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Autore: Aching heart    03/01/2013    5 recensioni
D'accordo, quella di Lilli e il Vagabondo non è una fiaba, ma è un meraviglioso classico Disney e per questo ha tutti i requisiti per "trasferirsi" a Storybrooke, una Storybrooke senza sortilegio e senza magia...
Cosa succederebbe se Lilli e il suo amato Vagabondo fossero persone reali che vivono con i nostri ben noti cittadini del Maine? Come si svilupperebbe la loro storia e come si intreccerebbe con quella del resto della comunità storybrookiana? Leggete e lo scoprirete ; )
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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3. The Tramp

Erano passati dieci anni da quel disastroso Natale e nel frattempo i rapporti fra Lily e la zia erano andati sempre a peggiorare, ma in compenso tutti a Storybrooke concordavano sul fatto che da quel giorno le uniche volte che avevano visto i King un po’ abbattuti o tristi era perché temevano che Lily non stesse bene; Gianni, Eliza e Lily erano diventati l’esempio della famiglia modello e portavano gioia ovunque andassero, riuscivano persino a strappare piccoli sorrisi al signor Gold o al sindaco Mills, l’immagine dell’austerità. Del resto, Regina Mills era diventata molto amica dei King da quando aveva saputo da loro che Mr Gold provvedeva a dare in adozione i bambini: era così che aveva avuto suo figlio Henry.
Il dottor King stesso diceva che da quando Lily era con loro, lui e Liza vedevano sempre meno di quei brutti titoloni sui giornali, e Mrs King confermava dicendo che con lei la loro vita era completa.
La diretta interessata, dal canto suo, era cresciuta in un tale clima di gioia e serenità da poter dire di essere la persona più felice al mondo. Fra lei e i suoi genitori non c’erano mai state incomprensioni, brutte parole o litigi, e spesso la casa risuonava di risate allegre.
Forse l’unico difetto dei signori King era quello di essere un po’ iperprotettivi nei confronti della figlia, ma a lei non pesava: incerti che la scuola pubblica della città fosse un luogo sicuro e credendo che il Collegio di Storybrooke fosse un ambiente troppo simile all’orfanotrofio in cui Lily era cresciuta, avevano deciso d assumere un’istitutrice privata, e così Lily aveva passato e passava tutt’ora la maggior parte del suo tempo in casa. Aveva però ricevuto un’educazione superiore non solo nelle normali materie scolastiche, ma anche nel disegno, nel canto, nel portamento e nelle maniere da renderla agli occhi di tutti una “vera Lady”. E tuttavia non aveva mai assunto un contegno altezzoso con nessuno, anzi, era l’immagine della dolcezza, dell’educazione e della bontà, e non avrebbe avuto difficoltà a farsi molti amici, se ne avesse avuto l’occasione, ma siccome raramente usciva dalla zona dei quartieri alti e non essendoci molti bambini lì, fin dal suo arrivo in casa King aveva stretto amicizia, oltre che con Marshall Scott, solo con un’altra persona: Antoine Debois, che allora aveva dodici anni e ora era un ragazzone di ventidue anni. Era il figlio dei rinomati pasticceri Debois, che abitavano in fondo alla strada. I King, gli Scott e I Debois erano ottimi amici, perciò Gianni e Liza erano sicuri quando Lily era insieme ad Antoine e Marshall.
Proprio ora, finita la lezione di latino, Lily stava andando nel giardino degli Scott, dove i tre amici si erano dati appuntamento. Voleva far vedere loro il regalo che i suoi genitori le avevano fatto quella mattina. Non era una ricorrenza né un’occasione speciale: semplicemente, Eliza aveva visto l’oggetto in vetrina e aveva deciso che sarebbe stato perfetto per sua figlia. L’oggetto in questione era una bella collana, composta da un sottile nastro di seta turchese e da un ciondolo d’oro a forma di rombo il cui contorno era delineato da turchesi tagliati in maniera minutissima e tempestato da diamanti a forma di stella ancora più piccoli. Il gioiello aveva un fascino molto particolare, quasi d’epoca, e che a Lily fosse piaciuto immensamente era la prova del fatto che lei non era una ragazza come tutte le altre. Era speciale.
Ora camminava con la consueta eleganza, ma con il petto un po’ più in fuori e il mento leggermente più in alto, come per attirare l’attenzione sulla collana ma con discrezione.
Era una bella giornata di sole settembrino e soffiava una brezza fresca, mentre gli abitanti di High Avenue passeggiavano tranquillamente per la strada tenendo al guinzaglio i loro cani di razza; tutti quelli che vedevano Lily la salutavano allegramente e lei ricambiava, felice di conoscere tante persone. Ci mise un po’ ad arrivare al cancello di casa Scott, data l’estensione della proprietà, e quando arrivò trovò Antoine assopito sul dondolo della veranda e Marshall intento a fare le parole crociate.
-Ciao, Marshall – lo salutò piano Lily per non svegliare Antoine.
-Ciao –rispose lui altrettanto piano, poi le fece cenno di accomodarsi e la ragazza prese posto sulla poltroncina imbottita vicina all’amico. D’un tratto Antoine si mise a parlare sommessamente nel sonno, e si capì qualcosa come “farina” o “glassa”.
-Ah – sospirò piano Marshall – Starà sognando quello che ha fatto stanotte – e scosse la testa.
-Perché, cos’ha fatto?
-Si è messo nel laboratorio di suo padre e ha iniziato a sfornare torte e dolci vari, anche se dovrei chiamarli orrori. Molti ne ha lasciati bruciare mentre era intento a farcirne e decorarne altri, e il risultato è stato che il laboratorio è diventato un campo di battaglia e i suoi esperimenti erano immangiabili.
- Davvero? – chiese incredula Lily.
-Di un po’, hai mai assaggiato una delle sue “nuove creazioni”?
-No.
-Ecco, brava. Non farlo mai.
-Ma… ho assaggiato qualche altro suo dolce, ed era buono!
- Sì, perché ha seguito le ricette! Ma è deciso a stupire i genitori con nuovi dolci spettacolari e spesso combina disastri. Detto fra noi – e abbassò ancor di più la voce tanto che Lily dovette sporgersi verso di lui per sentire – Antoine manca di quel gusto  che fa di un pasticcere un artista, ma non vuole ammetterlo.
Scosse nuovamente la testa e guardò con amore il ragazzo che proprio in quel momento si stava svegliando. Ci mise un po’ a mettere a fuoco le figure del suo ragazzo e dell’amica ma quando si fu svegliato li salutò con il consueto entusiasmo. Lui e Marshall stavano proprio bene insieme, riflettè Lily: il primo era sempre allegro, un po’ svampito, fantasioso, l’altro era razionale, a volte un po’ acido e scontroso, fermo sulle proprie convinzioni. Erano gli opposti che si attraevano. Certo, le loro famiglie, soprattutto quella di Marshall, avevano faticato un po’ ad accettarli, ma anche grazie alla mediazione dei King tutto si era risolto per il meglio. Certo, il fatto che Margaret Scott avesse sempre pensato a Lily come sua futura nuora non aveva aiutato.
-Dite un po’ – fece Lily – non notate niente di nuovo?
Le parole della ragazza avevano interrotto un intenso scambio di sguardi fra i due piccioncini, perciò tanto Antoine quanto Marshall si ritrovarono un po’ a cascare dalle nuvole a quella domanda.
-Ehm… forse… hai fatto la manicure? – chiese Marshall senza neanche guardarle le mani.
-No – rispose lei divertita, e volse lo sguardo verso Antoine, come a dire che quello era il suo turno.
-Allora… hai una nuova acconciatura?
-No – fu di nuovo la risposta di Lily che ridacchiò scuotendo i capelli rossicci ondulati, sciolti e lunghi come sempre. Scuotendo la testa mosse anche un po’ il collo e la collana, che non sfuggì allo sguardo pur sempre attento di Marshall.
-Oh, Lily – disse allora – Che splendida collana!
-Oh, è vero – fece anche Antoine, notando anche lui il gioiello – E’ senza dubbio il più bel regalo che qualcuno avrebbe potuto farti… non è che ci nascondi qualcosa, eh?
-No, no. E’ un regalo della mamma. Io la adoro, è deliziosa, non trovate?
Ma non era solo questo, non era solo per la sua bellezza. All’interno del ciondolo era custodita una foto di lei e i suoi genitori insieme, e lei sentiva come un abbraccio caldo nel punto in cui il ciondolo toccava la sua pelle. Era come se Gianni ed Eliza avessero racchiuso il loro affetto lì dentro e gliel’avessero dato per farla sentire protetta e sempre con loro. Era una sensazione stupenda, sentirsi amati.
-Sentite – disse Antoine – mi sento tutto anchilosato, andiamo a fare due passi?
La proposta fu accolta e i tre amici si misero a passeggiare per le strade ordinate, scherzando e conversando , quando la loro attenzione  fu attirata dal Vicesceriffo Swan che attaccava un cartello al muro del parco. Incuriositi, si avvicinarono per vedere di che si trattava.
-Buongiorno, Vicesceriffo Swan.
-Buongiorno, ragazzi. Tutto a posto? – chiese cordialmente Emma Swan. Era da poco a Storybrooke ma già tutti conoscevano la sua storia e, al contrario dei suoi amici, Lily non riusciva a trovarla simpatica, un po’ perché la sua famiglia era molto amica dei Mills, un po’ perché pensava che Henry avesse una vita perfetta con Regina e che Emma non dovesse intralciarla. Se mai la sua madre biologica fosse tornata, Lily le avrebbe detto chiaro e tondo che abbandonandola aveva fatto una scelta e che ora doveva rispettarla. Ma sapeva anche che la situazione era più complicata di così, perché Henry era in cura dal dottor Hopper, quindi doveva avere qualche problema serio.
Emma Swan, da parte sua, non aveva capito perché Lilian King, indicatale da tutti come una ragazza dolcissima, la quintessenza della bontà, la trattasse con tanta diffidenza e sufficienza finchè non aveva saputo da Henry dell’amicizia fra i suoi genitori e il sindaco.
-Tutto bene, Vicesceriffo, grazie. Ci sono novità? – chiese Marshall, accennando al cartello da poco affisso.
-Oh, sì. Il sindaco ha notato che da qualche tempo la criminalità giovanile è in aumento, così ci ha dato delle nuove disposizioni: io e Graham dobbiamo mandare al carcere di Boston i giovani delinquenti con la fedina penale più sporca, mentre dobbiamo tenere più a lungo in detenzione, collaborando con il dottor Hopper, quelli più innocenti, per così dire. Ci sono anche delle ricompense per chi ci aiuterà a prendere alcuni dei più irrecuperabili. Al primo posto, con 500 dollari, c’è Ethan “Tramp” Cooper. Fra parentesi, è la prima volta che sono d’accordo con il sindaco… - ma fu interrotta dal walkie talkie, che trasmetteva la voce dello Sceriffo Graham.
-Emma – gracchiò – ho bisogno di rinforzi, è scoppiata una rissa incredibile da Granny…
-Arrivo – rispose lei – Beh, ragazzi, ci vediamo – e partì in quarta.
-Finalmente si danno da fare – commentò Antoine – Alla pasticceria hanno fatto danni per centinaia di dollari. Non che facciano una grande differenza per noi, ma è una questione di principio. Prima Storybrooke aveva un tasso di criminalità quasi inesistente…
E mentre Lily e Marshall si dichiaravano d’accordo, quasi dall’altra parte della città c’era qualcun altro che d’accordo non lo era per niente.
Di fronte al Bed and Breakfast di Granny, infatti, era scoppiata una rissa in piena regola come da anni non se ne vedevano: i più “attivi” erano i noti ubriaconi della città, Leroy e Moe French, ma anche i loro compagni si davano il loro daffare. Senza contare i giocatori di football e rugby delle squadre giovanili che, lungi dall’avere spirito sportivo, sfruttavano ogni occasione per dimostrare la loro superiorità fisica. Fra loro, naturalmente, c’era Gaston Prince, che da quando aveva avuto un bel due di picche da Isabelle French era diventato più violento e irascibile del solito. Almeno così dicevano.
Graham, pur disponendo dell’aiuto di volontari come David Nolan o Jefferson Hatter, non riusciva a porvi fine, con Archie Hopper che continuava a balzare da una parte all’altra cercando di farsi udire dai contendenti e Granny che brontolava qualcosa a proposito dell’usare la balestra di una sua antenata. Emma forse non aveva una grande forza fisica, ma era una donna autoritaria che prendeva l’iniziativa e sapeva sempre cosa fare, perciò aveva bisogno di lei in quel frangente. Beh, forse non solo in quel frangente, ma quella era un’altra storia…
Nel trambusto generale, assolutamente nessuno si era accorto che un ragazzo stava spaccando i vetri dell’auto della polizia per togliere la sicura e far uscire un ragazzo e una ragazza, con tanto di manette ai polsi.
-Grazie, Ethan – disse la ragazza in un tono che voleva essere seducente. Sembrava fatta, forse lo era, ed aveva la voce di una fumatrice.
-E di che, Gilda – disse allegramente lui – Ma adesso muovetevi, e non fatevi beccare più. Salutatemi il gruppo.
- Certo, Ethan – gridò il ragazzo, tarchiatello e dalla faccia rincagnata, mentre lui e l’amica correvano via.
Nel frattempo il Vicesceriffo Swan era arrivato e col suo sguardo attento aveva notato quello che a tutti stava sfuggendo: i due giovani criminali che lei e Graham avevano preso quella mattina stavano scappando! E c’era di più…
-Graham, quello è Ethan Cooper! – esclamò la Swan. Quel nome ebbe il potere di far cessare la rissa e attirare l’attenzione di tutti sul ragazzo che prese subito a correre, veloce come una gazzella.
-Ha scatenato lui la rissa per permettere ai suoi amici di fuggire. Tipico di Ethan “Tramp” – fece quasi annoiata Ruby.
-Perché, tu lo consoci bene? – ribatté piccato il dottor Hopper. Forse era un po’ geloso.
-No, ma non mi dispiacerebbe fare conoscenza – rispose lei in tono provocatorio.
-Tu non farai conoscenza proprio con nessuno, signorinella! – intervenne Granny. – Su, torniamo, dentro. Ci voleva un delinquente per far stare calmi altri delinquenti.
La rissa era infatti cessata e ora la folla si stava disperdendo; Ethan “Tramp” Cooper era una specie di leggenda della città: aveva solo diciotto o diciannove anni e sfuggiva alla giustizia da quando ne aveva tredici; sebbene fosse conosciuto da tutti nessuno sapeva come prenderlo né come trovarlo. Viveva nella periferia di Storybrooke, ma nella bidonville che si era creata c’erano troppi giovani teppisti che lo aiutavano e nascondevano. Anche perché accadeva spesso che facesse loro qualche favore, come appunto quella volta.
Mentre Gilda e Max scappavano, inseguiti dallo Sceriffo, Ethan aveva la Swan alle calcagna. Doveva riconoscere che quella donna era esperta negli inseguimenti ed era l’unica a dargli del filo da torcere, ma purtroppo per lei, era da una vita che lui scappava ed aveva una conoscenza impareggiabile di Storybrooke. Beh, di quasi tutta Storybrooke: doveva ammettere che i quartieri alti non gli erano familiari. Neanche a farlo apposta, ecco che Ethan sbucò sulla strada fin troppo ordinata e calma di High Avenue. Si fermò di botto, consapevole che, se nel resto della città attirava già una gran bella attenzione, lì ne attirava almeno il doppio a causa del suo abbigliamento trasandato e del suo comportamento spudorato da ragazzo-di-periferia. Infatti i pochi passanti, tutti rigorosamente ben vestiti, lo squadrarono con uno sguardo irritato, che lui ricambiò con un allegro “Ehilà”. Si divertiva un mondo a far arrabbiare certa gente. Prese a camminare tranquillamente lungo il marciapiede, quando vide un gruppo di due ragazzi e una ragazza, più o meno della sua età, entrare in un giardino da un basso cancelletto bianco di legno. Non aveva idea di chi fossero i due ragazzi, ma lei aveva un’aria familiare… era proprio…
-Bimba!
Lily King si voltò con un’espressione raggelata in faccia. C’era solo una persona in tutto il mondo che la chiamava con quel soprannome, una persona che fortunatamente non incontrava da dieci anni, quella stessa persona che ora era affacciata al giardino di casa sua e la fissava con lo sguardo di chi scopre che il suo compleanno è arrivato in anticipo.
Anche Marshall si voltò a guardare il ragazzo che aveva gridato, e riconobbe Ethan Cooper. Come se non bastasse, l’espressione inorridita di Lily risvegliò qualcosa nella sua memoria, e fu più che sicuro che quel ragazzo fosse lo stesso dal quale, dieci anni prima, lei si voleva nascondere nel giardino di casa sua. Assunse subito un cipiglio diffidente-intimidatorio. Ma Ethan non si curò né di lui né dello sguardo sorpreso di Antoine: vedeva solo Lily. Non poteva credere che lei fosse lì a Storybrooke! Aveva una cotta pazzesca per lei all’orfanotrofio ed era stata l’unica a mancarle di quel posto orrendo quando era stato adottato. L’aveva sempre chiamata “bimba” perché era minuta, anche se non era certo una delle più piccole di età, al St James. Era cresciuta molto in quei dieci anni, eppure il suo sguardo sembrava lo stesso di sempre.
-Bimba! –ripetè –Non mi riconosci? -  e scavalcò la staccionata bianca.
-Ethan – sussurrò lei con un filo di voce.
-Esatto – rise lui – Come mai sei qui?
-Io qui ci vivo – ribattè lei – La domanda è: che ci fai tu qui?!
-Una passeggiata – rispose alzando le spalle – Quindi tu sei stata adottata da una famiglia dei quartieri alti… ti è andata bene.
-A te no?
-Per niente, ma non voglio rovinare la nostra bella rimpatriata parlando di cose così spiacevoli. Piuttosto…-
-Piuttosto – intervenne Marshall – perché non alzi i tacchi e te ne vai? A me sembra che l’unica cosa spiacevole per lei sia proprio tu.
-Oh, andiamo – rispose lui ridendo, ma poi con la coda dell’occhio vide comparire all’imboccatura della strada il Vicesceriffo Swan – Beh, non credo che sia male come idea. Ci vediamo, bimba! – e le mandò un bacio al volo prima di sparire di corsa.
Lily non riusciva a crederci, era come se il suo demone privato fosse risalito dall’inferno per tormentarla. In quegli anni si era quasi dimenticata di lui, e ora ecco tornarle alla mente tutti gli spiacevoli ricordi legati a lui. Avrebbe voluto sprofondare e, disperata com’era, non si rese conto di quante ragazze avrebbero dato qualsiasi cosa pur di essere al suo posto, quel giorno.


*Angolo Autrice*
Sono tornata :) Innanzitutto, buon anno nuovo, anche se in ritardo.
Ecco finalmente il capitolo che tutti noi stavamo aspettando: l'incontro fra Lily e Ethan!!
Contornato anche da tutti i personaggi di Storybrooke! Alcuni sono presi proprio dalla fan-fic di Dora93 (cit. Moe French e il due di picche di Gaston XD) che vi consiglio di leggere se già non lo state facendo, alcuni sono i normali cittadini come ci sono stati presentati dallo show. A proposito di questo, devo dire che non sono una fan della coppia Emma/Graham, ma Dora93 sì, perciò.... invece sono stata convertita alla Red Cricket, che ora apprezzo enormemente. A proposito, ecco un'immagine che sicuramente vi piacerà, se siete fan di questa coppia.
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=579093398773904&set=a.557288374287740.143044.556447017705209&type=1&theater
Detto questo, passo a commentare il pairing Marshall/Antoine. Forse questa coppia vi avrà un po' scioccate, e in effetti è una bella novità, ma ce li vedevo bene insieme, non so perchè. Quindi, potrete dire tutto quello che volete, ma non la modificherò. Antoine, l'avrete capito, è Fido, e nella fan-fic è il figlio di quel pasticcere che ha la psticceria "Da Froncois" nel cartone. Comunque credo che qui siano risultati tutti un po' OC ma non potevo fare altrimenti.
Che ne pensate dell'incontro fra Lily e Ethan? So che nel cartone non è così, ma non temete: ci sarà anche quel dialogo, con le dovute modifiche. A me personalmente piace un sacco, ed è un vento, visto che di solito sono parecchio critica verso ciò che scrivo. Spero che anche a voi sia piaciuto.
Nel prossimo capitolo avremo uno scorcio un po' più dettagliato della vita di Ethan e un incontro importante.... vedrete in seguito il perchè. Comunque tenete bene a mente che se mai lo Sceriffo prendesse il nostro Vagabondo, gli toccherebbe essere trasferito a Boston, e chissà se Lily potrebbe andare a fargli visita, chissà.... intanto per lei dal prossimo capitolo inizieranno ad arrivare i guai.
Ringrazio tutti quelli che hanno letto, recensito o inserito fra le seguite/preferite/ricordate questa fan-fic, e in particolare Dora93 e Ginevra Gwen White per essere delle fan impareggiabili :)
Alla prossima!

   
 
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