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Autore: evilqueen82    04/01/2013    1 recensioni
Salve gente, questo è il mio primo racconto (ehm, una specie) L'ho realizzato ispirandomi a dei role fatti due anni fa con 2 amiche su Facebook .
Una giovane rock star che viene uccisa, una ragazza vien rapita e condotta in una radura.
Due avvenimenti che in apparenza non c'entrano nulla l'uno con l'altro ma che in realtà sono collegati da un unico comun denominatore: i fratelli Winchester. Sam e Dean dovranno sfidare un esercito di vampiri per salvare la giovane e quando le cose staranno per mettersi male, qualcuno interverrà in loro aiuto, ma non è Castiel, l'angelo sarà impegnato in un altra importante missione.
Intrighi, bugie, tradimenti e una grande amicizia. Ma soprattutto ho voluto prendermi una rivincita personale. Spero le fan di Gorge Graig (che mi piace assai) non se la prendano per il ruolo che gli ho affibbiato. Ricordo che è solo una Fanfiction e va presa per quella che è. Una storia che non ha nulla a che vedere con la realtà, un racconto leggero che mi sono divertita molto a scrivere, quindi rideteci su.
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Chapter Six: The Showdown

A due settimane dalla morte di George Craig, milioni di giovani in tutto il mondo, ne piangevano ancora la scomparsa.

Mentre i media continuavano ad arrovellarsi su quali fossero le reali cause della sua dipartita, i suoi amici, detentori della verità, si preparavano a vendicarlo.

Il loro crudele piano era stato orchestrato nei minimi dettagli. Quella notte i fratelli Winchester sarebbero caduti nella loro trappola mortale, attirati da un'esca a cui non avrebbero potuto resistere: Sarah Angels.

La giovane, ignara del pericolo, era andata a fare jogging .

Dopo la morte del suo ex amante e dopo aver rischiato lei stessa di finire uccisa, il suo rapporto con la vita e le persone era cambiato drasticamente. Aveva iniziato ad aprirsi di più con la gente. A sorridere ma soprattutto ad amare se stessa, dedicando meno tempo allo studio e più al divertimento e al proprio benessere.

Erano appena le sette del mattino quando la ragazza, vestita di tutto punto per correre, scese in strada. Il sole, sorto da poco, non aveva ancora scaldato l'atmosfera tuttavia non si lasciò scoraggiare dal clima gelido: riparata dal suo pesante giaccone, la sciarpa e il cappello, iniziò il suo percorso giornaliero.

Percorsi seicento metri, notò che quel giorno le strade erano più deserte del solito: né spazzini e neppure altri corridori o persone altrettanto mattiniere che era solita incontrare. Persino i soliti barboni che dormivano sulle panchine, sembravano essersi dissolti nel nulla. Improvvisamente si alzò la nebbia. La giovane, resasi conto che stava per succedere qualcosa, tentò di fare dietro front. Qualcuno però glielo impedì: due vampiri sconosciuti le sbarrarono la strada. Con voce bassa ma minacciosa la obbligarono a seguirli: se non l'avesse fatto l'avrebbero uccisa.

Dal loro sguardo gelido la ragazza intuii che non scherzavano: disperata e senza via di fuga non le restò che obbedire. Venne fatta salire sul sedile posteriore di un'auto e portata via.

Abbiamo rapito la tua amica.

Se vuoi riaverla, presentati stasera alle undici nel campo dietro al cimitero.

Porta anche tuo fratello Sam.

Vi aspettiamo.

Non c'era scritto altro nel sms che ricevette Dean Winchester. Nemmeno il mittente.

Tanto non ce ne sarebbe stato bisogno: sapevano perfettamente chi ci fosse dietro.

Gli amici di George che avevano promesso vendetta e non si erano fatti attendere.

Dean si morse le labbra e imprecò mentalmente. Era stato uno sciocco a non prenderli sul serio. Pensava che la minaccia di Castiel li avrebbe tenuti lontani. Non era stato così e ora si sentiva responsabile: se fosse successo qualcosa a Sarah non se lo sarebbe mai perdonato.

Dopo la notte in cui l'aveva salvata da George, i due si erano rivisti soltanto il giorno dopo.

Un'ultima ora d'amore dopodiché si erano salutati da buon amici e avevano ripreso ognuno la propria vita. D'altronde non avrebbe potuto esserci niente di diverso, su questo Dean era stato onesto e chiaro fin dal principio. La sua vita era un eterna caccia ai mostri e alle creature maligne. Non si sarebbe mai sposato. A nessuna donna, né ad alcun figlio, avrebbe fatto rivivere l'inferno che lui, il fratello e i genitori avevano vissuto.

Sarah l'aveva capito e accettato. Sapeva che, comunque, avrebbe potuto contare sempre su di lui: un consiglio, una parola di conforto e, in caso di pericolo, un eroico salvataggio.

Aveva scherzato definendolo il suo cavaliere dall'armatura scintillante. Un moderno re Artù. Lui aveva ribattuto chiamandola Ginevra ma l'aveva anche rassicurata: non ci sarebbe più stato bisogno di essere salvata.

George era morto e i pericoli con lui. Almeno cosi aveva creduto.

Fino a quando quel dannato sms, non lo aveva costretto a ricontattare Castiel e rimettersi di corsa in viaggio verso Vancouver.

Prima del suo arrivo fu costretto ad avvertire Lycia.

La giovane si sarebbe preoccupata dell'assenza della sorella: l'avrebbe cercata e non trovandola avrebbe allertato la polizia: cosa che era meglio evitare. Quindi, appena ricevuto l'avviso minatorio, l'aveva chiamata, promettendo di raggiungerla quanto prima.

Erano già le nove di sera quando giunse finalmente a casa della ragazza.

Avrebbe immaginato di trovarla sconvolta e in lacrime, aveva previsto una scena in cui l'avrebbe afferrata per le spalle e le avrebbe promesso che le avrebbe riportato Sarah a qualunque costo.

Le cose però non andarono così: Lycia era sul piede di guerra: vestita come Buffy l'ammazza vampiri, aveva infilato un set di coltelli da cucina nel suo zainetto ed era pronta a seguirlo.

Dean cercò di farle cambiare idea ma fu irremovibile e, dopo una discussione, minacciò di chiamare le autorità se non l'avesse portata con sé.

Così gli non restò che accettare. “Giurami che resterai in auto, però”. Si fece promettere dalla giovane.

“Ma io..”.

“Giuralo”. Insistette il ragazzo.

“D'accordo”. Rispose Lycia , dopo aver chinato la testa e rilasciato un sospiro.

“Andiamo”. Le disse allora Dean e, dopo aver aperto il portone, le fece cenno di seguirlo.

La giovane non se lo fece ripetere due volte: uscì di casa, e dopo aver richiuso, raggiunse Dean alla sua auto. Salutò Sam che era rimasto in macchina e si accomodò nei sedili posteriori. “Cosa ci fa lei qui ?”. Domandò il più giovane dei Winchester.

“Te lo spiego strada facendo“. Mormorò secco Dean mentre si sedeva al volante.

Mise in moto e si recò nel luogo dell'appuntamento, durante il tragitto Castiel comparve in auto.

I due fratelli non si spaventarono: erano a abituati a quelle apparizioni improvvise.

Ma non Lycia che lanciò un grido di terrore.

“Perdonami“. Le sussurrò Castiel sfiorandole una spalla: lei non gradì il gesto e si scostò in modo brusco. “NON TOCCARMI”. Gridò con un misto di rabbia e timore.

Castiel e gli altri la guardarono sbigottiti. “Perché fai cosi ? – Domandò Sam – Castiel è un nostro amico: ci ha salvato la vita un sacco di volte e poi è un angelo”.

“Appuntò – sbottò la giovane in tono polemico – so di che cosa è capace, per questo non voglio che mi tocchi”.

“Ma di che cosa stai parlando?”. Domandò Sam che continuava a non capire.

“Teme che Castiel le cancelli la memoria come ha fatto con la sua amica”. Rispose Dean al suo posto: “Non è cosi Lycia?”. Le chiese guardandola dallo specchietto retrovisore.

“Esatto – confermò la giovane – non voglio che mi cancelli i ricordi: Sarah è mia sorella, È IN PERICOLO E HA BISOGNO DI ME”. Dichiarò in tono sempre più agitato, alzando la voce .

“Non aver paura – replicò Castiel – non ho intenzione di farlo”.

“Sul serio?”. Domandò la giovane in tono sospettoso.

“Te lo prometto” . Mormorò l'angelo.

“Va bene”. Sussurrò lei con poca convinzione. Non era sicura di potersi fidare: temeva che l'angelo con la complicità degli altri, potesse addormentarla prima di arrivare a destinazione. Per il resto del viaggio non disse quasi più nulla e rimase sempre vigile.

“Ah, a proposito – mormorò Castiel dopo un po', interrompendo il silenzio teso che si era creato – come sta la tua amica?”.Domandò alla giovane.

“Sta bene, almeno lei è al sicuro grazie al cielo – rispose lanciando a l'angelo un'occhiata dubbiosa – perché t'interessa?”.

“ No, ma volevo solo essere certo che non avesse riportato traumi o conservato residui di ricordi”. Spiegò l'angelo in tono pacato.

“No, ha scordato tutto – dichiarò Lycia – o almeno io e Sarah abbiamo avuto questa impressione. Non ha fatto domande nei giorni seguenti e ci è sembrata tranquilla”. Spiegò la giovane.

“Molto bene – commentò Castiel salvò poi domandare – non le hai detto nulla del rapimento, vero?”.

“Assolutamente – rispose la ragazza, scuotendo la testa – le ho fatto credere che Sarah stesse facendo visita ai nostri genitori e che io l'avrei raggiunta”.

“E' stata una saggia decisione”. Dichiarò Castiel.

“Quindi adesso è sola in casa”. Intervenne Sam.

“Esatto”. Rispose Lycia.

“Non corre alcun pericolo,vero?”. Domandò il ragazzo.

“Penso di no”. Mormorò Dean dopo averci pensato per qualche secondo.

Tuttavia non era molto convinto . Aveva ignorato le minacce degli amici di George, finendo con il mettere a repentaglio la vita di Sarah. E se anche Amanda fosse stata in pericolo? Se dopo aver rapito la bionda i vampiri non soddisfatti fossero andati ad uccidere li resto degli abitanti della casa ? Castiel sembrò intuire i suoi dubbi: l'angelo e il ragazzo si scambiarono un cenno dallo specchietto retrovisore, dopodiché Castiel sparì.

“Dov'è andato?”. Domandò Lycia in tono stupito.

“A controllare una cosa”. Rispose Dean.

Sam annuì soddisfatto.

 

L'abitazione delle tre ragazze era silenziosa e tranquilla, sembrava non esserci nessuno.

Castiel la ispezionò dentro e fuori per controllare che ci fossero intrusi o movimenti sospetti.
La ronda diede esito negativo.
 

Apparentemente sembrava tutto a posto, tranne un piccolo particolare: dove si trovava Amanda?


Nella sua camera non c'era e nemmeno in salotto a guardare la tv.

Castiel la cercò con discrezione: non poteva chiamarla né farsi vedere. Le aveva cancellato i ricordi e se le fosse apparso davanti, la giovane l'avrebbe sicuramente scambiato per un maniaco, tuttavia doveva accertassi che ci fosse e che stesse bene.

Si fermò davanti alla porta del bagno.

Era chiusa,probabilmente la giovane si trovava lì.

Eppure c'era qualcosa che non andava: non si udiva alcun rumore provenire dall'interno del locale. Avrebbe dovuto esserci dell'acqua che scorreva, o perlomeno il suono di un phon acceso. Invece niente di niente, come se fosse deserto.

Decise di correre il rischio e controllare, nel peggiore dei casi le avrebbe nuovamente cancellato i ricordi.

Cosi aprì la porta ed entrò.

 

Dieci minuti più tardi riapparve nuovamente nell'auto dei fratelli Winchester.

“Tutto ok? Come mai ci hai messo così tanto?”. Gli domandò Dean.

“Sì, tutto a posto”. Bofonchiò Castiel senza guardarlo.

“Sicuro ? – Insistette Dean – cos'è quel segno che hai sul volto?”.

“Niente”. Mentì, Castiel con tono più secco.

Sam e Lycia si voltarono a guardarlo con aria interrogativa.

“Va tutto bene”. Dichiarò l'angelo in tono lapidario.

“Ok, ok”. Commentò Dean e sia lui che gli altri evitarono di aggiungere altro.

Per il resto del viaggio nessuno dei quattro disse più una parola.

Lycia era preoccupata per sua sorella e si domandava

se quei tre fossero stati in grado di salvarla.

Sam temeva invece per Lycia: avrebbe voluto che fosse

rimasto a casa con la sua amica. Mentre Dean, al contrario,

era preoccupato proprio per Amanda: era assolutamente

convinto che Castiel gli stesse nascondendo qualcosa.

L'angelo, dal canto suo, non riusciva a smettere di pensare alla giovane. 

Aveva preferito non raccontare cos'era successo in quel bagno perché, in quel momento, liberare Sarah era la priorità assoluta. Ma promise 

a sé stesso che, appena cessata l'emergenza con i vampiri, sarebbe tornato dalla ragazza.

Con questi pensieri nella testa i quattro giunsero infine a destinazione.

Dean guardò l'orologio: erano le dieci e un quarto e mancava più di mezz'ora all'appuntamento: la radura, infatti, era ancora deserta.

Dean e Castiel scesero dall'auto e andarono in avanscoperta.

Non faceva molto freddo: Il cielo era sereno, rischiarato da milioni di stelle e dalla luna piena, che rendeva l'ambiente un posto romantico piuttosto che il luogo dove si sarebbe tenuta una battaglia mortale.

I due si divisero: Dean fece un giro sul posto, mentre Castiel andò a controllare il cimitero.

Sam, invece, rimase in macchina con Lycia.

La giovane appariva molto tesa: era seduta in posizione rigida, le mani conserte, il volto pallido e gli occhi spalancati che scrutavano nell'oscurità, fuori dal finestrino.

“Andrà tutto bene”. Le sussurrò Sam provando a rassicurarla.

“Si certo”. Rispose lei, con poca convinzione.

“Sta tranquilla, davvero – insistette il ragazzo – io e Dean ci siamo ritrovato in situazioni peggiori e...”.

“Tipo?”. Lo interruppe in tono brusco, rivelando il suo reale nervosismo.

Sam non si offese. Anzi prese la domanda come un invito. Con un balzo scivolò nel sedile posteriore sedendosi al suo fianco e prese a raccontarle alcune delle tante peripezie che aveva affrontato con suo fratello.

All'inizio la giovane ne fu infastidita ma poco a poco iniziò ad ascoltare quei racconti con maggiore interesse, scoprendosi affascinata e soggiogata.

Contento del suo entusiasmo e di averla distratta dall'ansia per sua sorella, Sam non si risparmio e rivelò alla giovane ogni più intimo segreto. Anche quello sulla natura demoniaca e sul fatto che si fosse reso colpevole di aver rotto i sigilli dell'inferno e riportato Lucifero sulla terra.

Era la prima volta che si confidava in quel modo con una ragazza.

Solitamente, infatti, era un tipo taciturno. Riservato. Poco incline all'umorismo e al corteggiamento delle ragazze.

Doti che invece erano tipiche di Dean.

Con Lycia però era diverso. Quella ragazza tanto giovane,innocente e pura gli ricordava colei che aveva amato un tempo: Jessica, la sua adorata fidanzata – l'unica con la quale si era sentito veramente se stesso.

Un rumore improvviso fece trasalire i due giovani. Si voltarono di scatto verso il finestrino.

Era Dean. Sam lo rimproverò per avergli quasi fatto prendere un infarto.

Il maggiore dei Winchester non si scompose, avverti Sam di tenersi pronto: l'ora ics stava per scattare e tra poco sarebbe dovuto scendere dall'auto e prepararsi a combattere.

Il ragazzo assentì con un cenno del capo. “Lasciami ancora qualche minuto – disse al fratello – poi ti raggiungo”.

“D'accordo”. Mormorò Dean allontanandosi ma non prima di avergli fatto l'occhiolino e rivolto un sorriso compiaciuto.

Sam scosse la testa. “È il solito idiota: mi scuso per lui”. Mormorò a Lycia in tono dispiaciuto.

Un istante dopo sbarrò gli occhi e rimase senza parole.

Si era appena reso conto che lui e la giovane erano abbracciati. Un gesto istintivo che avevano fatto per proteggersi, nell'attimo in cui avevano temuto di essere in pericolo.

La testa di Lycia era poggiata sulla sua spalla: sentiva il profumo del suo corpo, dei suoi capelli biondi, ne percepiva il respiro, i battiti del cuore. Sembrava così fragile, così indifesa. Per qualche momento fu tentato di rimanere lì con lei per continuare a cullarla, a proteggerla a farla sentire al sicuro ma non lo fece.

Il messaggio dei rapitori era stato chiaro: volevano entrambe i fratelli Winchester o Sarah sarebbe morta. Così, a malincuore, si staccò da Lycia e scese dall'auto.

Prima di andare, rassicurò ancora una volta a giovane sulle sorti della sorella e la convinse a sdraiarsi sul sedile: lontana dalla vista dei nemici, fino a che non ci fosse più stato pericolo. Sarebbe stato lui stesso ad avvisarla quando avrebbe potuto rialzarsi.

Lycia, che ora si fidava ciecamente di Sam, obbedì senza protestare.

Augurò buona fortuna al ragazzo e appena questo si allontanò, si mise a pregare per lui.

Non aveva più paura però. Era sicura che ce l'avrebbero fatta...o quasi.

Sam raggiunse Dean a passo dinoccolato.

Mentre camminava il suo sguardo era ancora rivolto verso l'auto, verso Lycia. Non la vedeva più ma sapeva che c'era, ed era in pena per lei.

Se si fossero accorti della sua presenza ? Se avessero cercato di farle del male?

Scosse il capo e fece una smorfia di disapprovazione: non avrebbe permesso che le accadesse qualcosa di brutto.

“Non ti preoccupare per lei – sussurrò Dean dopo avergli posato una mano sulla spalla –

È al sicuro”.

“Vorrei esserne certo “. Replicò Sam, strusciando nervosamente lo stivale sul terreno polveroso.

“Ehi! Devi stare tranquillo – insistette Dean – se le cose si mettono male Castiel la porterà via”.

L'angelo, tornato dal suo giro al cimitero, annuì con un cenno del capo.

“Vi ringrazio”. Mormorò Sam accennando un mezzo sorriso.

Sorriso che si spense quando Dean gli cinse le spalle e gli sussurrò all'orecchio: “Avevo ragione l'altra volta”.

“Su cosa?”. Domandò Sam, lievemente confuso e spiazzato da quel gesto.

“Non fingere di non capire – rispose Dean – mi riferisco a quella ragazza: ho visto come la guardavi prima e come l'hai abbracciata ”. Commentò sussurrando appena le parole finali e sfoggiando il solito sorriso furbo.

“Non sono affari tuoi”. Replicò Sam, scostandosi in modo brusco.

“Ok, ok scusami “. Rispose Dean alzando le mani.

“Sei sempre il solito – lo apostrofò Sam in tono acido, mentre con le mani si aggiustava le pieghe della giacca – non capisco come fai a voler scherzare in momenti come questi: la tua amica è in pericolo, lo hai forse dimenticato?”.

“Affatto ! – Dean contrariato – non c'è bisogno che me lo ricordi, è stata solo colpa mia” . Dichiarò cupo.

Il sorriso era scomparso dai suoi occhi, sostituito da un bagliore di ostilità nei confronti del fratello ma ancor più per sé stesso.

Strinse i pugni lungo i fianchi e inizio a camminare nervosamente su e giù, senza più dire una parola.

“Mi dispiace – mormorò Sam, afferrandolo per un braccio e costringendolo a fermarsi – ho esagerato, scusami”. Aggiunse, senza però sostenere il suo sguardo.

“Non fa niente – commentò Dean con un' alzata di spalle – anzi, hai ragione: devo farmi gli affari miei”. Mormorò rilasciando un sospiro.

Sam stava per replicare qualcosa ma improvvisamente Castiel scattò sull'attenti.

“Stanno arrivando, tenetevi pronti: sono parecchi”. Dichiarò puntando lo sguardo verso il bosco per poi rivolgerlo di nuovo ai due fratelli.

Questi dimenticarono la discussione e, dopo essersi scambiati uno sguardo d'intesa, si prepararono allo scontro.

Qualche minuto più tardi furono accerchiati da un'orda di vampiri.

Erano usciti dalla foresta, numerosissimi e silenziosi come un armata spettrale, ed uno dopo l'altro erano avanzati minacciosamente circondando i tre.

Sam e Dean li guardarono sbigottiti.

A parte i quattro amici di George, gli altri sembravano tutti ragazzini: la loro età apparente non superava i diciassette anni. I loro occhi però erano iniettati di sangue e i loro sguardi tutt'altro che amichevoli – specialmente quelli delle femmine.

Una in particolare non staccava gli occhi da Castiel.

Era molto bella, la carnagione pallida, piccola di statura, estremamente minuta, aveva i capelli corti e neri e si muoveva leggiadra, così leggera che sembrava quasi non toccare terra. Se non fosse stata una vampira, avrebbe potuto essere scambiata per un folletto.

Fu lei a parlare per prima.

“E così voi sareste i fratelli Winchester”. Esordi in tono pacato, senza smettere di guardare Castiel.

“Esatto - Rispose Dean – e voi invece chi sareste?”.

“Siamo amici di George e siamo qui per vendicarlo”. Rispose un altro vampiro: un tipo affascinante, molto muscoloso, con capelli scuri e alto quanto Sam.

“Che paura”. Commentò Dean in tono sarcastico.

“Fate bene ad averne: morirete tutti quanti”. Rispose il vampiro muscoloso.

“Avanti, cosa aspetti ? – lo sfidò Sam andandogli di fronte – colpiscimi”.

Il vampiro non se lo fece ripetere due volte, sollevò il braccio per sferrare un pugno ma inaspettatamente la tipa minuscola gli afferrò il polso e lo bloccò.

Sam e Dean non credettero ai loro occhi.

Si scambiarono un'occhiata alquanto stupefatta e, senza bisogno di parole, formularono lo stesso pensiero: come diavolo aveva fatto quella specie di fatina a fermare un gorilla come quello? Sì che erano entrambi vampiri, ma avrebbe dovuto comunque esserci un'enorme differenza di forza. E se la piccola fosse stata in realtà la più forte e pericolosa.? Forse la loro vittoria non era poi così scontata.

Intanto il vampiro gigante si era infuriato con l'altra.

“Perché mi hai fermato?”. Le domandò collerico.

“Non è ancora il momento”. Gli rispose lei .

“Ah sì? E cosa stiamo aspettando ?”. Insistette il gigante.

“Non essere impaziente fratellino”.

“FRATELLINO?”. Domandarono Sam e Dean.

“Sì, siamo fratelli – dichiarò la vampira – perché c'è qualcosa di male? Anche voi lo siete”. Gli fece notare.

“Ma voi non vi somigliate”. Commentò Sam.

“Perché non abbiamo i stessi natali ma siamo tutti una grande famiglia”.

“Che cosa commovente – dichiarò Dean ironico: siete per caso gli Addams?”.

“Siamo i Cullen”. Replicò lei, ignorando il suo sarcasmo.

“Cullen, hai detto?”. Domandò con espressione dubbiosa mentre si toccava la fronte con un dito.

“Esatto – rispose la vampira – io mi chiamo Alice e questo e mio fratello Emmett e loro sono..”.

“Zombie come voi”. Taglio corto Dean”.

Alice non rispose ma gli rivolse uno sguardo carico di disprezzo.

Emmett ,al contrario, ringhiò e gli altri vampiri si unirono a lui, sollevandosi in un brusio di insulti e minacce.

“Ora basta – Intervenne Castiel che fino a quel momento era rimasto zitto – avete preso voi l'umana? Tiratela fuori”.

Per tutta risposta i ringhi e gli insulti aumentarono.

“FATE SILENZIO”.Gridò inaspettatamente Alice.

Al suo comando le urla e le minacce cessarono all'istante.

“HA RAGIONE LUI – proseguì a voce alta – PORTATE QUI L'UMANA”.Ordinò, voltandosi verso il bosco.

Sam e Dean seguirono il suo sguardo in direzione della foresta. Improvvisamente, videro uscire Sarah assieme a due uomini e una donna. Quest'ultima trascinava la giovane, tirandola con una corda che le aveva legato attorno ai polsi.

Dean osservò la sua amica:appariva, stanca sporca e provata, aveva la bocca coperta da un bavaglio e gli occhi erano pieni di terrore.

Serrò i pugni e maledisse ancora una volta se stesso per averla messa in quella situazione.

I tre consegnarono la ragazza ad Alice. Questa, dopo averli ringraziati, li congedò ma loro non vollero andarsene, si posizionarono, invece, dietro agli altri vampiri.

Castiel, che aveva osservato la scena si avvicinò a Sam e gli bisbigliò qualcosa vicino all'orecchio: il ragazzo rimase di stucco.

L'angelo gli aveva appena rivelato che i carcerieri di Sarah non erano vampiri.

Li osservò allora a sua volta e, con gran stupore, si accorse che l'amico aveva ragione.

I tre erano altissimi, avevano la pelle più scura e gli occhi dorati.

Ma se non erano vampiri, allora cosa diavolo erano?

Avrebbe voluto domandarlo a Castiel ma fu distratto da Dean che si era rivolto ad Alice.

“Lasciala andare – la implorò – lei non c'entra, preditela con me”.

Sarah aveva cercato di replicare qualcosa ma con il bavaglio le sue parole erano suonate come gemiti incomprensibili, suscitando la pena del ragazzo e l'ilarità dei suoi nemici.

Inaspettatamente però Alice, la liberò sul serio.

Le slegò i polsi e la spinse verso Dean. Il ragazzo l'afferrò al volo e la stinse a sé.

Le liberò il viso dal bavaglio e glielo prese tra le mani, baciandole la fronte e sussurrandole una moltitudine di scuse.

Sarah lo abbracciò a sua volta e, dopo essersi ripresa un attimo, gli suggerì di scappare:rivelò che lui e Sam erano in trappola e sarebbero stati uccisi.

Dean rispose che lo sapeva ma che non aveva paura se non per lei e che quindi, al contrario, doveva essere lei a fuggire.

Le bisbigliò che sua sorella Lycia la stava aspettando in macchina e di tenersi pronta a raggiungerla e mettersi in salvo. Sarah provò ad obbiettare ma Dean fu irremovibile, così alla fine si convinse.

Sam avrebbe aspettato un momento di confusione per scortarla fino all'auto.

“Non so cosa stiate complottando voi due ma se pensate di fuggire, siete dei poveri illusi”.

Parlò improvvisamente uno della band di George.

Era rimasto nascosto dietro agli altri e ora si era portato davanti alla coppia con fare arrogante e spocchioso.

“Credevate davvero di farla franca dopo aver ucciso il nostro amico?”.

“Sì – rispose Dean in tono di sfida e senza attendere replica aggiunse – invece voi? Credevate che non sapessimo che era una trappola ? Siete dei poveri imbecilli illusi se pensate che ci faremo battere da un manipolo di sporche sanguisughe”. Commentò a muso duro, dopo aver scansato Sarah ed essersi avvicinato a un palmo di naso dal suo nemico. La ragazza assistette alla scena con timore e Castiel biasimò mentalmente Dean per la sua linguaccia e la solita impulsività.

Le parole del ragazzo avevano infatti riacceso le ostilità degli altri vampiri che di nuovo lo stavano apostrofando con insulti e minacce: male parole a cui lui rispondeva a tono.

In quel momento di confusione, Sam ne approfittò per prendere Sarah e trascinarla fino all'auto. Dopodiché come aveva promesso, avvisò Lycia bussando sul vetro.

La giovane si risollevò immediatamente sul sedile, e quando vide Sarah ancora viva e in salute, il suo sguardo pieno d'ansia si illuminò di gioia. Senza perdere tempo aprì lo sportello dall'interno e scese dall'auto.

Abbracciò sua sorella e poi Sam per averla salvata.

Il ragazzo un poco intimidito, disse che lui non c'entrava niente, che il merito era di Castiel ma Lycia gli fu grata lo stesso.

Il suo sorriso luminoso e sincero, scaldò cosi tanto il cuore di Sam, che questi l'afferrò il viso tra le mani e la baciò sulle labbra con tanta passione e ardore, da far rimanere la giovane senza fiato e parole.

Mai però quanto Sarah. La ragazza assistette alla scena con sgomento e incredulità.

Non sapeva cosa fare. Da una parte era contenta che Lycia avesse fatto colpo ma dall'altra era consapevole che non poteva esserci futuro con quel giovane.

Se fosse sopravvissuto a quella battaglia, sarebbe ripartito con Dean e sua sorella avrebbe sofferto. La osservò avvilita: come doveva comportarsi?

Nel frattempo Lycia, dopo un primo momento di shock aveva sorriso ancora più dolcemente al ragazzo, cingendolo con le braccia e ricambiando il suo secondo bacio con altrettanto fervore. Fu Castiel a interrompere quell'idillio, evitando l'incomodo a Sarah e facendole tirare segretamente un sospiro di sollievo.

L'angelo chiamò Sam al cellulare dicendogli che la situazione stava precipitando e che doveva tornare da Dean.

A malincuore il ragazzo obbedi, salutò Lycia e si raccomandò che fuggisse con Sarah.

La giovane promise che lo avrebbe fatto e congedò Sam augurandogli un in bocca al lupo.

Prima di andare i due si scambiarono un ultimo disperato bacio, poi Lycia risalì in macchina con Sarah e lui tornò da suo fratello...
continua



ED eccoci al dunque il momento che aspettavo, finalmente sono apparsi i nemici; E che nemici!
Come chi ha già letto la storia iun precedenza, saprà che all'inizio non odiavo twilight, anzi.
Quando l'ho letto nel 2007 mi era piaciuto tantissimo.
Ma a causa della saga cinematografica e dell'atteggiamento di certe fan, la mia passione è diventata insofferenza e infine odio. 
Ho scritto questa storia per rivincita, proprio contro quest'ultime.
Avrei dovuto scrivere questa cosa molto prima, ma per amor di pace ho preferito non farlo, (sono stata vigliacca lo so) adesso però mi sono stancata e ho deciso di vuotare il sacco.
E al diavolo se mi beccherò gli insulti.
Ci tengo comunque a ricordare che si tratta pur sempre di una fanfiction, cosa che non ha niente a che vedere con la realtà , quindi non c'è motivo di prendersela troppo. E comunque non cambierei opinione. Anzi!  Per il resto ci tengo a ringraziare come sempre chi mi sta seguendo e ancor di più chi ha lasciato una recensione..

Ci sentiamo al prossimo aggiornamento ;)

 

 

   
 
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