Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: BeeMe    05/01/2013    1 recensioni
-Eccolo! -esclamai felice afferrando la scatola e portandola in salotto.
Era pesantissima, ma tentai di non darlo a vedere.
-Aprila, dai -disse Harry porgendomi un taglierino che aveva probabilmente trovato su un qualche ripiano della casa in ristrutturazione.
Tagliai velocemente lo scotch da pacco e infilai dentro la testa, curiosa di vedere se ci eravamo davvero riusciti.
Riemersi indecisa se ridere o scoppiare a piangere e alla fine scoppiai in una risatina isterica.
La disperata storia della ricerca di un calorifero nata dal prompt più improbabile di tutti
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Alla mia riccetta

che mi è sempre vicina

e che tira fuori dei prompt veramente assurdi

 

 

Prompt made in Giu: #termosifone a pois rosa

 

Mi asciugai il sudore dalla fronte e mi fermai un attimo a contemplare ciò a cui stavo lavorando da ore.

Le pareti della mia casa erano state tutte accuratamente ridipinte di un bianco quasi accecante in alcuni punti e grigio in altri.

Sentii le mie labbra piegarsi in un sorriso soddisfatto e mi accasciai sul divano, l’unico mobile rimasto nel mio appartamento.

Avevo portato via tutto due giorni prima sfruttando il mio fidanzato dal momento che lui non aveva fatto altro che vantarsi del fatto che stesse andando in palestra.

-Eddai Harry quanto vuoi che pesino pochi mobili? Sono sicura che tu ce la possa fare.

Lui aveva guardato dubbioso il divano: -Quello non credo di farlo passare per la porta. Anzi non credo nemmeno di riuscire a sollevarlo.

-Quello lo puoi lasciare lì.-avevo detto e poi mi ero rimboccata le maniche, preparandomi ad aiutarlo.

Entro un’ora casa mia era spoglia come mai e sia io che Harry eravamo sdraiati sullo stesso divano dove ora stavo riprendendo fiato.

Chiusi gli occhi già pregustandomi il sonno che stava per arrivare quando la mia tasca iniziò a vibrare bruscamente.

Premetti a caso un paio di pulsanti e bofonchiai qualcosa che somigliasse ad un ‘pronto?’.

-Anna?-esclamò una voce familiare stranamente preoccupata.

-Sì, Harry?

-Hai presente il tuo termosifone? Quello che avevamo staccato e che avevamo portato a casa mia?- Non aspettò una mia risposta e continuò a parlare -Ecco... come dire... si è rotto. -concluse la frase il più in fretta possibile, come se in questo modo io non potessi sentirlo.

-Si è cosa? -domandai dimenticando in fretta la stanchezza che mi assaliva fino a pochi secondi prima.

In realtà ero più curiosa che arrabbiata. Come si fa a rompere un termosifone? Per di più se quel calorifero in particolare è chiuso in un furgone imbottito di polistirolo.

-Rotto, distrutto, completamente in pezzi. -elencò Harry a bassa voce. -Mi dispiace, te ne comprerò un altro.

Sospirai piano e mi passai una mano fra i capelli sporchi di vernice per poi sussurrare in un tono che tentai di far sembrare consolatorio: -Dai, non fa niente, adesso usciamo e ne cerchiamo un altro.

Lo sentii sorridere attraverso la cornetta del telefono e quando mi assicurò di farsi trovare davanti casa entro e non più di un minuto, andai in camera a cambiarmi.

Ci mise davvero quanto promesso, forse meno, e mi ritrovai a correre fuori dalla porta con una felpa infilata a metà.

Harry mi salutava dal finestrino della sua macchina nuova, quella di cui andava tanto fiero, e appena mi vide uscire aprì la porta del passeggero con fare galante.

Cercava di farsi perdonare, leggevo il senso di colpa nei suoi occhi verdi. Nei suoi fantastici occhi verdi.

A momenti non mi tirai uno schiaffo: non potevo iniziare a fare pensieri come quello!

Mi conoscevo e se avessi cominciato non avrei mai finito. Soprattutto se dovevo tessere le lodi di uno come Harry.

-Hai della vernice fra i capelli.

Aveva parlato fino a quel momento e io avevo capito solo quella frase.

Maledizione.

Tentai disperatamente di fingere di aver ascoltato tutto: -Probabilmente hai ragione, ho dipinto fino ad ora e non ho pensato, cioè non ho riflettuto sul fatto che mi potesse finita sui capelli e lavarli, no, non ci ho proprio pensato perché sai -stavo straparlando, come ogni maledettissima volta che mi perdevo nei miei pensieri.

C’era solo da sperare che non se ne accorgesse.

-Anna...

-No, sai, cosa stavo dicendo? Ah sì, i capelli. Ecco io volevo davvero uscire in ordine, ma...

-Anna... - iniziò per la seconda volta tentando di fermarmi.

-Ma sono una tale idiota! Mi dimentico tutto e non ascolto quello che hai da dirmi!

Ecco.

Esattamente ciò che volevo evitare. Ogni volta che inizio a parlare per far finta di star ascoltando finisco sempre per insultarmi e poi ammettere le mie colpe.

E’ più forte di me.

La macchina rallentò e Harry si girò a guardarmi: -Non dire mai che sei un’idiota. Mai.

Semmai io sono quello che è riuscito a rompere un termosifone, quindi... -alzò una mano per fermare le risposte che stavo per dargli e proseguì imperterrito -Ora tu non hai nulla di cui scusarti. Calmati un attimo, capita a tutti di non ascoltare esattamente i discorsi degli altri e, anche se mi piacerebbe che a volte facessi più attenzione, non è questo di cui stavamo parlando.

Rimase in silenzio per qualche secondo, il tempo che le sue parole facessero effetto, poi riprese a parlare: -Ci sono tre negozi di termosifoni in città e un robivecchi che smercia caloriferi per racimolare qualche soldo in più. Volevo chiederti da quale ti sarebbe piaciuto iniziare la ricerca.

Sorrisi: -Uno a caso, Harry. Magari non il robivecchi, partiamo da un negozio come si deve.

Dopo qualche minuto arrivammo davanti ad un edificio bianco sopra il quale un’insegna luminosa urlava: B&B Termosifoni.

Spinsi la grande porta a vetri e un commesso mi raggiunse trafelato: -Cerca qualcosa in particolare, signorina?

Harry iniziò subito a parlare, dandogli tutte le misure necessarie, e l’ometto scomparve dietro ad un monitor nero, battendo tasti ad una velocità sorprendente.

Alla fine alzò lo sguardo e ci annunciò tristemente che non aveva più caloriferi adatti a casa mia.

Mi guardai un attimo intorno, facendo vagare lo sguardo fra le tonnellate di termosifoni ammassate nel negozio e poi tornai a fissarlo, trattenendo lo scetticismo.

Harry, invece, non si fece problemi a chiedergli se ne era proprio sicuro. Ci saranno stati almeno mezzo milione di caloriferi ognuno di forma e dimensione differente.

L’ometto si asciugò la pelata con un fazzoletto giallastro, evidentemente a disagio, poi ci ripeté che di quella misura che cercavamo non ce n’erano. O troppo grandi o troppo piccoli per voi.

Uscimmo dal negozio e in poco tempo arrivammo all’altro. Era identico per forma e dimensione, ma stavolta l’insegna era piccola e brillante e i proprietari erano dei certi C&C.

-Io non mi fido di quei tipi lì - esclamò Harry diffidente prima di entrare nel negozio che era la perfetta copia dell’altro.

Ci raggiunse un uomo che sarebbe potuto essere il gemello di quello che ci aveva accolto precedentemente, soltanto con qualche capello in più.

-Buongiorno, cercate qualcosa?

Harry ripeté diligentemente tutte le misure e il commesso saltellò via, chiedendo in giro e sfogliando grandi tomi sui quali intravedevo piccoli caloriferi colorati.

Tornò con il morale a terra: -Perdonatemi signori, ma qui non c’è nulla che rispecchi le vostre richieste.

-Nulla?!- esclamai sbigottita.

-Nulla -ripeté lui sottovoce.

Harry mi afferrò per un braccio e mi trascinò fuori: -Cercando di fregarci, Anna! E’ impossibile che non abbiano nulla!

Rimase in silenzio per tutto il resto del tempo che impiegammo ad arrivare al terzo e ultimo negozio professionale.

Harry scosse la testa leggendo che apparteneva ai fratelli D&D.

-Ci stanno prendendo in giro? -sibilò sottovoce per poi entrare.

Un uomo alto e magro al quale non potevi fare a meno di associare un prete, ci accolse aprendo entrambe le braccia e stringendo forte Harry.

Sul viso del mio ragazzo passarono in rassegna almeno sei emozioni diverse in un secondo, poi lo staccò e mi portò fuori di corsa.

-Questi stanno tutti male! Anna, quando mai ti ho distrutto il calorifero! 

Sospirai e accesi il motore della macchina, sedendomi io, per una volta, al posto del guidatore.

-Ehi! Che stai facendo? Guido io.

Era categorico, ovviamente non voleva un no come risposta, ma io volevo assolutamente provare a guidare la sua auto.

Quando glielo dissi a momenti non gli cadde la mascella.

-E ti sembra il momento? Dopo aver incontrato tutta questa gente folle ti viene voglia di guidare?

Annuii piano, tentando di convincerlo, ma lui era irremovibile.

-Anna, sei una donna e le donne guidano male per definizione. Non puoi nemmeno graffiare questa macchina, pensa se per caso urti qualcuno.

Oh no, i riferimenti maschilisti non doveva tirarli fuori.

Da quando ho lasciato il mio scorso ragazzo, Alex, che non faceva altro che parlare della cosiddetta superiorità maschile, non riuscivo a sopportare nemmeno un minuscolo accenno ai discorsi come quelli.

-Per definizione? E cosa vorrebbe dire per definizione?!

Quando lui aprì la bocca per rispondere alla mia domanda decisamente retorica, persi le staffe e iniziai a gridare.

Non era una bella giornata, non lo era per niente, ed ero decisamente nervosa.

Purtroppo lo era anche lui e il nostro pomeriggio passato a cercare un termosifone si concluse con una grande, grandissima, litigata.

-Portami a casa, Harold. Portami subito a casa.

-Va bene, va benissimo. Ma guido io.

Sbuffai e salii dalla parte del passeggero sbattendo la porta.

Vidi Harry aprire la bocca per fare un commento sul fatto che la sua amata auto si potesse rompere se chiusa con troppa violenza, ma si fermò in tempo.

Mi scaricò davanti a casa e ripartì in fretta, senza salutare.

Arrivata in salotto mi lasciai cadere sul divano e mi addormentai in un attimo, sfiancata dalla giornata pesante.

Il giorno dopo mi svegliò il suono del citofono e quando aprii mi ritrovai davanti un Harry con due occhi che non chiedevano altro che perdono.

Lo abbracciai prima che potesse iniziare a parlare: -Abbiamo sbagliato entrambi, scusa.

-Scusami tu, sono stato uno stupido.

Lo baciai prima che potesse continuare e, quando mi staccai, un grande sorriso gli illuminava il volto.

-Hai ancora la vernice fra i capelli -disse piano e io annuì torturandomi una ciocca bionda sulla quale spiccavano delle piccole scagliette bianche.

-Non ho pensato a farmi una doccia, ero distrutta.

Harry annuì comprensivo, poi si raddrizzò, come se gli fosse venuto in mente qualcosa.

-Sai, ieri, dopo averti lasciato qui, sono andato dall’antiquario e ha detto che ha un termosifone perfetto per questa casa. Ha detto che dovrebbe arrivare oggi.

Non riuscì ad aggiungere altro che suonò il campanello e ci trovammo davanti un fattorino che reggeva fra le braccia troppo magre un gigantesco pacco incartato.

-Eccolo! -esclamai felice afferrando la scatola e portandola in salotto.

Era pesantissima, ma tentai di non darlo a vedere.

-Aprila, dai -disse Harry porgendomi un taglierino che aveva probabilmente trovato su un qualche ripiano della casa in ristrutturazione.

Tagliai velocemente lo scotch da pacco e infilai dentro la testa, curiosa di vedere se ci eravamo davvero riusciti.

Riemersi indecisa se ridere o scoppiare a piangere e alla fine scoppiai in una risatina isterica.

-Ehi, cosa c’è?

Girai il pacco in modo che potesse vedere anche lui e, quando vide cosa ci era arrivato scoppiò a ridere di cuore.

-E’ a pois!

-A pois rosa! -precisai sull’orlo di una crisi nervosa.

-Non è esattamente quello che avevamo chiesto...

-Non lo è per niente!

-E’ bellissimo.

-Hai proprio ragione, è assolutamente bell... che cosa?!

Mi guardò dritto negli occhi: -E’ originale e unico, proprio come te. 

-Mi stai paragonando ad un termosifone rosa?

Rise di nuovo, stavolta più forte.

-Proprio così!
Poi mi afferrò e mi baciò appassionatamente. In quel momento decisi che il termosifone non era poi così male.

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: BeeMe