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Autore: anqis    04/01/2013    5 recensioni
«E lei?» chiede. Sento una strana sensazione invadermi lo stomaco.
«La mia collega, è un po’ sbadata» risponde Harry.
«Senti, non mettermi in cattiva luce di fronte al client-» mi muore la voce in gola.
Di fronte, in piedi c’è lui. E come uno schiaffo in pieno volto, rivedo quei occhi color carbone che mi sembrava di aver dimenticato, ma che sono esattamente uguali a quelli dei miei ricordi.
«Vi conoscete?» si intromette ad un tratto Styles.
«Sì.»
«No» affermo io, abbassando gli occhi.
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[..] «Spiegami il perché non mi hai chiesto di rimanere, l’avrei fatto se solo l’avessi detto. Volevo solo sentirti dire che ci tenevi talmente tanto a me che non mi avresti mai lasciata andare per nulla la mondo. Solo questo, stupido..»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I’ve ever had the words to say,
But now I’m asking you to stay.

Non ho mai avuto le parole per dirlo,
ma ora ti sto chiedendo di rimanere.


Mi stringo nel leggero cappotto da lavoro che ho dovuto indossare per l’occasione, mentre intorno le strade si accendono dei lampioni e delle luci natalizie che non hanno ancora avuto la buona idea di togliere. Credo le lasceranno fino alla fine delle vacanze invernali.
Quanto odio i tacchi e quanto odio il mio datore di lavoro. All’ultimo dell’anno, incaricarmi di intervistare un nuovo scrittore che ha avuto successo grazie alla pubblicazione di una biografia adolescenziale sul suo amore perduto delle superiori, rovinando tutti i miei piani per Capodanno. Ho dovuto però accettare a malincuore l’incarico, la promozione è vicina e stranamente lo scrittore sembrava proprio avermi richiesto. Non doveva avere una vivida vita sociale per prenotare un appuntamento il 31 dicembre. Stupido nerd, dovevi coinvolgere anche la mia di vita?
Sospiro creando nuvole di vapore di fronte a me. Quando arrivo all’hotel dove si trova il famoso scrittore, entro di corsa e in mezzo all’atrio, vedo il mio nemico-collega.
«Buonasera Styles» borbotto avvicinandomi a lui da dietro.
Nel suo elegante completo nero, abbassa gli occhi verdi squadrandomi dalla testa a piedi. Fingo indifferenza, abituata a quello sguardo che ormai mi ha sorpassato più volte i vestiti, e mi chino sulla borsa in cerca del biglietto da consegnare alla reception per aver il permesso di salire. Styles è famoso per il suo successo con le donne e abbiamo avuto una relazione, che preferirei però mettere da parte durante il lavoro per mantenere un certo contegno. A lui però non sembra invece interessare.
Quando porgo il foglio dalla mia ventiquattrore, percepisco ancora il suo sguardo carezzarmi l’intera figura, rimango invece sorpresa di non aver ancora sentito nessun particolare commento. Ma mi rivedo a dirlo, che non appena varchiamo l’ascensore, la sua mano si appoggia sulla mia schiena, fin troppo in basso. Il suo naso mi solletica l’orecchio.
«Avrei dovuto fartelo notare prima, ma hai la camicia leggermente slacciata» sussurra con quella voce roca e suadente. Ai tempi delle medie, a tale commento probabilmente sarei arrossita e avrei cominciato a incespicare nelle mie stessa parole, ma quello è il passato e con calma mi allaccio i bottoni della camicia di velluto che indosso.
«Potevi dirmelo prima» affermo, osservando i nostri riflessi dallo specchio che riempie l’intera parete dell’ascensore.
Inchinato verso il mio viso, i ricci perfettamente disordinati mi accarezzano la guancia. Le iridi verdi osservano a loro volta il riflesso dei miei grigi, le labbra sottili incurvate in un sorriso malizioso e perennemente divertito. Anche il viso della donna sorride, soddisfatto delle ripercussioni che può fare semplicemente con qualche bottone slacciato. Il tailleur blu perla, risalta la lunga chioma mora e liscia sistemata in una crocchia disfatta e gli occhi allungati e grigi.
«Perché nascondere tale meraviglia?» sorride. «Senti..»
«Sì, sono libera dopo» lo anticipo. Annuisce soddisfatto e quando si aprono le porte, si allontana. Sa che quando lavoro non devo essere in alcun modo disturbata.
Percorriamo il corridoio, i tacchi risuonano lungo le pareti. Quando arriviamo di fronte alla camera, mi sistemo i ciuffi che scappano dalla mia acconciatura. Styles bussa.
«Avanti» rispondono subito dall’interno.
Apriamo la porta e di fronte a noi ci si presenta una meravigliosa stanza di lusso.
«Entrate pure, accomodatevi sul divano che arrivo subito» ci invita una voce maschile. Non posso fare a meno di trovarla musicale e dolce, soprattutto familiare. Una leggera spinta del mio collega mi fa notare che sono rimasta impalata immobile sullo stipite dalla porta, entro subito e prendo posto sul divano bianco. Sistemo sul tavolino il registratore e i miei appunti. Nel momento in cui sento dei passi avvicinarsi, mi scappa la penna dalle mani finendo sotto il tavolino. Mi abbasso per raccoglierlo, mentre sento Styles alzarsi e presentarsi.
«E lei?» chiede. Sento una strana sensazione invadermi lo stomaco.
«La mia collega, è un po’ sbadata» risponde Harry.
«Senti, non mettermi in cattiva luce di fronte al client-» mi muore la voce in gola.
Di fronte, in piedi c’è lui. E come uno schiaffo in pieno volto, rivedo quei occhi color carbone che mi sembrava di aver dimenticato, ma che sono esattamente uguali a quelli dei miei ricordi. Il viso è lo stesso di una volta, magro e di quel colorito dorato che gli ho sempre invidiato, solo che i lineamenti sono leggermente più marcati e il mento tondo che ripercuote ogni immagine del passato è diventato quadrato. La cresta disordinata è la stessa, solamente più lunga e accurata. Niente però mi induce a distogliere gli occhi dal suo sguardo, caldo e dolce, così maledettamente vicino e reale.
«Vi conoscete?» si intromette ad un tratto Styles.
«Sì.»
«No» affermo io, abbassando gli occhi. Non sono mai riuscita a reggere lo sguardo, non con lui. Riesco a sentire perfettamente il suo disappunto, ma mi costringo a porgergli la mano. «Piacere Arielle Johnson», smettila mano di tremare.
Le sue dita sfiorano le mie, ed è un vero supplizio nascondere i brividi che mi percorrono la schiena. Si stringono intorno alle mie, «Piacere Zayn Malik.»
«Zayn Malik, sul libro però ti chiami in un altro modo» dice Harry, «Intanto prendiamo posto che abbiamo un po’ di domande da farti.»
«Per comodità, volevo mantenere l’anonimato. Sai la fama, le luci delle telecamere, i paparazzi non mi sono mai andati a genio. Sono in tipo calmo che ha bisogno della propria privacy» ammette. Sento la penna di Styles strusciare sul foglio. «
 
«Elle, devi imparare a farti i cavoli tuoi»
«Ma Zayn, voglio solo aiutarti»
«Fatti i cazzi tuoi! Ho bisogno del mio spazio, ok?!»
«Scusami. Non lo farò più..»
«No, Elle. Scusami, te, scusami. Io..»
 
«Arielle, hai deciso di perdere la promozione? Sarebbe più facile per me, ma sai che non mi piace vincere in questo modo» mi sussurra Styles all’orecchio.
Annuisco e prendo carta e penna. «Allora», coraggio Arielle, «Abbiamo letto la trama del libro, ma ci piacerebbe sentirla dal suo punto di vista e non dalla casa editrice. Ovviamente, vogliamo anche dei dettagli.»
«La storia parla semplicemente della mia vita alle superiori, credo che sia per questo che sia piaciuta molto ai ragazzi d’oggi, in un certo senso è la loro vita messa su carta, forse di qualche anno più vecchiotta» Harry ride, «Volevo raccontare le difficoltà dei ragazzi, nella scuola, nei rapporti, nella famiglia e negli amori, in particolare quest’ultimo», le ultime parole mi fanno alzare il viso di scatto. Passo falso, i suoi occhi sono puntati su di me.
«Dunque, è un autobiografia questa. Tutto ciò che c’è scritto è vero e accaduto» dice quasi tra sé e sé il mio collega, con la testa china sul registratore.
«Hai scritto tutto?» chiedo spaventata. Non può avere raccontato a tutto il mondo quello che è successo tra noi, non può averlo fatto.
«Sì» afferma. «Ma ho dovuto cambiare i nomi dei personaggi.»
Con un sospiro mi lascio cadere sul divano, sotto il suo sguardo curioso.
«Allora, parlaci di questo amore perso di cui parla la trama, questa Arline, esiste davvero? L’hai mai sentita in questi ultimi anni? Cosa vi ha diviso?» chiede professionalmente.
Mi irrigidisco.
«Esiste e no, non l’ho più sentita in questi ultimi anni» risponde, la testa china sulle scarpe, come imbarazzato.
«E come mai?»
«Probabilmente perché non ti sei preoccupato di cercarla» intervengo io.
Osservo compiaciuta le sue spalle appesantirsi, probabilmente schiacciato dal peso della coscienza. Soffri.
«L’ho fatto ogni giorno, ma lei aveva chiuso ogni rapporto con ogni vecchio compagno, la sua famiglia di è trasferita e non ho potuto chiedere neanche a loro. Pensa che quando l’ho chiesto alla sua migliore amica, questa mi ha risposto con il dito medio.»
«Uuh» commenta il mio collega divertito.
Grazie Emily, grazie.
«E come te la sei fatta scappare, se ci tenevi così tanto?»
Silenzio. «Io devo andare» dico alzandomi in piedi.
«Ehi Arielle, non puoi las-»
«Non mi importa della promozione, puoi prendertela. Non me ne faccio niente» lo interrompo. Afferro la borsa e tutto, quando una mano si stringe al mio polso. Non piangere Arielle, non lasciarti sopraffare dai sentimenti, non..
«Rimani.»
 
«Zayn, mi è arrivata la lettera questa mattina» sussurrai.
Era appoggiato alla ringhiera che separava il cortile con i campi della scuola. La schiena dritta e le spalle ferme, il viso rivolto lontano dalla mia vita. Forse era meglio così, o probabilmente sarei scoppiata. Era da giorni che stavo pensando a questa opportunità, l’avrei afferrata al volo se solo non fossi stata innamorata di lui. Il pensiero di trovarmi  a miglia, neanche chilometri, da lui, faceva talmente male che non potevo. Non volevo partire. Gliel’avrei detto.
«E allora?» domandò tranquillamente.
Mi bloccai. «Cosa?»
«Hai già preparato le valigie?» mi chiese, sempre dandomi le spalle.
«No, non ancora. Volevo parlarti..»
«Non credo di poterti accompagnare in aeroporto, però» mi interruppe nuovamente mettendomi a tacere. Mi stava davvero dando il permesso di andare? Non aveva pensato alla nostra reazione. Non soffriva nel sapere che non ci saremmo potuti vedere, pensiero che ogni notte ripercuoteva ogni mio sogno? Repressi un singhiozzo.
Zayn, ti prego, dimmi che vuoi che rimanga e rimarrò. Mi basta solo una parola, e manderò tutto a monte per restare, qui con te. Zayn, ti prego..
«Sono felice per te.»
 
Gli scaravento la borsa in faccia, riuscendo in questo a modo a sfuggire dalla sua presa e mi catapulto fuori da quella immensa e stretta stanza. Corro ignorando il dolore ai piedi a causa dell’impatto dei alti tacchi, quando sento subito dietro di me le urla di Styles e subito dopo altri passi avvicinarsi. Corri Arielle, non farti divorare dai ricordi.
Una mano mi blocca il polso, costringendomi a voltare verso di lui. E mi vergogno delle stupide lacrime che hanno preso il sopravvento, rigandomi il volto.
«Non toccarmi!» grido.
Al contrario, le sue braccia mi circondano e in un attimo mi ritrovo stretta a lui, il viso affondato nella sua camicia di lino. Un profumo maschile misto a fumo mi invade le narici e altre lacrime scorrono, bagnando anche il tessuto. Muovo alla caso le braccia tirando pugni al vento, devo liberarmi.
«Scusami Elle, scusami» e fa male sentire quel vecchio soprannome che solo lui usava per chiamarmi, cantato dalla voce che più volte mi ha svegliato la mattina.
«Non chiamarmi così, non ti permettere» ringhio. «Perché sei tornato? Perché dopo cinque anni in cui ho cercato di dimenticarti, sei riapparso dal nulla? Per farmi soffrire? Per ricordarmi il passato che ho tanto cercato di cancellare? Non voglio ricordare quello che mi hai fatto provare, sapendo che poi scomparirai di nuovo, lasciandomi sola con un buco in mezzo ai polmoni» le parole scivolano dalla mia bocca come una valanga senza controllo.
«Spiegami il perché non mi hai chiesto di rimanere, l’avrei fatto se solo l’avessi detto. Volevo solo sentirti dire che ci tenevi talmente tanto a me che non mi avresti mai lasciata andare per nulla la mondo. Solo questo, stupido di un Zayn..»
«Davvero credi che io l’abbia fatto perché non tenevo a te? Elle, tu eri tutto ciò che avevo sempre desiderato e quando ti avevo trovata, per nulla al mondo ti avrei lasciata andare. Ma se quel motivo eri tu, l’avrei fatto. Eri la ragazza più speciale e unica, che io avessi mai conosciuto. A quel tempo non ero davvero un bravo ragazzo, spesso finivo nei guai, ma c’eri sempre tu a salvarmi. Mi ero accorto a mano a mano di quanto ti frenavo a causa delle mie stupidate da ragazzo, a quanto trattenevo il suo talento. Tu eri fatta per grandi cose, e quando ti si era presentata l’occasione di andare a studiare all’estero in uno dei miei più famosi college, avevo capito che era arrivato il tempo di lasciarti andare.»
«Non puoi capire quanto ho sofferto quando mi hai detto della lettera. Ero talmente scioccato che non ero riuscito neanche a parlarti a faccia a faccia, costretto a guardare il cielo per non scoppiare a piangere. Volevo fossi felice e se questo significava lasciarmi dietro, mi sarei sacrificato per te» balbetta al mio orecchio.
«E allora perché sei tornato? Come faccio ad essere sicura che non te ne andrai anche questa volta?» gli chiedo, scossa da tremiti, spaventata di conoscere la risposta.
«Perché mi ero ripromesso che ti avrei raggiunta solo quando sarei stato al tuo livello. Forse non ancora, ma credo di esserci vicino. Ti chiedo solo di darmi un’altra opportunità, di ricominciare un’altra volta.»
«Non lo so, io..» ho davvero la forza e il coraggio di riprovarci?
«Se è solo paura quella che provi, possiamo anche andare ad agio. Se invece non mi ami più è diverso» la voce diminuisce trasformandosi in un sussurro.
«Cosa faresti se ti dicessi che non sono più innamorata di te?» gli domando.
Si stacca di me senza mollare la presa, le mani salde sulle mie spalle e i suoi concentrati nei miei, caldi e seri. «Ti farei innamorare nuovamente di me. Non voglio perderti un’altra volta, non dopo averti stretta tra le mie braccia. Sarebbe troppo difficile.»
Dal muro dov’eravamo appoggiati, partirono i cori.
10, 9, 8 .. Cosa dovevo fare? 7, 6, 5 ..  Forse dovevo lasciare il dolore al 2012, forse.. 4, 3, 2, 1 .. Di slancio, afferro il suo viso e lo bacio. E mi sembrano passati secoli e allo stesso tempo secondi, dall’ultima volta che ho toccato le sue labbra. All’inizio, lo sento irrigidirsi sorpreso, ma è poco che le sue mani si stringono al bacino facendomi aderire completamente a lui. Stringo tra le mani, i capelli sulla nuca. Mi bacia forte, con passione, come se volesse rimediare al tempo perduto, e lo stesso faccio io. Le lingue giocano vertiginosamente, i respiri accelerano, i battiti aumentano, e tutto profuma di lui. Solo quando non abbiamo più fiato ci allontaniamo. Mi fissa, gli accarezzo lo zigomo.
«Questo è un sì?»
Annuisco sorridendo.
«Zayn, l’hai trovata-ah» la voce di Styles ci raggiunge, stoppandosi sconcertato da ciò che si ritrova di fronte. Zayn si alza di scatto in piedi preso in fallo e mi aiuta porgendomi la mano. Mi sistemo tranquillamente la gonna che si è alzata con la caduta, mentre vedo di sottecchi Styles spostare lo sguardo da me e lui, che si sta grattando la nuca con aria imbarazzata. Sorrido, è uno dei suoi vizi.
«Vedo che è tutto a posto, possiamo dunque continuare l’intervista?» chiede schiarendosi la voce. Zayn annuisce, ma lo afferro stringendomi al suo braccio.
Sorrido. «Scusami, ma credo che continueremo senza di te.»
«Scusa?» spalanca gli occhi.
«Ne stavamo parlando e ci dispiaceva non potessi passare un Capodanno con gli amici, Zay- il signor Malik ha affermato che gli basta la mia presenza» gli spiego, rivolgendomi poi a Zayn con uno sorriso di intesa al quale risponde alzando gli occhi.
«Può andare signor Styles, si godi il nuovo anno.»
«Ma la promozion-»
«Sarà per un’altra volta, ok?» e ignorando ogni sua protesta, trascino Zayn verso la camera. Non appena le porte si chiudono alle mie spalle, lo bacio con voracità.
«Elle, sei molto più disinvolta da come mi ricordavo» sorride a fior di labbra.
«Zitto. Dobbiamo recuperare questi cinque anni» e appoggio le labbra sulle sue con trasporto, mentre le tende si colorano dei fuochi d’artificio che si librano in cielo.


Dunque.

Hello everyone! Sono tornata con un altra one shot! Anche se è in ritardo, avrei dovuta pubblicarla la notte di capodanno, ma chi l'avrebbe letta? Poi da mia nonna non potevo, dunque non ho avuto l'occasione di farlo. Beh, spero mi perdonerete anche questa e plachiate il tutto leggendovi questa storiella. Mi sono ispirata al capitolo di un manga yaoi di cui però non mi ricordo il titolo. Erano due uomini ed io ho cambiato qualcosina. Spero davvero che vi sia piaciuto e prego per leggere qualche vostra piccola recensione, mi piacerebbe molto conoscere il vostro parere positivo o negativo che sia. 

Lei è Arielle Johnson, 


- zooey deschanel -

E' stato amore a prima vista, è perfetta per il mio personaggio, sniff.
Anche nella gif in cima alla pagina, sempre lei. In ascensore addirittura.

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Harry quando vede Arielle nell'ingresso dell'hotel,



Sguardo da "ti sto spogliando con gli occhi."

______

Zayn che svolta un angolo  e la cerca con lo sguardo.



______

Grazie per averla letta, grazie a chiunque l'aggiungerà tra le seguite (anche se non ha molto senso perchè è già terminata), ricordate e preferite, chi passerà e andrà avanti e chi si fermerà per darmi il suo prezioso parere. Grazie.

Alice.
   
 
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