Canto I: ovvero quando Dante è sbronzo e esce dal circolino detto “il collasso” dove sta guardando la finale di coppa con gli amici per ritrovarsi in una stradina sconosciuta

  Nel mezzo del secondo tempo della partita

mi ritrovai per un strada oscura

ché la via, dal cesso al tavolo del bar,era smarrita.

  Ahi quanto a dir dov’ero è cosa dura

esta vicolo sporco e buio e forte

che nel pensier mi fa cagare addosso dalla paura!

  Tant'è malfamato che poco è più mafia;

ma per trattar dello sballo ch'i' vi trovai,

dirò de l'altre robe ch'i' ho scorte in su la via.

  Io non so ben ridir com'i' v'intrai,

tant'era pieno di birra a quel punto

che il pub “il collasso” abbandonai.

  Ma poi ch'i' fui a uno strano incrocio giunto,

là dove terminava quella valle (qnd mai stasera mi sbronzai)

che m'avea di scagia il cor compunto,

guardai a destra, e vidi le sue, diciamo, spalle

vestite già de' raggi del lampione

che è senhal di quelle che non son proprio farfalle.

  Allor sentii nel basso ventre un agitazione

che l’ansia per la Coppa aveva superata

nel momento in cui io vidi quel puttanone.

  E come quei che dopo una scopata

uscito fuor del letto per fumare una siga

si volge a la tipa nuda e sudata,

  così pensando ai soci miei intenti a menar sfiga

si volse a retro a rimirar “il collasso”

che non v’entrò già mai una bella figa.