Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: changingroom    24/07/2007    7 recensioni
Mentre stavi pensando al modo in cui pronuncio la parola veleno, ti sei reso conto del fatto che stavi abbracciando un cuscino e ti sei sconvolto.
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

S. dixit - seconda pubblicazione.
Un haker del cazzo ce l'ha con me a morte e mi sta brutalmente cancellando tutti i sacrosanti archivi.
Colgo l'occasione per ripubblicare tutto e punto, correggendo l'html e seguendo l'ordine dettato da zuccheroAmaro.
Siete così gentili da recensirmi ancora una volta? Ne sarei compiaciuta fino allo spasimo.
Merci a tutti tranne all'haker. Ti odio.

S. dixit.
Il merito o la colpa per tutto ciò non può che andare a Camilla. L'ho scritta anzicché occuparmi dell'ultima parte di In the meanwhile, ma bisogna che mi perdoniate: era un'idea troppo romantica per perdersi nei meandri della mia testaccia.
Ma comunque.
La citazione iniziale è una poesia divina di Pedro Salinas. Eccovi la traduzione di questi versi:
Perché tu hai capovolto/i misteri. E i tuoi enigmi,/ciò che mai potrai capire,/son le cose più chiare.
Sono già mortalmente affezionata a questa storia. Voglio un mondo di bene a Sirius Fumatore Filosofo.
Let's have fun.

°Veleno°
Porque has vuelto los misterios
del revés. Y tus enigmas,
lo que nunca entenderás,
son esas cosas tan claras.

Dal letto, Sirius continua a parlare. Disteso.
- E' il tangibile, capisci? E'questo ciò a cui dobbiamo pensare. Ciò a cui dovrebbero pensare i filosofi del tempo, almeno. Anche se, come sai, il tutto non quadrerà mai veramente nella mia testa, soprattutto.
- Sì.
- Sì, la mia testolina bacata non può assimilare tante informazioni tutte insieme, ti pare?
Remus resta in silenzio.
- Remus, credi che i miei neuroni possano reggere una faccenda simile?
- Certo, Sirius.
Sirius guarda il soffitto come fosse realmente molto interessato.
- Insomma, voglio dire, ci sono delle cose, degli oggetti, delle parole, ma anche semplicemente dei colori, o piuttosto dei suoni che - che mi sconvolgono, quasi mi commuovono - sì, mi riempiono di uno stupore così doloroso da somigliare tragicamente al piacere.
- Certo, Sirius, sì.
Sirius aggrotta la fronte bianca come neve e per un attimo ancora continua a fissare il soffitto, poi tenta di sollevarsi un po'dalla posizione distesa che il suo corpo continua mantenere.
Fatica sprecata: dopo un numero incommensurabile di inqualificabili sforzi, resta comunque completamente supino, riuscendo appena ad alzare lievemente la testa per vedere Remus chino sulla scrivania, con gli occhi di giada spalancati ed assorti.
- Remus.
- Certo.
- Tu non mi stai ascoltando.
- Sì, Sirius.
- Remus.
Remus solleva per un attimo lo sguardo su Sirius.
Ritorna immediatamente alla sua lettura.
- Remus.
Remus solleva per un secondo attimo lo sguardo su Sirius, persuaso che almeno questa volta abbia una motivazione valida per distrarlo così indelicatamente.
Presunzione infondata ed inutile.
Ritorna immediatamente alle sue letture.
- Ti prego, puoi smetterla per due minuti di passarmi i messaggi preregistrati? Puoi abbandonare questo libro due minuti?
Sirius riesce finalmente a sedersi al centro del letto. Sente di meritarsi almeno un applauso.
- Hai vinto, Sirius. Su, dimmi. Ma due minuti.
Remus adagia la schiena alla spalliera della sedia di legno scuro e nota un'espressione sinceramente gaudiente dipinta sul volto di Sirius.
- Remus, promettimi che non penserai io sia matto.
- Ho paura sia inevitabile.
- Remus, promettimi che non me lo dirai, quando penserai io sia matto.
- Ciò non può accadere - sta per dire, ma Sirius lo interrompe.
- Va bene, Remus, va bene. Mi hai fatto dimenticare ciò che volevo dirti, bravissimo.
Remus ride, incrociando le braccia intorno al busto.
Sirius resta in silenzio.
Pensa.
Pensa.
Continua a restare in silenzio.
Pensa.
Pensa.
Poi alza un dito in alto e sfoggia un sorriso enorme, immenso e bianchissimo.
- Allora.
- No, Sirius: se cominci così non la finiamo più. Abbiamo già persa mezz'ora. Per favore, vai avanti, sorpassa la fase degli allora, dei bene e dei praticamente ed andiamo al sodo: il tempo a tua disposizione si sta esaurendo.
Sirius si accarezza i capelli lentamente.
- Bene, in effetti.
- Ti ho chiesto di tralasciare questi preamboli inutili, Sirius. Ti prego.
- La tua esplicita richiesta non diceva nulla a proposito di in effetti.
- Sirius, in effetti è esattamente come praticamente ed è una di quelle espressioni che solitamente si usano per - ma perché ti sto dicendo queste cose? Io non voglio dirti queste cose!
Sirius vede Remus portarsi le mani alla testa e mutare completamente espressione.
Gli scappa da ridere, tanto che ricade ancora supino, completamente disteso, come per fare gli angeli nella neve bianca di quel letto completamente disfatto.
- Ho capito, ho capito: andrò dritto al sodo. Per farti comprendere per benino la faccenda ti farò un esempio, così eviti di sprecare le tue capacità sovraumane per le mie sciocchezze.
Remus annuisce.
- Per le mie sciocchezze.
Remus continua ad annuire.
- Così eviti di sprecare le tue capacità sovraumane sulle mie sciocchezze. Quale punto di questa frase autodistruttiva non ti è chiara, Remus?
- Ho afferrato il concetto perfettamente, non c'è bisogno che tu mi ripeta questo passaggio all'infinito.
- Ti ho appena detto che ti farò un esempio cosicché tu possa dedicarti a ciò che desideri fare anzicché ascoltarmi.
Sirius si è seduto nuovamente al centro del letto ed ha lievemente inclinato il busto in avanti, come per avvicinarsi di più a Remus ed alla sua scrivania.
- Sirius, ti scongiuro, dimmi cosa stai cercando di comunicare.
- Avrsti dovuto dire: ma Sirius, amore, le tue non sono sciocchezze! Dici sempre cose così interessanti! Sei una frana.
Remus spalanca la bocca come per dire qualcosa. La richiude. Poi sospira profondamente, come per reprimere un qualche segreto istinto.
- Sirius, io non ti chiamo amore. E ciò che devi dirmi può anche essere estremamente interessante, ma come avrai notato stavo facendo dell'altro. Quindi, ti prego per l'ennesima volta: ti dispiacerebbe passare direttamente alla fase nella quale mi spieghi il succo della cosa per poi lasciarmi finire almeno questo capitolo?
Sirius abbassa gli angoli della bocca, in un'espressione triste ed infantile.
- Sirius, ti prego.
Sirius si tira i lenzuoli candidi e leggerissimi addosso e ricade sul letto.
- Ieri sono andato da James, quando sei andato via.
- La cosa dovrebbe sconvolgermi? Non sono geloso di James.
Sirius guarda dinuovo il soffitto. E sorride.
- No, stupido, il fatto che sono andato da James non c'entra niente con ciò che devo dirti - anche se in realtà non mi dispiacerebbe se tu fossi almeno un po'geloso: sarebbe romantico. Già - e perché non mi chiami mai amore?
Remus scuote la testa, picchiettando ritmicamente un dito sulla copertina rigida del libro che stava leggendo.
- Sirius, ti stai incamminando un'altra volta in questioni non pertinenti. Ti prego.
Sirius alza un braccio e comincia a muovere la mano portata in alto come per afferrare qualcosa. Accarezza l'aria lentamente.
- Va bene. E comunque è una questione sufficientemente semplice, non ci metterò molto a spiegartela.
Remus, lo guarda.
Aspetta.
Ma Sirius continua a far svolazzare quella mano in aria, come fosse una farfalla.
Ed a tacere.
- Sirius.
La farfalla si allarga e precipita. Poi riemerge piano, ondeggiando lentamente.
- Sirius.
Poi si sposta completamente a sinistra - valutando il punto di vista di Remus - per poi riprendere a svolazzare verso destra con lenta e sinuosa dolcezza.
- Sirius!
- Cosa?
- Sirius, basta.
Remus riapre il libro e prova a leggere la prima riga della pagina.
- Ah, sì! - sbraita allora Sirius, percuotendosi la fronte col palmo della farfalla. No, col palmo della mano.
- Eh! - sospira Remus, distrutto.
Allora Sirius riassume una posizione seduta ma pur sempre biascicata.
Remus incrocia le dita sotto la scrivania e spera vivamente che Sirius arrivi finalmente dove vuole arrivare.
- Ero in camera di James e stavo aspettando che fosse pronto per andare a fare una gara con le scope.
Remus spalanca gli occhi.
- Ma siete completamente usciti di senno? E se vi fosse successo qualcosa? Siete due incoscienti, io non posso crederci!
Remus ha urlato. Remus sta urlando.
Sirius si tappa la bocca, intuendo finalmente di aver detto qualcosa di troppo.
- Ma no, no. Non era esattamente una gara di scope, no.
Remus scuote la testa.
- E cos'era? Sentiamo.
Continua a scuotere la testa.
- Ma sì, era una gara. Però era una gara piccola. Ci siamo alzati in volo appena appena. E non siamo andati tanto velocemente, lo giuro.
Remus sospira e rannicchia la testa sulle braccia incrociate sulla scrivania. Poi volta lievemente la testa, per rivolgere lo sguardo su Sirius.
- Assodato che tu e Prongs siete dei suicidi, masochisti, spericolati fino all'estremo e che ieri notte mentre io studiavo voi stavate attentando alle vostre stesse giovani vite privando me di te, possiamo andare avanti?
- Tanto per la cronaca: ti dedico la vittoria, sappilo.
Remus torna ad infilare il naso tra le braccia incrociate.
- Sirius - mormora incomprensibilmente.
Ma Sirius riesce ad afferrare il suono del suo nome e fa uscire una gamba dal bordo del letto.
Stringe tra le dita del piede un astuccio e porta dinuovo la gamba sul letto.
Fa ricadere il pacchetto di sigarette sul letto, lo afferra con una mano e con l'altra lo apre.
Accende la prima sigaretta del mattino con un accendino venuto fuori dal nulla.
- Mentre lo stavo aspettando, mi sono seduto su quel divano che gli hanno regalato i suoi, quello bruttissimo che chissà perché continua a tenere.
Sirius fuma sorridendo e parla tra una boccata e l'altra, stringendo la sigaretta tra pollice ed indice e guardando di tanto in tanto la brace sull'estremità, come per controllare che sia ancora accesa.
Remus adora guardare Sirius fumare.
- I miei genitori non mi regalerebbero mai un divano tanto brutto.
Di tanto in tanto la sigaretta di Sirius passa da una mano all'altra, per appoggiare la sigaretta ad una ceneriera di coccio e far precipitare piano la cenere grigiastra, come fosse neve, sul fondo arancio.
- I miei genitori non mi regalerebbero mai un divano. No, aspetta. I miei genitori non mi regalerebbero mai nulla che non siano cifre numeriche seguite dalla parola sterline. Mi hai fatto perdere il filo un'altra volta. Sei pessimo, Remus.
- Sei tu che stai fumando e mi distrai.
Sirius aspira piano, poi dischiude la bocca e fa venire fuori del fumo azzurrognolo e leggero.
Sorride.
- Sei eccitato?
- No. Sì. Ma adesso non importa.
- A me importa.
Remus adora guardare Sirius fumare.
- Sirius, ti prego. Spiegami cos'è successo mentre aspettavi James per andare a fare questa piccola gara di scope e fammi continuare a leggere. Mi basta che mi lasci finire anche soltanto questa pagina.
- Hai detto che sei eccitato.
- Hai detto che vuoi dirmi qualcosa e mi hai fatto smettere di leggere per ascoltarti.
Sirius non può controbattere, anche perché la sigaretta si è ridotta a zero ed è costretto a spegnerla nel posacenere appoggiato sul comodino pieno di libri.
- Mentre me ne stavo su quel divano, pensavo a te.
Remus scuote ancora una volta la testa.
- E'inutile, Sirius!
Sirius solleva la testa per guardarlo bene negli occhi.
- Sei un maniaco sessuale, Remus: io non penso sempre e solo a quello come fai tu. Posso pensare a mille altre cose di te. A mille altre cose che non siano il tuo sederino pallido.
Remus ride, deliziato.
- Non sono un maniaco.
Sirius gli restituisce un sorriso altrettanto radioso.
- Infatti ci ho aggiunto quel sessuale che ti qualifica l'appellativo e gli conferisce un significato del tutto differente.
- Quando ti ci metti sai essere molto chiaro, nonostante le tue argomentazioni siano fin troppo contorte. Comunque, la chiarezza con la quale spieghi le tue follie mi stupisce.
- Non dovrebbe.
- Siamo finiti un'altra volta fuori traccia, però.
- Oh, già.
Sirius sul letto allunga il busto verso il basso e finisce a pancia in giù, ancora una volta supino, col mento appoggiato sul bordo del letto.
- Continua, Sirius.
- Ero lì che pensavo al modo in cui pronunci la parola veleno, quando mi sono accorto di stringere un cuscino in grembo con forza convulsa ed ho analizzata minuziosamente la cosa, trovandomi lievemente scosso dalla faccenda.
Remus aggrotta la fronte, confuso.
- Mentre stavi pensando al modo in cui pronuncio la parola veleno, ti sei reso conto del fatto che stavi abbracciando un cuscino e ti sei sconvolto.
Sirius annuisce vistosamente.
- Bravo, è andata così.
Remus poggia le braccia sulla scrivania e il mento sui pungni stretti.
- Spiegati.
Sirius sorride ancora in quel modo totalmente redioso e pacato.
- Solo se mi chiami amore.
Remus scuote la testa, ridendo.
- Anche una volta soltanto.
- No.
- Solo una volta.
- Neanche mezza.
Sirius si morde le labbra.
Remus si morde le labbra.
Si mordono le labbra contemporaneamente.
- Dài - sussurra Sirius.
- Spiegati, amore - concede Remus.
Sirius schiude la bocca in un sorriso di puro gaudio e si rotola sul letto come un cucciolo, poi torna al centro del letto, ma messo a pancia all'aria.
Da quella prospettiva vede Remus seduto su una sedia al contrario adagiata sul soffitto.
- Quello era un cuscino, capisci? Io stavo stringendo un cuscino.
Remus non capisce.
- Non capisco.
- Non c'è niente da capire. Ero io che stavo capendo. Quello era un cuscino ed era reale ed io lo stavo stringendo tra le braccia e quella sua consistenza morbidosa era propria del suo essere un cuscino.
- Consistenza morbidosa?
Sirius muove le braccia in aria per tracciare all'uomo seduto a testa in giù sul soffitto la forma di un cuscino.
- Consistenza morbidosa.
Remus scuote la testa e guarda Sirius interdetto.
Sirius capisce che perché Remus capisca deve essere più dettagliato.
- Seguimi, Remus. Ascolta.
Remus annuisce, consapevole di essere in procinto di assecondare un'altra follia indescrivibile.
- Ci rapportiamo alle cose inconsapevolmente. Non siamo coscienti nel momento in cui noi poggiamo la testa su un cuscino o mangiamo una mela o premiamo il pulsante dell'ascensore, ma in quel momento noi stiamo interagendo con quella cosa.
Sirius ammicca. Aggrotta le sopracciglia come per cercare consenso.
Remus resta con gli occhi spalancati.
- Non è un fatto eccezionale?
- Sirius.
- Non dirmi che sono pazzo. Sai che sono troppo sensibile a questo genere di cose. Ed io so che prima o poi un ragionamento del genere mi farà diventare ricco e famoso.
- Certo: Sirius Black, colui che svelò le ovvietà! Sarai ricordato nei secoli, Sirius!
Remus ride, ride, ride.
- L'Enigma è qui sotto i nostri occhi, Remus! I babbani hanno svelati con la scienza i misteri dell'invisibile e noi maghi con la magia quelli dell'incantevole, ma chi si occupa dei misteri del visibile, del tangibile, del terreno?
Remus ride, ride, ride e ride ancora.
- Io ti amo.
- Non capisci, non sono pazzo, la realtà è che tutto ciò che ci circonda - eh? Che hai detto? Ripeti.
Remus ride ancora.
- Ti amo.
Sirius si inginocchia sul letto ed inclina la testa.
Si sporge lievemente per raggiungere col mento il bordo della scrivania.
- Ma adesso basta pensare, Sirius. E basta parlare. Tanto non me lo lascerai finire mai, quel periodo.
Si alza dalla sedia che è recentemente stata sul soffitto, raggiunge il bordo del letto e fa ricadere Sirius supino per l'ennesima volta.
Sirius sorride e si copre il viso con un cuscino.
- I misteri del tangibile - sussurra piano Remus, ride ancora e lo bacia.

  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: changingroom