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Autore: emrys_    05/01/2013    6 recensioni
'Odi et Amo. Quare id faciam fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior.' - Odio e Amo. Ma che gran cazzata dai! come si fa ad amare e odiare la stessa persona?- dico tra me e me gettando il libro sul comodino e lasciandomi cadere sul letto.
Porto le mani dietro alla testa e fisso il soffitto pensierosa. - No dai sul serio, è impossibile odiare chi ami. - concludo come per convincermi.
Ah, ma se solo avessi saputo, se solo io Judith Lennon, la sorella del mitico Johnny avessi saputo che un giorno avrei incontrato Paul McCartney. Bè se avessi saputo, quella poesia mi sarebbe sembrata geniale.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Paul McCartney , Quasi tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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beatles

Allora finalmente sono qui, grazie ad un'altra band però, infatti, questa volta sono stati i The Black Keys a darmi l'ispiration :D 

Un bacione a tutti, alla fine del capitolo troverete la spiegazione di una roba che succede all'interno dello stesso, è solo che se ve la dico qui rovino la suspence :D Ciaoo! :*



* Shelter from the Storm *

« Dai Judith, accontentami, canta qualcosa!» erano ore che Paul insisteva perché io lo stordissi con la mia voce da trattore in fin di vita, ed erano ore che io puntualmente mi rifiutavo.

« Ti ho detto di no!» rispondo facendogli la linguaccia.

All’improvviso Paul mi si siede accanto, brandendo ancora il suo basso tra le mani e poi comincia a strofinare la sua testa sulla mia spalla, come se fosse un gattino che fa le fuse alla sua padrona.

« Daaai! Per favooore! »mi parlava con tanto di labbro tremulo!

«No, non so cantare! » al sentire le mie parole McCartney si è fermato immediatamente e guardandomi fisso negli occhi con un tono serio che non ammetteva repliche ha concluso: « No Juice, non esiste chi non sa cantare, c’è solo gente che non si ascolta! »

 

 

Sono a casa da sola, cosa che non va, decisamente, bene dato che sono immersa tra i maglioni di John come se fossi un orso in letargo, voglio sentire il suo profumo per solo cinque minuti mi dicevo, vengo via subito mi dicevo.

Adesso sono praticamente chiusa nel suo armadio.

Cosa posso fare per distrarmi?

Decido finalmente di uscire dalla camera di Johnny e vado nella mia stanza, il cui disordine mi terrà impegnata per almeno un’ora!
Rassetto, pulisco, scelgo i vestiti da lavare e quelli da stirare, poi quando sono felicemente convinta di aver finito di pulire quella specie di porcile, noto la mia borsa bianca in un angolo, abbandonata a se stessa.

La prendo e la svuoto sul letto per vedere da quanti anni non la pulisco.

 
La mia povera macchina fotografica mi guarda con occhi da cucciolo smarrito (sì, ho detto occhi.) è immersa tra fazzoletti usati, scontrini di non so dove, e foto.

Il mio sguardo viene catturato da una foto in particolare.

Non ci posso credere.

Dovevo essere Hitler in un’altra vita, il destino non può volermi così tanto male.
Prendo la foto in mano e sento come una morsa alla testa, e quella che io e Paul abbiamo fatto insieme, quella dove ci baciamo.
La chiudo subito nel cassetto della mia scrivania, non ci devo nemmeno pensare a lui! Ieri ci volevo parlare e poi mi sono dovuta sorbire Ringo!

Ringo che tra l’altro mi ha anche scoperto.

Com’è complicata la vita.

Devo assolutamente trovare qualcosa che mi tenga impegnata altrimenti impazzisco!
Corro giù per le scale come se questo mi aiutasse a lasciarmi tutti i cattivi pensieri alle spalle, prendo il telefono e compongo il numero di Cyn.
«Mi dispiace, Cynthia non è in casa.»
Dove cavolo potrà mai essere alle undici di mattina quella bionda schizzata?
Ok, calma, chiamo Stuart.

« Risponde la segreteria telefonica…»

MA CAZZO!

Lascio un messaggio a Stu avvisandolo che l’ho chiamato e chiedendogli se puoi venire a casa mia appena sente il messaggio.
Cerco di fare mente locale, tutte le mie amiche di scuola sono al mare, tranne Thelma che è dai suoi nonni e Pauline che lavora in un bar vicino alla scuola.
Poi mi viene in mente una persona, indecisa prendo in mano la cornetta, di nuovo, ma non compongo il numero.

Forse non dovrei.
Ma poi la malinconia torna a farsi sentire pungente.

« Pronto?»

« Ehm, ciao Jane, come va? Sono Judith!» parlo con un filo di voce ed intreccio nervosamente le dita attorno al cavo del telefono, neanche stessi invitando il ragazzo che mi piace!
« Ciao Juice! Che succede?» il suo tono mi sembra abbastanza preoccupato, così metto subito in chiaro che non è accaduto niente di grave.
«.. tuttavia, mi sento terribilmente sola!» concludo la frase con una vocina da bambina capricciosa, per marcare in modo più evidente la mia terribile, terribile noia.
« Bene, allora facciamo così, dopo pranzo vengo a prenderti a casa tua e poi andiamo in un pub a mangiarci un gelato e bere qualcosa! » non mi aspettavo che Jane, no ma dico, Jane Asher mi proponesse di andare a bere qualcosa, ma ovviamente accetto, considerando che io ho l’indole dell’ubriaco.. ehm.. na.

« Certo allora ci vediamo tra due ore.»

 

Senza rendermene conto, le due ore passarono abbastanza velocemente, tra la scelta dei vestiti del trucco e delle scarpe.
Il campanello suona, proprio mentre l’orologio indica lo scoccare dell’ora, la perfezione di quella ragazza mi stupisce ogni giorno di più!
Dopo esserci salutate, io e la rossa ci siamo incamminate verso il centro, passando per Penny Lane ed attraversando i cancelli di Strawberry Fields per accorciare la strada, quando passando attraverso l’enorme cancello rosso mi sono resa conto che John adora quel posto ho sentito una stretta al cuore.

Arrivate in centro abbiamo fatto un giro, prima di trovare il mio pub preferito.
Ovviamente, Jane ha lasciato scegliere a me il posto che mi sembrava più adatto visto e considerato che sono io quella da “curare”.
Appena entrate nell’Old Storehouse ci siamo sedute in un tavolino appartato, in modo che nessuno ci venisse a disturbare, controllo il menù, anche se so già che prenderò il pudding al cioccolato, in questo posto ne fanno uno eccezionale!
Il cameriere non tarda ad arrivare e prende le nostre indicazioni, io il mio adorato pudding e per Jane una (molto più dietetica) torta di mele.

Solo quando il cameriere ci ha lasciato sole, Jane ha parlato.
« Tu credi che qui la facciano buona la torta di mele? Io sono molto schizzinosa quando si parla del mio dolce preferito!» si massaggia la pancia passandosi la lingua sulle labbra con fare molto buffo.
« Non lo so, non l’ho mai mangiata!» ammetto con un alzata di spalle, ovviamente non mi aspettavo quello che sarebbe successo dopo, ecco perché mi sono spaventata.
« CHE COSA?» Jane me l’ha urlato in faccia, letteralmente, il suo viso scandalizzato e rosso almeno quanto i suoi capelli era una visione eccezionale, peccato che non me lo sono potuto godere a causa del mini infarto che mi ero appena presa! « Come puoi non aver mai mangiato il dolce più british della terra? Ma che razza di inglese sei?» la Asher sembra voler difender e la sua adorata torta a spada tratta, ma io ho una scusante più che accettabile.
« Sono allergica alle mele e alle pere!» le rispondo alzando i palmi nella sua direzione a mo di scudo.
La rossa, dopo aver riacquistato la sua tipica eleganza da aristocratica ed avermi studiato in silenzio per qualche secondo ha concluso dicendo: « Che vita triste deve essere la tua!» siamo scoppiate a ridere contemporaneamente.

 Insieme al pudding e alla torta, sono iniziate ad arrivare anche le nostre ordinazioni altamente alcoliche, al che dopo una’ora passata dentro a quel pub, io e Jane potevamo dire di essere “felici!”
In quanto felice, le mie inibizioni ed i paletti che mi ero posta di fronte a Jane si sono completamente volatilizzati, così senza nemmeno ricordarmi come, siamo finite a parlare di ragazzi.
« Senti Asher, ora io ti devo seriamente chiedere una cosa, cioè parlo di un dubbio che mi tortura da dei mesi! » mi stupisco da sola della correttezza grammaticale della frase che ho appena pronunciato.

Anche i miei pensieri sono sintatticamente corretti!

Evvai!

Ho dovuto aspettare due minuti prima che la rossa smettesse di ridere da sola, ma poi si è fatta tutt’orecchie.
« Allora, c’è un ragazzo, io credo di piacergli, perché mi ha baciato, ma poi davanti agli altri si comporta come se non esistessi, allora io mi dico che non gli piaccio, poi però mi bacia, ancora, insomma è un gran casino! » appoggio i gomiti sul tavolo e mi porto le dita sulle tempie, devo cercare di fare mente locale per formulare bene la domanda. « Se uno ti bacia, poi fa finta di niente, poi però se ti vede con un altro fa il geloso e allora ti bacia ancora, ma poi fa di nuovo finta di niente e poi vuole che lo baci, se uno si comporta così vuol dire che gli piaci?»
Non sono del tutto sicura che la mia compagna abbia capito il senso della mia domanda, sarà lo sguardo perso nel vuoto oppure la bocca aperta, ma si sa le apparenze ingannano, infatti, Jane sta ponderando una risposta intelligente e precisa.

« Voglio dell’altra torta.»

Sì, ehm, non questa.

« Cameriere!»

Nemmeno questa.

« Sai secondo me gli piaci, ma lo devi far un po’ sudare! » visto cosa avevo detto? « Non fargliela troppo facile, se lui ti vuole a giorni alterni tu devi volerlo a settimane alterne!» guardo la Asher stupita, ma vuoi vedere che questa è più intelligente da ubriaca che da sobria?
Ci guardiamo fisse negli occhi, con un sorriso ebete.
«Ma sai che hai detto una cosa intelligentissima?» comincio versandomi un altro sorso di vino.
« Lo so! Sono in momenti come questo che mi chiedo perché non ho mai scritto un libro!»

Mentre sorseggiavo tranquilla il mio vino rosso e Jane azzannava l’ennesima fetta di torta, il suo sguardo su di me si è fatto molto, ma dico molto, malizioso.
«  Bè senti Judith, non mi hai detto il nome di questo belloccio che ti ha fatto perdere la testa! »
Mi levo il bicchiere dalle labbra e le rispondo.
« P..» poi all’improvviso nella mia testa è partito come un allarme una sirena dalla luce rossa ed intermittente stava suonando come se non ci fosse un domani.

Oddio, oddio, oddio.

OMMIDDIO!
Adesso cosa le dico?

« P.. Pedro!» l’ho detto con un tono da pazzi, come se avessi ammesso di essere una banana travestita da scopa travestita da sorella di Lennon.

Non mi crederà mai!

« Ah, spagnolo?»

Sul serio? Ci ha creduto davvero?
« Mi piacciono gli ispanici!»
Jane mi guarda compiaciuta.

Oca.


Finalmente sono a casa.
Corro in cucina a farmi un caffè e guardo l’ora, sono le sette e mezza, così dato che sono già qui inizio a preparare qualcosa.
Nel preciso istante in cui ho preso in mano la pentola il campanello ha suonato.
Sono così felice di vedere Stuart che regge due porzioni del fish&chips di Mike.

«Indovina chi non aveva voglia di cucinare? » esordisco felice di vederlo ed aiutandolo con le buste.
«Indovina chi ha un braccio ustionato per colpa dell’olio di quella robaccia?» nemmeno le lamentele di Stuart mi fanno passare il buon’umore.
« Allora » cominciò mentre Stuart appoggia le buste sulla credenza e io tiro fuori il necessario per apparecchiare « qual buon vento?» gli chiedo, l’avere sempre qualcuno con cui parlare mi aiuta molto a non pensare a Paul.

Oddio, da quanto tempo non pensavo il suo nome!

 Aspetta, un attimo.
Dicevo che la presenza di Stuart mi aiutava a non pensarci, ma ora ci sto pensando!

 « Judith?» penso di aver avuto gli occhi vitrei dato che la mano di Sutcliffe mi svolazzava davanti dal almeno due minuti ed io l’ho notata solo ora.
Gli sorrido, ma lui ha capito che stavo pensando a Paul, tuttavia non mi chiede niente.
È strano che una persona che mi conosce da così poco tempo abbia già imparato come trattarmi.
« Posso abbracciarti?»lo guardo con gli occhioni da cucciola che convincono sempre persino George, Stuart mi sorride e allarga le braccia.

Stringo il suo petto sottile.

Ne avevo bisogno.

 « Judith basta con queste cose mielose!» mi stacco immediatamente e gli sorrido, Stuart mi ricorda che mi preferisce quando sorrido rispetto a quando metto il muso, così gli faccio anche una bella linguaccia!

 Io e Stu abbiamo mangiato cioè meglio lui ha mangiato io mi sono ingozzata (quanto sono femminile) e poi abbiamo iniziato a guardare una fantastica maratona di film di paura.
Io ero tranquilla, se una persona “tranquilla” è una che tiene un cuscino sulla faccia quando sente che la musica diventa incalzante.
Ma la scoperta più eclatante è stato il terrore di Stuart per i fantasmi, io ridevo per lui ma mi spaventavo per i versi in televisione quindi ho passato non so quante ore in uno stato mentalmente confuso.
Ad un certo punto, Stuart stanco di stare accucciato dietro al divano con dei cuscini sulle orecchie si è impossessato del telecomando e ha messo su un documentario.

« Insomma Stuart, fai il bel tenebroso e poi hai paura del buio?»

 Non l’avessi mai detto.

 Stu ha avuto una vera e propria crisi da primadonna durante la quale mi ha ripetutamente chiesto in tono polemico come mai non facevo ancora la cabarettista, dopodichè ha iniziato a farmi un solletico che mi ha attorcigliato le budella.
Dopo la guerra abbiamo iniziato a guardare un documentario sulla vita segreta degli insetti così io e il buon Sutcliffe abbiamo ceduto alle morbide braccia del divano e ci siamo addormentati.

 

Stavo dormendo, credo che stessi anche sognando quando inspiegabilmente il telefono di casa ha iniziato a suonare.

 Ho spalancato gli occhi.

 Guardo l’orologio: 04.37

 Oddio un serial killer vuole uccidermi!

 No un momento Judith ragiona, come fa un serial killer a sapere che hai appena guardato una maratona di film horror?

Cerco di divincolarmi dall’abbraccio di Stu senza svegliarlo, ovviamente quando mi sono resa conto che stavamo dormendo abbracciati sono arrossita, ma non mi sono sentita a disagio, considero Stuart al pari di Ringo oramai.

Mi avvicino titubante alla cornetta.

 

« Pronto?»

«Judith..» il mio nome, sussurrato in quel modo, da quella voce.
Ho stretto la mano intorno alla cornetta mentre con l’altra cercavo di reggermi aiutandomi con il mobiletto sul quale è appoggiato il telefono.
Chiudo gli occhi stringendoli come se fossi appena stata accecata da una luce abbagliante, le lacrime mi arrivano agli occhi incontrollate, sono così felice ed emozionata che tremo.
«Paul» lo sussurro aprendo le labbra quel poco che basta per farmi capire come se avessi paura che con quel nome se ne andasse via anche lui.
«Ho dovuto aspettare che si addormentassero tutti.» una spiegazione ad una domanda che non gli avevo ancora fatto.

Guardo Stuart e vedo che sta ancora dormendo, così mi appoggio con la schiena al muro e mi lascio scivolare sedendomi sul pavimento.
Sono troppo orgogliosa per dirgli che stavo aspettando la sua chiamata da troppo tempo e che non vedevo l’ora di sentirlo, devo rimanere distaccata.

«Come stai?» gli chiedo fredda, troppo fredda considerando il sospiro rassegnato di Paulie alla mia domanda.
« Bene, sono stanco, abbiamo suonato fino alle quattro, poi ho aspettato che gli altri crollassero così potevo parlarti.» la sua voce effettivamente tradiva un mancato sonno ristoratore.
« Se sei stanco dormi, Paul.» rispondo lapidaria senza tradire alcuna emozione anche se dentro sto impazzendo.
« Voglio sentire la tua voce. » quel bisbiglio si insedia dentro al mio orecchio accarezzandomi il timpano con la sua dolcezza, non posso resistere.
« è una cosa idiota. » dico questo solo per riempire uno spazio, un silenzio che avrebbe significato troppo.
« Grazie.» apro la bocca per dire qualcosa ma le parole mi si affollano nella gola, non so cosa dire, così sto in silenzio.

Il rumore dei nostri pensieri mi risuona nella testa, entrambi non sappiamo cosa dire.

È una calma dolorosa.
« Cosa ci è successo Juice?»  tocco la sua collana sul mio petto, è così calda e rassicurante.

Cosa ci è successo?

Non lo so.

« In che senso?» rispondo sibilando, sia per non svegliare Sutcliffe sia perché sono arrabbiata, non arrabbiata forse, non so cosa sento, ma è come se un istinto mi dicesse di non abbassare la guardia.

« Sembriamo due estranei.» mi risponde McCartney incattivito

MA CIAAAAAAO :3

Allora, so che è molto che non aggiorno, ma dopo questo bel papirone sono supersicura che mi perdonerete, questo è il capitolo che ha richiesto tutta la mia verve, quindi spero che vi piaccia e che commentiate in molti!

So, che parlo di una maratona di film horror, ma ammetto di non sapere se quella tipologia di film esistesse già, anzi a dire la verità non credo nemmeno che esistessero le televisioni, però mi serviva qualcosa da fargli fare a questi poveri ragazzi suvvia, comunque se a voi non garba io vi rispondo che sto usando la mia licenza poetica, TIè! :*

Volevo farmi una domanda però, ho notato che la mia fic, non piace più come prima, alcune delle recensitrici mi hanno abbandonato e alcuni hanno anche tolto la storia dalle preferite/seguite, insomma so che senza i Beatles non è più la stessa cosa, ma tra poco tornano! GIURO!!

Comunque vi ringrazio tutto per il supporto che mi date! 90 RECENSIONI! yeeeee :) alla prossima bellocci :3

  
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