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Autore: Madapple    23/07/2007    30 recensioni
[ EDIT: pubblicata nel 2007 con il nickname Arcadia_Lovegood ]
A volte non c'è bisogno di grandi discorsi, di baci appassionati lunghi minuti interminabili e di atmosfere da sogno per far sciogliere il cuore. Questa Harry/Luna ha un solo scopo: trasmettere dolcezza a chiunque sia abbastanza fantasioso da credere che in fondo, questi due qui, un'emozione e un sorriso li sappiano strappare con molta facilità... e perchè no, anche con un pizzico di stranezza!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Luna Lovegood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Questa fanfiction non è stata sc

di Arcadia_Lovegood

Questa fanfiction non è stata scritta a scopo di lucro. I personaggi appartengono a JK Rowling.

Dedicata a chi per una volta è alla ricerca di qualcosa di estremamente semplice. Buona lettura ^^

Luna,

ho ritrovato alcune delle cose che ti sono state rubate.

Non avendo lo stesso orario delle lezioni, ti do appuntamento alle 16:00 nel Cortile di Trasfigurazione per restituirtele.

Ho con me una sciarpa, delle collane e un paio di fermagli per capelli.

A più tardi,

Harry.

Stavo aspettando Luna da più di un’ora.

Speravo che avesse ricevuto il mio biglietto e che sarebbe venuta a riprendersi la sua roba.

In Dormitorio non facevano altro che prendermi in giro dopo aver trovato, tra le mie cose, anche quelle di Luna.

Cosa potevo mai farci io con dei fermagli a forma di foglia?!

Seamus non smetteva di mettermeli nei capelli mentre dormivo e al mattino, se non stavo attento, rischiavo di andare a colazione pettinato come Calì Patil.

Mi dispiaceva per lei. Non facevano altro che nasconderle le cose.

Non riuscivo mai a incontrarla durante le lezioni. E così me ne andavo in giro con la sua sciarpa viola a pois verdi, occultata abilmente in fondo alla sacca sotto libri e pergamene, cercando e sperando che nessuno la notasse.

In serata avevo un appuntamento con i ragazzi della squadra di Quidditch per definire alcuni dettagli sull’imminente partita contro Tassorosso e non volevo tardare in alcun modo.

Giocare contro di loro, senza Cedric Diggory come Cercatore, faceva sempre uno strano effetto.

Fu a quel punto che la vidi.

Luna avanzava in tutta fretta verso la mia direzione.

Indossava la divisa scolastica e portava i lunghi capelli biondi sciolti.

Sembrava quasi normale, se non fosse stato per ciò che aveva fatto alla faccia.

Che il Cortile di Trasfigurazione a quell’ora fosse poco frequentato mi rincuorò.

Non ero proprio riuscito a capire perché c’avesse messo tanto, ma quando mi fu vicina capii ogni cosa.

- Harry! – esclamò raggiungendomi.

La salutai con un cenno della mano, mentre con gli occhi squadravo il suo viso.

Fu davvero un’impresa ardua trattenermi dal ridere.

Aveva dipinto le guance di rosa, come quei clown che si vedono al circo o negli spettacoli di strada.

Le labbra avevano assunto una tonalità piuttosto eccessiva di rosso porpora. Il rossetto non seguiva neanche la linea della bocca. In alcuni punti, fuoriusciva dalle naturali linee demarcatrici.

Gli occhi argentei e perennemente sorpresi erano stati malamente abbelliti con dell’ombretto celeste, intriso di una polverina luccicante che scintillava ad ogni battito di ciglia.

Che fosse un po’ strana lo sapevamo tutti, ma arrivare a conciarsi così era fuori da qualsiasi stile. Anche quello tipicamente Lovegood.

Sorrisi, ma in realtà stavo semplicemente contorcendo le labbra in una smorfia per evitare di farla sentire umiliata.

Senza dirle niente, le porsi un sacchetto di plastica con dentro la sua roba.

Sembrò davvero felice di riavere ciò che le apparteneva da chissà quanto tempo e a giudicare dallo stato in cui erano gli oggetti da me ritrovati doveva trattarsi di parecchi anni.

- Grazie, Harry! – gioì. Sorridendomi, notai alcune macchie di rossetto sui denti.

Mi tolsi gli occhiali e mi massaggiai la pelle del naso sul quale erano stati poggiati per l’intera giornata.

Qualcuno ci stava guardando e farfugliava qualcosa senza farsi sentire.

O meglio, guardavano me insieme a lei e si chiedevano cosa ci facessimo lì. Soprattutto con Luna in quelle condizioni.

Provando a trattenere una risata, mi avvicinai a lei e le sussurrai in un orecchio.

- Cos’hai fatto alla faccia? – chiesi, tentando di essere il meno sgarbato possibile.

Luna corrugò la fronte come se non ci fosse nulla di strano sul suo viso – Si chiama trucco, Harry.

Tirai un respiro profondo – Lo so cos’è, ma… perché te lo sei messo?

- Lo fanno tutte le ragazze. Quando hanno un appuntamento con un ragazzo.

Spalancai occhi e bocca. Ora sì che avevamo entrambi un’espressione sorpresa!

- Io e te non abbiamo un appuntamento! – esclamai. Stavolta non mi curai di essere cortese. Dopo un po’ mi resi conto di aver esagerato, forse.

Ma lei non sembrò farci caso – Certo che ce l’abbiamo, Harry.

- No, Luna.

- Sì, Harry.

- Cosa te lo fa credere?

Dalla tasca tirò fuori il mio biglietto e lo lesse un po’ troppo ad alta voce per i miei gusti – Lo hai detto tu, proprio qui.

Scossi la testa – Non è quel tipo di appuntamento, Luna!

- Quale tipo?

- Quello. Quello che un ragazzo chiede ad una ragazza per… uscire insieme.

Vidi la sua espressione sempre più dubbiosa e mi accorsi che non stava capendo una sola parola di quello che le stavo dicendo.

- Mi stai seguendo? – chiesi inarcando un sopracciglio.

Lei mosse lentamente la testa, prima a destra e poi a sinistra.

Mi passai una mano tra i capelli. Non riuscivo a capire perché mi stessi soffermando tanto sull’argomento, ma ci tenevo che capisse che Harry Potter non le aveva chiesto di uscire.

- Ci sono diversi tipi di appuntamenti, Luna. Quelli tra colleghi, tra amici, tra fidanzati. Il nostro non è quel genere di appuntamento che prevede tanti accorgimenti da parte tua, che sei la ragazza. Quando le ragazze si truccano, lo fanno per fare colpo, per mostrarsi carine agli occhi del ragazzo che le ha invitate ad uscire. Capisci? – in quel momento ringraziai il cielo di avere una migliore amica in piena fase adolescenziale e un migliore amico, la cui sorella minore, ci provava con me e con metà genere maschile della scuola.

Avevo imparato un sacco di cose che, in quanto ragazzo, pensavo mi sarebbero state del tutto inutili in futuro.

E invece… mai dire mai nella vita!

Luna sorrise – Il termine appuntamento indica un accordo tra due o più persone che decidono di incontrarsi in un determinato luogo ad un certo orario, giusto?

Rimasi per un po’ in silenzio. A volte dimenticavo che Luna Lovegood appartenesse alla Casa di Corvonero e sentirla esprimesi con tale chiarezza, e soprattutto congruenza, mi lasciava sempre senza parole.

Del resto, doveva pur esserci un motivo per il quale il Cappello Parlante l’aveva smistata proprio lì.

Annuii pregandole di continuare. Ero proprio curioso di sapere a cosa stesse alludendo.

- E tu mi hai chiesto di essere qui, nel Cortile di Trasfigurazione, alle ore 16:00, oppure no?

- Sì, ma io…

- E io ho accettato di essere qui, nel Cortile di Trasfigurazione, alle ore 16:00 seppur con un leggero ritardo di un’ora, oppure no?

Ero confuso – Sì, ma io…

- In conclusione, Harry Potter… io e te abbiamo un appuntamento.

Era riuscita a fregarmi.

In teoria aveva perfettamente ragione, ma come facevo a spiegarle che non era il caso di conciarsi in quel modo!?

Se anche le avessi chiesto di uscire per portarla a fare una passeggiata romantica, non era così che doveva presentarsi.

Stavo seriamente prendendo in considerazione l’ipotesi di lasciarla lì, seduta sulla panchina di marmo in mezzo al cortile, e andarmene prima di avere un esaurimento nervoso, quando vidi il suo ginocchio sanguinare.

- Luna, che cosa ti è successo? – chiesi, prendendo dalla tasca un fazzoletto di stoffa con lo stemma Gryffindor cucito in un angolo e premendolo sulla ferita. Sembrava un semplice graffio, ma dovette bruciarle parecchio perché appena lo toccai ritrasse indietro la gamba ed emise un gemito.

Guardandomi, alzò le spalle e sorrise – Niente. Sono caduta.

Non mi convinse – Da sola?

- No – ammise senza neanche provare a nasconderlo – mi hanno spinta alcuni ragazzi più grandi.

Mi sentii un perfetto idiota. Un insensibile e perfetto idiota.

Mancava solo che le tirassi un pugno in faccia e avrei assunto lo stesso comportamento di quelli che l’avevano derisa e ferita.

Tornai ad occuparmi del suo ginocchio, cercando di essere più delicato.

- Ti ringrazio – disse lei timidamente – Non dovevi. È un bel fazzoletto, perché rovinarlo così…

- Non dire sciocchezze – la interruppi – Hermione troverà qualcosa per farlo tornare come nuovo – sorrisi.

Restammo in silenzio per troppo tempo.

Non sapevo esattamente cosa dirle. Volevo solo che nessuno la guardasse più con quell’espressione di scherno mentre ci passava volutamente accanto, nascondendosi il viso tra le mani per evitare di essere visto mentre rideva di lei.

Rimisi il fazzoletto al suo posto, nella tasca dei miei pantaloni, e afferrai Luna per il polso, facendola alzare.

- Vieni con me – le dissi, invitandola a seguirmi e tenendola vicina per evitare che il suo viso fosse esposto agli altri.

Non avevo la minima idea di dove portarla, ma sapevo che l’unica cosa da fare era aiutarla a pulirsi la faccia.

Ero l’unico che probabilmente l’avrebbe fatto davvero.

Se l’avessi mandata dalle sue compagne di Casa, queste l’avrebbero presa in giro fino alla morte e avrebbero solo finto di toglierle il trucco dalla faccia. Qualcuna avrebbe perfino aggiunto qualche tocco in più di colore.

Optai per il Bagno dei Prefetti, sperando che Mirtilla Malcontenta avesse altro da fare e non ci gironzolasse intorno.

Entrammo con molta cautela. Mi premurai che non fossimo visti da nessuno.

Le dissi di sedersi sui gradini della vasca, mentre lavavo via il sangue dal fazzoletto per poterlo riutilizzare.

- Prova a sciacquarti il viso – le suggerii io, ma i colori sbavarono l’uno sull’altro e il risultato fu peggio di come avevo previsto. Non ci sapevo fare con il make-up.

- D’accordo – dissi provando a tranquillizzarla, anche se non mi parve per niente agitata.

Fosse stato per Luna, probabilmente sarebbe uscita di lì con il rossetto sulle guance, l’ombretto sul naso e i brillantini negli occhi.

Ci sedemmo l’uno di fronte all’altra e dopo aver imbevuto il fazzoletto di acqua tiepida, iniziai a struccare Luna.

Quell’anno mi sarei aspettato di tutto, anche un abbraccio affettuoso da parte di Draco Malfoy, ma mai avrei creduto di fare da estetista a Luna.

Strofinai prima sulla fronte e con mio grande sollievo vidi il colore trasferirsi dalla sua pelle alla stoffa, mostrando finalmente il naturale colorito pallido della Lovegood.

Lei mi guardava incantata, come se non le fosse del tutto chiaro il motivo per cui eravamo lì e del perché io stessi facendo… beh, quello che stavo facendo!

Quei grandi occhi che mi fissavano mi mettevano agitazione. Decisi di rompere il silenzio e di parlarle.

- Così va’ molto meglio – esordii io, passando dalla fronte alle guance – Non c’è motivo di esagerare in queste cose.

- E tu cosa ne sai? – mi chiese realmente incuriosita – Sei un ragazzo! – affermò, come se io non me ne fossi accorto.

- Già, sono un ragazzo – confermai sorridendole – eppure ne so molto più di te.

Luna inarcò un sopracciglio. La sua espressione, poi, si incupì di colpo. Come se qualcosa l’avesse ferita.

Capii che dovevo dirle qualcosa di carino. Stranamente, non riuscivo a vederla senza quell’espressione sorpresa che le dipingeva sempre lo sguardo.

- La verità è un’altra – le dissi, cercando di essere convincente – Io preferisco le ragazze acqua e sapone.

In quel momento, il perchè stessi affrontando una conversazione da tredicenne svampita invece che preoccuparmi del ritorno di Voldemort, e di come convincere il Ministero della Magia a credere alle mie parole, mi era del tutto ignoto.

Ma quando vidi il suo viso illuminarsi e capii che l’espressività Lovegood aveva fatto ritorno dinanzi a me, mi sentii molto soddisfatto.

E le sorrisi.

I minuti passarono veloci e quasi dimenticai del mio impegno con i ragazzi della squadra.

Luna si rivelò essere una piacevole compagna di conversazione, nonostante ci fossero degli argomenti a lei più congeniali, dei quali preferiva parlare, rispetto ad altri che la mandavano in profonda crisi.

Rideva in modo così buffo che mi scioglievo anche io in rumorose performance.

Il suo viso tornò ad essere di un colorito chiaro e naturale. Avevo riportato Luna Lovegood alla realtà.

- Ecco! Ora sei a posto – le comunicai fiero, dandole una pacca sulla spalla.

Il suo sguardo stupito non accennò ad alcuna reazione. Era rimasta semplicemente immobile.

Sorrisi sarcastico – Ti sei mai chiesta come sarebbe la tua faccia senza quell’espressione perennemente sorpresa!?

- E tu? – mi chiese immediatamente dopo.

Non riuscii a capire del tutto la domanda e le risposi distrattamente – Mi farebbe uno strano effetto immaginarti senza…

- Non parlavo di me, Harry Potter – specificò interrompendomi. La guardai enigmatico – Ti sei mai chiesto come sarebbe la tua faccia senza quella cicatrice sulla fronte?

Avrei preferito un paletto di legno nel cuore, come si fa coi vampiri delle antiche leggende.

Quella sincerità velata di innocenza e noncuranza era affilata quanto la lama di un coltello e sapeva ferire in modo così semplice da disarmare completamente.

Non riuscii a risponderle subito, perché faticavo ancora a credere che Luna riuscisse a produrre domande così inopportune con tanta facilità.

Provai a mascherare il mio disappunto. Le sue parole mi avevo irritato e non poco.

- Non è esattamente la stessa cosa – provai a spiegarle con calma – E’ leggermente diverso, credimi.

- Invece, è uguale – ribatté lei.

- No, Luna.

- Sì, Harry.

- Cosa te lo fa credere?

Ormai, questo era diventato il discorso tipo tra me e Luna!

Non ottenni una risposta, bensì un sorriso tra il divertito e il sadico.

Si alzò in piedi, prima di parlare, come se stesse esponendo il più significativo e contorto dei pensieri.

Addirittura, si schiarì la voce – Questa espressione sul mio viso è uguale a quella cicatrice che hai sulla fronte per il semplicissimo motivo che entrambe ci hanno reso diversi. So di essere giudicata un po’… strana, ma che importa. Io sono fatta così e anche tu. Cosa sarebbe Luna Lovegood senza la sua espressione stralunata? E cosa sarebbe Harry Potter senza la sua cicatrice? Probabilmente, solo due persone comuni e non mi pare di esserlo.

Rettifico. Era assolutamente il più significativo e contorto dei pensieri.

Sentendola parlare non riuscii a fare a meno di sentirmi confuso.

Anche se avessi voluto controbattere, non avevo argomenti per farlo.

Il discorso di Luna filava perfettamente ed era incredibile che dalla sua bocca uscissero tali perle di saggezza.

Continuavo a chiedermi quand’è che avesse ipotizzato tutto questo.

Forse, tra una fattura anti-Nargilli e la raccolta di tappi di Burrobirra.

Sospirai e scossi la testa. Cercavo di convincere me stesso che si stava sbagliando – Per quanto il tuo discorso possa sembrare corretto, ci sono delle profonde diversità tra le due cose e lo sai.

- Può darsi che sia così – mi rispose alzando le spalle – Sarà meglio che vada, grazie dell’aiuto.

La vidi camminare lentamente verso l’uscita.

Dentro di me, sapevo di doverle dire qualcosa prima che andasse via.

Mi alzai e le corsi vicino – C’è ancora una cosa – dissi facendola voltare verso di me – Io ne facevo solo un fatto estetico. La mia domanda non voleva intendere altro.

Con lo sguardo mi squadrò per bene. Sorrise illuminandosi – Anche il mio lo era, Harry Potter.

Corrugai la fronte e storsi le labbra. Stava mentendo!

Eppure, l’unica cosa che riuscii a fare, fu ridere.

- Incredibile! – esclamai tra un respiro e l’altro – E io che credevo ci fosse dell’altro!

Che stesse davvero parlando solo di una questione estetica, mentre io ingenuamente e con tutta la buona fede avevo immaginato un significato ben più profondo e filosofico!?

- A volte non riesco a capirti – affermò lei continuando a sorridere – Però sono contenta che la pensiamo uguale.

La fissai quasi scioccato sollevando un sopracciglio – Davvero!? La pensiamo uguale?

- Certo. Siamo uguali, ecco perché – mi rispose.

Sentii una vena gonfiarsi pericolosamente alla base del collo. Era così maledettamente irritante… e convincente!

- Noi… non… siamo… uguali – ribattei, pronunciando lentamente l’ultima parola.

Che patetico dovetti sembrarle. Era palese che stessi cercando di convincere più me stesso che Luna.

- Sì che lo siamo.

- No, Luna.

- Sì, Harry.

- Cosa te lo fa… – sospirai divertito e rassegnato – credere…

Luna rise dell’ormai risaputo scambio di battute noi e uscii dal Bagno dei Prefetti, lasciandomi lì. Da solo.

Qualche tempo dopo, Hermione e Ron organizzarono un’uscita tra amici per le solite spese natalizie.

Era necessario per acquistare i tipici oggetti di Natale.

Regali. Cibo. Addobbi. Cibo. Vestiti. Cibo…

Non avevo molta voglia di andarci, per la verità.

Quei due imbranati ostinavano a corteggiarsi spudoratamente senza ammettere di provare qualcosa l’uno per l’altra(*).

Ed io finivo per fare sempre da contorno ai loro battibecchi.

Per non parlare di quando uno dei due cercava la mia approvazione per offendere l’altro.

Ne avrei fatto volentieri a meno per una volta.

Era divertente, certo. Ma anche faticoso.

- Harry, se non vieni con noi, giuro che non ti rivolgerò più la parola fino ai G.U.F.O. – mi aveva minacciato Hermione.

- E perché proprio fino ad allora? – chiesi io.

- Mi pare ovvio! Perché non riuscirei a trattenermi dal suggerirti le risposte esatte!

Dopo tale confessione, non potevo rifiutarmi di accompagnarli.

Raggiungemmo la Sala Grande, vestiti con abiti pesanti e coperti fin sopra ai capelli.

Il vento soffiava talmente forte da spazzare cumuli di neve all’interno del castello ogni qual volta qualcuno apriva il massiccio portone d’ingresso.

Ricoperta dai bianchi fiocchi della recente nevicata, Luna Lovegood stava avanzando nella nostra stessa direzione.

Hermione e Ron le fecero gli auguri di Natale. Io mi limitai a un veloce cenno con la mano.

Anche se Luna sperava, e voleva, ben altro – Ciao, Harry! Buon Natale – disse cortesemente.

Le sorrisi – Anche a te.

I miei due migliori amici iniziarono a discutere su chi dei due dovesse addobbare la Sala Comune e come.

Io e Luna ci guardammo divertiti – Sono alle solite – affermò lei abbassando lo sguardo – Dov’è che andate?

- A fare acquisti – spiegai io, infilandomi le mani in tasca – Più che altro, io mi limito a guardare.

- Beh… allora buone spese, Harry Potter – disse, prima di superarmi e andarsene.

Mi fissai le scarpe per circa trenta secondi prima di decidermi ad agire.

So che se non le avessi chiesto di venire con noi, me ne sarei pentito per sempre.

- Luna! – la chiamai a gran voce e per la prima volta, ignorai gli altri studenti che ci stavano intorno – Vuoi venire con me?

Luna scese i gradini appena fatti e mi raggiunse radiosa. Probabilmente non aspettava altro.

Ma c’era qualcosa che avevo dimenticato di lei. Era una Corvonero.

- Mi stai chiedendo di uscire, Harry Potter? – chiese inclinando la testa da un lato e sorridendo ammiccante.

Ne venne fuori un’espressione strana, ma colpì nel segno.

Risi – Divertente! Molto divertente, davvero, ma hai dimenticato che non saremo soli: ci saranno anche Hermione e Ron e quindi questo non è un appuntamento.

Scosse la testa e fece di no con l’indice – Ti sbagli, hai detto “Vuoi venire con me?” e non “Vuoi venire con noi?”… a tutti gli effetti, il tuo invito riguarda solamente noi due.

Aprii bocca, ma non emisi neanche un suono. Sembravo un pesce fuor d’acqua.

Era riuscita a fregarmi, di nuovo.

Eppure, speravo sul serio che accettasse.

- Va bene – dissi arrendendomi – e la risposta è…?

- Volentieri! – esclamò Luna, fin troppo entusiasticamente – Dammi solo pochi minuti per prepararmi.

Mi tornò alla mente il ricordo di Luna Lovegood agghindata per un appuntamento.

La bloccai con entrambe le mani stringendola a me – NO! – urlai quasi spaventato.

I capelli biondi mi entrarono in bocca e mi solleticarono le narici.

Tutti iniziarono a fissarci.

Doveva essere proprio un bello spettacolo vedere Luna Lovegood, la stranissima studentessa di Corvonero, mentre veniva trattenuta disperatamente da Harry Potter, il bugiardo di Hogwarts che si ostinava a dire in giro che Voldemort era tornato.

La feci allontanare lentamente da me e quando Luna di voltò nella mia direzione mi sorrise.

- Tranquillo, Harry Potter – mi rassicurò lei, strofinando la mano sul mio braccio in segno di conforto – So che ti piacciono le ragazze acqua e sapone… volevo solo sciacquarmi il viso.

Fu talmente innocente nel dirmi quelle parole. Per lei era tutto così normale, mentre per me non lo era affatto.

Eppure, non avevo dubbi che la volessi con me e non mi pentii di averla invitata.

Uscimmo dal castello poco dopo.

Hermione e Ron camminavano avanti e continuavano a battibeccare tra loro.

Mentre io e Luna li seguivamo a qualche metro di distanza, osservandoli esibirsi in quella scenetta tipica di una coppia sposata.

Ogni tanto ci guardavamo e ridevamo di loro.

E poi, accadde tutto molto semplicemente.

Camminavamo talmente vicini, che fu come automatico per me metterle un braccio intorno al collo e fare finta di niente.

Non so dire di preciso se lei si aspettasse una cosa del genere da me oppure no.

Vorrei potervi dire che ne fu sorpresa, ma parlando di Luna Lovegood mi sembra che il suo sguardo sia poco attendibile.

L’unica cosa che so è che lei non disse niente e non si allontanò.

Anzi. Mi infilò una mano nella tasca posteriore dei jeans!

A differenza sua, io mostravo tutta la mia meraviglia come un libro aperto.

La guardai e sorrisi malizioso – E questo dove l’hai imparato!?

Inarcò un sopracciglio e ci pensò su per qualche secondo – L’ho visto fare in un film. Lo fanno tutte le ragazze. Quando hanno un appuntamento con un ragazzo.

Fissai Ron e Hermione che continuavano a bisticciare qualche metro più avanti e abbozzai un altro sorriso.

- Ah, beh… nulla in contrario, allora – dissi io.

Ed era vero. Non avevo nulla da ridire sul fatto che stessimo camminando l’uno di fianco all’altra, che il mio braccio le cingesse le spalle e che la sua mano fosse saldamente appostata nella tasca posteriore dei miei jeans.

Semplicemente non sapevo perché lo stessimo facendo.

Ma in quel momento, me ne importava veramente poco. Credetemi.

Nota dell'autrice:
(*)Ovviamente per un Auror come me, descrivere una scenetta Ron\Hermione è stata dura... ^^ scherzo! Il contesto lo richiedeva espressamente.

Allora... indubbiamente la coppia Harry\Luna non è sicuramente la più quotata nel fandom, però a me ispira tanto *_*

Sarà che Luna mi piace tantissimo, sarà che l'ultima scena del film dell'Ordine (quella in cui Luna prende la mano di Harry, per intenderci) mi ha trasmesso molta dolcezza, sarà che sono completamente matta... ma questi due insieme sono tenerissimi. Eh già... ogni tanto tiro fuori il lato più "puccioso" di me... e sinceramente questa è l'unica coppia che riesce ad essere piacevole anche senza dirsi chissà quali romanticherie e senza scambiarsi baci appassionati.

Anzi, personalmente non ce li vedo a sbaciucchiarsi nei corridoi di Hogwarts XD! E pensare che il pairing Harry\Luna è uno dei miei preferiti ^^

Spero che vi sia piaciuta, ma anche se l'avete trovata orrenda, fatemi sapere cosa ne pensate. Mi farebbe molto piacere ricevere un vostro parere.

Grazie mille per aver letto questa One-shot scritta assolutamente senza pretese e vi saluto affettuosamente.

Arcadia_Lovegood

  
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