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Autore: life_forever    04/01/2013    0 recensioni
Avevo un sogno da realizzare, ed ero felice; ma c'era sempre qualcosa che rendeva la mia felicità impossibile.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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'' I know you never loved the sound ov your voice on tape you never want to know how much you weigh you still have to squeeze into your jeans, but you're perfect to me. ''
l'ora di geometria la passai con le cuffie alle orecchie ad ascoltare Little Things, mi faceva sentire bene, mi faceva sentire accettata in quella che era la mia classe.  L'ora passò in fretta. Ora toccava ad italiano, mi piaceva, forse perché era l'unico professore che mi capiva in un certo senso. Appena entrò mi disse 'Alessandra, dopo devo dirti una cosa'. Passai tutta l'ra a cercare di capire quello che doveva dirmi. Suonò la ricreazione, così ripresi le cuffie e mi misi ad ascoltare 'They don't know about us'. Dopo mi aspettavano tre ore di educazione fisica e non sapevo come affrontarle. Quella era solo l'ora per prendermi in giro. Quella io non la definivo una materia, era una tortura, a me piaceva lo sport, ma con i compagni che avevo era diventata una tortura. Così presi una bretella dello zaino, feci per alzarmi, ma bussarono alla porta e la prof ci disse di rimetterci seduti. Bene. Avevamo ospiti. Mancava un professore così degli alunni dell'altra 3^ rimanevano con noi per tre ore, e tra questi c'era il mio ex ragazzo. In quel momento volevo sparire. Mi sarei dovuta subire le prese in giro, e lui che rideva. Meglio di così. Arrivammo in palestra, entrai in spogliatoio e mi cambiai. Uscii senza dire una parola. Aspettai che la professoressa ci desse l'ok per iniziare a correre e iniziai sempre con le cuffie alle orecchie. Non avrei mai lasciato i miei idoli. Neanche per cinque secondi. Mi sentii una cuffia cadere e sentii un mio compagnio dire: 'sempre con i One Direction. Quei cinque sfigati. Non hai nessuna possibilità di incontrarli illusa.' Scese una lacrima. Rimisi la cuffia e continuai a correre sotto le risate di tutti. La prof disse che avremmo giocato a pallavolo. E capitai in squadra con le ultime persone che avrei voluto vedere. Iniziarono a sfottermi per qualsiasi cosa, per la fascia che portavo al braccio, sui polsi, per i capelli, per i miei idoli. Sentii una frase che non avrei mai voluto sentire, la goccia che fece trabboccare il vaso ''loro sono solo dei cinque sfigati'' mi girai. Fermai le lacrime, e presi fiato. Volevo dirgliene tante, ma il nervoso e le lacrime presero il sopravvento. Sentii qualcuno spingermi da dietro, per poi rispingermi da davanti. Sentii la testa girare e la professoressa urlare. Rimasi per cinque secondi a fissare il vuoto per poi cadere nel nulla. Dopo un pò riaprii gli occhi senza capire dove mi trovavo. Feci per alzarmi ma qualcuno mi bloccò. Era il mio ex, gli chiesi cosa mi era successo e mi raccontò tutto. Decisi di tornare di là, quando rientrai in palestra tutti fecero silenzio. La professoressa mi disse che potevo sedermi sul tappettone, così saltaii la lezione. Poi entrò il professore d'italiano, chiamandomi. Con lui c'era una mia amica Aurora, insomma lei era più che un amica. Forse era l'unica persona che mi capiva. 'Alessandra, ci hanno chiamato da Londra. Gli ho inviato quelle foto che mi facesti vedere di Bologna. Ti vogliono per l'accademia di fotografia.'-disse il professore. Io mi alzai. Il mio sogno si stava realizzando. 'E Aurora?'-dissi io. 'Aurora è stata chiamata per un corso di lingue'-continuò il professore. Corsi verso Aurora e l'abbracciai. 'quando partiamo?'-chiese Aurora. Il professore disse che saremo dovute partire Lunedì. Guardai Aurora e scoppiamo a ridere. Stavamo realizzando il nostro sogno. Londra. Fotografia. One Direction.
Oggi era sabato e tra due giorni saremo dovuti partire. Appena tornai a casa dissi tutto a mia madre e ne fu più che contenta. Chiamai Aurora dal balcone (abitava di fronte a me) dicendole che oggi veniva da me. Appena arrivò ci mettemmo a fare la mia valigia. Poi saremo andate da lei per fare la sua. Si fecero le sette, così tornai a casa per mangiare. Mi misi il pigiama e andai a letto. Mi misi a pensare a tante cose. E se avessi incontrato i One Direction ? Poi tornai alla realtà dicendomi che non avrei mai potuto incontrarli, e così mi addormentai. La mattina mi svegliai verso mezzogiorno. Guardai il telefono e notai che c'era un messaggio di Aurora. Sta notte avrebbe dormito da me così poi saremmo andate insieme a prendere l'aereo a Pescara. Risposi con un ok, e andai a fare colazione. Passai la giornata con mamma, quando alle otto venne Aurora. Ci mettemmo subito a letto, il giorno dopo ci saremmo dovute svegliare alle cinque per prendere l'aereo alle sette e mezza. La mattina ci svegliammo tutte agitate e contente, salutammo mia mamma e andammo a prendere il treno per andare in aereoporto. Arrivammo alle sette, facemmo il ceck-in e alle sette e venti eravamo sull'aereo. Misi l'iPhone in 'modalità aereo' e ci mettemmo ad ascoltare un pò di musica. Il volo passò in poco tempo. Alle nove e mezza eravamo a Londra. Ancora non ci credevamo. Scendemmo dall'aereo e andammo a prendere un taxi per andare al nostro appartamento. Salimmo e dissi al tassista l'indirizzo. Appena scendemmo dalla macchina guardai la nostra casa e rimasi di stucco. Era bellissima. Due piani, molto luminova con un giardino che dava sulla strada. Le solite case che si vedono nei film. Mi misi la Nikon al collo e entrammo a casa. Salii di sopra. Al secondo piano c'erano due camere, con bagno e balcone, un bagno e una camera degli ospiti. Al piano di sotto c'erano una cucina, un salone, uno sgabuzzino e un bagno. In giardino c'era un gazebo con un tavolo in legno. Era bellissima quella casa. Guardai Aurora e scoppiamo a ridere. Il nostro sogno stava realizzandosi alla grande.
  
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