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Autore: RamaDFZ    05/01/2013    1 recensioni
Ecco a voi una storia che racconta dei momenti molto importanti nella vita del nostro più caro detective. Ho cercato di immaginare come potrebbe essere stato il suo passato, ma si tratta solo del parto della mia mente degenere. Mi auguro vi piaccia comunque questo lavoro e anche se non dovesse appassionarvi, commentatemi e consigliatemi! A presto!
" Le campane, quelle maledette campane non avevano smesso di suonare neanche per un secondo, erano un vero e proprio tormento per il povero detective. L, ormai esasperato, afferrò la testa tra le mani e serrò le sue grandi opali, cercando di distrarsi pensando a qualcosa di piacevole. La sua mente si affollò immediatamente di immagini che avrebbe preferito non rievocare, così, dischiuse con fatica gli occhi stanchi e si alzò dalla sua sedia girevole..."
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri personaggi, L, Watari
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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La miglior medicina

 

Spencer e Quillish si sforzarono di non fare rumore mentre uscivano dalla stanza per recarsi nello studio personale del prete. Giunti a destinazione, l'inventore prese due sedie mentre l'amico afferrò una bottiglia di scotch invecchiato

 

  • Che fai con quella Spens? A voi preti non era proibito?

  • Senti, stasera ho proprio bisogno di un goccetto e questo è il tuo preferito o ricordo male?

  • Ricordi benissimo...

  • Ottimo.

 

Monroe sedette accanto all'inventore e gli versò un po' di liquore in un bicchiere, per poi fare lo stesso con il proprio

 

  • Allora, dimmi tutto quello che pensi su questa storia.

  • Uhm, hai notato anche tu tutti quei segni sul corpo, vero?

  • Sì, è impossibile non notarli, credi che qualcuno abbia abusato di lui?

  • Non posso escluderlo... Credo che dovremmo farlo visitare da un medico al più presto, mi preoccupa molto la sua malnutrizione.

  • Sono d'accordo, ma sarà difficile convincerlo, non si fa toccare da nessuno.

  • Lo vedo... Se necessario, lo costringeremo. Ho avuto a che fare con diversi casi simili al suo e se davvero hanno abusato di lui, magari carnalmente, potrebbero avergli trasmesso qualche malattia. Bisogna curarlo e subito.

  • Va bene, conosco una pediatra molto brava che ho nella mia parrocchia da quando l'ho battezzata, verrebbe anche adesso se le telefonassi.

  • No, lascia stare. La situazione è delicata e richiede una certa urgenza, ma non c'è ragione di svegliare di nuovo il bambino così presto. Lasciamolo riposare e riposiamo anche noi. Faremo a turno per badare che non scappi, uno di noi farà la guardia mentre gli altri due dormiranno un po'.

  • Mi sembra una buona idea e domattina chiamerò subito la dottoressa Griffith.

  • Perfetto, ora vado a dare il cambio a Berenice.

  • D'accordo.

 

 

La notte passò in fretta portando con sé la pioggia e le nuvole scure. Quella mattina, un sole pallido faceva capolino tra gli alberi della vasta campagna inglese. Padre Monroe telefonò prestissimo alla pediatra perchè avrebbe dovuto servire messa alle otto in punto senza possibilità di rimandare, affrontando tutte le vecchiette che aveva scacciato.

Wammy sedeva su una poltrona, a pochi passi dal divano su cui dormiva il bambino, mentre la perpetua si era appisolata su una panca di legno scomodissima . Il piccolo non si era svegliato una sola volta e non sembrava intenzionato a farlo per un bel po'. L'inventore pensò a malincuore che, presto, quel sonno sereno sarebbe stato interrotto dal contatto forzato con mani estranee, ma purtroppo era necessario per la sua salute.

Un leggero calpestio di tacchi giunse alle orecchie di Spencer che uscì dal suo studio per accogliere la nuova arrivata

 

  • Molly cara! Da quanto tempo!

  • Mi perdoni padre, purtroppo il lavoro mi sta tenendo lontana dai miei doveri di fedele, me ne rincresce davvero molto!

  • Oh Molly, tu allevi le sofferenze di povere creature innocenti, credo che il Signore perdoni qualche messa domenicale mancata!

  • Lo spero, padre... Allora, dove posso trovare il mio paziente?

  • Seguimi, ti faccio strada.

  • E così, non sapete chi sia o da dove venga?

  • No purtroppo... Il piccolo non spiccica una parola.

  • Capisco...

 

Giunta a destinazione, Molly chiese a tutti gli adulti presenti di uscire e lasciarla sola con il bambino. Monroe svegliò la perpetua ed obbedì, mentre Wammy si fermò un secondo sulla soglia

  • Dottoressa, non voglio certo dirle come fare il suo lavoro, ma per favore sia cauta e delicata, abbiamo ragione di credere che il piccolo abbia subito molti traumi.

  • Stia tranquillo, so come comportarmi.

  • Un'ultima cosa, se fa i capricci, gli dia queste, sembra esserne ghiotto!

  • D'accordo ed ora mi lasci al mio paziente.

  • Certo, mi scusi.

 

Dopo aver dato alla dottoressa un paio di caramelle, Quillish raggiunse gli altri nello studio di Monroe ed attese pazientemente il responso della visita.

Molly uscì dalla stanza dopo circa mezz'ora con un'espressione indecifrabile sul viso, si avvicinò alle tre ansiose figure che pendevano dalle sue labbra e posò la borsa con gli strumenti sulla scrivania

 

  • Dottoressa, mi dica, come sta il piccolo?

  • Sembra sano, man non posso essere certa al cento per cento che non abbia malattie infettive, per questo gli ho prescritto un prelievo di sangue e di urine da effettuare quanto prima. Ciò che più mi preme è che il paziente si idrati e mangi adeguatamente, in più dovrebbe fare un bel bagno caldo quanto prima.

  • Capisco Molly, ma ecco... Noi volevamo sapere se... Insomma...

  • Padre Monroe, stavo giusto per arrivare alla parte più importante. Non ho riscontrato tracce evidenti di violenza carnale, ma il bambino ha diversi lividi sul corpo, sono scuri quindi presumo che siano abbastanza datati, inoltre, a giudicare dalla sua ritrosia e dagli strani circoli che ho trovato intorno a polsi e caviglie, direi che potrebbe essere stato addirittura incatenato, senza contare che non riesce a mantenersi dritto, come se fosse stato costretto in quella posizione raggomitolata per troppo tempo... Comunque, potrebbe trattarsi di una forma di rachitismo, visto che il piccolo non mangia come si deve.

  • Oh mio Dio! Quindi potrebbe essere stato segregato?

 

L'orrore si stampò sulle facce dei presenti, ciò che avevano sospettato da subito si stava spaventosamente concretizzando...

 

  • Si, è molto probabile, ma ad essere sincera le ferite del suo corpo sono piuttosto superficiali, non credo che lo abbiano picchiato violentemente. Più che altro, mi sembra che l'abbiano strattonato spesso e un bimbo così piccolo si procura subito dei lividi. Sono le ferite della sua anima a preoccuparmi di più...

  • Le ferite... della sua anima?

  • Sì... É evidente che soffra di afasia, non è muto, i suoi occhi sembrano quelli di una bambola, vitrei, privi di umanità. Bisogna fare subito il possibile per restituire l'infanzia a questa povera creatura più che la salute, non sappiamo ancora cosa abbia passato, ma è assodato che lo segnerà a vita. Ora come ora, stategli accanto e mostrategli affetto, credo che questa sia la miglior medicina.

  • Va bene Molly, grazie infinite per il tuo aiuto.

  • Si figuri padre, è il minimo che possa fare. Verrò periodicamente a far visita al piccolo, arrivederci.

  • Arrivederci dottoressa, grazie ancora!

 

Molly Griffith tornò al suo studio, un po' più triste e un po' meno fiduciosa nell'umanità. Anche la sua fede forse stava scivolando via, insieme all'innocenza di molti bambini che le era capitato di visitare. Neanche quella domenica sarebbe andata in chiesa...

  
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