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Autore: Cara_Sconosciuta    05/01/2013    5 recensioni
Un omicidio efferato sconvolge New York e il detective Kevin Ryan e la giovane Alexis Castle si ritrovano ad esserne testimoni.
Poco dopo, le loro famiglie vengono raggiunte da una notizia a dir poco tragica: un incidente stradale se li è portati via mentre si recavano agli uffici dell'FBI per depositare la loro testimonianza.
Nessuno ha dubbi sulla loro dipartita e la famiglia Castle sprofonda nel dolore.
Ventidue anni dopo, però, una giovane dai capelli rossi si presenta a casa Castle con un foglio di giornale e una storia da raccontare. Una storia che cambierà tutte le carte in tavola.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alexis Castle, Kevin Ryan | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Ehilà :)

Allora, voi ora leggerete questa storia (sempre che io riesca a scriverla tutta) e vi renderete conto che la trama è un'idea trita e ritrita. Tuttavia, qualcuno mi ha insegnato che la difficoltà più grande non è proporre qualcosa di nuovo, ma rendere nuovo qualcosa di vecchio. Ed è proprio questa la sfida che mi propongo!

Quindi vi lascio a questo prologo, sperando di ricevere un buon riscontro in commenti!

Happy lettura!

Sconosciuta


How America was born

-Capitolo Uno-

Il taxi si fermò all'indirizzo che la ragazza aveva richiesto.

Il palazzo era esattamente come sua madre lo aveva descritto.

Chissà se anche all'interno non era cambiato nulla... e soprattutto, chissà se loro erano ancora lì.

Non le andava a genio l'idea di dover fare le veci dei suoi, ma ancora meno le sarebbe piaciuto scoprire di aver fatto quel viaggio infinito per nulla.

L'ascensore era tanto grande che avrebbero potuto tranquillamente alloggiarvi una decina di persone. Sbuffando, si chiese che cosa se ne facessero di un ascensore così grande. Dubitava davvero che in un posto di lusso come quello vivessero famiglie numerose. La ricchezza è figlia unica, questo aveva imparato.

Dove viveva lei, oltretutto, gli ascensori erano l'unica cosa di cui ci fosse bisogno. Un cavallo, piuttosto. Il bel puledro che sarebbe arrivato al ranch tre giorni dopo.

E lei, ovviamente, sarebbe stata ad un oceano di distanza.

Sapeva quanto tutta quella storia fosse difficile per sua madre e non le pesava troppo essere andata a New York al posto suo, ma dannazione, aveva aspettato dieci anni... le sarebbero davvero costati così tanto tre giorni in più?

L'ascensore si fermò e lei si sistemò velocemente la camicia a quadri, controllando nello specchio di avere un aspetto quantomeno guardabile.

Come sempre, i corti capelli rossi erano in un disordine a cui oramai si era rassegnata e i grandi occhi azzurri le donavano quell'espressione costantemente stupita che odiava con tutto il cuore. I jeans chiari le fasciavano perfettamente le gambe, andando a terminare in quegli scarponcini macchiati da un fango diventato indelebile che da anni sua madre cercava di convincerla a buttare. Il girocollo di pelle scura, infine, faceva risaltare in modo quasi imbarazzante il pallore della sua carnagione.

Sì, tutto sommato era a posto.

Con il suo miglior sorriso di circostanza, si apprestò a suonare il campanello di quell'appartamento che puzzava di lusso lontano un miglio.

Dopo qualche istante, una voce femminile piuttosto scocciata rispose al suo richiamo dall'interno della casa.

Non rilasceremo altre interviste. Né oggi né mai. Quindi può cortesemente dire al suo capo di infilarsi microfono e telecamera su...”

Mamma!” La riprese una voce maschile più giovane e profonda.

Benissimo, almeno c'era qualcuno.

Signori, chiedo scusa, non sono una giornalista.”

Certo, e io ho vent'anni e faccio l'avvocato.”

Mamma, vuoi aprire quella porta?”

Un attimo dopo, la giovane sentì una chiave girare nella serratura e sulla soglia apparve una donna che doveva aver fatto conoscenza con gli ottant'anni ormai parecchio tempo prima. Ciononostante, indossava un meraviglioso ed elegantissimo abito di foggia indiana e i capelli, rosso fuoco, erano acconciati alla perfezione.

Martha Rodgers?” Non fece in tempo a terminare di pronunciare il nome, che dovette sporgersi in avanti a sostenere l'anziana signora la quale, impallidita di colpo, stava per crollare in avanti.

Alexis...” Mormorò, gli occhi terrorizzati fissi sul suo viso, la stessa espressione di chi ha visto un fantasma.

Ehm... no.” Delicatamente, la ragazza la sospinse di nuovo in piedi. “Si sente bene?”

La donna annuì, sempre senza smettere di guardarla.

Mi scusi se insisto... ma a questo punto deduco che lei sia davvero Martha Rodgers.”

Una nuova conferma da parte della sua momentaneamente poco loquace interlocutrice.

Oh, bene! Richard Castle vive ancora qui?”

Finalmente, Martha parve dare un minimo segno di recupero.

Sì, lui è... posso sapere con chi sto parlando?”

La ragazza sorrise: quella donna le faceva uno strano effetto. Le sembrava di vedere una versione molto, molto più anziana di se stessa.

Mi chiamo America, signora Rodgers... e mia madre mi ha detto di consegnare questo a lei e al signor Castle.”

Con una mano inanellata e tremante, Martha afferrò il foglio ripiegato che la giovane le porgeva.

Dopo aver inforcato un paio di vistosi occhiali che portava al collo, distese il pezzo di carta e prese a leggere.

Durante il tempo che le servì per comprendere il contenuto di quelle poche righe, la sua espressione mutò almeno una decina di volte.

Fu solo dopo qualche minuto che tornò ad alzare sulla ragazza gli azzurrissimi occhi lucidi.

Non sono morti, quindi...”

No, non lo sono. Loro...”

Mamma, chi è?”

Asciugandosi una lacrima con il dorso della mano, Martha sorrise e si decise ad aprire completamente la porta.

Tua nipote, Richard...”


Continua...

   
 
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