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Autore: swall0ws    04/01/2013    0 recensioni
Hayley. Orlando, Florida. Sopravvivere al liceo? Un gioco da ragazzi.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Scolastico
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«Amico muoviti, la campanella è suonata.»
«Sì Aaron  arrivo. Che aula siamo?»
«Scienze.»
«Cominciamo bene, mica li ho fatti i compiti sai!»
«Ma non ti preoccupare chiedili al tuo compagno di banco, chiunque sia, che ti frega, tu annuisci e dì che ti preparerai meglio la prossima volta che ti importa, tuo padre è il preside del liceo, io non mi preoccuperei.»
«Sì, forse è come dici tu.»
 
I due amici entrarono in aula, si scusarono con il professore, notarono che stava interrogando una ragazza al primo banco, ecco bene, erano salvi per questa volta. Aaron  si mise subito vicino a Tori e iniziò a tormentarla come al solito, a Pete non restò che sedersi vicino a Jessica che da subito si spiaccicò vicino a lui e cominciò a giocare con il suo braccio.
 
«Tesoro, allora? Le vacanze?»
«Tutto bene Jessica.»
 
La ragazza non ebbe neanche il tempo di ribattere, il professore chiamò Pete dicendogli di spostarsi al primo banco vicino a quella ragazza interrogata, non ricordava il suo nome, Bon, Bens, Bennez, com’era? Disse poi di tirare fuori i compiti e a quel punto cominciò a fare facce strane a blaterare 
qualcosa poi gli venne un idea, notò che quella ragazza vicino a lui li aveva fatti. 
«Sa, io e…» guardò la ragazza che lo guardava, aveva le guance tutte rosse, non era per niente di aiuto, poi guardò il professor Denver che gli bofonchiò qualcosa. 
 
«la signorina Bennett.»
«Sì, Bennett! Abbiamo fatto i compiti insieme queste vacanze e li ho dimenticati da lei.»
«Cosa?» La ragazza sgranò gli occhi. 
«Si Bennett lo sai.»
 
Dietro di loro Aaron  cominciò a ridere.
 
«Signor Lipps non avevo mai notato che fosse amico della signorina Bennett sa. Ma se è questa la verità, saprà farli comunque alla lavagna se gli scrivo il testo dell’esercizio.»
«Li abbiamo fatti molto tempo fa professore.»
 
Proprio in quel momento suonò la campana e Pete si alzò subito in piedi.
 
«Non così veloce signor Lipps, signorina Bennett è vero?»
«Come scusi?»
«E’ vero che ha fatto i compiti insieme a Pete?»
 
La vide ammutolirsi di colpo, con la mente si fece velocemente lo sfoglio di tutte le volte che aveva avuto a che fare con quella ragazza, si ricordò del fatto che fosse nuova, arrivata all’inizio del semestre lo scorso anno, l’aveva subito notata perché era davvero bella ma non si poteva avvicinare una ragazza così senza neanche conoscerla e l’aveva da sempre lasciata in pace, ora, in quel momento però doveva mentire, poteva, sperò che lo facesse.
 
«Allora signorina Bennett?»
«Ehm, sì noi li abbiamo fatti insieme i co-compiti.»
«Bene, una F a tutti e due, a lei perché non ha saputo rispondere comunque e al signor Lipps perché i compiti doveva svolgerli da solo.»
«Giuro che la prossima volta li faccio.»
 
Aspetto che il professore uscì e prese il braccio della ragazza, doveva semplicemente fare come faceva con tutte. Si avvicinò al suo orecchio e le bisbigliò qualcosa, forse un grazie, nemmeno Hayley riuscì a capire.
 
«Grazie Bennett.»
«Grazie un corno, una F all’inizio dell’anno il primo giorno di scuola!»
 
In quel momento non riusciva a vederlo come il Pete bello, palestrato e titolare della squadra di rugby della scuola, ma solo come la persona che aveva rovinato il primo giorno di scuola la media scolastica in Scienze.
 
«Cosa vuoi che sia una F?»
«La prossima volta vedi di muovere il culo invece di laccarti quei capelli, non so neanche perché ho detto di sì, tu quest’vacanze a fare i compiti con me? Sì certo. Ciao Lipps.»
 
Prese la borsa, gettandoci dentro alla rinfusa il quaderno di scienze, per uscire gli diede un colpo. Ci rimase di sasso, nessuno mai gli aveva risposto così.
Aaron  gli arrivò vicino di colpo.
 
«Ehi amico hai risolto il problema! E hai pure conosciuto una ragazza, una bellissima ragazza per giunta, poi me la presenti eh, sei un grande. Hai il suo numero, con lei quest’vacanze diamine!»
«Era una cazzata Aaron! E mi ci ha pure mandato, non è servito  a niente l’orecchio, le carezze, mi ci ha mandato!»
«Che ti frega, tutte le ragazze cascano ai tuoi piedi.»
«Sì, questo è vero ma…»
«Oh non ci pensare, andiamo da Tori e le altre, voglio stare in mezzo a un po’ di gonne traballanti e gambe nude, abbronzate, ben tornata Stanford! Andiamo.»
«Sì andiamo.»
 
Continuava a pensarci comunque, la prima che non c’era cascata.
 
Attraversò di corsa l’immenso giardino e raggiunse Taylor al solito tavolo sotto il salice e buttò la borsa sul tavolo, avevano dieci minuti prima di andare ognuno in una classe a scelta, una nuova idea della Stanford il lunedì in seconda ora e tutto il martedì c’era una materia facoltativa da seguire, ma ne Hayley ne i suoi amici avevano ancora deciso in che aula stare. Pochi minuti dopo le raggiunse anche Tom.
 
«Taylor non puoi capire.»
«Cosa? Scienze è stata più movimentata del previsto questa volta? Di sicuro migliore di Economia domestica.»
«Economia domestica? Ma non avevi storia?»
«Ho fatto a cambio orario con un’altra ragazza. Insomma cosa è successo?!»
«Ho detto a Pete Lipps di muovere il culo invece di stare a laccarsi i capelli.»
 
Tom cominciò a battere le mani. «E’ stata grande, il professor Denver le ha messo una F perché non aveva risposto, lui poi si era seduto vicino a lei...» 
«Si era seduto vicino a lei?»
«Sì era arrivato tardi e io ero al primo banco, ha fatto finta di aver fatto i compiti con me quest’vacanze e io ce l’ho mandato.» Cominciò a ridere e poi batté il cinque a Tom.
«Grande. Sì, Tom, avevi ragione. Facciamo progressi, davvero, la tua opera procede a gonfie vele di questo passo sarà famosa come quella che manda a fanculo tutti i giocatori di rugby della scuola. Ma cosa vi salta in testa? Dovevi dirgli, Sì Pete, ti ho parato il culo non c’è niente di che, come sei bello, che bei capelli, che carino! Non mandarcelo, Dio.»
«Stai scherzando?! Odio quel ragazzo, non potrei mai fare una cosa del genere.»
«Bhè ora che ci penso sul serio Hayley, così sei regredita ancora.»
«Capirai da meno tre miliardi a meno tre miliardi e uno, immagino che scena colossale.»
«Ora esageri.» disse Tom.
«No, non ce la faccio più ragazzi, sempre dietro a loro, a Jessica quell’oca stupida che sa solo sculettare!»
«Parla piano!»
«No se vorranno sentirmi come vogliono! Sono stufa di essere la ruota di scorta, basta. Basta essere l’innocente Hayley, da oggi sarò la grande cazzuta Hayley. Taylor mamma mi ha dato cinquecento dollari, dovrei metterli da parte per il college ma non mi importa voglio divertirmi, stasera centro commerciale.»
«Non posso stasera.»
«Tom vieni tu?»
«Nada, devo stare con Sarah.»
«Chi è Sarah?»
«Nuova fiamma, la stessa di questa mattina.»
«Come volete e ora se permettete vado a…» osservò l’elenco delle materie su un foglietto stropicciato che c’era sul loro banco e disse il primo nome che trovò «arte.»
«Chi segue arte?»
«Io! da oggi, niente storia come materia facoltativa. Ciao ragazzi.»
 
Era ora di finirla con le classi sociali, con i ragazzi del rugby, le cheerleader, doveva essere forte per quel mostro di scuola che era il liceo e doveva farcela da sola, era la tosta Hayley d’ora in poi, che cominciava la vita da tosta con una materia tosta, arte! Era il meglio che aveva trovato.
 
«Bene ragazzi, benvenuti alla prima lezione di arte della Stanford, io sono la professoressa Cooman e affronterò insieme a voi questo incredibile viaggio! L’arte è storia, musica, poesia, recitazione, letteratura ma anche religione! L’arte è tutto!» Si pentì immediatamente della scelta che aveva preso. Arte, ma come le era saltato in mente? «Adesso procederemo ad uno ad uno, mi direte il vostro nome e perché avete scelto questo corso come materia facoltativa, non ditemi perché era l’unico a non essere ne troppo pesante ne troppo leggero, dispensava crediti extra, era l’unico disponibile perché quella è la porta, voglio una vera ragione!»
 
In quel momento dopo aver sentito le cose che non andavano dette, due ragazzi si alzarono e uscirono velocemente. 
«Bene, meglio che se ne siano andati ora che a metà anno perché non sapevano come impugnare una matita. Allora, cominciamo con…»
 
Tutti abbassarono il viso improvvisamente, solo lei rimase a guardarla e fu proprio quello il motivo per cui puntò il dito verso Hayley così velocemente «Tu! Mi hai colpito molto!»
«Io?» 
«Sì! Vai, chi sei? Perchè sei qui? Eccetera dai dai.»
«Sì, ehm, allora io sono…» in quel momento entrarono un ragazzo seguito da una ragazza, lui portava una chitarra poggiata sulla schiena, era molto carino, capelli biondi corti, lei era punk, capelli a spazzola, piercing ovunque, fu lui il primo a parlare.
 
«Ehm, scusi professoressa, siamo arrivati.»
«Sì Daniel, Angelina, accomodatevi. Prego continui…»
«Sì dicevo io sono Hayley Bennett ho sedici anni e sono qui perché quando ho visto il corso sul depliant è stato come pum un colpo al cuore. Mi sono detta perché non provare?» La professoressa la guardava attentamente, faceva gesti strani, sembrava un po’ schizzata ma in fondo era simpatica «e allora mi sono detta proviamo! Come ha detto lei professoressa Cooman, l’arte è dappertutto e io voglio essere dappertutto, voglio essere importante! E l’arte può aiutarmi! Ecco perché sono qui.»
Cominciò a battere le mani «ottima presentazione signorina Bennett, bene ora procediamo con Daniel e Angelina. Prego ragazzi.»
«Parliamo o mostriamo?»
«Come volete! Ragazzi vi dico solo che io sono rimasta incantata.»
 
Daniel sorrise, aveva un sorriso di quelli che fanno impazzire le ragazzine: bianco, splendente, addirittura migliore di quelli che fanno vedere nelle pubblicità, se fosse diventato una star sarebbe stato al pari di qualunque altro artista per quanto riguardava fans schizzate urlanti. 
Si portò la chitarra sulle gambe e cominciò a suonare, le dita scorrevano leggere come guidate da una forza sovra umana, poco dopo venne dietro Angelina, aveva una voce fantastica, non poteva credere ai suoi occhi una persona del genere, esternamente così arcigna e ‘scura’ dentro aveva una voce così eterea e delicata. 
Continuarono per circa due minuti poi smisero e dissero semplicemente che quella era la loro arte. 
Erano così carini, subito gli venne da pensare che fossero fidanzati.
Finito il giro suonò la campana e tutti si ritirarono in giardino. Mancavano tre ore alla fine di quella tortura, mancava poco doveva resistere. 
Seguirono Matematica e Francese ed economia domestica poi suonò finalmente la campanella che incitava tutti alla fine.
Raggiunse Tom e Taylor al parcheggio 
 
«E’ finita finalmente.»
«Che materie hai avuto?»
«Dopo arte, ho avuto matematica, francese ed economia domestica.»
«Arte com’è andata?»
«Pensavo peggio.»
«Ancora d’accordo con l’idea della tosta Hayley?»
«Più che mai. Ancora sicuri che non volete accompagnarmi?»
«Cosa?» dissero insieme i due prendendo alla sprovvista Hayley.
«Sì.»
«No io non posso proprio.» Hayley fece una smorfia a Taylor poi guardò Tom.
«Devo stare con quella!»
«Allora vado, prima vado prima finisco.»
«Piangerai lacrime amare senza di noi.»
«Mi avete costretto.»
 
Rise e prese l’angolo della strada diretta a casa, una doccia, un boccone e poi via al centro commerciale, doveva cambiare, non poteva più essere invisibile. 
 
«Jessica, Tori, Erica venite con me e Pete a casa mia? Un bagno in piscina, chiacchierate piccanti?»
 
Pete maledì Aaron  per aver chiesto alle ragazze una cosa del genere.
 
«Perché no, Tori, Erica andiamo.»
«Salite sull’ Hummer belle.»
 
Arrivarono a casa di Aaron  passando per il centro, entrarono nel grande viale, fontane e aiuole alte e verdissime, poi arrivarono alla villa, ultra moderna, incominciò a vantarsi, erano amici da anni ma odiava a volte quei suoi atteggiamenti da re spocchioso.
Le ragazze portavano già il costume in borsa e dopo essersi cambiate in camera di Aaron  scesero e si buttarono in piscina. 
 
«Tu non entri Pete?»
«No, voglio vedere una cosa su Facebook. Posso prendere il tuo mac?»
«Sì ma scendi qui.»
«Non preoccuparti amico.»
 
Pete salì in camera di Aaron, prese il mac sopra la scrivania e scese di nuovo giù, si sedette sotto l’ombrellone ed entrò su Facebook.
 
«Allora quando cominciano le selezioni per le cheerleader quest’anno?»
 
Jessica uscì in quel momento dal bagno, Aaron  rimase senza parole, il bikini bianco le stava d’incanto, i capelli biondi lisci risaltavano sulla pelle dorata. 
 
«A breve Aaron, io e l’allenatrice stavamo appunto decidendo la data.»
«Fammi sapere Jess, io e Pete vogliamo essere presenti.»
Jessica si illuminò a sentire quelle parole mentre si sdraiava sul lettino «Portate tutta la squadra, a quando invece le selezioni dei giocatori?»
«Per ora rimaniamo con la vecchia formazione, giochiamo e andiamo bene, per ora è ok così.»
«Ottimo. Pete, ti vedo silenzioso che succede?»
 
Pete girò lo sguardo verso Jessica «ehm?»
 
«Stai pensando ad altro, vieni con noi in piscina andiamo!»
«No dai ragazzi sul serio devo cercare una cosa su Facebook, una persona.»
«Amico di chi parli?»
«Nessuno davvero.»
 
Provò tutte le combinazioni possibili, Bennett - Orlando, il contrario, ma non la trovò in nessun modo doveva solo aspettare la prossima ora di scienze per vederla.
Uscì controllando la posta e poi spense il computer e togliendosi la maglietta si gettò in piscina. 
  
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