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Autore: Sinead1370Kimaira    03/01/2013    2 recensioni
Ci sono tanti modi per vivere la vita da Vampiro.
Ci sono tanti vampiri che hanno deciso di vivere in pace con gli umani, altri che hanno deciso di ucciderli per divertimento. Ci sono Vampiri che sono liberi e altri che per l'ebrezza della vendetta hanno deciso di inchinarsi davanti ad un Signore. Ci sono Vampiri che riconosco ancora la loro famiglia e altri che ucciderebbero un loro fratello per puro capriccio.
E poi c'è Lui. Qualcosa di esattamente a metà. Un Vampiro che vive ai piedi del suo Signore, ma mantiene la sua dignita. Un Vampiro che ha giurato odio ai suoi fratelli eppure non li ha ancora uccisi.
Ma prima o poi dovrà prendere una decisione e solo in quel momento capirà chi è veramente.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Damon Salvatore, Klaus, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve Mondo!!
Allora siete sopravvissuti ai Maya... ma tanto per rovinarvi la vita torno io!
Lo so che durante queste vacanze avrei potuto pubblicare di più.....
Però i miei mi hanno trascinato in montagna per stare a contatto con la Natura.....
Lasciamo perdere và!
 Ringrazio: Contessa Barthory ( questo capitolo ha visto la luce grazie a lei!)
Lucy Stoker grazie mille per le recensioni!!!!!
Bene non vi scoccio più! Ciaoooo!!!!


Oh Maledetto passato.... perchè continui ad importunarmi nel presente?



Klaus si mise sulla poltrona di pelle nera accanto all’imponente camino di marmo bianco per poter rimirare quel corpo perfetto che dormiva tra le lenzuola di seta nera sgualcite,
le quali mostravano i chiari segni di una serata movimentata.
Lentamente accavallò le gambe, mentre continuava a sorseggiare del liquore ambrato da un bicchiere di vetro finemente decorato.
Zach, intanto, si godeva le ultime ore di sonno e cercava ristoro nelle calde coperte per le membra ancora dolenti.
Klaus fece scorrere lo sguardo sulle gambe lunghe e toniche che si aggrovigliavano tra le lenzuola, le spalle abbastanza larghe e la dolce linea ricurva della spina dorsale che andava a finire coperta dal lenzuolo.
Osservò i tratti del viso, distesi e rilassati, mentre i capelli di tanto in tanto scivolavano sugli occhi chiusi e labbra rosse, che si dischiudevano emettendo rochi sospiri.
Si sbottonò un po’ il colletto della camicia, colto da un’improvvisa vampata di calore e si alzò, mettendosi sedere sul letto e fissando ipnotizzato l’addome piatto del ragazzo abbassarsi e alzarsi ritmicamente mentre prese a sfiorargli delicatamente il viso, fino a quando, infastidito dal solletico, Zach non aprì un po’ gli occhi.
Il più anziano continuò ad accarezzarlo sussurrandogli un “ Ben svegliato Zach”, l’altro si tirò a sedere e si passò una mano fra i capelli, stropicciandosi in seguito gli occhi.
Con la voce ancora impastata dal sonno disse leggermente sarcastico: “Scusa Nik…. Mi spieghi per quale motivo tutte le volte che dico: “Vado in camera mia” Tu mi segui?”
L’altro gli versò del liquore e, mentre glielo porgeva, si avvicinò sussurrandogli con fiato caldo all’orecchio: “ Non mi sembra che ti dispiaccia la mia presenza in camera tua…”
Zach, capendo l’antifona, gli sfilò il bicchiere dalle mani e portandolo alle labbra continuò a stuzzicarlo: “ Ammettilo caro Nik….sei tu a non poter fare a meno di me…”
E con ciò cercò di alzarsi dal letto, ma l’altro lo spinse bruscamente fra le lenzuola e affondò i canini nella sua gola.
Un gemito di puro dolore sfuggì dalle labbra del giovane che cercò di attutire la sensazione di fastidio stringendo le coperte fra le dita.
Staccò la mano sinistra dal tessuto in seta e la passò tra i capelli ricci di Klaus mentre prese a tirarglieli leggermente, per tutta risposta l’altro afferrò i capelli del ragazzo e li strinse forte fra le dita esperte.
Era una sorta di alchimia che li teneva legati, Klaus aveva trovato in quel ragazzino la sua fonte di divertimento più grande e Zach riconosceva nell’Originale una sorta di prosciugatore di vene abituale. Quando Klaus decise di staccarsi, aveva un filo di sangue che gli solcava le labbra e scendeva quasi fino al mento.
Allora Zach, facendo appello alle poche forze che aveva il corpo, si alzò sui gomiti e lentamente fece scorrere la lingua umida e calda sulla traccia di sangue, disegnando la perfetta linea del mento e delle sottili labbra di Klaus.
Deliziato da questo gesto, l’Originale gli porse una mano e le fece sedere sul letto, tornando alla sua postazione sulla poltrona.
Zach, massaggiandosi il collo ferito disse: “Allora Nik… programmi per stasera?”
L’altro si sporse leggermente in avanti e disse con voce melliflua: “Nonostante preferisca rimanere qui a casa a giocare con te… dobbiamo andare in uno di quegli squallidi bar per soli Vampiri, quindi vestiti… oppure puoi venirci anche così.”
E con l’indice indicò i Boxer neri attillati che indossava il ragazzo.
L’altro scosse la testa e si avviò verso il bagno per darsi una bella sciacquata con acqua bollente e tanto sapone, mentre Klaus sorridendo scese al piano di sotto.
Zach entrò nell’immenso bagno rivestito di marmo nero e iniziò a far fluire l’acqua nella vasca.
Si sfilò i Boxer e li lanciò sul pavimento mentre immergeva l’alluce nell’acqua.
La vasca era enorme, aveva la forma di una rosa ed era anch’essa di marmo interamente nero.
Dopo essersi lasciato scivolare nel tepore e nel profumo del bagnoschiuma e dell’acqua calda, socchiuse gli occhi.
Passarono svariati minuti prima che si risvegliasse dal torpore e afferrando una bottiglietta di shampoo ne versò una generosa quantità sulla mano, passandosela poi fra i capelli.
Si diede un’ultima sciacquata e si vestì con calma, scegliendo una camicia nera e un paio di pantaloni stretti di jeans, anch’essi neri.
Dopo essersi passato il gel fra i capelli scese al piano inferiore e lì trovò Klaus che aveva indossato un pantalone di jeans e una t-shirt attillata.
Registrò con piacere lo sguardo di apprezzamento di Klaus e lo precedette nel garage, fermandosi di fronte alle macchine parcheggiate una di fianco all’altra.
Klaus lo raggiunse e gli disse: “ Allora? Con quale vuoi andare?”
Zach si portò un dito alle labbra imitando alla perfezione un atteggiamento infantile che fece sorride l’Originale.
Dopo pochi minuti annunciò trionfale, portando il dito indice di fronte a lui: “ Quella lì!”
E si avvicinò all’auto.
Klaus prese e chiavi e salì al posto di guida, mentre Zach gli saliva di fianco.
Il castano lo guardò e gli disse: “ I bambini dovrebbero sedere dietro sul sediolino”
e il moro sporgendosi verso di lui rispose malizioso: “ Ma se io mi siedo dietro tu non ti puoi distrarre per guardarmi!”
L’altro rise e mise in moto, facendo rombare il motore.
Percorsero la strada a grande velocità con il volume della radio al massimo mentre Zach cantava una di quelle canzoni pop che passano sempre per le varie stazioni radio.
Klaus si limitava a pensare alla sorpresa che l’avrebbe atteso al bar senza accorgersi del ragazzo che cantava un ritornello perfettamente adatto a lui.
Era una cosa tipo : “ Oh my Love I know you are my Candy Man! Oh my Love your word is my command! *
Una volta arrivati nei pressi del bosco lasciarono la macchina in un parcheggio e si diressero dentro la struttura che si ergeva di fronte a loro.
Un blocco di cemento senza insegne luminose e con qualche finestra che era stata sbarrata.
Entrarono dall’ingresso principale e come da copione tutti gli sguardi dei vampiri presenti si fermarono su Zach che, consapevole di essere al centro dei loro pensieri, si era sbottonato i primi due bottoni della camicia mettendo in risalto il collo bianco e liberando così ancora di più l’aroma dolce del suo sangue.
Klaus si diresse verso il bancone e il cameriere, un ragazzino biondiccio e magrolino, corse a chiamare il proprietario.
Quest’ultimo era un Vampiro grassoccio, bruno e con un enorme paio di baffi.
Tra le dita nodose teneva un sigaro “E.M.K.L.” importato direttamente dalla Dimensione Oscura, mentre teneva in un sacchettino dei “Gerigli di noce”, piccoli confettini dorati di forma triangolare ripieni di cioccolato e nocciole, anche questi d’importazione.
L’uomo li fece accomodare in una saletta a parte e si congedò mentre entravano dei camerieri con dell’ottimo vino.
Con loro entrarono anche delle guardie vestite di nero che si andarono ad addossare al muro.
Klaus si sedette e Zach lo seguì accomodandosi con grazia sulle sue ginocchia, a cavalcioni.
Gli gettò le braccia al collo e disse: “Chi stiamo aspettando?”.
L’altro gli passò una mano sui fianchi e disse: “E’ una sorpresa….”
 

 
Una macchina nera stava percorrendo la strada che costeggiava il bosco con estrema velocità, cercando con attenzione la traversa che portava al luogo dell’incontro.
Un evento raro era quello di vedere i due Salvatore muoversi senza Elena Gilbert con loro.
Infatti Damon e Stefan erano riusciti a defilarsi da casa della ragazza e si apprestavano a incontrare Klaus nel luogo da lui deciso.
Lo stereo era spento e i due non parlavano tra di loro, permettendo solo al rumore prodotto dalle ruote sull’asfalto di riempire l’abitacolo.
Il maggiore dei Salvatore svoltò appena in tempo quando si accorse di essere in prossimità dell’edificio, facendo così sfoggio delle sue abilità doti di guidatore spericolato permettendo a Stefan di fare un semi-tuffo nel vetro del suo finestrino.
Parcheggiando riconobbe l’auto di Klaus e fu tentato dal darle una botta forte per romperla in mille pezzi, ma si trattenne temendo di rovinare anche il suoi splendido gioiellino.
Estrasse le chiavi dal quadro e in perfetta sincronia col fratello scese dall’auto, chiedendosi lo sportello alle spalle.
Entrando nel bar notò tutti quei vampiri che li fissavano con aria di sfida mentre tiravano dei dadi o fumavano una sigaretta, logicamente bevendo litri e litri di alcolici per conciliare il tutto.
Avvicinandosi al bancone chiese al barista: “ Stiamo cercando Klaus”
Il ragazzo, visibilmente seccato lasciò il bicchiere e disse: “ Aspetta… Rox!”
Un uomo sulla trentina con dei possenti muscoli e un paio di occhiali da sole si avvicinò, posizionandosi accanto a Stefan.
Tra i due c’era una differenza pazzesca che divertì non poco il barista che gli disse: “ Accompagna i signori dal nostro ospite…”
L’altro annuì e i due senza perdere tempo lo seguirono.
Furono scortati fino ad una saletta dal chiaro odore di sangue umano che sembrava gridare da tutte le direzioni, i candelabri appesi alle pareti emanavano una luce abbastanza forte che illuminava i muri rossi- porpora.
Scostando una tenda di velluto pesante trovarono Klaus seduto su una sedia rivestita di stoffa rossa.
Non fu tutto questo a impressionare i due fratelli, conoscevano alla perfezione le manie di Klaus e tutto rispecchiava la sua personalità.
Notarono che Klaus stava mordendo un ragazzino che gli sedeva in braccio.
Istintivamente Damon fece leggermente tintinnare le monetine che aveva in tasca e distrattamente le rigirò nel fodero di tessuto.


Quel sottile rumore metallico trafisse le orecchie di Zach come un pugnale intriso di verbena, il ragazzo si tirò via dal morso di Klaus lasciando che la carne del suo collo venisse in alcuni punti strappata via dai denti e gli mise le mani sulle spalle gridando irritato: “ Tu lo sapevi? Rispondimi! Sapevi che sarebbero venuti?”
Damon e Stefan si guardarono confusi, chiedendosi con quale azzardo quel ragazzino si stesse rivolgendo a Klaus e soprattutto di chi stesse parlando.
Zach scese dalle ginocchia del più anziano e continuò a sbraitargli contro.
La situazione gli stava sfuggendo di mano, Klaus lo riconosceva.
Quel moccioso ora gli stava dando sui nervi, stava mettendo in dubbio la sua autorità.
Scattò dalla sedia e ignorando i due fratelli gli rispose: “ Non eri tu, mio caro, a dire che volevi ucciderli?”

SBAM

Un sonoro schiaffo cadde pesante sulla guancia di Klaus che ora guardava Zach con occhi iracondi e stravolti.
Non era l’unico a essere meravigliato. Infatti, se prima Damon aveva avuto solo un leggero presentimento, ora era completamente certo.
Con un leggero ghigno sulle labbra disse: “Zach…”
E poi aggiunse subito in mente: “ Che diamine ci fa con Klaus?”
Il ragazzo sentendosi chiamare si voltò e piantò i suoi occhi grigi-blu in quelli di Damon.
Centoquarantacinque anni.
Erano passati tantissimi maledetti anni da quando aveva visto per l’ultima volta i suoi fratelli, eppure sarebbe stato capace di riconoscerli fra mille persone.
Vedendoseli di nuovo di fronte si dimenticò di tutti i suoi progetti di vendetta e ignorò Klaus che si teneva ancora una mano sulla guancia colpita.
Si avvicinò leggermente, incapace di compiere anche un solo passo come se stesse camminando nel deserto durante una tempesta.
Rimasero a guardarsi per svariati minuti fin quando Damon disse: “ Ciao Fratellino…”.
Fratellino?
O Dio…erano secoli che non si sentiva chiamare così e aveva dimenticato il dolce suono di quella parola.
Un semplice vocabolo gli aveva fatto dimenticare Klaus e lo aveva fatto precipitare indietro nel tempo, mentre la voragine dei ricordi lo assaliva.
Era una situazione alquanto surreale.
E Klaus odiava tutto questo.
Con rabbia si avvicinò a Zach e gli ordinò con voce acida di lasciarli soli.
Il ragazzino si girò e gli sputò velenoso addosso: “ Io non me ne vado! Tu sei solo un bastardo! Mi dovevi avvisare!”
E iniziò quasi a pestare i piedi per terra mentre sembrava preso da una crisi isterica.
L’Originale digrignò i denti fin quando il telefonino di Stefan non si illuminò e il vampiro disse al fratello: “ Dobbiamo andare. Elena vuole vederci
Sentendo quel nome Zach ebbe un tuffo al cuore.
Elena….un’altra ancora
La storia si stava ripetendo di nuovo!
Si lamentò quasi come un bambino mentre Klaus puntò l’indice contro i fratelli e disse: “ Ci sentiremo presto!”
Con sguardo torvo si allontanò dal bar, seguito da Zach.

Durante il viaggio l’abitacolo sembrava infestato dai mostri.
Un’atmosfera nera e cupa alimentata dalle occhiatacce di Klaus e dalle urla di rimprovero di Zach sembrava volerli inghiottire.
Esattamente come stava facendo la foresta fitta di pini e querce, che anticipava l’ingresso al cortile della villa.
L’auto sbalzava da un lato all’altro a causa della strada e le ruote stridevano a contatto con i sassi.
Klaus fermò il veicolo proprio dinanzi al portone e scese dalla macchina, portandosi dal lato di Zach.
Tirò la maniglia quasi a voler sradicare lo sportello dalla carrozzeria e afferrò il ragazzo per un braccio.
Le dita d’acciaio di Klaus premevano contro la carne e stropicciavano la camicia di seta e la presa salda faceva malissimo.
Zach sentì l’osso scricchiolare pericolosamente e sorpreso e irritato disse cercando di ignorare il dolore: “ Ehi! Che modi sono!”
Senza rispondergli Klaus aprì la porta e lo spinse dentro facendolo barcollare pericolosamente.
Se ci fu una cosa che in tutta quella scena terrorizzò di più Zach furono gli occhi di Klaus che lo fissavano irati.
Con voce carica d’odio come se avesse intenzione di torturarlo per tutta la notte l’uomo disse: “ Ti insegno io a comportarti in quel modo”  







Allora??? Prima di Tutto il ritornello è degli AQUA "CANDYMAN"
Fatemi sapere!!!
  
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