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Autore: Sariel    24/07/2007    23 recensioni
Lei aveva fatto la sua scelta. Aveva scelto Potter.
Il famoso Potter, grande asso del Quidditch e cavolate varie. Non avrebbe mai potuto competere.

Attenzione! La storia contiene alcuni spoiler di HP and the Deathly Hallows.
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Nota autrice: domenica ho finito di leggere Hp and the Deathly Hallows.
 Questa fic contiene spoiler riguardanti il libro!!!
Dopo aver letto il capitolo 33 (ç_________ç) ho scritto questa Lily/Severus. Scippavo già questa coppia ma non avevo mai pensato ad una fic.
Ed ora, eccomi qua!! L’introduzione e la fine sono prese dal libro(naturalmente le ho tradotte u.u), per il resto ho scritto tutto io. (nel libro c’è un riferimento a quando Severus supplica Voldemort ma non viene descritto. ) L’incontro con Dumbledore è presente in DH ma ho creato una mia versione.
 
 
-il nome per il professore di Difesa contro le Arti Oscure l’ho scelto io perché non trovavo nulla a riguardo
-anche il primo patronus di Severus è inventato
-anche il patronus di James è inventato, il patronus di James non viene mai citato nei libri.
-alcuni personaggi sono inventati e anche tutto quello che riguarda loro
-Mary  viene citata una volta nel settimo libro, io l’ho fatta diventare la migliore mica di Lily
-la storia è ambientata nel ’77 durante il sesto anno ad Hogwarts

 

. Always .

 

“Per lui?” gridò Snape “Expecto Patronum!
Dalla punta della bacchetta uscì una cerva, si appoggiò sul pavimento dell’ufficio, saltò una volta attraverso l’ufficio e volò fuori dalla finestra.
Dumbledore la guardò volare via, e quando l’alone dorato sparì, si girò verso Snape, e i suoi occhi erano pieni di lacrime.
 
 
*
 
Una ragazza dai capelli rossicci stava camminando di corsa attraverso il corridoio del secondo piano.
Il mantello le svolazzava,  mostrando la divisa della scuola. La gonna le ricadeva dolcemente sulle gambe e a ogni suo passo si alzava leggermente per poi tornare al suo posto.
La camicia era abbottonata fino al collo dove la cravatta a strisce rosse e oro era legata elegantemente.
Lo stemma sul petto le brillava alla luce del sole.
Il fiero grifone rifletteva i raggi del pallido sole d’inverno, emanando un leggero alone dorato.
Gli occhi della ragazza erano fissi davanti a sé, due smeraldi che con la luce del sole assumevano delle deliziose tonalità di verde.
 
La ragazza avanzava a passo deciso, diretta verso l’aula di Difesa contro le Arti oscure. Era il suo sesto anno ad Hogwarts.
Finalmente avrebbe imparato a evocare il Patronum.
Eccitata all’idea, aumentò la velocità ed entrò nell’aula. Fece una smorfia nel vedere che i Gryffindor avrebbero dovuto fare lezione con gli Slytherin.
C’erano pochi studenti già lì a parte lei: Lupin e Mary, la sua migliore amica, entrambi della sua casa , Avery e Mulciber insieme a lui. Severus. Il suo ex migliore amico.
Dopo lo scherzo di Sirius le cose si erano incrinate, quando James salvò la vita a Severus, lei lo proteggeva dicendo che lo aveva salvato ma Sev continuava a dirle che tutto era iniziato da Sirius e che Potter non aveva fatto altro che salvarsi il collo. Quella fu la prima volta che litigarono così animamene.
Se le cose da quando avevano litigato si erano incrinate, ora erano cambiate radicalmente, soprattutto da quando lui l’aveva chiamata Mudblood.
Non si erano più rivolti la parola dalla fine del quinto  anno.
 
Passò via senza guardare e si sedette accanto a Mary.
Tirò fuori il libro per la lezione e si immerse nella lettura.
Senti sbuffare l’amica, ma non le diede la soddisfazione di guardarla.
Sbuffò altre tre volte finché Lily,  irritata, non le soffiò:
 
“Che c’è Mary?” lo disse più duramente del previsto ma la situazione l’aveva resa nervosa.
 
“Non hai intenzione di parlargli?” chiese Mary.
 
“No Mary. Non ho intenzione di parlargli.” Rispose in fretta la rossa.
 
“Andiamo, Lily! Sembrate due bambini dell’asilo!!! Non ha senso continuare così! Siete stati migliori amici per 5 anni. 5 anni!! Me l’hai detto tu, no? Ti ha aiutato a capire cosa eri, ha passato tutte le estati con te perché tua sorella era arrabbiata. Non potete restare in questa situazione.”
 
“Io-” cominciò Lily ma in quel momento entrò il professore. Senza accorgersene la classe si era riempita completamente.
La ragazza fissò alla sua destra e vide James e Sirius seduti allo stesso banco, James le rivolse un sorriso che lei provò a ricambiare senza successo. Riuscì solo a fare una piccola smorfia.
Come accadeva ogni volta che toccava l’argomento “Severus” con Mary, la nostalgia dei tempi passati assieme la prese e affrontò la lezione con il morale a terra.
 
“Via i libri! Oggi ci eserciteremo con la bacchetta.” Disse il professore  con voce squillante.
 
Un mormorio eccitato si diffuse per la classe mentre i banchi venivano spostati ai lati dell’aula per lasciare un ampio spazio al centro di essa.
 
Wingardium Leviosa” il professore puntò la bacchetta verso il baule in fondo alla stanza e lo fece cadere con un sonoro tonfo.
 
“Ragazzi, come sapete oggi ci eserciteremo con l’Incanto Patronus.  Non avendo a disposizione dei Dissennatori veri” alcuni di loro risero “Ho incantato questo molliccio in modo da farlo diventare per ognuno di voi un dissennatore. Vi assicuro, non è stato semplice.”
 
Si mise accanto al baule e riprese la parola.
 
“Vi dovete mettere in fila, affronterete il molliccio uno alla volta. Aspettando il vostro turno dovete concentrarvi, trovare nella vostra mente il ricordo più felice che possedete. Siete pronti?”
 
Il mormorio degli studenti gli fece capire che erano pronti.
 
“Perfetto. Allora prego, signor Potter. Venga lei per primo.” Colpì delicatamente il baule con la bacchetta facendolo aprire.
Un gelo improvviso, che non aveva nulla a che fare con l’inverno, riempì l’aula facendo rabbrividire alcuni studenti.
 
“EXPECTO PATRONUM!!” gridò il ragazzo.
 
Dalla punta della bacchetta uscì un puma argentato che si scagliò contro il falso dissennatore facendolo tornare nel baule che si richiuse dietro alla creatura.
Cori di apprezzamento arrivarono dalla parte dei Gryffindor mentre il ragazzo tornava nel gruppo.
James guardò Lily che gli sorrise e venne trascinato da una parte da Sirius.
“Ben fatto, Ramoso!” gli gridò entusiasta.
 
“Calmatevi ragazzi!” il silenzio torno nell’aula. “Perfetto. Il prossimo!!!”
 
Severus si fece avanti con passo deciso. Fece un leggero cenno al professore che aprì il baule.
Il dissennatore scivolò fuori mentre il ragazzo alzava la bacchetta.
Lo fissò intensamente e lanciò l’incantesimo.
Dalla sua bacchetta uscì una figura inizialmente indistinta. Quando i suoi contorni si fecero più distinti un coro stupefatto si levò dalle ragazze.
Il Patronus era una bellissima volpe artica. La volpe fece come il puma e il molliccio ritornò nel baule.
Altri ragazzi e ragazze provarono fino a che non fu il turno di Lily. Era ancora agitata per il discorso con Mary.
Alzò la bacchetta e disse:
 
“Expecto patronum!!”
 
Lo spruzzo di luce argentata che uscì non prese una forma precisa, si librò lentamente in aria per poi sparire subito dopo.
La ragazza si voltò e tornò verso i compagni.
Sentì sghignazzare gli Slytherin ma non si voltò verso di loro.
Gli altri ragazzi provarono a turno il Patronus fino a quando la lezione finì.
Mary prese la sua borsa e cominciò a scendere dicendo a Lily di raggiungerla nella sala grande.
La rossa si prese tutto il tempo possibile per mettere  a posto le sue cose.
Si voltò e si ritrovò di fronte a Severus. Lo sguardo penetrante del ragazzo era talmente intenso che la ragazza abbassò il volto e cominciò a contemplare il pavimento.
 
“Che vuoi?” gli domandò freddamente.
 
“Mi dispiace.” Disse lui con voce tremante. Lei sapeva ancora a cosa si riferiva. Anche se erano passati mesi ormai, lui non sopportava l’idea che lei non lo considerasse più un amico ,o peggio che lei lo odiasse.  Eppure lui non la voleva solo come amica. Ma gli sarebbe bastata l’amicizia pur di averla accanto a sé.
 
“Te l’ho già detto. Risparmia il fiato. Quel che è fatto è fatto.” Lei continuava a cercare di non fissarlo dritto negli occhi, negandogli la vista dei suoi magnifici occhi verdi.
 
“Ti prego Lily…perdonami.” Prese un respiro profondo. “Io odio questa situazione. Non riesco a reggere l’idea che la ragazza che è stata la mia migliore amica per tutti questi anni mi odi in questo modo.”
 
Fu allora che lei alzò lo sguardo incontrando i due pozzi neri del ragazzo.
 
“Io non ti odio” gli disse in fretta, troppo in fretta, come se fosse stata una reazione spontanea.
Se ne rese conto e arrossì lievemente.
Lui la fissò stupito e restò in silenzio. Non si sarebbe mai aspettato una risposta simile.
Lily prese la sua borse e riprese la parola.
 
“Devo andare.” Fece qualche passo per superarlo, lui le afferrò il braccio e la fece voltare e la tirò a sé.
Si ritrovarono molto vicini, potevano percepire il respiro dell’altro sul proprio viso. Severus si avvicinò lentamente, avendo paura che lei sarebbe corsa via da un momento all’altro. Ma non lo fece. Rimase lì, immobile, senza ben sapere come comportarsi. Lui deglutì mentre fissava le sue labbra. Lui si fece sempre più vicino fino a che lei non eliminò la breve distanza che li separava.
Lui ricambiò cingendola per i fianchi, lei lasciò cadere la borsa e lo trattenne verso di sé prendendolo per il colletto della divisa.
Severus si staccò un attimo per cercare di parlare.
 
“Lil- ” ma lei non gli diede il tempo, lo baciò di nuovo questa volta approfondendo il bacio. Le loro labbra si dischiusero, le loro lingue si cercarono, non era tempo per le parole.
 
Ma così come tutto era iniziato, tutto finì.
Lei interruppe quel momento fantastico per entrambi.
 
“Scusami” questa volta era lei a chiedere scusa. Prese la sua borse e uscì in fretta dall’aula, lasciandolo solo.
 
*
 
L’albero di fronte al lago era da sempre il luogo del giardino che preferiva. Si sedette e rimase a fissare le sottili increspature che il vento creava sulla superficie del lago nero.
La pigra piovra gigante ogni tanto mostrava i suoi tentacoli quando qualcuno si degnava di tirarle qualcosa da mangiare.
I raggi del sole al tramonto rendevano tutto ancora più bello, ma lui non riusciva ad apprezzarlo, non riusciva ad essere felice.
Lei aveva fatto la sua scelta.
Aveva scelto Potter. Il famoso Potter, grande asso del Quidditch e cavolate varie.
Non avrebbe mai potuto competere.
Una luce argentea stava volando verso di lui sulla superficie del lago, senza però increspare l’acqua.
Era una cerva.  Allungò una mano verso la creatura.
Il Patronus gli si avvicinò e posò dolcemente il muso sopra la sua mano aperta lasciando cadere un foglio piegato.
Così come era venuto, il patronus si dissolse.
Severus si guardò intorno per capire che l’aveva emanato e finalmente la vide.
Sulla sponda opposta del lago la stava fissando.
Sui  suoi capelli rossi si notavano le varie sfumature che la luce del sole provocava, i suoi occhi brillanti come sempre.
Gli rivolse un leggero sorriso e se ne andò.
Lui aprì il foglio e si accorse che le aveva mandato una foto.
Lui e lei, l’anno prima.
La girò e notò la sua scritta.
 
Per sempre amici.
 
Sorrise amaramente e ripose la foto nella tasca del mantello.
Restò a fissare il punto da cui lei lo stava fissando per quelle che gli parvero ore.
Calde lacrime gli scesero sulle sue guance pallide.
 
*
 
“Vi prego mio signore. Salvate la donna” la voce supplicante di Snape riecheggiò nella stanza vuota.
 
Solo Voldemort e Severus erano presenti.
 
“Vi prego. Vi chiedo solo questo.” La sua voce si fece ancora più tremante.
 
“Severus” gli disse l’Oscuro Signore con voce falsamente gentile “E’ soltanto una Mudblood. Non riesco a capire il tuo interesse per lei.”
 
“Io-”
 
“E’ soltanto un’ossessione. Ci sono altre donne.” Le sue sottilissime labbra si incresparono in un sorriso maligno.
 
“No, vi supplico. Vi porterò il bambino. Andrò personalmente. Non uccidete la donna.”
 
“Le darò una possibilità allora. Potrà scappare se vorrà, lasciando suo figlio a me.” detto questo l’uomo si voltò e uscì dalla stanza.
 
Severus rimase immobile al centro di essa. Non sarebbe scappata. Non avrebbe abbandonato suo figlio. Sarebbe morta.
Un nome gli balenò nella testa. La sua salvezza.
 
Dumbledore.
 
Ma nemmeno lui la salvò. Lei morì e Severus ne rimase colpito per sempre.
L’aveva persa.
Per sempre.
Aveva perso il suo angelo.
 
*
 
“Dopo tutto questo tempo?”
Sempre” disse Snape.





Grazie a tutti per le recensioni! :D

@Morgan_Snape:

la citazione all'inizio è presa da un dialogo in cui Dumbledore chiede a Severus di proteggere il ragazzo.
Ti posto un breve riassunto ;)
Severus chiede a Dumbledore cosa l'uomo stia facendo con Potter. Albus gli risponde dicendo che non può dirglielo, dicendo però che il ragazzo ha contatti con la mente di colui che non deve essere nominato. Gli dice inoltre che Voldy comincerà a proteggere Nagini in quel momento sarà il caso di raccontare a Harry che quando provò a ucciderlo una parte della sua anima si installò nel ragazzo, una parte di anima vive in lui come un settimo Horcrux non desiderato.
Snape è stupito, ha capito che il ragazzo deve morire e Albus gli dice che Voldy in persona deve farlo.
Dumbledore ha tenuto salvo Harry solo per prepararlo al momento della morte, Snape è scioccato.
Dice che è stato usato per nulla, il ragazzo sarebbe dovuto morire, non ha avuto senso tenerlo in vita per poi lasciarlo morire.
Allora Dumbledore gli dice che dopotutto anche lui lo ha aiutato a crescere, dice che ha fatto tutto per lui.
Allora Snape lancia il Patronus facendo capire che non l'ha fatto per Harry ma per la sua amata Lily.

@Hotaru_Tomoe:Grazie mille^^

@Venus: mi adorata Sere!!!**Non hai idea di quanto mi faccia piacere leggere i tuoi commenti!!!
Grazie mille per i complimenti, Boss!!!*_____*
  
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