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Autore: Sogno3    04/01/2013    3 recensioni
Beh..questa storia l'ho iniziata a scrivere l'altro giorno in un piccolo momento di sconforto...
E credo di essermi immedesimata abbastanza bene nella protagonista,Angie Balcanti perché penso che ognuno di noi abbia bisogno del suo raggio di sole personale nei momenti bui...
ecco,non so più che dire ma spero di avervi interessati e..buona lettura! (:
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Ritardi e spiegazioni

“Sei in ritardo” constatò una voce divertita dietro di lei.
“Secondo il mio orologio no, ed è ciò che conta” ribatté la voce stanca di Angje, che si sedeva sulla prima sedia libera, fortunatamente accanto alla finestra.
Nick la seguì a ruota e le si sedette accanto tirando fuori dalla tracolla il mattone che chiamavano libro di biologia e gli appunti: “allora, cominciamo?”
Un sospiro da parte di Angje che era certa che quel pomeriggio sarebbe stato molto lungo, poi lei puntò lo sguardo in quello del ragazzo guardandolo attentamente.
“Incomincia col dirmi sottovoce cosa hai capito di tutto quello che ha detto il professor Arthur. Ma sottovoce” sussurrò la ragazza, contrariata dal volume alto della voce di Nick.
Il ragazzo rimase in silenzio per un attimo, imbarazzato; poi disse con un tono di voce sempre troppo altro rispetto a quello consentito nelle sale studio “Ehm…quando ti ho chiesto di aiutarmi ieri intendevo su…beh, su tutto quello che abbiamo fatto”
Angje lo fissò sbalordita, sperando per un secondo che stesse scherzando ma quando si accorse che l’espressione di Nick non mutava si ricompose e, notando le occhiate assassine che lanciavano loro a causa del ragazzo seduto davanti a lei, si alzò e fece segno a Nick di seguirla.
Insieme s’incamminarono verso il giardino e si sedettero nei pressi di un albero su una coperta tirata fuori dallo zaino di Angje.
 
“Allora, quindi dobbiamo iniziare…dalla cellula?” chiese lei sfogliando distrattamente le pagine del tomo che aveva sulle gambe.
“Eh già” rispose lui grattandosi una guancia e prendendo un blocchetto per appunti con una penna.
Angje lo guardò come a voler dire “che stai cercando di fare?” e glieli prese dalle mani, appoggiandoli accanto a sé “Non avrai bisogno di questi, ti distraggono e basta” disse, in risposta all’occhiata di lui; poi prese un blocco per appunti dai fogli verdi ed incominciò a spiegare: fece un disegno di due cellule, una eucariota ed una procariota, spiegando poi le funzioni dei vari organelli di cui era composta la seconda man mano che li disegnava dettagliatamente uno ad uno.
Il pomeriggio passò così, tra lei che spiegava tutte le teorie che quei vecchi barbuti chiamati scienziati avevano ricamato sopra alle cellule e lui che, a tratti guardava i disegnini di lei e ascoltandone i discorsi e a tratti il suo viso illuminato dal sole.
Poi incominciò a farsi buio ed Angje pensò che fosse meglio iniziare ad incamminarsi, visto che doveva prendere la corriera, così strappò i foglietti che aveva usato dal blocco principale e li porse a Nick, che li infilò dentro alla tracolla accanto a lui.
“Angje…” incominciò lui alzandosi in piedi “pensi che potresti darmi ripetizioni anche domani?”
“No, nel fine settimana ho altro da fare… Se vuoi al massimo posso martedì pomeriggio, stessa ora ma qui, visto che abbiamo notato tutti che non sei capace di stare in silenzio dentro ad un’aula studio” rispose lei lanciandogli un’occhiata tagliente, iniziando a rimettere a posto le sue cose dentro all’inseparabile eastpack; poi si spostò all’esterno della coperta e ne prese due angoli fra le mani per piegarla.
“Ok, a me va bene. Ma posso sapere cosa fai durante il sabato e la domenica?” chiese nick, spostandosi anche lui fuori dalla coperta e prendendola in mano per piegarla.
Piegata una volta.
Si avvicinarono per farne combaciare i lembi.
Un “no” soffiato dalle labbra della ragazza.
Si allontanarono.
E di nuovo si avvicinarono.
La coperta venne messa in salvo nello zaino e lei si allontanò velocemente, aggiungendo “E vedi di essere preparato su quello che ti ho spiegato oggi perché ti interrogo”.
Nick rimase fermo per un attimo ad osservarla, con quella camminata che sembrava un passo marziale ma che lo aveva già stregato, come molti altri, poi si riscosse e con la tracolla in spalla si avviò verso il suo appartamento chiedendosi che cosa mai le passasse per la mente.
 
Angje, seduta su uno scomodo sedile della corriera Dublino-Monaghan, ripensava al pomeriggio appena passato e… si sentiva strana, come se ci fosse qualcosa che doveva assolutamente vedere ma non trovava, nonostante fosse posizionato in bella vista…
Dopo poco si arrese al sonno che la tormentava e si addormentò, sprofondando nel mondo dei sogni, nel quale tutto è possibile, anche che le persone morte tornino da te e ti abbraccino forte.
Una sola lacrima solcò il viso della ragazza…

Il mio piccolo angolino ^^
Benritrovato a chiunque si degni di eggere questa storia! =)
Congratulazioni, perchè ora hai più domande su chi sono i due protagonisti rispetto al capitolo precedente! Ma si può sopravvivere, perchè tanto nel prossimo chappy conosceremo di più queli figo di Nick, di cui posterò anche una foto anche se invece per angje ci vorrà ancora un bel po', perchè mi piace che lei rimanga ancora oscura per te ma se vuoi puoi iniziare a fare le tue congetture su ciò che l'ha resa così scostante (=
Ora ti lascio, perché suppongo di averti già tediato troppo ma prima vorrei fare dei piccoli ringraziamenti:
Alla mia nipotina Justhevidence, perché mi spinge a scrivere sempre (=
Alla mia cuginetta you are my kryptonite perché certe volte mi ispira (non montarti troppo ora u.u)
Ed infine ad Anto_P perché con le sue storie mi fa crescere la voglia di scrivere per potermi migliorare e, magari di diventare come lei un giorno (=

With so much love,
Jane (=

  
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