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Autore: holdyoutight    05/01/2013    4 recensioni
Lauren, non so cosa stia succedendo ma non sono pronto per tutto questo.
Credo nel destino, se lui vorrà ci rivedremo e
giuro che passerò il resto della mia vita con te, anche se tu non lo vorrai.
Sembrerà stupido e non so che cazzo mi hai fatto ieri sera,
ma mi piaci Lauren.
Spero di incontrarti ancora.
Zayn.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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'But baby there you go again, there you go again, making me love you

 And I stop using my head, using my head, let it all go

Now you’re stuck on my body, on my body, like a tatoo.'
'
Maroon 5, One More Night.





Camminavo a passo veloce per le strade di una nebbiosa New York, tra i taxi e i passanti frettolosi di tornare a casa. Chi in giacca e cravatta, chi con lo zaino sulle spalle, chi con un panino fra le mani.
Tenevo la testa bassa per non fermarmi ad incollare il naso alle vetrine dei negozi di lusso che costeggiavano tutta la Fifth Avenue.
Lauren Foster, 21 anni, studentessa di lingue alla Columbia University, New York.
La mia vita era sempre stata un completo disastro: l’amore era per me una cosa sconosciuta e non desideravo particolarmente addentrarmi nei suoi tranelli. Era una gran fregatura, ecco tutto.
Gli uomini erano tutti uguali, e se non gli davi quello che volevano, ti lasciavano sola, ecco tutto. Io ero felicemente single e non avevo bisogno di uno stupido ragazzo, ecco tutto.

«Lauren, hai bisogno di un ragazzo!» strillò Megan addentando un trancio di pizza ai peperoni e puntandomi un dito contro. Megan era la mia migliore amica da una vita, era sempre sorridente, con la battuta pronta e si era ufficialmente presa l’incarico di trovarmi un ragazzo, sebbene non mi servisse minimamente.
«Meg,  io sto bene. Sto bene così, davvero.» dissi esasperata cambiando canale alla tv. Ridacchiai ascoltando le battute stupide di qualche comico, prima che lei si rilanciasse all’attacco.
«Beh, che ti vada o no, stasera c’è una festa.»
Fa che non sia invitata, fa che non sia invitata, fa che non sia invitata..
«E, miracolosamente, sono riuscita a trovare un invito anche per te!» lanciò un gridolino estasiata, mentre affondavo la testa fra le braccia.
«Wow, non vedevo l’ora Megan.»
Passammo il resto del pranzo e del pomeriggio a parlare di questa fantomatica festa sdraiate sul suo divano in pelle, fino a quando non si fecero le cinque del pomeriggio. Mi spinse a forza nella sua stanza e mi posizionò davanti allo specchio.
«Cosa vedi?» mi incitò a rispondere indicando la mia figura.
«Una sfigata che non avrà nessuna possibilità di conquistare nessuno stasera.» risposi sorridendole amabilmente.
«E invece io vedo..» disse infilando la testa nella cabina armadio ed estraendo un attillato vestitino nero «una gran figa che stasera farà faville!»
Sbuffai, le strappai il vestito di mano e me lo infilai. Aderì perfettamente alle mie curve slanciate, risaltandole. Megan fece un fischio e mi fece fare una giravolta. Poi lasciò che i miei lunghi capelli biondi mi ricadessero sulle spalle e mi truccò leggermente: mascara sulle ciglia, rossetto rosso sulle labbra sottili e una passata leggera di fard sulle guance.
«Ora sei pronta?» mi chiese con un sorriso.
Feci un respiro profondo dando un’ultima occhiata allo specchio e sistemandomi il vestito.
«Sì, sono pronta.»

Il Funky Buddha era un locale molto frequentato a New York, potevi incontrare chiunque avesse una minima voglia di divertirsi. E lì di divertimento ce n’era parecchio.
Alcolici, ballerine e spogliarellisti, divanetti morbidi e ragazzi. Ragazzi ovunque.
Io e Megan entrammo e la puzza di alcool e sudore ci invase le narici. Arricciai il naso mentre lei si spingeva tra la folla e mi urlava vicino all’orecchio «Guardati intorno e scegline uno, io vado a prendere da bere e torno.»
Sì, “torno”. Megan faceva sempre così, andava a prendere da bere e nel "lungo" tragitto dalla pista al bancone incontrava l’uomo della sua vita, che la riempiva di complimenti e se la portava a letto, salutandola per sempre la mattina successiva.
Decisi di addentrarmi nella pista per ballare, almeno sarei risultata meno sfigata che nello stare sola e isolata da tutti. Spintonai e sgomitai fino a quando non mi ritrovai al centro della pista, e qualche ragazzo buttò subito l’occhio sulla nuova arrivata e sul mio vestito che dava poco spazio all’immaginazione.
Iniziarono ad avvicinarsi e a ballare dietro o davanti a me, mentre io tenevo gli occhi chiusi e lasciavo che i miei fianchi si muovessero, senza pensare alla cerchia di persone che mi si era formata intorno.
Improvvisamente, sentii due mani cingermi i fianchi e spalancai gli occhi terrorizzata. Incontrai due iridi color caramello, e il mio sguardo passò da due basette curate, a un ciuffo biondo resistente alla forza di gravità, a due labbra sottili, incurvate in un sorriso divertito e malizioso allo stesso tempo. Rimasi a contemplare quel ragazzo per qualche secondo, prima che si avvicinasse al mio orecchio e dicesse, sovrastando il rumore assordante della musica, «Vuoi una foto, dolcezza?» mi ritrassi di scatto, imbarazzata, e lo spostai con la mano, allontanandomi da lui. Sentii l'insistenza del suo sguardo sulla mia schiena mentre mi raggiungeva e allacciava di nuovo le sue braccia intorno alla mia vita mormorando «Scusa.»
Ci guardammo negli occhi per alcuni secondi, non riuscivo a distogliere lo sguardo da quelle iridi.
Dovevo avere un’aria molto stupida a giudicare dal suo sguardo divertito, così mi dileguai con un semplice «Vado a bere.»
Mi appoggiai al bancone con i piedi gonfi e doloranti, ordinai, senza pensarci, il primo drink della lista, e quando mi girai, lui era lì.
«Pensavi di liberarti così facilmente di me?» chiese con un sorrisetto, poi lanciò uno sguardo al drink che la barista mi aveva lasciato davanti al naso. «Hai presente il drink più schifoso scritto in quella lista? L’hai preso.»
Sorrisi abbassando lo sguardo, e lui tese una mano verso di me.
«Zayn, piacere.» disse, e colsi un guizzo nei suoi occhi.
«Lauren. Ma se ci stai provando con me, ti avverto: non funziona.» dissi liquidandolo.
Lo vidi accigliarsi e ridacchiare scuotendo la testa. Si avvicinò al mio orecchio e sfiorandomi il lobo con le labbra sussurrò «A fine serata mi supplicherai di scoparti.»
Lo guardai divertita, e mi avvicinai a lui. Gli soffiai sulle labbra «Ho un ottimo autocontrollo, dolcezza. E non farei mai sesso con un egocentrico gonfiato come te.»
Finse di riflettere a fondo qualche istante, prima di controbattere «Sì, mi sembra proprio che questa frase l'abbia detta anche quella che mi sono fatto ieri sera.»
Lo guardai riluttante. «Bravo, oggettivizza le donne.»
«Qualcuno ha mangiato il dizionario oggi?» chiese accigliato.
«No, ma ti rivelo un segreto. Per vivere non è necessario sapere solo le parole ‘sesso, sesso e sesso.’»
L’avevo zittito.
«Lauren uno, Zayn zero.» dissi trionfante.
«Ti ricordi il mio nome? Vedi, ti ho già conquistata.» rispose puntando i suoi occhi nei miei.
«No, è che hai un nome da marca di detersivo, è per questo che non me lo scordo. Due a zero per me.» aggiunsi vedendolo zittirsi di nuovo.
«Posso baciarti? » mi chiese di getto.
«Ma non ci conosciamo neanche! No.» risposi incenerendolo con lo sguardo.
«Sì che ci conosciamo. Zayn, Lauren. Tu sei una stronza, io un egocentrico gonfiato. Ho ventun’anni. Posso baciarti?»
«No. E grazie per avermi dato della stronza.» risposi, stavolta sorridendo sarcastica.
«Allora, parlami di te.» disse alzando il mento.
«Che due palle che fai venire.» sbuffai.
«Vuoi baciarmi?» chiese ammiccando.
«Mi chiamo Lauren, ho ventun’anni, vivo a New York. Studio alla Columbia University e..»
«Bla bla bla, sei una palla mortale. Ora parliamo di me. Sono Zayn, ma puoi chiamarmi ‘hey scopiamo?’. Ho ventun’anni e lavoro in un’officina. Ora ti bacio.» disse avvicinandosi pericolosamente.
«E io ti castro.» dissi amabilmente, e indietreggiò all’istante.
Restammo a stuzzicarci per tutta la serata, se non altro risi per quello strambo ragazzo così sicuro di sé.
Mi offrì da bere e si rivelò anche simpatico, quando non parlava di sesso.
Per una buona ora non lo menzionò, ma poi tornò alla carica.
«E comunque se non sei alla mia altezza, basta dirlo.» ammiccò.
Scoppiai a ridere e afferrai la sua mano, lo trascinai ai piani superiori e aprii una delle tante stanze che si affacciavano su uno stretto corridoio. Lo spinsi dentro e chiusi la porta a chiave.
Mi voltai e lo sorpresi a guardarmi con una smorfia incuriosita sul volto, aspettando la mia mossa successiva. Mi avvicinai lentamente a lui e gli allacciai le braccia dietro al collo.
«Io sono perfettamente alla tua altezza.» dissi, e mi avvicinai alle sue labbra.
Lui ci si fiondò come per paura che mi ritraessi all'ultimo. Passò la sua lingua su tutto il contorno delle mie labbra e, quando le dischiusi, si incontrò con la mia e si mossero insieme in movimenti circolari. Mi accarezzò i fianchi con le dita e i palmi delle mani e mi spinse contro il muro, poi staccò le labbra dalle mie e disse col fiato corto «Ce ne hai messo di tempo per baciarmi, stavo impazzendo.»
Risi mentre lui azzerava nuovamente la distanza fra le nostre bocche.
Strinsi un lembo della sua maglietta nel pugno della mia mano e lo spinsi delicatamente sul letto. Lui mi attirò a sè con la mano sulla mia schiena e mi misi a cavalcioni sopra di lui, mentre mi passava le dita sulle cosce, i fianchi, il seno e le spalle, sfilandomi il vestito da sopra la testa.
Giocai con la zip dei suoi jeans aderenti e glieli feci sfilare, mentre lui si lasciava scivolare la maglia da sopra la testa. Lo osservai sorridere, eccitato dalla mia presa di potere, mentre passavo le dita sui suoi addominali scolpiti, poi sulle spalle e sulle giunture delle clavicole, osservando la sua pelle caramellata rabbrividire al mio tocco. Affondai una mano fra le sue ciocche di capelli mentre lui si sdraiava sopra di me facendo aderire centimetro dopo centimetro il suo petto contro il mio seno e i suoi fianchi sopra ai miei. Mi lasciò una scia umida di baci sul collo, torturandolo con la lingua e i denti, assicurandosi di lasciare il segno del suo passaggio.
Poi si abbassò sul seno, passando le labbra sulla pelle nuda non coperta dal reggiseno. Gli presi la mano che stava giocando con i miei capelli e la portai sulla mia schiena, sollecitandolo a slacciare il gancino. Fece scivolare le spalline lungo le mie braccia e lanciò l'indumento alle sue spalle. Rimase a guardare le mie forme nude qualche secondo, allontanandosi leggermente da me e sorridendo, quasi soddisfatto.
Si avvicinò di nuovo lentamente al mio viso, lasciandomi un bacio sul labbro inferiore e riprendendo a scendere lungo il mio corpo, sfiorando la mia pelle con le labbra, seguendo la linea di baci che aveva lasciato precedentemente. Si soffermò sul mio ombelico, leccando la pelle nuda intorno e lasciando dei baci sempre più vicino all'inguine.
Passò lentamente un dito sotto l'elastico dei miei slip, facendomi sussultare dal piacere di quel tocco. Mentre si concentrava sul mio viso e riprendeva a lasciarmi baci sul labbro inferiore, sentii che aumentava la pressione delle dita, facendosi spazio tra le mie cosce. Sussurrai il suo nome mentre metteva il suo corpo tra le mie gambe, impedendomi così di richiuderle. Le sue mani continuavano a risalire le cosce e impazienti sfilavano i miei slip. Allacciai le gambe intorno ai suoi fianchi, ma improvvisamente lo sentì fermarsi, irrigidirsi e staccarsi da me.
«Lauren, non… non posso.» disse alzandosi.
Lo fissai stupita, guardandomi intorno e cercando di capire quale fosse il problema. «Cosa?»
Allacciò il suo sguardo al mio.
«Non va bene così, Lauren. Non è solo… solo sesso. Non è come al solito. Forse sto... sto provando qualcosa, non so cosa. Non va bene, non voglio iniziare cose serie, non è da me.» raccolse i pantaloni e se li infilò mentre scuoteva la testa borbottando.
Rimasi a guardarlo stupita mentre infilava la maglia e allacciava la cintura, poi chiesi di getto «Ti prego, dormi con me.»
Ci pensò qualche istante, poi si girò verso di me e sorrise lievemente.
«Okay.» disse, e si sdraiò di fianco a me nel letto. Mi spostò una ciocca di capelli dal viso e sussurrò «Sei davvero bella Lauren.»
Lo guardai sogghignando. «Lauren tre, Zayn zero.»
Mi morse delicatamente il labbro inferiore e mi strinse a sé, facendomi addormentare sul suo petto con il suo sapore sulle labbra.
La mattina dopo tastai il cuscino, freddo. Zayn se n’era andato.
Mi sedetti sulle coperte sbadigliando e stropicciandomi gli occhi impastati di sonno, e notai un foglietto spiegazzato, appoggiato ai piedi del letto.

Lauren, non so cosa sia successo, ma non ero pronto per tutto questo.
Credo nel destino, se lui vorrà ci rivedremo e
giuro che passerò il resto della mia vita con te, anche se tu non lo vorrai.
Sembrerà stupido e non so che cazzo mi hai fatto ieri sera,
ma mi piaci Lauren.
Spero di incontrarti ancora, e di dormire ancora una notte con te.


Zayn.

Lauren quattro, Zayn zero.







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cieeeeeeeeeo!
come state donzelle? spero bene c:
allora, questa ff è un esperimento, mi è venuta in mente stamattina, oyay.
mi fate un favore megagalattico? mi dite cosa ne pensate?
 mi basta una recensione anche di due parole 'fa cagare (i koala)' oppure 'mi piace',
ci tengo davvero mucho mucho mucho.
vi lovvvo tantissssimo.

-su twitter, sheeransdrug.

  
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