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Autore: Rosmary    04/01/2013    12 recensioni
Fred Weasley è al suo settimo anno e per ottenere il MAGO in Babbanologia ha bisogno dell'aiuto di qualcuno che conosce i babbani molto bene!
«Cosa vuoi, Fred? Che favore ti serve?»
«Delle ripetizioni di Babbanologia.»
«Stai scherzando?»
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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I personaggi di questa storia sono proprietà di J.K Rowling;
la storia è scritta senza alcuno scopo di lucro.

È una giornata soleggiata, ma tu come consuetudine non hai tempo di goderne. Sei all’interno del Castello, marciando sgraziata lungo i corridoi, diretta alla lezione di Aritmanzia. La pesante tracolla penzola sulla spalla sinistra e i capelli sono legati in una crocchia tanto arrangiata da far storcere il naso persino alla Cooman.

«Hermione!» ti chiama qualcuno.

Sei costretta ad arrestare l’incedere da soldatessa e a voltarti verso l’inconveniente. Sai d’avere uno sguardo poco cordiale, dunque non ti stupisci quando George o Fred Weasley inarca le sopracciglia perplesso.

«Cosa vuoi?» sbotti.

Vedi il tuo interlocutore mutare espressione: da perplesso a vagamente divertito.

«Una tisana ben fatta risolverebbe tanti problemi, sai?»

«Molto spiritoso,» t’interrompi, dubbiosa, «chiunque tu sia.»

«Fred, ovviamente,» dice, per poi affiancarti e circondarti le spalle col braccio – riesci solo a rivolgergli uno sguardo interrogativo. «Dove vai di bello?»

«Ascolta, Fred, ho lezione tra dieci minuti, sono in ritardo e ho ancora tre temi, cinque traduzioni e quattro esercizi da fare per domani,» elenchi nervosa, sgusciando via dalla sua morsa. «Quindi, se non devi dirmi che il Ministero è crollato o che Tu-Sai-Chi è morto o che la Umbridge è affogata in un budino...» prosegui, senza nascondere un sorriso soddisfatto all’ultima ipotesi, «...lasciami stare.»

«Ribadisco l’importanza di una tisana,» replica lui, e lo fa con quel solito tono scherzoso che a te, in tutta onestà, inizia a dare i nervi. «Ascolta tu,» riprende poi, affiancandoti non appena ricominci a camminare. «Per quanto mi affascini l’idea della Umbridge affogata in un budino,» dice ghignando, «sono qui per chiederti umilmente un favore.»

T’accigli, per nulla convita: sai che sta tramando qualcosa.

«Non coprirò te e George con la McGranitt, non ti farò vendere roba strana a degli undicenni e no, Fred, non sarò complice di nessun atto illegale,» ribatti svelta, ma quando ti volti verso di lui in cerca di un assenso sei costretta a notare che, per gli Gnomi grassi e puzzolenti da giardino, sta sbadigliando.

«Posso parlare ora?»

«No, ho lezione.»

Così dicendo, senza scrupolo alcuno, gli dai le spalle ed entri nell’aula di Aritmanzia.

*


«Hermione! Luce dei miei occhi! Unica donna del mio cuore! Sole che illum…»

«Dacci un taglio, Fred!»

«Wow, mi hai persino riconosciuto!» esclama ghignando e sedendosi accanto a te.

«George non ha passato la sua giornata a perseguitarmi,» spieghi con semplicità, mettendo via le tue cose – finalmente puoi congedarti dalla Sala Comune e da questo divano che, strano ma vero, inizia a sembrarti scomodissimo.

«Ora non hai lezione e hai finito i compiti,» riprende Fred con apparente noncuranza. «Quindi hai tempo per me.»

Sbuffi, guardandoti intorno, ma sfortunatamente né Harry né Ron sono nei paragi.

«Cosa vuoi, Fred? Che favore ti serve?»

«Delle ripetizioni di Babbanologia.»

Credi di non aver capito, così ti volti verso di lui per osservarlo bene in volto: ti sembra serio.

«Stai scherzando?» indaghi allora.

«Per niente,» risponde, scuotendo anche il capo. «Ѐ una cosa importante, se va bene questo compito non devo studiare neanche per i MAGO.»

«Tu frequenti Babbanologia?» incalzi, seguitando a ignorare la sua richiesta – sei troppo stranita. «Perché?»

«Ma quante domande,» esclama fintamente annoiato. «È una materia poco impegnativa e mi serve a far numero per mamma, ti basta come spiegazione?» chiede retorico. «Sei babbana di nascita, non ti costa nulla dirmi due o tre sciocchezze da scrivere nel compito.»

«D’accordo,» concedi dopo qualche istante di riflessione. «Domani, dopo pranzo, ho due ore libere, possiamo vederci in biblioteca.»

«Neanche morto,» mormora, guardandosi intorno furtivo. «E abbassa la voce, ho una reputazione! Nessuno deve sapere che mi dai ripetizioni, ci vediamo alla Stanza delle Necessità, mezz’ora basterà.»

Lo vedi ammiccarti impudente e, richiamato da Lee, lasciarti sola con una stramba consapevolezza: domani hai un quasi-appuntamento con Fred Weasley. Ora, rifletti, gli asini possono anche volare.

*


«Ehi!» esclama Fred, raggiungendoti all’esterno della Stanza.

«Sei in ritardo,» puntualizzi.

«Cinque minuti non è ritardo,» ribatte sicuro.

Senza dirti altro, ti precede all’interno del misterioso luogo, tramutato per l’occasione in un’aula di piccole dimensioni, con un tavolo e due sedie.

«Essenziale,» commenti, e lo vedi sorridere mentre prende posto.

«Allora, Hermione, cosa c’è da sapere sui babbani?»

Inarchi un sopracciglio e pur senza volerlo ti soffermi sull’intera figura di Fred, riflettendo che con Ron condivide sia somiglianze che differenze – e non sai perché lo pensi, a volte pensi cose stupide e decisamente fuori luogo.

«Il compito cosa chiede?» domandi sedendoti.

«Di parlare di un aggeggio babbano, uno qualsiasi, e spiegarne il funzionamento,» risponde spiccio.

«Non pensavo fossero così generici i compiti di Babbanologia, almeno non lo erano quando la frequentavo.»

«Cosa vuoi che ti dica, forse quest’anno la Tizia non ha voglia di lavorare.»

«La Tizia è una professoressa, Fred.»

«Come sei pignola,» scherza, e tu reprimi un sorrisetto divertito.

«Che tipo che sei,» ti lasci sfuggire, cogliendo uno strano interesse affacciarsi sul volto di Fred.

«Un tipo meraviglioso, immagino!»

«No, un tipo singolare.»

«Lo prendo come un complimento,» ribatte con un sorriso. «Allora, di quale aggeggio parlo?»

Svelta, ti riappropri della tua espressione seria e da piccola maestra: la lezione ha inizio.

«Il telefono, direi. È un classico: non troppo complesso da perderci la testa, ma neanche troppo semplice da risultare banale.»

«Perfetto! Sono pronto.»

Annuite entrambi e tu, a tuo agio, inizi la tua bella spiegazione. Fred – ti sembra assurdo – ti ascolta sul serio e tu parli, spieghi, ti soffermi su quei dettagli che ti sembrano importanti e ridi assieme a lui quando, a intervalli quasi regolari, ti interrompe con delle battute sul mondo dei telefoni. Non te ne accorgi, forse non se ne accorge neanche lui, ma il tempo passa rapidamente e un’occhiata al piccolo orologio da polso ti fa impallidire.

«Merlino! Ho lezione...»

«Quando?»

«Ora,» gracchi, guardando Fred atterrita.

Lui, più risoluto di te, non si preoccupa di risponderti, ma si alza in piedi e costringe te a fare altrettanto. Non appena sbucate fuori dalla Stanza delle Necessità, ti afferra il polso incitandoti a correre.

«Fred, la strada non è questa,» protesti.

«Fidati.»

Non sai perché lo fai, ma ti fidi e dopo soli tre minuti, sbucando fuori da un corridoio che ignoravi esistesse, ti ritrovi a pochi passi dall’aula di Incantesimi, dove già sostano tanti altri studenti del tuo anno.

«Hermione,» chiama Harry, raggiungendoti asseieme a Ron. «Ci stavamo preoccupando.»

«Oh, no, ero con…» ma ti interrompi perplessa, perché ti è sufficiente voltarti per notare che Fred non è più accanto a te, già sparito chissà dove.

*


«Prendi questo!»

«No!» urli, buttandoti a terra.

«Reagisci, Prefetto, o ti straccerò!»

«Stracciarmi?! Ma come parli, Weasley?» provochi, riemergendo dal pavimento e scagliando contro Fred un palloncino ripieno di vernice gialla – peccato che lui riesca a evitare l’impatto.

«Devi impegnarti un po’ di più!» ti schernisce, correndo verso di te e lanciando a sua volta un palloncino. «Hai i riflessi pronti,» concede allegro quando riesci a schivarlo.

«Cosa credevi?» scherzi a tua volta, sorridente e sporca di schizzi di vernice gialla come Fred.

La povera Stanza delle Necessità, tramutata per la quarta volta in un’aula di misere dimensioni, è sporca di vernice più di voi due e continua a far apparire dal nulla palloncini.

«Sai cosa faccio, ora?» chiede. «Ti prendo!» aggiunge senza darti tempo di rispondere.

E prima che tu possa registrare le sue intenzioni, si è già fiondato su di te. Non sai come né perché, ma in una manciata di istanti ti ritrovi distesa a terra e lui, noti arrossendo, è sopra di te, impegnato a bloccarti i polsi con le mani e a ghignare malandrino – c’è quasi malizia nel suo sguardo.

«Fred,» chiami, tentando di non sembrare troppo imbarazzata. «Spostati.»

Ma Fred non ti risponde e ti guarda con quell’aria furba e sfacciata che, dannazione, un po’ ti è sempre piaciuta. I tuoi occhi scuri non riescono a evitare di osservare ogni dettaglio del suo viso, cogliendone tutte le imperfezioni – una più giusta dell’altra su di lui, per tua sfortuna. Deglutisci, perché è assurdo che una parte di te trovi davvero bello Fred, che osi addirittura suggerirti quanto sia piacevole essergli così vicina – cosa ti succede? Forse sei sul punto di impazzire.

«Sai cosa sto pensando?» riprende dopo qualche istante – e noti che anche lui ti osserva con attenzione. «Che i capelli biondi ti donerebbero tanto!»

Aggrotti la fronte, non capisci cosa voglia dire. Che sia un complimento? Peccato che, non appena sfiori questo pensiero, un palloncino si spiaccichi sulla tua testa, mentre Fred sghignazzante si scosta da te.

«Mi hai sporcata tutta!»

«Dovevo farlo! Comunque stai bene sul serio!»

Lui ride come un matto e tu decidi in fretta che hai voglia di lasciarti contagiare dall’ilarità, così infili le mani nei capelli, le sporchi di vernice gialla e ti avventi su Fred, macchiandogli tutta la divisa.

«Ben ti sta!» esulti. «E ora torniamo a ripassare il telefono.»

*


«Ciao, Hermione!»

«Angelina,» saluti in risposta.

Il sorriso donatoti dal pomeriggio trascorso in compagnia di Fred e dei palloncini ancora ti colora il volto, senti di essere di ottimo umore.

«Hai visto Ron?»

«A cena,» rispondi, cogliendo poi l’espressione rassegnata del Capitano di Quidditch. «Perché?»

«Volevo solo assicurarmi che stesse bene.»

«Problemi con il Quidditch?» tenti.

«Già,» sospira, facendoti posto sul divanetto quando ti avvicini a lei. «La squadra è un vero disastro, ma dobbiamo restare uniti.»

«Certo,» concordi a disagio – credi non capirai mai l’importanza di quelle partite. «Ma dovresti concentrarti sugli esami, Angelina.»

«Gli esami,» ripete con un sorriso mesto. «Mi basta passarli, anche se quest’anno è tosta davvero,» aggiunge. «Ci si è messa anche Babbanologia a complicarmi la vita.»

«Babbanologia?» sbotti sorridendo «Ma se è una sciocchezza!»

«Una sciocchezza?» ribatte allibita. «Sei informata male, Hermione.»

«Non credo, Fred ha detto…»

«Fred?» t’interrompe. «Fred Weasley?» ripete, e tu annuisci. «L’idiota! Ma cosa vorrà mai saperne se neanche la frequenta.»

«Cosa? Fred non frequenta Babbanologia?»

Angelina scuote il capo e ride anche divertita di quella che forse etichetta come tua ingenuità.

«Lui e George frequentano l’essenziale, non frequenterebbero mai Babbanologia,» spiega spiccia.

Quando si congeda per raggiungere Alicia, non riesci a fare altro che fissare assorta le fiamme del caminetto, mentre un solo pensiero si ripete a oltranza nella tua testa: lui ti ha mentito.

*


«Hermione, ehi, fermati.»

«Non ho tempo, Fred.»

Rispondi senza degnarlo di uno sguardo, ma non ne hai bisogno: qualcosa ti dice che è Fred e non George a rincorrerti in questo corridoio.

«Perché mi hai dato buca? Ti aspettavo nella Stanza, devo ancora perfezionare dei dettagli.»

Lui insiste e tu, a sorpresa, smetti di camminare e ti volti a guardarlo.

«Già,» esordisci aspra. «Perché tu frequenti Babbanologia, vero?»

La noti subito, la perplessità che lo assale, lo hai proprio colto alla sprovvista.

«Cos’hai saputo?»

«Che non hai mai messo piede nell’aula di Babbanologia,» sputi nervosa, stringendo il libro di Rune al petto. «Mi spieghi perché mi hai presa in giro?»

Lo vedi passarsi una mano fra i capelli, scocciato, e poi osservarti con le sopracciglia inarcate.

«Non ci arrivi proprio?»

«A cosa? A quanto tempo abbia sprecato? Oppure a quanto sia stato divertente per te prender…»

Ti zittisci, il libro casca a terra in un tonfo. Strabuzzi gli occhi, mentre un timido rossore ti colora il viso e, forse, anche le orecchie e le mani e i piedi e tutto il resto. Le labbra di Fred indugiano sulle tue, le sue mani ti cingono la vita e, con un po’ d’insistenza, Fred riesce persino a ottenere una reazione da te, che cali le palpebre, incerta percorri le sue braccia con le mani e ricambi il bacio inatteso.

«Pensi ancora che sia stato tempo sprecato?»

Lo sussurra con sarcasmo e malizia, con le sue labbra a fare ancora ombra sulle tue. Allora lo osservi, e siccome in casi come questi ti mancano sempre le parole opti per il metodo Weasley e agisci, baciandolo a tua volta.
Siete nel bel mezzo del corridoio e sei veramente in ritardo per la lezione di Rune, ma questa volta non ti importa neanche un po’.




 


La storia ha partecipato come edita al Flash Contest: Make me Smile indetto da dea_93, classificandosi seconda (la valutazione è tra le recensioni).
   
 
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