Non la dimenticherò mai.

La sua voce, i suo capelli, il suo corpo. Ma soprattutto non dimenticherò i suoi grandi occhi blu. Erano di un blu chiarissimo. Se la guardavi ti ci perdevi, rimanevi incantato.
I suoi occhi sono stati la cosa che mi hanno fatto innamorare di lei. 
Quella donna così sicura di se. Sapeva sempre cosa fare quando qualcuno era in difficoltà, aiutava il prossimo. Era la persona più buona di questa terra.
È buffo come le persone migliori se ne vadano via per prime.
Una morte decisa dal destino la sua. Lo odio per questo. Mi ha portato via la persona più importante della mia vita. L'unica persona in grado di portare il sole nei giorni più bui.

Era un caldo venerdì di agosto quando Jane venne assassinata. Le cause sono ancora oggi sconosciute e anche l’assassino non è stato trovato. E mai si troverà. Deve essere stato un professionista, avrà ucciso già tante volte.

Erano le tre di notte e Jane stava tornando a casa dopo una serata passata a divertirsi con i suoi più cari amici e me. Aveva organizzato tutto lei, voleva divertirsi e non pensare a niente. Alla fine non aveva voluto essere accompagnata da nessuno. Insistetti per un quarto d’ora ma alla fine mi guardò negli occhi ed io fui costretto a lasciarla andare. Mi ricordo ancora le sue labbra che mi sussurravano: “ Matt, ti ho amato. Immensamente. Sei stata la persona che mi è stata più vicina nei momenti tristi e in quelli felici..e per questo te ne sarò eternamente grata. Grazie Matt, di tutto. Ti amo.” Poi ci salutammo per l’ultima volta, con un bacio più lungo del solito.

Forse lei sapeva. Sapeva che quella notte sarebbe morta per mano di qualcuno. Avrebbe dovuto nascondersi. Ma la morte l’avrebbe inseguita ugualmente. Si sarebbe nascosta in eterno, lontano da tutti e da tutto, in totale solitudine. Non avrebbe retto e alla fine si sarebbe uccisa con le sue stesse mani. Non avrebbe voluto vivere per soffrire.
Era il suo destino. Come era successo ai suoi parenti, così doveva morire anche lei in giovane età.
 
Mi sono immaginato più e più volte la scena.
Lei che varcava la porta di casa sua per l’ultima volta, lasciava spente le luci e si dirigeva verso il suo assassino. Lui che la uccideva senza pietà e lei che cadeva sul parquet in una pozza di sangue.
Avevo anche pensato che si fosse suicidata, ma era un’ipotesi che scartai subito. Lei amava la sua vita, non se la sarebbe mai tolta. Era stata felice. E la sua felicità aveva riportato il sorriso sulle mie labbra appena entrò nella mia vita. Quella sua voglia di conoscere l’ignoto mi aveva portato a viaggiare per il mondo insieme a lei e a fare tante altre cose che da solo non avrei avuto il coraggio di fare.

Ora guardo le fotografie.
I ricordi intrappolati in esse. E sorrido. Perché so che anche lei da qualche parte sta sorridendo. Non so se esiste il paradiso ma so che il suo viso è stampato sul mio cuore. E niente riuscirà a cancellarlo.