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Autore: Dudy    03/01/2013    1 recensioni
STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA: lo so che sono una bastarda e che manca solo un capitolo, scusate. Cercherò di pubblicarlo entro gennaio; intanto, per rispetto, inserisco questo avviso per avvertirvi. Scusate ancora, mi dispiace moltissimo, vi prometto che l'ultimo capitolo sarà sensazionale e molto, molto lungo. Imploro la vostra pietà e la vostra pazienza.
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*dal primo capitolo:
"Io sarò il primo a baciarti, e anche l’ultimo."
Oddio, era fuori di sé.
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*dal capitolo 13:
Fu semplice, fu profondo. Come l’azione stessa del respirare, come l’acqua cristallina che scorre gioiosa in un ruscello fresco di montagna.
Semplice e profondo.
Come l’amore.
Non era un vero bacio. Era piuttosto uno sfiorar di labbra, un tocco che per troppo tempo era stato loro proibito dalle convenzioni sociali, l’immagine tenera e densa si calore di due bambini che, tenendosi per mano, si scambiano un dolce e leggero segno di amore.
No, decisamente, non era un vero bacio.
Genere: Drammatico, Fluff, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Scuola. Classe. Geografia. Professoressa odiosa. Noia. Sonno. Molto sonno. Il quaderno poteva essere un cuscino…le braccia le caddero inermi sul banco…sonno…
“Maya….la prof ti sta parlando….Maya….Maya!”
Uno scossone dalla sua compagna di banco la riportò alla triste e dura realtà. E alle parole della professoressa che, se possibile, erano ancora più tristi e dure.
“Signorina Stoner, lo sa che è vietato addormentarsi in classe, vero? Esca fuori di qui e già che c’è, si renda utile aiutando il bidello nelle pulizie!”
La professoressa Turner era sempre piuttosto originale nelle punizioni. O almeno lo era quando si trattava di Maya. Tra le due c’era un odio reciproco che si trasformava in scarso impegno da parte dell’una, e in scarsi voti da parte dell’altra.
L’anziano bidello le porse lo sgrassatore per pulire i vetri delle finestre.
La ragazza si rassegnò a quel duro lavoro e cominciò a camminare a testa bassa lungo il corridoio.
Era troppo concentrata a imprecare contro la professoressa per accorgersi della sedia che intralciava il suo percorso.
“Ah!”
Due secondi dopo era per terra, gemendo di dolore mentre osservava il grosso livido violaceo sulla sua caviglia.
“Ehi, ti serve una mano?”
Una voce sconosciuta la colse di sorpresa.
Alzò lo sguardo ritrovandosi di fronte al ragazzo più bello che avesse mai visto, con viso dolce, sicuro, abbronzato, incorniciato in alto da dei folti capelli scuri….con quel sorriso brillante e luminoso…e quei maglifici occhi color nocciola….
Il primo pensiero fu che quel ragazzo doveva essere una specie di Dio greco.
Il secondo fu che lei lo aveva già visto da qualche parte. Ma dove?
Improvvisamente le ritornò in mente quel pomeriggio di tre o quattro settimane prima, suo fratello, il poliziotto che le dava del “lei”, il bar con i muri gialli, l’ambulanza in ritardo, il ragazzo disteso a terra e coperti di graffi e lividi….
“Tu…tu sei…”
Era lui. Sì, ne era sicura, era lui. E senza i lividi e graffi dati da suo fratello era decisamente bellissimo. Ma in ogni caso era lui.
“Zayn Malik. Piacere di conoscerti…?”
Zayn.
Cos’è che aveva detto la madre del ragazzo?  
“Oddio, Zayn! Chiamate qualcuno! Dei medici! Il pronto soccorso!”
Zayn.
Ormai non c’erano più dubbi.
Lui le porse educatamente la mano.
Lei la strinse sentendo che era calda e liscia.
“Maya Stoner, piacere.”
“Sai, la tua faccia mi ricorda qualcuno. E’ come se già ti conoscessi. Ma questo è impossibile. Mi sono iscritto a questa scuola quattro settimane fa, e il primo giorno sono stato picchiato da uno più grande di me, sono dovuto andare in ospedale, ora finalmente sono potuto tornare a scuola, anche se ho una gamba rotta…scusa, ti sto annoiando.”
Maya si accorse solo in quel momento delle stampelle e del gesso alla gamba destra.
“No, non mi annoi. Ecco, io sono, beh, sì, io sono…ehm…la sorella…la sorella di quello che ti ha picchiato.”
Disse l’ultima parte della frase in un soffio.
Istintivamente, Zayn fece un passo indietro.
“Oh, non preoccuparti, io non sono come mio fratello, insomma, lui è un animale, una belva, non capisco come abbia potuto fare una cosa del genere…”
“Già. Non lo capisco neanche io.”
Sospirò.
“Scusa, ma ora devo tornare in classe. Ero uscito un attimo per andare in bagno, ma credo che ormai sia passato già troppo tempo.”
Maya restò a guardarlo allontanarsi verso un’aula.
Poi sentì la mano del bidello poggiarsi sulla sua spalla.
“Allora, queste finestre?”
  
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