Kokuangyo no
jutsu "Portatore di Oscurità"
Rifugiarsi
nel buio.
Quello
che gli riusciva meglio.
Cercare
di riprendere fiato/riorganizzare le idee/pregare
di non fare la fine del topo: una
specie di ritorno al passato, quando si rannicchiava in posizione fetale, nelle speranza di estromettere le grida degli altri
esperimenti come lui.
-Mi
ha... Deve avermi lacerato il miocardio.-
Quelle
poche nozioni mediche che aveva non gli lasciavano dubbi, il cuore sembrava
pompare sotto-sforzo, mentre sottili rivoli di sangue
gli bagnavano le labbra.
Mokudon HiJutsu Jukai Koudan "Tecnica segreta. Costruzione
del mondo di legno!"
L'ombra
che lo avvolgeva scomparve sibilando, mentre dal terreno scattavano fuori rami
e tronchi d'albero che a velocità impressionante si intrecciarono fino a
formare una gabbia.
-Sensei!!-
La
voce di Sakura lo colpì distintamente all'orecchio mentre scivolando sulle ginocchia affogava nel suo
stesso sangue.
-Maestro...MAESTRO!-
Avvertì
le braccia di Sai stringergli la vita,tirandolo
indietro.
Per
la prima volta da che lo conosceva, sul volto del chunin
della radice era alterato da un espressione...
...
Paura.
-Yamato sensei!- Naruto gli era corso incontro, scrollandolo per le spalle,quasi a volerlo obbligare ad alzare gli occhi, a guardarlo,
anche se di solito avrebbe pagato monete sonante perchè questo non accadesse.
-Ah...
Sto bene.-
-Però...-
-OSERESTI
CONTRADDIRMI
PECORELLA
MIA?- La legge del terrore non sbaglia mai. Naruto si ritrasse spaventato si, ma con un mezzo sorriso
sollevato sulle labbra.
Sorriso
che si spense immediatamente, non appena i suoi occhi si posarono sui sottili
rivoli di sangue e bava che scivolavano dagli angoli della bocca dello jonin fino al collo ...
-Sensei...Oh Kami!!!-
La
pelle dello jonin aveva assunto la gelida trasparenza
che annunciava la morte imminente,l'aria aveva
incominciato a farsi opprimente sul suo viso, mentre un alone di tenebra gli
aveva oscurato la visuale.
-...Sensei, non si preoccupi! Adesso la portiamo dalla somma Tsunade.-
Con
uno sbocco di sangue e saliva Tenzou/Yamato crollò contro il petto di Sakura
perdendo i sensi...
Diciotto anni prima:
L'odore
di mia madre...
La
voce di mio padre...
Il
mio nome.
[Non ricordo nulla di tutto
questo...]
Quel
pavimento unto di vomito...
I
sospiri dei moribondi...
Il
tanfo di morte che emanava il mio stesso corpo...
[...Quelli invece li ricordo
fin troppo bene.]
Dal
modo familiare in cui il pavimento dondolava sotto di lui,******
si rese conto di trovarsi sul solito lettino, bloccato dalle solite cinghie
di pelle che gli segavano le carne e tramortito dal solito dolore pulsante alle
tempie.
Testavano
la mia indole...
La
forza del mio corpo...
Della
mia mente...
Per
un momento rimase immobile, respirando a bocca aperta, incapace di aprire gli
occhi, con la guancia incollata alle umide assi del lettino: intorno a lui
regnava il puzzo di corpi in putrescenza e escrementi
umani.
Pregavo
di morire...
Ogni
giorno...
Ma
gli dei sembravano essersi dimenticati di me...
Labbra
gelide lambirono l'orecchio del bambino- Tu sei il quindicesimo.- disse una
voce priva di una qualsiasi intonazione-...Sarai tu il prescelto? O sarà
qualcun altro?-
Un
frammento di DNA ricavato dal sangue dello Shodai Hokaghe.
Un
disperato tentativo di recupero della perduta arte del legno.
Ferite
spontanee si aprirono sul corpo del bambino.
Sangue...
Bava..
Urina...
Scivolarono
lungo il lettino in rivoli nauseabondi,mentre le
cinghie penetravano nella carne in marcescienza,straziandola
in maniera orribile,mentre le goccie della tonico
scivolavano crudeli lungo il loro condotto di plastica, direttamente nelle vene
del ragazzo.
-Resisti.-
Una
voce di bambina in quell'inferno di sangue e scarti
umani? ***** credette di essere impazzito una
volta per tutte,prima di ascoltare per la seconda volta quella
vocina gentile-Coraggio.-
Poteva
avere sugli otto anni.
Portava
una tunichetta color arancio
macchiata d'erba e stretta in vita da un paio di giri di cinghie di pelle da
cui pendevano diverse sacche.
-Perchè dovrei resistere?-
-Perchè non dovresti?-
Un
panno gelido scivolò lungo le labbra spaccate di *****,
mentre un leggero mormorio di consolazione si spandeva per la stanza.
Non
ricordo le parole di quella canzone...
Non
ricordo il ritmo...
Ne tanto meno l'intonazione...
Se solo che rimase con me per tutta quell'orribile
notte.
-Sei vivo! MAGNIFICO!!!-
*****
si sentì
rivoltare e sollevare testa e spalle,mentre dita
gelide come fiocchi di neve scivolavano lungo il suo viso, scontandogli dalla
fronte le ciocche rese appiccicose dal sudore.
-I
miei complimenti sei l'erede dello Shodai Hokaghe.-
*****
socchiuse un
occhio riconoscendo a malappena i tratti della
bambina che per tutta la notte era stata con lui vegliandolo con la dolcezza di
una mamma.
Era
in piedi infondo al lettino.
Le
iridi color castagna fisse agli scarti umani persi durante il trattamento-Bisognerà
trovargli un nome Orochimaru sensei...-disse
sollevando appena lo sguardo.
-Si
hai ragione.- esclamò mai euforico come in quel momento il sannin
-...Si... Da oggi in poi il tuo nome sarà Tenzou.-
Diciotto anni dopo:
Yamato non era in
grado di valutare per quanto tempo fosse stato in
preda del delirio.Attorno sentiva i suoi allievi
parlare, ma non capiva un accidenti di cosa dicessero.
Sakura.
Sai.
Naruto.
Poi c'era un altra voce,una voce
femminile, nervosa, che stava bombardando gli altri con domande continue "
Come sta?/ Com'è successo?/ Chi è stato?/ Si riprenderà??"
Per quanto Yamato desiderasse
riconoscere quel timbro, non ci riusciva, eppure una parte del suo io sapeva di
conoscerlo.
Poi, tutto a un tratto, tutte le voci smisero di parlare.
Molti uscirono.
Qualcuno venne a sedere vicino a lui.
Una mano toccò la sua.
Dita gelide si strinsero alle sue brucianti di febbre.
Ienakatta
1000 no kotoba
wa
Haruka na
Kimi no
senaka ni okoru yo
Tsubasa ni
kaete.
"
non posso pronunciare
queste mille parole
le mando verso di te
trasformandole in ali."
Ienakatta
1000 no kotoba
wa
Kizutsuita
kimi no senaka ni yorisoi
dakishimeru
"
non posso pronunciare
queste mille parole
avvicinarmi
alla tua schiena ferita
e stringerti"
Qualcuno stava cantando?
Si.
Qualcuno cantava.
La stessa canzone di quella notte.
Ma chi era ? Dannazione, Yamato non riusciva a capire.
Rallentato dai medicinali che sicuramente dovevano avergli dato,forse morfina, per calmare il dolore,non riusciva a
riconoscere la voce che lo stava accarezzando.
Capiva ciò che succedeva attorno a lui, ma non connetteva. Il suo
encefalo si ostinava a non collaborare alla causa.
-Dovremmo smettere di incontrarci in questo modo.- la sentì
mormorare contro il suo orecchio-...Stiamo diventando ridicoli...Genma.-
Genma??
--------------
La coda di un abito nocciola.
Yamato alzò il capo
dal cuscino gemendo un disperato-Fermati!-scivolando fuori da
sotto le coperte, incespicando nei suoi stessi piedi e crollando in ginocchio.
- Sensei!!! Sei
pazzo,perchè ti sei voluto alzare!?-
- Sakura!! Sakura chi era
quella donna!-
- Che donna!? Parlate della maestra Mitarashi?-
" La maestra Mitarashi...Anko?"
-----------------
...
Anko socchiuse gli occhi poggiando il capo contro il battente della porta
-Ehila.- mormorò stirandosi addosso la
sottile sottoveste color crema che le avvolgeva il corpo, mentre i ciuffi che
le incorniciavano il viso si sollevavano alla brezza della sera.
-Ehi.-
Inchiodato sulla soia da quella visione paradisiaca, Yamato
aveva sentito il suo quoziente intellettivo colare a picco in fiamme verso le due cifre-
Vo... Volevo ringraziarti per essere stata con me...-
-Ieri
dici?.... L'ho fatto con piacere. Approposito
ti hanno già dimesso?-
-Ieri...
E anche diciotto anni fa.-
La
kunoishi sgranò appena gli occhi,sorridendo
in punta di labbra
-...Ti
sei ricordato finalmente.- sussurrò facendogli spazio per entrare-...Hai una
memoria piuttosto labile.-
La
porta si chiuse con uno scatto dei cardini.
Yamato socchiuse gli occhi per abituare gli occhi alla
penombra che regnava nell'appartamento di Anko. La
seguì tentennante, fino alla sala da pranzo, dove la ragazza tornò a sedersi al
tavolo e premere sul collo la pezza gelida di frigorifero.
-Uno
degli effetti collaterali dello Juin Jutsu "Sigillo Maledetto"?- chiese Yamato
notando i rivoli di sangue in marcescenza che
sbucavano da sotto l'asciugamani.
-Già...
Fra un paio di giorni non riuscirò a parlare e fra
quattro sarò preda delle allucinazioni.-
Mitarashi parlava sfuggendo lo
sguardo dell'Anbu, il perchè non lo sapeva. Infondo
erano entrambi vittime di Orochimaru, nessuno poteva
capirla meglio di Tenzou
Per
i postumi dell'impianto dei geni dello Shodai, Tenzou dormiva solo un paio d'ore per notte, divorato da
crampi notturni, alle dita delle mani e alle gambe.
-Mi
hai chiamato Genma.-
-E' il tuo vero nome.-
-Non
mi piace molto.-
-No...
Non ti si si addice. Ti sta
meglio Yamato.-
Si
fissarono per un attimo prima di sorridersi a vicenda.
-Chi
starà con te?-
-Asuma kun... Kurenai...Shizune...Non so...
Sinceramente non l'ho mai saputo.-sospirò agitando
debolmente la mano- ... So solo che quando ricomincio un po' a connettere, quell'ombra se ne va.-
-Capisco.-
La
vide affondare il capo contro il palmo della mano, improvvisamente sopraffatta
dalle fitte di dolore che le si irradiavano dalla base
del collo fino alle tempie.
-Ti
lascio sola.-
-Ci
vediamo Ya chan.-
Anko avvertì passi affaticati scivolare lungo il
parquet, alzò gli occhi ritrovandosi ad un soffio dal viso di Yamato.
-...-
-Negli
ultimi dieci anni sono stato io quello che ti ha imboccato, pulito e ha evitato
che ti facessi del male da sola.- le disse sfiorandole le labbra con le sue- A quanto pare avevi ragione Anko,
il destino esiste.-
"
-Perchè dovrei resistere?-
-Perchè non dovresti?-
-Perchè sono certa che non sia il tuo destino morire
in questo modo.-
-De...Destino?-
-Non
ci credi?-
-No...Non
esiste il destino. L'uomo fa la sua fortuna.-
-Allora
si la tua fortuna Genma.
Resisti. Combatti.- "
-Yamato...-
Anko si alzò con un salto, l'asciugamano scivolò a
terra, mentre il ragazzo si bloccava in mezzo al corridoio, i pugni infilati
nelle tasche.
-Mi
piace il tuo pigiama con le paperelle.-
La
ragazza si sentì avampare.Maledizione era vero!
-Ci
vediamo la prossima settimana.-
-Si,
ma stavolta vedi di non andartene quando mi sarò
ripresa.-
-Vedremo...-
Yamato/Anko... Adesso direte che
sono pazza, ma secondo me hanno un mare di cose in
comune e sarebbero troppo puccin puccini
assieme!!!
CREDITS: I pensieri di Yamato sulla sua prigionia sono ispirati a FULL METAL ALCHEMIST. Alla descrizione che Wrath compie sulla sua creazione :)