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Autore: Hope55    05/01/2013    1 recensioni
E' così bella, grandi occhi scuri, capelli castani mossi lunghi fin sotto il seno e quel sorriso, quel sorriso che mi fa morire dentro.
Lui, studente universitario che vive nella fredda e grande Torino; lei, studentessa di un liceo, vive nella calda e piccola isola di Capri.
Riusciranno a superare la lontananza e a coltivare il loro grande amore?
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Universitario
Capitoli:
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Capitolo VII - Violenza 



"Cantante preferito?"
"Mmm non saprei Jake, a dire il vero amo molto i Coldplay, ma anche Ligabue, Jovanotti, i Paramore"
"Ultima canzone ascoltata?"
"Trouble e Paradise dei Coldplay"
"Bellissima Trouble, piace molto anche a me!"
"Sai, so suonarla al piano!"
"Davvero??" le chiesi sbalordito.
"Certo, quando vuoi te la suono"
"Volentieri!" altro pretesto per stare con lei.
"Ora ho io una domanda per te!" mi disse con aria risoluta. 
"Spara"
"Come mai hai scelto proprio il girasole?"
"Te l'ho detto, mi ricorda molto te"
"Si ma perché?" chiese con evidente curiosità.
E cosa le dicevo ora? Il girasole è bellissimo, è colorato, solare, come lei,
sempre con un sorriso con il volto.
"Credo ti rappresenti bene, il girasole è un fiore molto bello, allegro, trasmette calore. Un po' come te, sei sempre così aperta e sorridente, trasmetti gioia, è un piacere trascorrere del tempo in tua compagnia" le confessai guardandola negli occhi.
"E' la cosa più bella che mi abbiano mai detto sai? Grazie mille Jake" mi sussurrò baciandomi una guancia.
Se solo riuscissi a dire tutto ciò che ho nel cuore, questa cosa del girasole impallidirebbe al confronto. 
"Già finito il terzo grado?" mi chiese sorridendo.
"Oh no, davvero! Anzi vorrei provare a leggere io dentro te oggi, magari con il tuo aiuto, io non sono così bravo" le dissi. 
Mi aspettavo di sentirla ridere, magari prendendomi in giro per aver ammesso di essere meno bravo di lei in qualcosa, ma invece, con mia grande sorpresa e dispiacere, si irrigidì, serrando i pugni. 
"Ehi, ho detto qualcosa di male?" le chiesi cercando di sciogliere quella postura rigida.
"No scusa, è che forse non è proprio una buona idea parlare di me"
ammise abbassando lo sguardo. 
"Cos'è successo?" mi sporsi verso di lei, ansioso e cauto allo stesso tempo. 
"E' successo un pò di tempo fa e non voglio parlarne"
"Non l'hai ancora superato?" 
"No Jake e non so se ci riuscirò mai"
"Dio Bella se fai così mi spaventi! Parliamone, magari ti aiuta, non voglio
invadere i tuoi spazi, ma se hai bisogno eccomi" 
Le accarezzai il braccio sperando di poterle dare maggior conforto.
"È brutto Jake" mi disse mentre una lacrima le solcava la guancia.
"Ehi non piangere, sono qui" 
L'abbracciai stretta lasciando che mi inzuppasse la maglietta.
Cosa le avevano fatto? Cos'era successo? 
"Cosa ti hanno fatto?" sussurrai tra i suoi capelli.
Si asciugò gli occhi con il fazzoletto per poi rispondermi con voce tremante "c'entra mio padre"
Mi bloccai di colpo fermando anche le mie dita sul suo braccio. Non era la prima ad avere problemi con il padre. Non avevo nemmeno pensato che potesse essere una cosa così brutta, non volevo pensarci. Perché anche a lei? Sapevo perfettamente cosa si provava, ed era davvero terribile. Perché proprio a Isabella.
"Tuo padre?" le chiesi cauto. "E' per questo che oggi non c'era nessuno in casa?" avevo notato questo particolare. La casa era vuota, c'era solo lei. Ma oltre alla presenza fisica, non c'erano foto dei genitori, foto del matrimonio, nulla. Solo qualche immagine di lei da bambina, ma non ci avevo dato molto peso. Ora tutto aveva un senso. 
"Anche. Mia madre era a lavoro. I miei sono separati"
"È questo che ti fa stare male? Non poter più avere una famiglia unita?" azzardai.
"Oh Jake, magari fosse solo questo" singhiozzò. "Io non ho mai avuto una
famiglia felice"
Mai avuto una famiglia felice. 
Mai avuto una famiglia felice. 
Quelle cinque parole mi colpirono forte. 
La famiglia era la cosa più bella, l'amore dei genitori, il bello  di
condividere le gioie e i dolori, dell'affrontare tutto insieme.  I piccoli gesti,
il bacio della buonanotte, la colazione tutti insieme, i segreti tra madre e figlia, l'intesa maschile tra padre e figlio, l'unione, l'affetto, i sorrisi di incoraggiamento prima di un esame, le passeggiate con papà, le carezze della mamma. Una famiglia, la cosa più bella. 
"Cosa significa Bella?" chiesi con voce strozzata. 
Smise di piangere e affrontò a testa alta l'argomento. Come poteva una ragazza così fragile sostenere una peso così grande sulle spalle?
"La mia non è mai stata una famiglia. I miei si sono amati, forse, credo, ma è durato poco, davvero troppo poco. La gelosia distrugge tutti rapporti. I miei si erano innamorati, così tanto da buttarsi a capofitto in un matrimonio, e addirittura ad avere una figlia, volente o nolente.
Quando ero piccola, i primi tempi, tutto era perfetto, avevo cinque anni credo, mio padre usciva a lavoro salutando sempre la mamma con un bacio sulla guancia, la mamma suonava spesso il piano per il papà, mi venivano a prendere insieme da scuola. Andava tutto bene, mia madre era casalinga e mio padre lavorava in banca. I soldi non ci mancavano di certo, ne tanto meno l'amore" si fermò un attimo per prendere fiato. 
Rimasi all'erta, sapevo che a quella storia non ci sarebbe stato nessun lieto fine. 
"Non so davvero perché ti sto raccontando tutto questo, non l'ho mai fatto con nessuno. Con te è diverso, mi fai sentire bene" sussurrò arrossendo e
prendendomi la mano.
Oh anche tu, davvero tanto.
"Eravamo una famiglia felice, fin quando mia madre non iniziò a lavorare. Papà aveva dei problemi in banca, non sapevamo come sarebbe andata a finire e quindi mamma decise di cercare lavoro in caso di bisogno economico. Non era la prima volta che ci trovavamo davanti ad un ostacolo, ma avremmo superato tutto insieme. O almeno, così credevo. 
Mamma si fece assumere come segretaria presso un avvocato, guadagnava anche abbastanza bene anche se a mio padre dava fastidio che lei lavorasse e soprattutto che lei lavorasse con un uomo. Presso un uomo. 
E credo che fu questo che scatenò tutto. Una sera li sentii urlare in camera da letto, sentii il rumore di qualcosa di vetro rompersi, mio padre urlava che lui gliel'avrebbe pagata, dava della puttana a mia madre che gli rispondeva che era un pazzo, doveva farsi curare, non era degno di essere mio padre. Non era la prima volta che li sentivo litigare a quel modo ma quella sera udii le urla di mia madre e pochi minuti dopo lei che scendeva con un taglio sul braccio e tutto il viso arrossato. Così andò avanti per un mese. Mio padre picchiava mia madre, era geloso di lei, sosteneva che lo tradisse, la feriva ogni giorno, ogni notte, e così fece per un mese finché dopo essere finita in ospedale per una botta alla testa, che le sarebbe costata la vita per pochi centimetri, decise di denunciarlo. Diceva che non poteva andare avanti così, questa non era la famiglia che lei aveva desiderato per me, che meritavamo di meglio. Mio padre fu arrestato ma da quel giorno mia madre non è più la stessa. Credo abbia ancora le ferite di quel periodo e forse è per questo che non si è più fidanzata con nessuno" concluse fissandomi. 
"Mi dispiace tanto Bella" le dissi cercando di trasmetterle tutto il dolore che provavo "Se potessi farei di tutto per farti stare meglio" 
"Non preoccuparti Jake, è passato davvero"
"Ma lui è ancora in carcere?"
"No, mio padre è morto"
"Morto?" spalancai gli occhi. 
"Si, due anni fa"
"Com'è successo?" non riuscivo a crederci. Di bene in meglio. 
"Si è impiccato" 
Mi ghiacciai sul posto. Non sapevo davvero cosa dire. Rimanemmo in silenzio per un pò. Pensai a mio padre, ciò che era successo a noi era nulla a confronto. Se fosse successo a lui? Se fosse morto lui? Mi si strinse il cuore. Per una stupida università, stavamo facendo una tragedia per una stupida scuola. Pensai anche a mia madre e alle mie sorelle, anche loro magari stavano sentendo il peso di ciò. Silvia e Cristina, una di 26 e una di 18 anni, quanto Isabella, la stessa età. Io le stavo privando di una famiglia felice. 
Mi strappai i capelli con la mano. 
"Jake finirai per diventare calvo!" mi sgridò Bella. "Ogni volta che sei nervoso ti passi una mano tra i capelli, ma lo fai così forte che non ci credo che tutti questi capelli siano veri!" disse sorridendo.
La fissai in cerca di qualche traccia di tristezza e dolore ma per fortuna non ve ne trovai. L'abbracciai stretta a me. 
"Vorrei proteggerti da tutto questo dolore Bella, vorrei essere in grado di farti dimenticare il passato, vorrei poterti rendere felice" 
"Ma lo fai già Giacomo, non sono mai stata così bene, nonostante il peso dei ricordi, riesci sempre a farmi sentire a mio agio, semplicemente standomi vicino. Sei una persona speciale"
Mi si gonfiò il cuore a quelle parole. Lo sentivo chiaramente premere nel mio petto. 
Le piacevo anche io, magari non quanto lei a me, ma le piacevo anche io. 
Mi staccai da lei guardandola negli occhi. 
Adesso Jake dai, siete soli, in un prato e sta facendo buio, ora Jake. 
Mi avvicinai a lei fissandola negli occhi, lei ricambiò il mio sguardo. 
Mi accarezzò il viso mentre mi avvicinavo al suo. 
Inevitabilmente suonò il telefono. 
Se non c'erano persone, ovviamente non poteva mancare il telefono!
Chiusi gli occhi irritato ma deciso ad ignorarlo. 
"Dovresti rispondere Jake, potrebbe essere importante" mi sorrise. 
Afferrai il telefono senza nemmeno vedere chi fosse e giurai mentalmente che se fosse stato Justin l'avrei ucciso con le mie stesse mani. 
"Pronto" risposi seccato. 
"Fratellone!" 
"Ciao Cris dimmi" deciso e conciso. 
"E' successo qualcosa?" 
"No, hai semplicemente un tempismo perfetto"
Vidi Bella ridacchiare. 
"Che ho interrotto? Avevi un appuntamento?" Chiese sbalordita. 
"Anche se fosse? È davvero così strano?" chiesi acidamente. 
"Si, cioè no, no affatto" rise. 
"Vaffanculo" bofonchiai. 
"Scherzo fratellone, e solo che sei più tipo da, si insomma…dacci dentro!" altre risate.
"Dio Cris sei peggio di Justin!" 
"A proposito, salutamelo!"
"Ma anche no! Ciao Cris!"
"Eddai! Hai visto? Non dovevo dirtelo che ho una cotta per lui!"
"No anzi hai fatto benissimo!" sbottai "Così posso benissimo dirgli di stare
alla larga!"
Non era affatto il ragazzo giusto per lei.
"Tanto non lo farà, ora gli richiedo l'amicizia così parleremo un pò!"
"Non ci provare Cristina!"
"Quando posso conoscere la tua lei?" rise. 
"Mai. Ciao Cris"
"Eddai Jake"
Riattaccai. 
"Mi chiedo come un esserino così piccolo possa essere così fastidioso!" borbottai alzando gli occhi al cielo. 
"Esserino?" mi sorrise Bella. 
"Mia sorella!"
"Hai una sorella?"
"Ne ho due per la precisione! Una più grande, Silvia e Cristina, quella diciottenne e irritante!"
Rise. 
"Tu hai fratelli?"
"No figlia unica" 
"Beata te!" le risposi "Almeno non hai nessun 'esserino irritante' che va raccontando ad amici e ragazze, ogni volta che li porti a casa, le tue imprese da piccolo, sputtanandoti come nessuno mai farebbe!" conclusi ricordando certe umiliazioni subite grazie alla mia cara sorella. 
"Allora voglio conoscerla!" disse scoppiando a ridere. 
Era così dolce quel suono. Odiai profondamente quell'uomo, che anche se suo padre, le aveva tolto l'infanzia e la felicità. 
 
 
 





Rieccomi quiii! 
Inanzitutto, buon anno a tutti!
Come avete passato le vacanze? io personalmente molto bene, posso dire che quest'anno mi sono proprio divertita e credo che questo spieghi la mia assenza prolungata ^^
Chiedo umilmente perdono ^^
In compenso vi lascio questo capitolo un pò triste, ma la cosa dura poco perchè sinceramente odio le cose tristi e deprimenti.
Qual'è il vostro colore preferito? E i vostri piatti?
In questo capitolo Bella rispecchia parecchio me in fatto di gusti ahah
Spero di poter aggiornare subito magari anche domani se mi riesce; il capitolo è pronto!

Un bacio <3

P.S. So che i miei capitoli non sono molto lunghi ma preferisco scriverne tanti ma di lunghezza media e non cose troppo lunghe dove si rischia di perdere il filo.
P.S.S. grazie a chi recensisce, chi mette tra preferiti, seguite e ricordate! GRAZIE MILLE! per me è davvero importante!
  
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