Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: __aris__    04/01/2013    4 recensioni
Una sera Masumi Hayami, al termine di una lunga giornata di lavoro, decide di fare una passeggiata per la città. Mentre si trova nel paro vede Maya che medita sotto un albero. Dopo pochi istanti la ragazza sviene e Masumi decide di portarla a casa sua... -- questa è la mia prima fanfiction, spero che possa interessare a qualcuno e che venga recensita. buona lettura.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Masumi tornò nella stanza dove era stata sistemata Maya; vide che sul comodino accanto al letto il medico aveva lasciato un flaconcino con alcune pillole ed un bigliettino: queste pillole fanno  scendere la febbre e facilitano il sonno. Somministrarne due solo se la febbre dovesse salire.
Davvero un dottore scrupoloso!” sussurrò per non turbare il riposo della ragazza.
La cameriera entrò recando con sé una coperta in lana, due cuscini, un termos contenente acqua gelida ed alcune pezze di lino. Posò il termos e le pezze sul comodino per poi sistemare i cuscini e la coperta sull’ottomana posizionata sulla parete della porta. “Serve altro signore?” “Per ora no. Ma se servisse suonerò subito!” rispose l’uomo indicando un piccolo bottoncino incastonato accanto alla testiera del letto. “Allora buona notte!” concluse la cameriera uscendo.
Ora erano davvero soli, anche se Maya in quel momento non era cosciente. Ma questo non importava a Masumi: da anni desiderava guardarla dormire, svegliarsi nella stessa stanza alla mattina, baciare quei capelli che profumavano sempre di vaniglia e stringerla a sé per placare i suoi istinti possessivi. Capitava spesso che dopo i loro incontri, o magari anche se la vedeva dalla sua auto passeggiare in compagnia di Rei e delle altre amiche, la notte la sognasse accanto a lui ed allungando istintivamente il braccio nel tentativo di afferrarla si ritrovasse a stringere solo aria vuota. Il pensiero che tra qualche tempo la sua mano avrebbe incontrato Shinori, poi, era sufficiente a fargli gelare il sangue.
Ma quella notte non gli importava nulla: Shinori non c’era e non lo avrebbe mai saputo, suo padre e la sua capacità di portare infelicità erano dall’altro capo del mondo a torturare qualcun altro. Quella notte, probabilmente solo per quella notte, c’erano solo loro due e tutto il resto scompariva nel nulla. Ormai era disteso sulla metà vuota del grande letto come se fosse un triclinio romano accarezzando i morbidi capelli di Maya. Assaporando la pace di quel momento si addormentò.
Si risvegliò molto presto, la luce che filtrava attraverso la finestra era ancora rosea per l’alba appena terminata. Con sollievo notò che Maya era ancora nella posizione in cui l’aveva lasciata; per sua fortuna non si era svegliata, era perfettamente consapevole che se la sarebbe vista molto brutta in quel caso! Non ricordava nemmeno tutto ciò che Maya gli aveva tirato contro, o aveva minacciato di fare, nel corso degli anni! Appoggiò la mano sulla fronte della ragazza: la febbre è quasi scomparsa! ora riposa ragazzina! Le diede un leggero bacio sulla fronte, non voleva assolutamente svegliarla, ed uscì.
Entrò direttamente nel suo studio per telefonare alla sua segretaria che rispose al terzo squillo del cellulare con voce neutra:
Singor Hayami cosa posso fare per lei così di buon ora?” come segretaria era talmente perfetta che alle volte Hayami sospettasse non fosse nemmeno umana.
Buon giorno anche a te Mizuki. Per prima cosa cancella tutti i miei impegni di oggi ed anche quelli di domani mattina, sono certo che riuscirai a trovare un ottima scusa. Poi chiama Kuronuma e digli che ho la sua dea” pronunciò la frase con una punta di soddisfazione calcando le ultime parole, cosa che non sfuggì alla segretaria.
Da come ne parla sembra che Maya Kitasjima si trovi nel suo letto signor presidente!” la frase fu preceduta da una delle solite risatine leggere che la donna si lasciava sfuggire quando parlavano di Maya. Sapeva che il suo capo era un uomo con il quale era meglio non scherzare ma una parte di lei non poteva non trovare il suo comportamento divertente, ed in fondo era il suo modo per farlo scuotere e prendere l’iniziativa. Ma non sempre riusciva a schernirlo: c’erano le volte in cui Shinori telefonasse subito appena finito di ricevere il rapporto periodico su Maya per confermare un appuntamento, per chiedere quale tipo di tappezzeria preferisse, o di porcellane, o altre futilità simili. Appena sentite le parole “c’è la sua fidanzata al telefono” la luce che ancora brillava negli occhi del giovane presidente si spegneva, la postura si irrigidiva ed assumeva lo stesso aspetto di quando si trovava in una riunione interminabile. In quei momenti provava una sconfinata pena: era evidente che Shinori fosse solo una pratica noiosa. “Vuole che gli dica anche questo?” terminò lo scherno.
Da un certo punto di vista Mizuki ci aveva preso in pieno. Questo era uno di quei momenti (tipici quando lei lo scherniva) in cui la perspicacia della donna diventava la possibile causa del suo licenziamento, per poi essere compensata dall’assoluta lealtà dell’assistente. Masumi si limitò a pronunciare il suo nome con tono perentorio.
Si?
Digli solo di venire il prima possibile. Ho da dirgli delle cose molto importanti!
Come preferisce.” Rispose con il suo tono neutro.
È tutto. Buon lavoro Mizuki!
Buona giornata Presidente” chiuse la comunicazione la donna sorridendo sperando che il suo capo riuscisse a sfruttare al meglio quell’occasione irripetibile. Come prima cosa chiamò Kuronuma pensando che si trattasse di una bella gatta da pelare visto quanto che le aveva detto il suo capo, tenendo anche conto della sua reputazione, si poteva tranquillamente trattare i un sequestro di persona.
Il telefono suonò ripetutamente prima che il regista rispondesse.
Pronto? Chi è?” esordì l’uomo
Buon giorno signor Kuronuma, sono la segretaria del presidente Hyami
Perché mi cerca?” le parole uscirono in modo più burbero del previsto, ma d’altronde quella donna lo aveva svegliato.
la volevo informare che Maya Kitasjima si trova a villa Hayami e che il presidente la prega di raggiungerlo il prima possibile.” Spiegò Mizuki con lo stesso tono con cui telefonava per confermare gli appuntamenti del suo principale.
L’altro capo della cornetta tacque per qualche secondo. “Cos’è successo?” La segretaria pensò che le parole furono dette con un modo che assomigliava più ad un padre che parla della figlia rispetto ad un regista riferito alla sua prima attrice.
Credo che la signorina stia bene, se è questo che intende; ma sfortunatamente il Presidente non mi ha dato altri dettagli. Mi creda sono davvero spiacente!”
Il regista si rese conto della sincerità delle parole della segretaria e decise di evitare altre domande. Fece un sospiro rassegnato e si fece dire come raggiungere la villa.
Kuronuma arrivò alla villa verso le otto del mattino e disse al maggiordomo che gli aprì la porta di essere atteso dal Presidente della Daito. Fu condotto in una stanza con un camino bianco e piena di orchidee sui toni del lilla dove avrebbe aspettato il suo ospite.
Kuronuma non fece in tempo a pensare che le orchidee non gli sembravano il fiore adatto a Masumi Hayami che questi entrò nella stanza. Nessuno dei due voleva perdere tempo in convenevoli e formalità per cui la discussione entrò subito nel vivo.
Questa mattina mi ha telefonato la sua segretaria per dirmi che Kitasjima si trova a casa sua. Posso chiedere cosa è successo?!” la domanda solo fu un modo per costruire la frase che nella testa del regista era più simile a dimmi cosa ci fa Maya nella casa di uno sporco affarista noto per i suoi doppi fini!
Masumi capì perfettamente questa parte e rispose pacato.
Ieri notte ho trovato Maya che meditata sotto un albero, quando è svenuta ho deciso di portarla a casa mia. Se l’avessi ricoverata in qualche ospedale la notizia sarebbe rimbalzata su tutti i giornali con titoli come candidata alla dea scarlatta ricoverata dal presidente della Daito Art Production. Immagini quanti problemi ne sarebbero sorti!” la bugia gli era venuta in mente mano a mano che parlava; in effetti quando aveva portato a casa Maya non riusciva a pensare a nulla se non alle condizioni di salute della ragazza. “ho chiamato il mio medico personale perché Maya aveva la febbre molto alta. Il dottore ha prescritto solo molto riposo e di evitare stress, la febbre e scesa durante la notte. Ora riposa in una delle stanze per gli ospiti.”
Il regista ascoltò la spiegazione molto attentamente distinguendo il vero dal falso ed ammettendo che Hayami mentiva molto bene, una persona normale avrebbe creduto ad ogni sua parola tanto era la naturalezza con cui aveva mentito.
Capisco.” Disse lapidario. Ora toccava a Masumi di fare le domande:
Ora che ha accertato che Maya sta bene mi tolga una curiosità. Quando l’ho trovata ieri notte stava meditando da diverse ore sotto un albero, magari lei mi sa spiegare come mai. Forse è successo qualcosa alle prove?
Meditava sotto un albero?” il regista era la raffigurazione dello stupore. Dopo qualche istante di riflessione raccontò che da qualche giorno in Maya c’era qualcosa che non andava. L’intesa con Sakuracoshi era ottima, anche se erano solo in una fase iniziale di prove. “Non so spiegare cosa sia successo ma sembra che il contatto tra la Dea e Maya si stia piano a pian affievolendo da quando la ragazza ha lasciato la valle dei susini. Ad ogni prova sembra che se ne allontani sempre di più. Per fortuna il resto della compagnia non sembra essersene accorto.
Kuronuma mentre parlava osservava attentamente il suo interlocutore. Hayami aveva rivolto la domanda in modo stranamente preoccupato, come se ci tenesse soprattutto da un punto di vista umano più che economico. Dal loro primo incontro aveva notato uno strano atteggiamento del produttore verso la giovane attrice, un interesse particolare per dirla meglio. Durante la spiegazione del regista Hayami aveva abbandonato la sua comoda posizione con la schiena appoggiata allo schienale della poltroncina ed aveva portato il busto in avanti, appoggiato i gomiti alle ginocchia ed intrecciato le dita davanti alla bocca. Se il regista voleva una conferma dei suoi sospetti l’aveva avuta.
Capisco. Maya ha sempre usato metodi… bizzarri per entrare nei personaggi. Spero che non sia un problema se la tengo con me fino a domani?” Masumi non sapeva se complimentarsi con se stesso per l’ultima frase oppure prendersi a sberle per non aver detto “qui” al posto di “con me”. Ormai era tardi, la frittata fatta, non gli restava che riprendere la sua posizione rilassata sul divano nel tentativo di dissimulare tranquillità.
Per me non è un problema, ma le ricordo che alla ragazza è stato prescritto del riposo!
Masumi sorrise constatando che se il regisa avesse detto “tratta bene mia figlia altrimenti te la vedrai con me!” avrebbe usato un tono molto simile. “Si lo rammento perfettamente! Non è mia intenzione rovinare la competizione per la Dea, anzi voglio che Maya dia il meglio di sé.
Se le cose stanno così credo che per ora non abbiamo altro da dirci signor Hayami!” Kuronuma si alzò dal divano e si congedò dal presidente.
Kuronuma era allibito quello che aveva capito da quel colloquio lo aveva letteralmente lasciato senza parole! Masumi Hayami: il freddo uomo d’affari dietro la sua scrivania in mogano! Niente emozioni! Niente sentimenti! Soltanto cifre e calcoli! Quell’uomo era innamorato, profondamente e perdutamente di Maya Kitassjima, che da canto suo sosteneva di non poterlo nemmeno vedere. In gioco c’era il futuro della sua prima attrice e non riusciva a non preoccuparsi.
Congedato il regista Masumi tornò ella camera dove dormiva Maya temporaneamente affidata alla giovane cameriera che l’aveva aiutato la sera precedente. Disse alla cameriera che poteva andare e passò il resto della giornata a guardare la sua ragazzina che dormiva rimanendo allibito di come si potessero coniugare così bene l’innocenza di una bambina e la grazia di una donna fatta all’interno di quel corpicino minuto!
Quando Maya si svegliò si trovò in un grande letto chiaro con le lenzuola profumate di pulito. Il letto arredava una grande stanza illuminata dal rosso del tramonto che arrivava da due grandi finestre affacciate su un enorme albero: il modo in cui la luce del sole si rifletteva nella stanza rendeva l’atmosfera quasi incantata e Maya non poté che rimanerne estasiata. Dopo qualche secondo cerò di ricordare dove si trovava e come era arrivata in quella stanza sconosciuta ma proprio non ci riusciva. L’ultima cosa che ricordava era di aver deciso di ripetere gli esercizi di meditazione imparati alla Valle dei Susini nel tentativo di schiarirsi le idee e non pensare a lui….
Si tirò su dal letto e sentì una voce provenire dal fondo della camera, perfettamente riconoscibile anche se celata dall’ombra: “Si è svegliata ragazzina! Iniziavo a pensare che avrebbe dormito fino a domani mattina!
No! No! No! Si era tanto impegnata per non pensare a lui per cosa? Per finire in casa sua! No! Era decisamente troppo!
Signor Hayami… cos’è successo?... dove mi trovo?” chiese con l’intensità del fruscio del vento tra le foglie, mentre le sue guance iniziavano ad arrossare.
Ma come non ricorda? Si trova a casa mia! Ieri notte l’ho trovata quasi svenuta al parco e l’ho portata qui e mi sono preso personalmente cura di lei!” rispose con estrema naturalezza mentre si alzava dall’ottomana su cui era seduto. Si ricordava gli ordini del medico ma amava provocarla e scoprire quante espressioni il suo viso sapesse tirare fuori. Oppure era l’astinenza da nicotina.
Se avessero potuto le guance di Maya avrebbero preso fuoco per autocombustione mentre Masumi si avvicinava lentamente al letto.
   
 
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