Fanfic su attori > Aaron Johnson
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Autore: Aine Walsh    05/01/2013    2 recensioni
[IN REVISIONE]
È da poco più di due anni che non ci vediamo e so di non essermi comportato nel migliore dei modi nei suoi confronti, ma nonostante ciò lei non ha esitato a corrermi incontro alla prima chiamata. Non mi trovo affatto in una bella situazione, insomma.
* * *
NdA, spiegazioni e altre avvertenze all'interno.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 2. Primo flashback
 

09/11/1999

 
La mensa era gremita di gente, come al solito, e bambini e bambine, ragazzini e ragazzine, ragazzi e ragazze di ogni età riempivano i tanti tavoli che non sembravano però mai essere sufficienti a raccogliere tutti gli studenti della prestigiosa Jackie Palmer School.  Aaron e Billy, il biondino troppo alto per i suoi nove anni e al tempo migliore amico del bambino con gli occhi azzurri, erano in coda e attendevano più o meno pazientemente il loro turno, discutendo per decidere quando vedersi ed iniziare il loro ambizioso progetto di costruire una casa sull’albero, proprio nel cortile di casa Johnson.
«Possiamo iniziare domani, dopo la scuola».
«Non lo so, – rispose Aaron – mio papà è fuori città per adesso ed io non ce la faccio senza di lui… noi non ce la facciamo senza di lui».
«Io forse potrei arrivarci» obbiettò l’altro bambino.
«Sì, e poi chi ti passa i legni e gli attrezzi?».
Billy convenne nel fatto che l’amico avesse ragione e i due decisero di rimandare fino a quando non avrebbero trovato un adulto che potesse aiutarli. Quando riuscirono ad assicurarsi la loro razione quotidiana di cibo (che quel giorno consisteva in hamburger) si fermarono al centro della sala e si guardarono intorno, cercando con gli occhi un tavolo libero da poter occupare. Niente da fare, i minuti passavano e nessuno accennava a voler cedere il posto a due scriccioli sconosciuti. Spesso molti studenti degli ultimi anni preferivano pranzare fuori, in cortile, ma la sfortuna volle che quel giorno piovesse e che tutti fossero costretti a rimanere dentro. Mentre aspettavano, Aaron non aveva potuto fare a meno di notare una bambina seduta tutta sola in un angolo della mensa. Mangiava lentamente e non alzava mai lo sguardo dal vassoio, come fosse intimidita dall’ambiente che la circondava. Il ragazzino giurò di non averla mai vista prima ma, nonostante ciò, quella figurina quasi invisibile tra tutti gli altri lo incuriosì molto, tanto da chiedere all’amico di prendere posto accanto a lei.
«Lì? Ma quella è nuova e dicono anche sia mezza svitata» rispose Billy, quasi con sdegno.
«Chi l’ha detto?».
«Sandy».
Aaron annuì poco convinto; Sandy non era esattamente quel tipo di bambina gentile e cordiale con tutti e sputava spesso fango sulla gente senza nemmeno conoscerla. Una piccola serpe che sarebbe andata peggiorando con la crescita, per farla in breve. Il giovane Johnson rivolse una veloce occhiata al suo compagno e disse: «A me non sembra… e poi, se è nuova, non la conosce ancora nessuno. Beh, fa’ come vuoi: io ho fame, voglio mangiare e lì c’è un posto vuoto che magari riesco ad occupare. Ci vediamo dopo».
Avanzò velocemente tra i tavoli, ma la sconosciuta non si accorse della sua presenza e Aaron (imbarazzato e senza sapere cosa fare, in un primo momento) si risolse nel tossicchiare appena per essere notato. Funzionò e la ragazzina alzò timidamente lo sguardo, rivelando due grandi occhi color ambra.
«Ciao» salutò gentilmente lui.
«…Ciao».
«E’ occupato questo posto?».
La moretta indugiò per un attimo sul viso di quel socievole estraneo che le stava rivolgendo la parola, indecisa sul da farsi. Si guardò intorno e spostò la sedia come per fare posto. «No, certo» farfugliò a bassa voce.
Il ricciolino sorrise ampiamente e le si sedette vicino. «Io sono Aaron, piacere».
«Heaven» si presentò quella, stringendo la mano che le veniva offerta.
«Sei nuova?».
«Sì, mi sono trasferita da quasi due settimane».
«Ed è il tuo primo giorno qui?».
«No, il terzo».
Calò il silenzio e la situazione diventò imbarazzante anche per due ragazzi di nemmeno dieci anni. Aaron capì di trovarsi a parlare con una persona abbastanza timida che aveva bisogno di domande per essere stimolata a conversare; e così riprovò. «Dove abitavi prima?».
«A Liverpool».
«Liverpool, la città dei Beatles!» esclamò sinceramente sorpreso.
Quel tono stupì anche Heaven, i cui occhi brillarono eccitati. «Tu conosci i Beatles?» domandò subito, con la voce più alta di un’ottava.
Johnson annuì sorridendo: quello era proprio un buon inizio.

All I wanna do is make you happy (No, a me non piace Mika...)

Rieccomi con un altro capitolo!
Non ho molto da dire, avevo già scritto che saranno tutti capitoli brevi, ma spero vi piaccia c:
Magari adesso vi starete chiedendo cosa ho intenzione di fare con questa fic... beh, lo vedrete, non vi accenno nulla ;)
Grazie ancora,

A.

P.S.: Non so se davvero Aaron sia fan dei Beatles... ma io li amo e volevo omaggiarli xD





  
  
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