmo della musica che si era portata dietro e sentendo quel richiamo mi ritrovai ben presto Sue alle spalle. Per lei non ci furono insulti, non ci fu niente di niente.
Semplicemente mi strappò il megafono dalle mani dandomi della ladra deportata denotando il suo razzismo per nulla pesato e vi urlò dentro come tutte le altre.
«AVANTI BIONDINA, LIBERA LA PISTA! IL PROSSIMO!»
Sapevo che ce l'aveva fatta. Sarebbe stata una cheerleader e avremmo lavorato insieme.
Non mi sarei mai scordata il suo nome, ne il suo viso. 
Brittany Pierce.

Angolo dell'Autrice
Eccoci qua, al primo Capitolo che in se è la continuazione del Prologo.
In questi primi ci saranno molti flashback del passato di Santana, tutti riguardanti Brittany logicamente in modo tale che potremmo conoscere la loro storia in modo più dettagliato. Perché in questi 7 anni son successe parecchie cose e verranno delineate anche cose accadute molto prima! Ogni capitolo avrà come titolo una canzone che lo rappresenta, in questo caso ho scelto una meravigliosa performance di Glee, che mai scorderò ma nei successivi saranno diverse e ne indicherò autore e brevemente il contenuto :)
Spero vi possa piacere e ringrazio già tutte le persone che leggono la mia storia o la recensiscono o la aggiungono a preferite, ricordate, seguite etc etc, per me significa molto :) 
Alla prossima :D
  
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