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Autore: JeffMG    05/01/2013    1 recensioni
L'essere
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                L'essere. 


Scivolò la mia mano sulla sua gamba, così calda che al solo tatto mi ricordai
di quanto fosse corta la vita e di quanto fossimo effimeri,

insignificanti come delle piccole formiche operose.

Un attimo siamo sulla terra e l'attimo dopo bruciamoi come falene.

Stringevo i braccioli della sedia e mi dondolavo in equilibro fra il non essere e l'essere,
ripensando alla mia filosofia di vita:

siamo di passaggio su questo mondo e nessuno probabilemente si ricorderà di noi a distanza di anni,

quando il ricordo sarà svanito dietro la coltre del tempo.
 

Una fiamma di candela continuava a brillare nella penombra della stanza
ed io non capivo che cosa facessi con quella donna,

perché stessimo respirando la stessa aria nello stesso momento e chi fosse lei per occupare il mio tempo,

per imprimersi nella mia memoria e sostituire qualsiasi altro ricordo che in futuro mi avrebbe ricordato una fiorente giovinezza, un fuoco che a tratti veniva spento da filosofie nichiliste. 
 

Per tutti questi anni, tra le vie del mio paese ho cercato risposte a quello che la mia mente mi domandava,

le ho cercate sul volto degli anziani corrosi dalle rughe e dalla stanchezza
e mi domandavo se ancora alla loro età ci fosse il desiderio fremente di vivere o di lasciarsi inghiottire dal vuoto e dalla pura essenza della morte.

Cercavo il senso della vita nei bambini, ignari di tutto il dolore che s'imprime nella vita,
l'affrontare i propri compiti, continuare ad ignorare il fatto che un giorno i nostri piedi
non toccheranno più questa superficie che sotto di essa nasconde un magma rovente e vivo.

Quando camminavo tra le vie guardavo la vita attorno e sentivo la mia battere in petto
e allora mi consolavo sentendomi vivo e forse l'ossessione verso una scomparsa futura,
era legata all'attaccamento verso la mia esistenza, inutile ma passionale,

vissuta in ogni piccolo respiro e in ogni dettaglio insignificante.

Non sapevo che cosa esattamente stessi cercando o quale rispota volessi avere,
ma continuavo a farlo e ormai ero diventato un quadrato,

pieno di spigoli e inconsolabile come un bambino a cui si strappa un giocattolo.

 

Mentre stavo con quella donna pensavo a quando io e lei saremmo invecchiati,
allora ci saremmo ripugnati a vicenda, non come quando i nostri
occhi si incrociano e le voglie crescono, poichè abbiamo corpi belli e giovani.

 

Non capisco chi tra i miei vestiti sto cercando, chi voglio essere.

Forse un uomo privo di pensieri, un uomo detito al lavoro e all'amore.

Invece io cerco l'assoluta verità di vita, anche tra i capelli di questa donna,
cerco la sua essenza, sperando che essa scivoli via dal corpo e mi abbracci.

 

Dentro quella stanza mi sentivo la pedina di una grande scacchiera,
la schecchiera della mia vita che si era formata scacco per scacco dalla nascita e poi un'altra scacchiera che era quella di lei, che s'intrecciava alla mia e insieme giocavamo ad un terribile gioco chiamato vita.

Una mossa dopo l'altra e le nostre pedine non sarebbero potute tornare in dietro,

sarebbero state alla loro postazione per sempre per poi un giorno svanire nel nulla.
 

Le nostre vite si intrecciavano ed entrambi combinavamo il futuro dell'altra,
avendone il potere in mano e questo era affascinante e spaventoso allo stesso tempo.
Ci saremmo ricordati l'uno dell'altra in quella stanza buia e dall'odore di cera e libri vecchi.  

 

Il dolore del mio essere effimero mi accompagnava per anni, lo potevo stringere e farmi male con i suoi taglienti spigoli e quando dei sogni pieni di speranza irrompevano nel mio essere,
io li scacciavo tenendomi stretto il buco nell'anima.

 

Mi alzai ed uscii dalla porta, lasciando quella donna e il suo intromettersi nella mi vita.

Svicolai dalla sua presa e decisi di proseguire per la mia strada, lasciarmi lei e il suo profumo alle spalle.

Volevo restare da solo, con il mio dolore ed essere io l'unico componente del mio presente,passato o futuro.

Essere solo io e il mio dolore.
Comporre ciò che sarei stato. 

  
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