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Autore: Neverlethimgo    05/01/2013    19 recensioni
“Justin non c’è più tempo, fallo fuori e vieni via!” insistette un altro ragazzo dai capelli castani. Il biondo non se lo fece ripetere due volte, premette il grilletto e l’uomo, che fino a poco prima era seduto a terra pregandolo di lasciargli ancora la possibilità di vivere, cadde a terra provocando un tonfo sordo e decine di schizzi di sangue attorno a sé.
'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chaz, Ryan Butler
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Attenzione: questo è un finale alternativo, la prima parte riprende l’inizio dell’ultimo capitolo effettivo della fan fiction.

 
 
 

Capitolo 21, finale alternativo.

 
 
Se  i miei calcoli sono esatti dovrebbe arrivare a momenti” disse Chaz.
Justin annuì, mentre iniziava a percepire alcuni brividi lungo la schiena.
Noi saremo dietro di te, buona fortuna, amico” lo incitò Ryan, dandogli una leggera pacca sulla spalla.
Anche quella volta, Chaz non si era sbagliato, dalla postazione in cui Justin rimaneva nascosto riuscì ad intravedere in lontananza la figura di quell’uomo appena sceso da una lussuosa automobile nera.
Un ghigno gli comparì sul volto ed impugnò saldamente la pistola.
Il parcheggio di quella centrale era deserto, ben nascosto dalla via principale di quel quartiere.
Si passò la lingua sul labbro inferiore, mordendolo lievemente, cosa che faceva specialmente quando si sentiva nervoso e, in quel momento, lo era.
Uscì allo scoperto, pedinandolo con passo felpato e gettando qualche occhiata attorno a sé.
Mancavano pochi metri prima che l’agente Lewis raggiungesse l’ingresso di quella centrale.
La zona era perfettamente controllata da telecamere ed altri sistemi di sicurezza, ma non furono questi gli elementi che avrebbero potuto intimorire Justin.
Estrasse da sotto la felpa l’arma, facendo scattare la sicura e puntandola dritta davanti a lui.
L’uomo, avendo sentito quel rumore metallico, si voltò, impallidendo all’istante alla vista di quel ragazzo.
Oh” sospirò, “non avrei mai potuto immaginare che prima o poi ti avrei rivisto, Bieber.
Justin manteneva lo sguardo puntato su quell’uomo fin troppo calmo, fiamme colme d’odio attraversavano le sue pupille mentre altri brividi gli percorrevano la schiena.
Mi piacerebbe davvero sapere come hai fatto a trovarmi” continuò l’uomo.
Ho le mie fonti” ghignò il ragazzo.
 
Quello scambio di sguardi durò molto, forse troppo. A distrarlo dal mantenere fisso il capo avanti a sé fu un suono che lui conosceva bene: sirene.
Sirene di auto della polizia in corsa verso quel luogo apparentemente deserto.
Avrebbe dovuto aspettarselo, avrebbe dovuto immaginare che quell’uomo compisse un gesto così azzeccato, eppure aveva ignorato questa possibilità.
Diventi sempre più codardo man mano che passano gli anni, non è vero?” lo punzecchiò il biondo.
La mia non è paura, Justin, io procedo nel modo più giusto, cosa che dovresti fare anche tu.
Justin scosse la testa, ridacchiando lievemente. “Se avessi davvero voluto fare la cosa giusta, ti saresti fatto i cazzi tuoi e mi avresti lasciato vivere la mia vita, invece di rovinarmela del tutto.
L’agente Lewis appariva fin troppo rilassato ora e ciò non fece che aumentare la rabbia di Justin.
 
In men che non si dica, cinque auto della polizia li accerchiarono.
Justin diventò immediatamente pallido, il suo respiro si appesantì notevolmente, ma nel sangue gli scorreva ancora quell’assetata voglia di vendetta.
Non aveva abbassato l’arma, la teneva fermamente puntata contro l’agente Lewis.
Se mi uccidi, loro” disse indicando le volanti della polizia che da poco li avevano accerchiati, “ti uccideranno. Hai già rischiato una volta, perché farlo ancora?
Justin gli lanciò un’occhiata fulminea, colma di rabbia e odio.
Non importa, preferisco morire con la consapevolezza che anche tu hai finito di vivere” e, detto ciò, il biondo strinse sempre più forte quella pistola.
Non poteva negare di avere paura, gli occhi degli altri poliziotti puntati su di lui lo fecero irrigidire maggiormente, si sentiva sottopressione, ma tentò di usare la cosa a suo favore.
 
Megan, le hai viste?” domandò spaventata Lilian.
Che cosa?” chiese di rimando la bionda, mentre si specchiava nella vetrina di un bar.
Come cosa? Ci sono appena passate affianco parecchie auto della polizia, non le hai viste?
L’amica scosse la testa e, senza nemmeno avere il tempo di ribattere, venne afferrata per un polso da Lilian e trascinata chissà dove.
Corsero a perdifiato per qualche decina di metri, finché si ritrovarono d’innanzi ad un edificio dall’aspetto abbastanza importante.
Sono entrate lì” sussurrò Lilian all’amica e, a passo lento, si recarono sul retro di quella centrale.
Justin, teneva sempre più stretta tra le mani la pistola ed era ormai prossimo a premere il grilletto quando, una voce fin troppo famigliare, stava urlando qualcosa contro di lui.
Justin, no!” gridò Lilian, correndo a perdifiato verso il biondo ed ansimando sempre più a fatica.
Nel vederla correre, abbassò la pistola, volgendo lo sguardo interamente a lei, incrociando così i suoi occhi che lo imploravano di arrendersi e buttare a terra quell’arma.
Senza nemmeno esitare, Justin lasciò scivolare dalle dita la pistola, volse uno sguardo all’uomo per cui da anni nutriva un forte odio e si avvicinò alla ragazza.
Non- non dovresti essere qui” mormorò lui a bassa voce, maledicendosi di risultare così debole di fronte a lei.
Nemmeno tu, ma che cazzo volevi fare?
Il biondo abbassò il capo e rispose: “non è forse evidente?
Senza ribattere, Lilian gli mollò uno schiaffo sulla gota sinistra, obbligandolo così a voltare di lato il viso.
Sei un’idiota, Justin, ti avrebbero ucciso.
Sì, lo avrebbero fatto” disse subito lui, confermando ogni suo dubbio.
E non t’importa?
Lui annuì. “In parte sì. M- mi dispiace, sai come la penso su quell’uomo.
Ormai lo sappiamo tutti, ma non avresti concluso niente, Justin.
Lui sarebbe morto” affermò sempre più irato.
Anche tu e la vuoi sapere un’altra cosa? Non avresti riavuto indietro quello che ti ha portato via, non avresti risolto un cazzo!
Ad interrompere quella loro conversazione fu un piccolo applauso, proveniente dall’uomo che di lì a poco sarebbe morto se Lilian non fosse giunta in quel piazzale.
Fossi in te darei ascolto alla tua amica, non ha tutti i torti” pronunciò con enfasi l’agente Lewis.
Bastardo” disse Justin a denti stretti, poco prima di sentirsi stringere un polso dalla sua ragazza. Volse completamente lo sguardo verso di lei e la vide scuotere la testa. “Non ne vale la pena” disse lei, stringendo sempre di più la presa sul suo braccio.
Nessuno parlò più, tutto ciò che fece Justin fu dedicare un’occhiata colma d’odio verso quell’uomo, dopodiché sciolse la presa di Lilian e, a passo lento, abbandonò quel luogo.
Differentemente a quanto pensava, nessuno tra quei poliziotti lo seguì, si aspettava l’ennesimo arresto, l’ennesima convocazione all’interno di una centrale sconosciuta, ma non accadde nulla di tutto ciò.
 
Lilian si affrettò a seguirlo, così come fecero Megan, Ryan e Chaz, mantenendo comunque una breve distanza da lui.
Nessuno provò a chiamarlo, camminavano in silenzio verso una meta indefinita fino a quando, dopo quasi mezz’ora, Justin si fermò. Si trovavano sulla spiaggia più famosa del mondo, Miami Beach, eppure nessuno sembrò farci molto caso. Il biondo si era fermato all’inizio di una lunga serie di scogli e la percorse sino ad arrivare alla fine, nel punto esatto di in cui si riuscivano a sentire maggiormente gli schizzi di quella grande distesa blu.
Si sedette, mantenendo fisso il suo sguardo avanti a sé e poco dopo Chaz e Ryan lo affiancarono.
Ho fallito” mormorò a bassa voce.
Forse è stato meglio così” ribatté Chaz ed in tutta risposta Ryan spostò immediatamente lo sguardo torvo su di lui.
Ci riproveremo la prossima volta” disse Ryan a denti stretti.
No!” sbottò il biondo, “non è un gioco questo, non ci sarà una seconda volta. È così che doveva andare, se il suo, e il mio, destino fosse stato quello di morire oggi stesso, sarebbe accaduto, ma così non è stato.
Ti arrendi?” gli domandò Ryan.
A quella domanda Justin restò spiazzato, non si era mai arreso di fronte a nulla e, dover ammettere che quella era l’unica cosa che gli restasse da fare, lo faceva sentire sconfitto, senza via d’uscita a quella dannata vendetta, una sensazione mai provata prima.
Ho forse un’altra scelta?” ribatté lui retorico.
Sì che ce l’hai” lo rimbeccò l’amico, “per prima cosa potresti smettere di farti influenzare da quella ragazza, se lei non ci fosse stata, quell’uomo sarebbe morto!
Sarei morto anche io, Ryan.
Justin ha ragione” disse Chaz.
Ryan sbuffò sonoramente, riteneva impossibile l’opportunità che Justin sarebbe morto, l’avevano scampata così tante volte che, in quel momento, sentiva che avrebbero potuto vincere anche contro Lewis e tutto il corpo poliziesco.
Non sarebbe successo” insistette Ryan.
E tu come lo sai? Prevedi il futuro?” sbottò il biondo, “dopo tutto, a te che importa? Non saresti morto tu, ma io.” Detto ciò Justin si alzò, lasciando Ryan totalmente sbigottito.
Chaz lanciò un’occhiata accusatoria a Ryan, senza però proferire parola, ma dopo tutto era quasi consapevole che da lì in poi le cose tra di loro sarebbero radicalmente cambiate.

 
 
 
 

Home this Chistmas.

 
Justin! Justin, svegliati!” gridò Lilian al biondo che ancora dormiva, quasi sepolto sotto alle coperte.
Lentamente Justin aprì gli occhi, guardandosi lentamente attorno ed incrociando poi lo sguardo felice della sua ragazza.
Che succede?” domandò lui con ancora la voce impastata dal sonno.
È Natale!” esclamò lei felice.
Lui si alzò lentamente, restando impassibile. Per lui quello era un giorno come un altro, non aveva mai festeggiato il Natale, non sapeva che durante quel giorno di festa fosse così importante riunire tutta la famiglia e scartare insieme i regali precedentemente adagiati sotto ad un grande albero addobbato. Lui, tutte quelle cose, non le conosceva.
Dai, Justin, sbrigati! Ci sono i regali da aprire” continuò lei, sempre più esaltata.
Ma… ma io non ti ho preso niente” ribatté lui deluso, volgendo lo sguardo al suolo.
Non ha importanza, io te ne ho fatto uno e vorrei che lo aprissi. Dai, scendi, per favore” insistette lei, salendo sul letto e gattonando verso di lui.
D’accordo, scendo, ma non ho intenzione di passare tutta la giornata con i tuoi parenti. Mi sentirei escluso… fuori luogo.
Oh, andiamo, non hai nulla di che preoccuparti.
Sebbene fosse poco convinto, Justin la seguì al piano inferiore dove un grande albero era stato precedentemente addobbato accanto al camino. Sotto di esso vi erano numerosi pacchi di diverse dimensioni, tutti addobbati con nastri, fiocchi e carta colorata.
L’atmosfera era strana, ma speciale. Nell’aria c’era già il profumo del tacchino che lentamente cuoceva in forno, si sentiva che c’era qualcosa di diverso, era la prima volta che provava una sensazione di quel genere.
Era fin troppo occupato a studiare tutte quelle decorazioni per accorgersi che Lilian si era posizionata di fronte a lui e gli tendeva una piccola scatola colorata recante un nastro rosso da cui spuntavano vari riccioli del medesimo colore.
P- per me?” disse Justin titubante e lei annuì sorridente.
Lo afferrò e, ancora incredulo, si sedette a gambe incrociate sul tappeto posto al centro di quella grande sala. Iniziò lentamente a sfilare ogni ricciolo di quel nastro fino a quando Lilian, notevolmente divertita dalla scena, gli pose un paio di forbici; liberò quella piccola scatola dal quel nastro ed in seguito scartò velocemente la carta, soffermandosi qualche secondo a studiarne il contenuto. La sua bocca si aprì formando una perfetta ‘O’, girò e rigirò più volte tra le mani la confezione di quello che doveva essere un telefono cellulare.
Visto che non perdi occasione per usare ogni volta il mio iPhone, ho pensato di regalartene uno” disse lei alzando lievemente le spalle.
Wow” disse lui, “grazie!” esclamò poi afferrandola per un braccio ed attirandola a sé, cogliendo così l’occasione per lasciarle un dolce bacio a fior di labbra.
Ero indecisa se regalarti un telefono o una pistola, ma con il telefono avresti combinato sicuramente meno danni.
Ah ah ah, davvero molto simpatica. Sai che non farei più una cosa del genere… forse” disse lui volgendole un sorriso enigmatico ed in tutta risposta Lilian lo fulminò con lo sguardo.
Continuarono a scartare i regali, di tanto in tanto Justin ne afferrava qualcuno e lo scartava per lei, non perdendo l’occasione di scherzare e ridere ogni qualvolta che capitava a tiro qualche oggetto potenzialmente inutile regalatogli da un lontano parente o amico.
E questa che roba è?” sbottò lui reggendo tra le mani un pezzo di stoffa, parte di un completo intimo appena scartato.
Sono mutande, Justin” rispose lei lanciandogli un’occhiata di sufficienza.
E da quando un filo ed un pezzo di stoffa costituiscono un paio di  ‘mutande’? Tu sei pazza, non avrai intenzione di metterle, vero?
E perché no?” protestò lei con tono malizioso.
D’accordo, le puoi mettere a patto che le indossi solo quando ci sono io.
Lilian rise di gusto e, tra una risata e l’altra, annuì.
 
Ebbero ancora poco tempo da trascorrere soli, qualche minuto dopo aver scartato tutti i regali la porta d’ingresso si spalancò, svelando la figura della madre della ragazza che annunciava l’arrivo di alcuni dei famigliari che avrebbero pranzato con loro. Corsero a perdifiato su per le scale, cercando di impiegare il minor tempo possibile per vestirsi e, sebbene Justin avrebbe preferito evitare di farsi vedere da tutta quella gente sconosciuta, fu costretto a scendere e a rimandare l’uso del suo nuovo iPhone.
Devo scendere per forza?” obiettò ancora una volta poco prima di lasciare la stanza della ragazza.
Hai intenzione di passare il Natale chiuso in camera?” lo rimbeccò lei incrociando le braccia al petto.
Non l’ho mai festeggiato il Natale, è tanto importante? E poi non voglio rischiare di essere fulminato dalla tua famiglia, specialmente dai parenti di tuo padre…
Non ti diranno niente” tentò di rassicurarlo lei, “andiamo, dai.
Justin sbuffò ancora una volta, ma la seguì ugualmente, non avrebbe potuto tenerle testa ancora per molto, dopo tutto lei era stata l’unica ad impedirgli di commettere quello sbaglio fatale.
 
Presero tutti posto a sedere attorno al grande tavolo di quell’altrettanto grande soggiorno. Le chiacchiere delle persone a Justin sconosciute riempivano l’aria, lui restava in silenzio, seduto accanto a Lilian che rispondeva, quasi come da copione, ad ogni domanda le venisse posta. Cercava di farsi notare il meno possibile e, sebbene alcune delle presunte zie della ragazza cercavano di renderlo partecipe a quelle conversazione, si sentiva ancora parecchio a disagio, specialmente se posava lo sguardo su un uomo che ora sedeva a capotavola. Dedicava al biondo occhiate colme di disappunto e di tanto in tanto sorrideva in maniera enigmatica, quasi come se avesse voluto intimorirlo maggiormente.
Anne” disse l’uomo rivolgendosi alla madre di Lilian, “mi auguro tu abbia nascosto le armi di tuo marito, non vogliamo che capiti ancora una disgrazia del genere, vero?
All’udire quelle parole,  Justin s’irrigidì totalmente. Lilian tentò d’incrociare il suo sguardo, ma il biondo lo manteneva fisso sul suo piatto ancora colmo di cibo.
George, per favore” mormorò la donna a quell’uomo.
Ho detto qualcosa di sbagliato?” continuò lui, congiungendo entrambe le mani sotto al mento e insistendo nel fissare Justin.
È anche possibile che non ricapiti più, magari puoi prometterci che non ucciderai più nessuno di questa famiglia, questo potresti farlo?
Forse, un tempo, Justin avrebbe reagito diversamente, avrebbe avuto il coraggio di provare un odio immediato e di agire in maniera brutale, ma quella volta no. Si sentiva impotente, debole e quelle frecciatine lo avevano infastidito, se non intristito, nell’istante in cui le aveva udite.
Lilian lo guardò quasi con compassione, si morse il labbro inferiore e si maledisse di averlo costretto a partecipare a quella riunione di famiglia. Fece per afferrare la sua mano quando il biondo strisciò la sedia all’indietro e si allontano frettolosamente da lì, finendo per correre lungo quelle scale e chiudersi a chiave all’interno della stanza della ragazza.
Questa potevi risparmiartela” sbottò lei allo zio ed immediatamente raggiunse la sua stanza, trovando la porta chiusa. Tentò più volte di spingere verso il basso la maniglia, ma nulla.
Justin mantenne la schiena appoggiata contro il dorso della porta e non si mosse sino a che lei non lo pregò insistentemente di aprirle.
M- mi dispiace per quello che ti ha detto” disse lei entrando e chiudendosi la porta alle spalle.
Non sarei dovuto scendere, mi odiano.
Non ti odiano, Justin” lo rimbeccò Lilian, trasmettendo comunque ben poca sicurezza.
Si stava rendendo conto di quanto avesse sbagliato a costringerlo a trascorrere quel poco di tempo con la sua famiglia e avrebbe voluto fare qualsiasi cosa pur d’impedire a suo zio di parlare.
Sebbene Justin fosse riuscito in parte ad accantonare il suo passato, parlarne, in certe circostanze, era come riaprire una ferita quasi chiusa.
Sai cosa penso?” disse lui gettandosi a peso morto sul letto, “sarebbe stato meglio se fossi morto quel giorno a Miami.
Lilian impallidì all’udire quelle parole, ricordando alla perfezione quella dannata giornata.
No, questo no! Non so cos’avrei fatto se quel giorno non fossi riuscita a fermarti” mormorò lei a bassa voce.
Io non sarei qui, questo è sicuro.
Justin l’attirò a sé, afferrandole un polso ed in men che non si dica Lilian si ritrovò sopra di lui.
L’unico motivo per cui mi sarebbe dispiaciuto lasciare questo mondo infame saresti stata tu. Ora che le cose tra me e Ryan sono cambiate, sei… sei l’unica che mi resta” spiegò lui, stringendola forte tra le sue braccia.
E… e con Chaz?
Chaz non vive più a Los Angeles, è ritornato dalla sua famiglia. È meglio così, quella vita non faceva per lui.
Non faceva nemmeno per te, se per questo.
Io avevo un motivo, lui no. Lui ha solo cercato di aiutarmi e, a differenza di Ryan, non ha tentato di convincermi a rischiare di nuovo.
Lilian rimase in silenzio, non sapeva molte delle cose che erano successe tra lui ed i suoi amici e si stava rendendo sempre più conto di quanto avesse rischiato di perderlo.
Non poteva nemmeno ritenersi sicura che Justin non avrebbe più tentato di andare alla ricerca di quell’uomo e farlo fuori una volta per tutte, sapeva che nelle sue vene scorreva ancora il sangue di chi moriva dalla voglia di compiere quella vendetta e aveva paura.
Non ritenterai, vero?” mormorò lei a voce bassa.
Justin scosse la testa per poi riprendere a guardarla dritto negli occhi. “Vorrei farlo, ma non voglio perdere te, non voglio che tu soffra a causa mia né che rischi di farti del male.
Non è per me che devi farlo, ma per te. Sai già che non risolveresti nulla, pensaci.
Sai cosa penso?” disse lui e Lilian scosse il capo.
Penso che ti amo, forse così tanto da rendermi conto che sono cambiato e che difficilmente riprenderei la vita di prima.
Voglio credere che sia così, Justin” rispose lei sorridendo, “ti amo anche io” e, detto ciò, la distanza che li separava venne annullata del tutto, le loro labbra si unirono, dando vita all’ennesimo bacio colmo d’amore.
Amore era ciò che li avvolgeva e che li univa, amore era l’unica ragione per la quale erano ancora insieme.
Amore era quel sentimento che lui non aveva mai provato, ma che sentiva così sincero e puro verso di lei.
Amore era lui e amore era lei.



 


Spazio Autrice
Ammetto che mi era dispiaciuto averla fatta finire male, ma avevo anche in mente di scrivere un finale alternativo, perciò eccolo qui.
Grazie a chi ha seguito la storia e a chi spero leggerà quest'altro finale (:
Grazie mille per le quasi 30 recensioni al capitolo scorso, siete meravigliose ♥

Alla prossima!
Much Love,
Giulia
@belieber4choice
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