Capitolo 2:
Meredith
-Cerca di capire
Meredith, Kosti è il migliore…-
-SE LO PUO’
SCORDARE!- fu la diplomatica
risposta, seguita dal tu-tu-tu, che
segnava l’abbandono della conversazione. Jeanie rimise il telefono a posto e
sospirò. Si, forse aveva sbagliato a non avvertire l’amica di quel servizio
fotografico…ma l’aveva fatto anche per salvare il proprio buon nome.
Qualche minuto
dopo, una furia dai capelli rossi spalancò la porta a vetri dell’ufficio e
sbatté la borsa sulla sedia, piantando poi le mani sui fianchi.
-Meredith- disse
una voce maschile, la ragazza si voltò.
-Guarda chi c’è! Il
frega-lavori!- esclamò lei, tornando ad ignorare Kosti e i suoi capelli
impomatati, per concentrarsi su Jeanie -sto aspettando, perché non me lo hai
detto? Sai da quanto aspetto di poter fare un servizio del genere!-
-Lo so, Dith, mi
spiace-
-Non usare quel
soprannome! Io voglio quel lavoro, sei mia amica…perché non me ne hai parlato?-
-Perché sei pazza-
borbottò Kosti, Meredith lo fulminò con gli occhi castani.
-Io non sono pazza-
-Svitata, fuori di
zucca, come vuoi…sei matta, come tutta la tua famiglia-
-Non tirarli in
ballo!-
-Adesso basta-
intervenne Jeanie, invitò Meredith a sedere ma lei rifiutò, preferendo rimanere
in piedi accanto alla sedia vuota.
-Jeanie, sono la
tua migliore fotografa…-
-Sei mia amica, non
potevo certo raccomandarti così-
-Invece si! Dammi
la possibilità di dimostrare cosa so fare…sono brava e mi sono rotta le scatole
dei soliti servizi- Jeanie guardò l’amica come a dire che tanto non se la
beveva e lei fece spallucce -beh, sono anche dei bei ragazzi- aggiunse
guardandosi le unghie.
-Sbrigatevela da
soli- decise infine la donna -ma fuori di qui- indicò la porta, Meredith
riprese la borsa e precedette Kosti fuori dall’ufficio. Si squadrarono per
qualche secondo, prima che lui sorridesse beffardo incamminandosi lungo il
corridoio, la rossa gli corse praticamente dietro.
-Voglio quel
lavoro-
-Scordatelo-
-Credi forse che
non sia professionale?- Meredith si piantò davanti al collega fermandolo con una mano sul petto -stammi bene a sentire,
sarò anche pazza ma so fare il mio lavoro! E di certo non ho bisogno di
provarci come un viscido lumacone per ottenere quello che voglio…questo perché
a differenza tua, sono brava!-
-Ho detto che te lo
puoi scordare- lui fece per sorpassarla ma la ragazza non aveva la minima
intenzione di cedere.
-Allora ti
perseguiterò finché non cederai, ti chiamerò ad ogni ora del giorno e della
notte, ti farò diventare matto, saboterò il tuo lavoro e ti farò licenziare-
-Tu non oseresti…-
-Io oserei eccome,
lasciami questo lavoro e non mi avrai mai più tra i piedi- Kosti sembrò
pensarci sopra, in effetti non avere più una come Meredith Emerson attorno
sarebbe stato perfetto, vista la tremenda rivalità che esisteva dai tempi
dell’università.
-E va bene- sospirò
infine, sconfitto. Pensò che comunque fosse solo un’occasione mancata, di certo
non era con quattro foto a degli imbecilli che si poteva raggiungere la
notorietà, sarebbe bastato aspettare un’occasione migliore -potresti almeno...-
ma Meredith era già sparita in fondo al corridoio, dopo aver investito un
cestino della carta straccia, il cui contenuto era ora sparso per terra in
bella mostra Quanto la odio…pensò
Kosti mettendosi a raccogliere la spazzatura…Dio solo sa quanto la odio.
Meredith invece era
raggiante di felicità, avrebbe realizzato uno splendido servizio fotografico…si
sarebbe impegnata con tutta se stessa per dimostrare a tutti che aveva davvero
del talento. Era stufa delle foto di paesaggi, reportage sulla natura e sugli
animali…se avesse fatto un buon lavoro, il suo nome sarebbe uscito dalle pagine
dei giornali e magari, risalito dall’ultima file delle “persone che hanno
collaborato al progetto” inoltre, era stanca di essere sfruttata e sottopagata
per tutta la fatica e l’impegno che ci metteva.
Doveva solo
precipitarsi ad Helsinki...