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Autore: agnem    04/01/2013    1 recensioni
… come penso sia andata per lui, com’è andata per lei.
Non tutto capita per rendere la vita peggiore, a volte il caso è dalla nostra parte, solo che apparentemente ci sembra avverso.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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‘The first time ever I saw your face I thought the sun rose in your eyes’

 
Finalmente un pomeriggio con le amiche. Non c’era migliore compagnia in assoluto di Amber e Carol per potersi godere una chiacchierata e quattro passi, dato il loro spiccato senso dell’umorismo e la loro irrefrenabile voglia di raccontare ogni minimo avvenimento importante. Valerie era molto legata a loro perché erano state le uniche ad aver creduto in lei e non averla mai abbandonata.  Carol, in particolare, era stata la prima amica in assoluto ad Irving, dopo che si era trasferita dalla periferia. Lei era dolce, calma e protettiva, al contrario di Amber, molto più casinista e incline all’ironia; insieme, però, le due ragazze si completavano. Era sabato pomeriggio, un caldo sabato pomeriggio, niente e nessuno avrebbero potuto rovinare una giornata così perfetta. I giardinetti vicino casa di Valerie erano il posto perfetto per un gruppetto di diciottenni che non riuscivano a stare zitte: avevano, tutte e tre assieme, il potere di sviare tre discorsi tutti in una volta e concluderli tutti e tre nel giro di poco. Cosa per un uomo completamente infattibile.
 
Ormai Rick era quasi giunto a destinazione. Non voleva perdersi, così uscendo dall’autostrada rallentò e contemporaneamente accese il GPS. 10 km più avanti la strada statale si interrompeva lasciando il posto all’entrata di Irving ovest. Guardandosi attorno Rick cominciò a maledire quella mente che aveva voluto spedirlo lì: nessun grattacielo, nessun centro commerciale, nessuna catena di negozi, niente. Tutto ciò che vedeva erano negozi situati in palazzi vecchi, edifici in costruzione, piccole villette, un cinema chiuso e una rotonda che imponeva la svolta a destra dove si trovava, oltre ad un gran numero di case, anche la stazione dello sceriffo. Alcuni metri dopo si ritrovò davanti l’edificio che ospitava il comando, così accostò e scese, portandosi dietro la lettera di presentazione che l’ufficio Legale di Dallas aveva preparato.

Sembrava un pomeriggio come tanti altri, quando arrivò una chiamata di Vin:
-Valerie, potresti raggiungermi in ufficio? Ho qualche problema con il computer, speravo che tu riuscissi a risolverlo.
-Certo! Non temere, il miglior tecnico informatico di tutta Irving sta arrivando. Sarò lì tra poco, togli le mani da quel computer.
Chiuse la chiamata ridendo, le altre due però non sentivano, troppo impegnate in una discussione su un certo Jake McFly.
-Ragazze, devo andare. Ci vediamo presto!
Ma loro non si scomposero, erano troppo prese da Jake McFly…
L’ufficio dello sceriffo era a 500  metri da casa di Valerie, circa cinque minuti a piedi. Raggiungendo l’entrata principale, notò una macchina parcheggiata con il bagagliaio aperto e un sacco di valigie sul marciapiede.
‘Un altro che ha confuso il comando per un albergo.’

Entrando nell’ufficio del padre, trovò anche un’altra persona con lui, un altro ragazzo. Vin stava firmando dei moduli, e appena la vide smise di scrivere e si alzò in piedi:
-Vieni, vieni pure..Questo è Richard, sarà il nuovo vice sceriffo. Richard, lei è mia figlia Valerie.
-Piacere, Richard…Beh, Rick.
Esordì stringendole la mano. Era..era stupenda. Non riusciva a non staccarle gli occhi di dosso. Sentì di colpo le farfalle nello stomaco, la bocca secca, le ginocchia andare per conto loro. L’unica volta che aveva provato quelle emozioni era stato quando aveva conosciuto Beth. ‘Beth..un gran bel casino.’Chissà cosa faceva, chissà se lo pensava almeno un po’… Doveva smettere di pensare a Beth e concentrarsi su quella bellezza che gli risplendeva davanti agli occhi. Quegli occhi verdi che il Sole riflessiva di marrone, quei capelli nero corvino, quelle labbra carnose, naturalmente rosse, così perfette. Il suo sorriso timido… Non riusciva più a spiccicare parola. I suoi pensieri gli vorticavano talmente veloci in testa che non riuscì a capire il suo nome. Violet? Veronica? Beh, poco importava. Era perfetta.
-Valerie…
Una gran bella novità. Le cominciarono a tremare le mani, si sentiva terribilmente fuori posto e il suo sorriso incantato ne dava la conferma.
Cosa le stava capitando? Lei, la musona, sentimentalista, lunatica, sognatrice e realista Valerie era stata  folgorata dalla new entry di Dallas? Confusione, nient’altro che confusione.  La parte razionale del suo cervello le diceva che non era possibile il ‘colpo di fulmine’, mentre la parte sentimentale e creativa vagava per altri lidi a bordo di una nuvola rosa. Urgeva una riunione con Amber, e un lavaggio di cervello, se ce ne fosse stato bisogno. Rick era così…così indescrivibile. Occhi color cioccolato, capelli castano chiaro, alto, molto alto. Non sembrava il solito cittadino snob e distaccato, al contrario era gentile, sorridente e…
‘Ah, Valerie, riconnettiti! Uno così non avrà mai niente a che fare con te! Smetti di farti certi viaggi!’
Serviva Amber, e urgentemente.
Seguendo Vin che gli mostrava il suo alloggio, continuava a pensare a Valerie, a come il padre l’aveva strappato via da lei, ma soprattutto continuava ad apparirgli davanti agli occhi il volto della ragazza che gli sorrideva: non riusciva a non trovare alcuna imperfezione, nessun difetto. Era come se averla incontrata fosse il premio per essere arrivato fin lì, come se l’averla vista avesse magicamente curato le sue ferite e risollevato il suo umore.
-Senta Richard,
-Mi chiami Rick, perfavore..
-Ma certo e, anzi, diamoci del tu.
-Mh mh…
-Ti andrebbe di venire a cena a casa mia? Hai fatto un lungo viaggio, non mi sembra il caso lasciarti solo la prima sera...
-Si, se non sono di disturbo…
Ma la sua risposta sarebbe dovuta essere ‘Si, per favore. Devo rivedere la tua splendida figlia.’

  
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