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Autore: GasPanic    05/01/2013    3 recensioni
Maggie è una diciassettenne piena di quei problemi tipici della sua età, e per di più deve affrontare anche la dura realtà del trasferimento, non solo in una nuova città, ma addirittura in una nuova nazione: l'Inghilterra. Capitata a Manchester, nel quartiere di Burnage, Maggie incontrerà e imparerà a conoscere i fratelli Gallagher, in un contesto che si colloca prima degli Oasis.
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ESPULSO??” il mio grido ruppe quel silenzio così pesante che si era venuto a creare tra me e Liam.
Erano passati due giorni dall'aggressione. Era un freddo pomeriggio di ottobre, e grandinava. Ce ne stavamo là, sotto il vecchio salice in fondo alla strada a chiacchierare, quando la pioggia ci aveva colto alla sprovvista. Liam mi aveva telefonato quella mattina. “Maggie, ti devo parlare”, aveva detto con voce cupa. Ma torniamo a noi. A quanto pare il preside non aspettava altro se non un passo falso di Liam per espellerlo, e quando gli si presentò l'occasione non poté farne a meno.
Mi strinsi nella mia giacca a vento, preoccupata. Lui alzò le spalle, fingendo noncuranza. Piantai gli occhi nei suoi. “E' tutta colpa mia.”
“Non dire cazzate, Maggie. Quel pezzo di merda ti avrebbe molestata. E' solo colpa sua.”
Mi scostò una ciocca rossiccia dalla fronte umida per la pioggia. “Non preoccuparti per me, me la spasserò come un matto senza compiti e stronzate varie”.
“C-cosa farai?” chiesi con un filo di voce.
“Non farò nulla. Anzi, forse se Peggy mi costringerà andrò a lavorare con Paul. Sai.. mio fratello”.
Silenzio. Come sarei riuscita a sopravvivere a quegli infernali giorni di scuola, sapendo che l'unica persona interessata in qualche modo alla mia vita non era nei paraggi? Mi morsi il labbro. Dovevo essere forte. L'avrei rivisto, dopotutto.

Una cosa era certa: dopo l'episodio di quel venerdì nessuno aveva più osato scocciarmi. Sicuramente sanno che anche se Liam non è a scuola può sempre andarli a trovare a casa loro, pensai trionfante, mentre passavo davanti a casa sua nel pomeriggio, diretta al negozio di dischi.
Casa Gallagher non era, come si suol dire, una casa di lusso. Era ridotta male quasi quanto la mia. Liam mi aveva raccontato che lui, i suoi fratelli e la madre tempo prima avevano dovuto cambiare casa, per sfuggire ai maltrattamenti di suo padre. E questa era la loro attuale abitazione. Mi feci strada lungo il vialetto di calcestruzzo, guardandomi intorno. Mi domandai se ci fosse qualcuno in casa.
Driiin.
Senza neanche rendermene conto avevo suonato il campanello. Fissavo il portoncino, se così si poteva definire, con gli occhi sgranati. Meno di un minuto dopo mi ritrovai faccia a faccia con un ragazzo un po' più grande di me, alto, robusto e con due occhi di ghiaccio.
Mi sorrise. “Cerchi Liam?”
“S-sono Maggie Adams, una sua compagna di scuola e.. tu sei Paul, giusto?” azzardai.
“Indovinato” disse, stringendomi la mano. “Prego, entra. Io nel frattempo vado a chiamarti quel nullafacente di mio fratello”. E in men che non si dica si avviò su per le scale. Mossi qualche passo incerto nell'atrio, decisa a non andare oltre. Stetti lì, in piedi su un tappeto rosso un po' rovinato, a guardarmi intorno.
“Paul, chi era alla p...” una donna irruppe nella stanza, con uno strofinaccio in mano e un grembiule legato intorno alla vita. I suoi capelli, che si stavano via via ingrigendo, erano legati in uno chignon dietro la nuca. Solo qualche ciuffo selvaggio le ricadeva sulla fronte. L'espressione di iniziale stupore alla mia vista si tramutò immediatamente in un sorriso dolce. “Oh.. Ciao cara. Sei un'amica di Liam?”
“Sì, signora. Mi chiamo Maggie. Lei deve essere Peggy, Liam mi ha parlato tanto di lei”. Mi sentii terribilmente in imbarazzo. Ero a casa di un ragazzo, senza essere stata invitata per giunta. Sarei voluta scomparire. Ed invece eccomi là, a conversare amabilmente con la madre di Liam Gallagher.
“Ah, e cosa ti ha detto?” chiese con una nota di curiosità nella voce. Stavo giusto aprendo bocca per risponderle, quando Liam si precipitò giù dalle scale talmente in fretta che rischiò di sbattere contro il muro. Paul lo seguiva, scuotendo la testa e sghignazzando.
“Allora, noi usciamo” annunciò Liam trascinandomi verso la porta.
“Ti voglio a casa alle sette, capito? Altrimenti ti taglio i viveri!” l'urlo di Peggy ci raggiunse mentre varcavamo il basso cancello. Liam non si degnò neanche di risponderle.
“Dove andiamo?” chiese, mentre continuava a camminare con quel passo che io amavo definire 'da scimmione'. “Al negozio di dischi. Voglio vedere se hanno tutti i dischi dei Beatles”.
“Fico. Ti piacciono i Beatles? Io dovrei averne qualc...” ma la frase gli morì in gola. Si fermò di colpo, scrutando nella direzione opposta a casa sua con la fronte aggrottata. Dovetti strattonarlo varie volte per farlo tornare in se.
“C'è qualcosa che non va?” chiesi preoccupata, la mano ancora serrata intorno alla manica di Liam.
“Noel. N-Noel...è tornato dall'America”. 
Lo guardai, confusa. Riuscivo a vedere le stesse emozioni riflesse nel suo viso. Osservavamo in silenzio quella sagoma farsi sempre più vicina, fino a che non riuscimmo a distinguerne ogni particolare. Non sembrava averci notati, camminava a testa bassa, con l'aria pensierosa. Noel non era più alto di Liam, ma neanche molto più basso. Come il fratello, portava i capelli abbastanza spettinati, ma non troppo lunghi. Chitarra in spalla, valigia appresso. Bene, un musicista! C'era qualcosa che mi affascinava in quel ragazzo, già dal primo sguardo.
“Ehi, Ourkid!” gridò Liam, quando il fratello fu abbastanza vicino da poterlo sentire. Il ragazzo parve risvegliarsi da un sogno ad occhi aperti. Le sue iridi glaciali scorsero il lato opposto della strada, per poi soffermarsi sulle nostre figure in controluce. “Liam?” urlò lui di rimando, con un sorriso a trentadue stampato in faccia. Ora anche Liam sorrideva. E sebbene non stessi capendo assolutamente niente di quella situazione, mi accorsi che anch'io stavo sorridendo, mentre vedevo Liam attraversare precipitosamente la strada per andare ad abbracciare il fratello. “Mi fai male, cazzo!” fece Noel tra una risata e l'altra, cercando di divincolarsi dalla presa del suo fratello minore.
In un batter d'occhio mi decisi ad attraversare la strada. Se non altro, nel profondo speravo che Liam mi avrebbe presentato suo fratello. Come ho già detto, trovavo terribilmente affascinanti i musicisti.
“Lei è Maggie, una mia amica” disse Liam, cingendomi la vita con un braccio. Lo lasciai fare, ero troppo occupata ad arrossire per quella situazione per farci caso. Mi trovo nel bel mezzo di un incontro familiare, perfetto.
“Noel, piacere”. Mi strinse la mano con un sorriso.
“Piacere mio” balbettai, lo sguardo che andava dal suo viso alla sua chitarra. Rimanemmo a fissarci per qualche istante, in silenzio. Lo sguardo di Liam andava da me a Noel, e viceversa. Dopodiché decise che era meglio finirla lì. “Comunque noi stavamo andando da Sifter” disse, traendomi a se.
“Alla prossima, Noel!” feci in tempo a dire, prima che Liam mi trascinasse via, contrariato. Curiosamente, anche Noel, ormai alle nostre spalle aveva la stessa espressione. Mi voltai un'ultima volta, prima di voltare l'angolo. Non so come, ma ebbi l'impressione che il suo sguardo fosse ancora fisso su di noi.
“Si può sapere che ti prende?” chiesi a Liam, che tutto a un tratto si era rabbuiato.
“Non mi piace come ti guarda.” Non potevo crederci. Era geloso. Scoppiai a ridere.
“Eddai Liam, che ti importa? Non ha fatto niente di male. Si è solo presentato. Anche Paul l'ha fatto prima. Sei davvero geloso?” inarcai un sopracciglio.
“Mi da fastidio il suo comportamento da cazzone, tutto qui”, rispose cupo.
“Sta' tranquillo, William. Sei stato il mio primo amico qui a Manchester, e finora sei l'unico.” mormorai. E senza pensarci mi alzai in punta di piedi, il tanto giusto per arrivare a dargli un timido bacio sulla guancia. Al diavolo la timidezza.
Il suo viso si era rasserenato. Sentii la sua mano calda cercare la mia. Uno sguardo d'intesa, le nostre dita che si intrecciavano. E per la prima volta nella mia vita, mi sentivo veramente a casa.



Salve mads! Sono tornata con un terzo capitolo. Ok, vi avevo promesso un capitolo Noelliano (?), ma ho dovuto un po' tagliare perché altrimenti usciva un poema. Che dire... Non mi piace per niente, ma il mio giudizio non conta. La novità è che si stanno innamorando per così dire, o meglio, sono interessati l'uno all'altra. Però. Sì, c'è sempre un però. Anche Noel le interessa, e nei prossimi capitoli vedremo di approfondore quest'aspetto. Aspetto vostri commenti people! :)

  
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