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Autore: RamaDFZ    05/01/2013    1 recensioni
Ecco a voi una storia che racconta dei momenti molto importanti nella vita del nostro più caro detective. Ho cercato di immaginare come potrebbe essere stato il suo passato, ma si tratta solo del parto della mia mente degenere. Mi auguro vi piaccia comunque questo lavoro e anche se non dovesse appassionarvi, commentatemi e consigliatemi! A presto!
" Le campane, quelle maledette campane non avevano smesso di suonare neanche per un secondo, erano un vero e proprio tormento per il povero detective. L, ormai esasperato, afferrò la testa tra le mani e serrò le sue grandi opali, cercando di distrarsi pensando a qualcosa di piacevole. La sua mente si affollò immediatamente di immagini che avrebbe preferito non rievocare, così, dischiuse con fatica gli occhi stanchi e si alzò dalla sua sedia girevole..."
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri personaggi, L, Watari
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Le mie scarpe!!

 

Mentre Monroe e Berenice preparavano l'occorrente per la messa mattutina, Wammy tornò dal bambino che lo accolse davvero in malo modo. Appena si accorse che si trattava del signore dei dolci, il piccolo girò il viso per non guardarlo e si raggomitolò ancora di più in sé stesso. Si sentiva tradito, si era fidato di quel tipo e che cosa aveva ottenuto? Solo che un'adulta gli mettesse le mani addosso! Lui detestava essere toccato...

 

  • Ehi giovanotto! Come va stamattina?

  • ..

  • La vuoi una caramella? Sappi che è l'ultima, devo ancora fare rifornimento!

  • ..

  • Mi stai ignorando, non è così? Mi dispiace per la dottoressa, ma devi capire che è stato solo per il tuo bene...

  • .

  • Andiamo!! Guarda che me la mangio io eh!

  • .

  • Uff! Ok, come vuoi tu, ignoriamoci a vicenda!

 

Detto questo, Quillish estrasse dalla tasca esterna della giacca un cubo di Rubik ed iniziò a risolverlo. Le sue tasche erano piene di giochi e dolci, proprio perchè aveva spesso a che fare con i bambini, ma quell'oggetto in particolare era molto prezioso per lui. Lo aveva acquistato l'anno stesso in cui era uscito in commercio solo per mettere alla prova l'abilità del celebre architetto ungherese che lo aveva costruito- si potrebbe parlare di una sorta di piccola battaglia tra inventori- . Mentre le prime tessere finivano al loro posto, il rumore provocato dall'attrito tra le parti del gioco fece incuriosire il bambino. Cautamente, la testa corvina iniziò a ruotare verso la fonte di quel suono. Wammy si accorse con la coda dell'occhio di essere osservato, ma fece finta di niente e continuò ad abbinare i colori. Ad un tratto, il piccolo scattò a sedere, spalancò, interessato, gli occhioni neri e portò alla bocca il pollice della mano destra

 

  • Hehehe... Ti piace? Questo gioco si chiama cubo di Rubik e per completarlo bisogna fare in modo che ogni faccia del cubo sia di un solo colore.

 

Le grandi opali continuavano a fissare intensamente le mani dell'inventore che procedevano, sicure, nella composizione del campo rosso. Con un movimento rapido, il bambino strappò a Quillish il suo divertimento

 

  • Ehi, potevi anche chiedermelo, sai? Comunque ho tanti altri giochi che ti potrebbero piacere, non credo che questo sia adatto ad un bimbo picc...

 

Il gentiluomo inglese perse improvvisamente le parole... Quello scricciolo stava risolvendo il rompicapo ad una velocità impressionante, seguendo uno degli schemi più efficaci. In pochissimo tempo, il cubo fu completamente riarrangiato, con un risultato da campionati mondiali.

Il bambino osservò per qualche istante la sua opera e, poi, raggiante la porse a Wammy, offrendo all'uomo accanto a lui un sorriso che gli sarebbe rimasto impresso per tutta la vita

 

  • Beh... Wow... Sei... Sei stato davvero bravissimo, lo sai? Sei un bambino molto dotato a quanto vedo, ma quanti anni hai? Almeno questo puoi dirmelo!

 

Le pallide manine composero il numero otto

 

  • Capisco, hai otto anni? Mi sembravi ancora più piccolino e.. Ma adesso che ti prende??

 

Il moretto era balzato in piedi in un lampo e aveva iniziato a saltellare per la stanza con le braccia strette sull'addome. All'improvviso, si abbassò il pantaloni e Wammy capì subito che cosa stesse succedendo

 

  • Accidenti! Potevi dirmelo! Aspetta aspetta aspetta! Ti porto in bagno!

 

L'inventore afferrò subito il piccolo per le ascelle e uscì di corsa dalla stanza, arrivando in un lampo davanti alla porta dello studio. Sfortunatamente, Monroe aveva chiuso a chiave e la sua toilette personale era irraggiungibile... L'unica cosa da fare era chiedere alla perpetua di aprire, così Wammy iniziò a chiamarla a squarciagola

 

  • Che c'è signor Wammy? Cosa... Oh cielo!

  • Un bagno un bagno! Dov'è la chia...

 

Ma ormai era troppo tardi... Il piccolo stava già spargendo pipì sulle scarpe del povero Quillish con un'espressione beata sul viso

 

  • Non fa niente Berenice, ho... Abbiamo risolto.

  • Oh...

 

La perpetua non voleva ridere, le sembrava scortese, eppure proprio non riuscì a farne a meno

 

  • Mi fa piacere che trovi divertente la cosa, ma non credo che sarà altrettanto felice di ripulire questo scempio e quanto a te, piccolo idrante da strapazzo, credo proprio che sia ora di una bella lavata, per entrambi!

 

Quillish riuscì a raggiungere il bagno, vi portò il bambino e lo lavò, stranamente senza incontrare alcuna opposizione eccetto quando tentò di infilargli un paio di calzini. Dopo averlo asciugato e vestito con abiti puliti, lo riportò nella sua stanza

  • Aspettami qui, io faccio un salto a casa mia per prendere delle cose e poi torno da te.

 

Il moretto, però, non ne voleva sapere... Si aggrappò al braccio destro dell'uomo puntando i piedi per terra

 

  • Torno subito, davvero, fidati di me!

 

Niente da fare, la presa era salda ed irremovibile. Wammy guardò mestamente le proprie scarpe ormai da buttare e seppe all'istante, quasi come in una folgorazione divina, che con quel bambino non l'avrebbe mai avuta vinta

 

  • E va bene, d'accordo, manderò qualcuno al posto mio...

  
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