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Autore: Tinuviel Undomiel    05/01/2013    5 recensioni
Dopo 'Skin deep': Emma deve prendersi cura di Rose French, la nipote di Moe,mentre lui è in ospedale. Inizia anche a cercare notizie delle madre mancante di Rose e del padre ignoto, scoprendo una storia segreta di un altro mondo. Nel frattempo, il signor Gold lotta con la consapevolezza che forse potrebbe avere un altro figlio, che deve proteggere da Regina.// La storia segue passo passo tutte le puntate, con qualche novità. Tradotta da Buffy4ever.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Emma Swan, Nuovo personaggio, Signor Gold/Tremotino, Un po' tutti
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao!Questa E' la prima fanfiction che traduco, e la prima che inserisco in questo sito. L'autore è Tinuviel Undomiel (co-autore Aldarion Nerwen), che mi ha autorizzata a tradurre e pubblicare qui la sua storia (che potete trovare in inglese su www.fanfiction.net ). Il mio account personale qui è Buffy4ever. Buona lettura!
 
Capitolo 1 – UN SEGRETO BEN CUSTODITO
 
Da quando aveva parlato con il Signor Gold a casa sua, Emma era stata turbata da un  brutto presentimento. Dubitava che lui avrebbe chiamato per il furto in casa sua. Il signor Gold gestiva le sue cose da solo. Questo è ciò che le deva fastidio, lei sentiva che l'idea di giustizia del signor Gold, non era la stessa della sua. Quando sentì parlare del furgone del fioraio che era stato visto lasciare la città in direzione del bosco, ebbe un senso di malessere: era troppo tardi.
Eppure, ha seguito il sentiero lasciato nella strada fangosa della foresta. Sperava solo che Gold non avesse fatto qualcosa di stupido. La strada finiva nei pressi di una casupola, e lei fu sollevata di vedere il camion GAME OF THORNS parcheggiato lì. Forse si era sbagliata, e questo era solo Moe French che si nascondeva. Non conosceva l’uomo personalmente, ma scommetteva che avrebbe potuto risolvere la questione con calma, ottenendo quel che diavolo mancava a Gold e tutto questo sarebbe finito.
In seguito ha aperto la porta della volante e si accorse che il suo sogno era appena andato in fumo : qualcuno stava urlando. Non era un grido di paura, questo era dolore, dolore intenso…Emma non chiuse neanche la porta dell’auto, ma corse subito verso la cabina. Aveva una mano sulla maniglia della porta, quando sentì qualcosa di diverso, una voce che è stata senza dubbio di Gold.
 “ E’ colpa tua! “  lo sentì ringhiare seguito da un tonfo, “ Tu le hai fatto del male, non io! Sei stato tu! “ un altro tonfo seguito da un urlo. “ Tu! “.
Graham probabilmente avrebbe già preso a calci la porta, ma Emma era ancora congelata dove si trovava. Di che diavolo stava parlando Gold?
“ Se n’è andata per colpa tua! Non mia! Tua!! “ C’erano ancora colpi, ma non più urla. Il silenzio proveniente da Moe French era più che sufficiente per scuotere Emma dal suo torpore. Aprì la porta, ma Gold non sembrò sentirla. Anche in questo caso, si trovò sconvolta e immobilizzata: Moe French era immobilizzato e steso a terra, coperto di sangue e lividi. Gold stava seduto si una sedia al contrario. Lo guardò alzare la punta d’oro del bastone e sbatterla con forza sull’uomo, si spera, inconscio. “ E’ colpa tua! “ gridò ancora e ancora “ E’ colpa tua! “. Emma non era sicura di quello che Moe French aveva fatto per prendere in giro Gold, ma di certo non era una rapina. Balzò in azione, afferrando il suo polso prima che potesse sferrare il colpo successivo.
“ Basta! “, sussurrò con urgenza. Gold si voltò a guardarla. I suoi occhi castani erano pieni di rabbia, ma più che altro erano oppressi dal dolore. Non sembrò nemmeno vederla per un attimo, perso in qualche altro posto. Emma non lo aveva mai visto così prima d’ora: emanava sempre una sorta di fredda fiducia, a volte fingendo un po’ di calore per catturare qualcuno , come le fiamme catturano una falena. Ma qui…non era impassibile o tutto d’un pezzo; era un disastro.  “Allontanati” , gli disse. “Vai fuori!”. Lui le obbedì, anche se a lei non sembrava di essere stata particolarmente temibile. Una volta che lui ebbe lasciato la sedia, Emma corse al fianco di Moe per valutare le sue ferite. Era vivo: stava respirando male, ma ha intuito che poteva essere a causa del brutto livido che si formava alla gola. Gold aveva provato a soffocarlo col suo bastone? Il braccio e la testa sanguinavano, e aveva un ginocchio molto gonfio. Emma pensò che potesse essere rotto, come anche il braccio e Dio sapeva cos’altro. Cercò a tentoni il suo telefono in tasca e chiamò l’ospedale.
“Qui è lo sceriffo Swan” disse “ho bisogno di un’ambulanza nel bosco…dove diavolo sono?” mormorò quell’ultima parte a se stessa “Uh, è una cabina, passate il Toll Bridge e proseguite per questa strada sterrata. E’ l’unica in giro. Presto!” . Non pensava che French fosse proprio in pericolo di morte,ma un gemito scivolò dalle sue labbra, e lui riuscì appena a sbattere un po’ le palpebre, prima di svenire di nuovo completamente. Aveva bisogno di aiuto. Emma non riusciva a pensare a qualcos’altro da fare per lui se non pulire il sangue dal viso con un panno e cercare di applicare pressione alla ferita sulla testa. Non sembrava farlo molto bene.
“Gold” sussurrò una volta French, “Non so….non volevo…”
“Va tutto bene” disse Emma, “Non le farà più del male.” . Ciò fece risvegliare in lei un altro problema: aveva detto a Gold di andare fuori, dove due veicoli lo aspettavano per essere usati , con le chiavi penzoloni negli accensori.”Merda!” disse in un soffio, balzando in piedi. La finestra le ha mostrato che sia il furgone che la sua auto erano ancora lì fuori. E c’era Gold; stava lì , in piedi, appoggiato contro la sua volante. Le sue spalle erano crollate nella sconfitta,ma si vedeva che stringeva la testa così forte tra le mani che sospettò si stesse tirando i capelli.
Emma dimenticò French per un attimo e si diresse verso la porta aperta, trattenne il respiro e ascoltò. Gold stava piangendo…no, singhiozzava. Emma poteva pensare che fosse stato il senso di colpa,ma non c’era stato alcun rimorso nei suoi occhi quando la guardò prima. No, questo era qualcosa di completamente diverso. Anche Gold soffriva,solo che le sue ferite erano completamente interne: e aveva la sensazione che fossero auto inflitte. Ciò aveva a che fare con quella donna, di chiunque egli stesse parlando. Emma si voltò a guardare il fioraio, guardando la profondità delle sue ferite: Gold non avrebbe fatto tutto questo solo per un furto. Egli aveva il potere sufficiente per rovinare l’uomo in un modo molto più doloroso: togliergli tutto, ma non la sua vita. Gold era intelligente, un macchinatore. Queste non erano le azioni di un uomo la cui arma preferita era la mente; questo è stato il lavorio di una persona che aveva nutrito rancore per molto tempo, una persona che aveva perso qualcosa e sapeva di non poter mai più tornare indietro. Qualcuno che sapeva di dover convivere con questo senso di volpa, e aveva cercato di fare del male alla seconda metà del colpevole.
“Che cosa ha fatto?” chiese Emma a Moe French, ma l’uomo non sentì la sua domanda. Il suono delle sirene è stato un sollievo per Emma. French poteva essere passato ai paramedici, mentre lei si occupava di Gold: uno sguardo fuori dalla porta le mostrò che Gold era riuscito a ricomporsi di nuovo. La sua maschera di fredda indifferenza era tornata. Uno sguardo su di lui, e una persona avrebbe trovato difficile credere che aveva quasi ucciso un uomo con il suo bastone.
I due paramedici si spinsero all’interno della cabina, portando una barella e altre attrezzature mediche. “Che cosa è successo?”  “Ha rubato al signor Gold” spiegò Emma, “l’ho trovato qui. Gold lo stava picchiando col bastone” . Entrambi i paramedici la fissarono con gli occhi spalancati e poi fissarono Gold che era ancora vicino alla sua auto. A quanto pare adesso loro non temevano solo per il loro benessere finanziario con lui, ma anche per il loro benessere fisico. Non c’era dubbio che Gold fosse divertito da questo, ma i suoi occhi erano fissi a terra. Dove esattamente era la sua mente in quel momento?, si chiese Emma.
I paramedici misero una maschera di ossigeno a French, per aiutarlo a respirare e lo caricarono in barella. “Sarà tutto a posto?” chiese Emma,
“Sì, sta molto male, ma niente pericolo di vita. Starà in ospedale per un po’, però.” Emma annuì e lentamente li seguì fuori dalla cabina. French era ancora piuttosto fuori, ma lei vide i suoi occhi azzurri con circospezione guizzare verso Gold, mentre passava davanti a lui. Non c'è dubbio che il povero avrebbe tremato ogni volta che avrebbe pensato a lui. Non poteva biasimarlo.
 
Gold è stato a guardare Moe French per tutto il tempo, ma il suo viso era completamente illeggibile. Emma non aveva idea di come facesse, ma voleva il suo segreto. “Così ho sentito che è riuscito a non rompere nulla di ciò di cui ha bisogno,” disse Emma, ​​finalmente guadagnando la sua attenzione, “E' fortunato, signor Gold. “
Lo vide emettere un piccolo sbuffo. “Ha una definizione divertente di 'fortuna'.” Le sue parole non sono state colorate di sarcasmo e lei non riusciva a trovarvi alcun rimorso. Lui davvero non rimpiangeva di aver picchiato French con quel bastone. Questo sicuramente non aveva nulla a che fare con quella rapina.
Emma incrociò le braccia, scrutandolo con interesse. “Ha una definizione divertente di giustizia”. Vide una delle sue sopracciglia alzarsi a quella ultima parola. No, forse è stata una scelta sbagliata da parte sua. Non si trattava di giustizia, ma di vendetta. “Che cosa ha veramente fatto?”
Gold sbatté le palpebre e poi fece un passo in avanti . “Ha rubato”, le ricordò.
Emma scosse la testa. “Quella reazione è stata qualcosa di più per aver preso un paio di gingilli.” Lui distolse lo sguardo per un momento, ma riportò la sua attenzione focalizzata verso di lei quando  continuò: “Ha detto qualcosa su come ha fatto del male  a 'lei'.” Ci fu il dolore ancora una volta, solo per un breve istante. Lei avrebbe potuto perderlo se avesse sbattuto le palpebre. Emma ha continuato, “Cosa è successo a 'lei'“
Gold la guardò di nuovo, ma questa volta era sicura che fosse lei che stava vedendo. Non poteva sapere chi fosse, a meno che lei non potesse leggere la mente. Ma forse poteva entrare in contatto con lui in qualche modo.
“Chi era quello?”chiese: “Che cosa ha fatto?”
Nessuna risposta.
“Se qualcuno ha bisogno di aiuto, forse io posso aiutarlo.”
Gold sbatté le palpebre e tornò indietro verso il pianeta Terra da dovunque fosse  appena stato per un secondo. A quanto pare era stato ad ascoltarla perché lui scosse la testa. “No, mi dispiace, sceriffo, penso che abbia sentito male.”
Lo disse in modo rapido, troppo impassibile. Era una bugia evidente, una bugia che egli non fece nessuno sforzo per nascondere. Stava solo chiarendo che non aveva assolutamente nessuna intenzione di dirle di questa donna misteriosa e del perché Moe French meritava di essere colpito.
 
Emma si dondolò indietro sui talloni  “Davvero non vuole collaborare.” Lasciò che lui vedesse la sua delusione in merito. “Senta” disse lui, in tono smorzato,”abbiamo finito qui “. Cercò di voltarsi e andarsene, ma Emma si allungò e gli afferrò la mano. “In realtà, no.” Alzò le manette per mostrarne il motivo e lui ne sembrò davvero sorpreso. Aveva davvero pensato che stava per lasciarlo andare?  “E' in arresto”.
 
Al primo clic , quando il bracciale ebbe circondato il suo polso, il signor Gold sorrise. Questo non era il suo "Io ti porto dove voglio sorriso", quello che le aveva dato quando si era resa conto che aveva progettato di farla diventare sceriffo per tutto il tempo. Questo era diverso. Sembrava dire: "non ha idea di con chi ha a che fare." Emma ha rifiutato di essere intimidito da ciò, così afferrò l’alro polso e lo bloccò pure. “ Ha il diritto di rimanere in silenzio ...”
Immediatamente lui ha ignorato questo diritto. “Si sta divertendo, vero?” chiese, continuando a sorridere.
Emma non trattenne di nuovo il suo sorriso, “Oh, solo un ... molto, sì.”
Gold si limitò a scuotere la testa mentre lei finiva di elencargli il resto dei suoi diritti. Sapeva che non serviva la parte riguardante il fornirgli un avvocato se non poteva permettersene uno, ma la legge era la legge.
“Andiamo,”disse, “E 'tardi, sono stanca ed è stato un dolore nel culo per settimane.”
“Questo è il ringraziamento che ricevo per aver fatto in modo che lei venisse eletta,” disse, mentre lei apriva la porta e lo ha aiutato a entrare nella sua volante. Emma si sporse attraverso la porta per guardarlo negli occhi. “Lei non lo ha fatto per me, l'ha fatto per se stesso. Non prende punti brownie per questo.”
Gold si lasciò sfuggire appena una risatina, quel suono irritante che le suggerì che ancora non aveva nessuna idea di quest'uomo. E 'stato sufficiente a farle sbattere la porta un po' più forte di quanto fosse necessario. La stava guardando dallo specchietto retrovisore mentre scivolava sul sedile del conducente.
Ha incontrato quegli occhi attraverso lo specchio. Si aspettava di vedere la rabbia, l'odio o qualcosa del genere, ma no. Vide fastidio e quello è stato. Emma aveva pensato che avrebbe potuto usare quel favore che lei gli doveva e chiedere di liberarlo, ma ora vide che non aveva alcuna intenzione di farlo. Non è stato un sollievo. Significava solo che aveva per lei progetti più grandi dell'assolverlo da un semplice arresto.
“Ha trovato quello che cercava?”gli chiese. Lui batté le palpebre alla domanda e poi scosse la testa. “Forse se avesse smesso di colpirlo per un secondo, avrebbe potuto darglielo.”  . “French aveva capito le regole, solo che ha rifiutato di seguirle.”
 
“Già, certo,” disse Emma , mentre accendeva l'auto. Stava per mettersi a guidare, ma la sua mano si fermò sul cambio. Aveva pianificato tutto per far si che fosse eletta; aveva progettato di bruciare  l’ ufficio di Regina in modo che lei potesse salvarla. Aveva anche predetto che lo avrebbe ammesso davanti a tutta la città. Il signor  Gold è sempre stato tre passi avanti a  tutti gli altri. Questo caso poteva non essere un’ eccezione.
Emma girò di scatto dal suo posto in modo che potesse incontrare i suoi occhi, senza l'aiuto di un pezzo di vetro riflettente. “Aveva pianificato tutto questo?”
“Cosa?” “Aveva pianificato che French avesse un prestito che non poteva ripagarle? Lei voleva che la derubasse in mondo da poter far questo a lui?”
Lui le rivolse un sorriso storto e scosse la testa. “Non ho mai avuto intenzione di farmi derubare da lui.”
Non stava mentendo, lei poteva vedere che c’era di più. Ma stava cominciando a capire qualcosa di questa situazione. “Ma lei l’ hai messo in debito apposta”, ha detto, “ha voluto sottrargli il furgone. Lei vuole rovinarlo. Quella era una parte della sua vendetta, non è vero?”
Il Sorriso di Gold era svanito. Vide che quello sguardo duro era di nuovo nei suoi occhi. Non ha detto una parola. Invece, guardò fuori dalla finestra, in silenzio dicendole che non aveva intenzione di rispondere a questa domanda. Gold aveva finito di parlare per quella notte.
Emma sospirò e si appoggiò allo schienale della sedia. “Va bene. Può tenere i suoi segreti, non ho molta voglia di saperlo comunque.”
Lo sentì ridere un po' come ha spostato la macchina. “Quella di ora, sceriffo, è una menzogna , se  ne ho mai sentita una.”
 
 
Mentre provò soddisfazione nello scattare foto segnaletiche del Signor Gold e poi chiuderlo nella cella di detenzione, Emma era ancora esaurita come arrancò sulla strada fino all'appartamento che divideva con Mary Margaret. Aprì la porta ed entrò; prima che lei potesse fare più di qualche passo nell’appartamento, la luce accanto al letto di Mary Margaret si accese.
“Dove sei stata?”
“Lunga notte”,le disse Emma con un sospiro. Si diresse verso la sua amica e si lasciò cadere sul letto accanto a lei. “Moe French ha derubato il signor Gold.”
“Ne ho sentito parlare.” , “Questo non è tutto,” rispose Emma. “Il Signor Gold ha rapito French e lo ha picchiato quasi a morte prima che io lo fermassi.”
Mary Margaret si lasciò sfuggire un gemito acuto. “Cosa?”,Si mise a sedere, spostando le coperte intorno a lei. “Oh mio Dio, sta bene?”
“Beh , è in ospedale,” disse Emma, ​​”Ma vivrà.”. Poi sorrise compiaciuta, “Ho avuto la possibilitàdi mettere il signor Gold in manette, è stato soddisfacente.”
Mary Margaret non ricavò lo stesso piacere di Emma dalla situazione . Il suo viso ancora cupo , lo sguardo rivolto verso il basso. “Non riesco a credere che abbia fatto una cosa del genere, è terribile.”
Emma aggrottò le sopracciglia mentre ripensava agli eventi della giornata, più specificamente alle urla violente che il signor Gold aveva proclamato mentre colpiva col suo bastone Moe French. Più in particolare, continuava a pensare a questa donna che era al centro di tutto. Che cosa era successo per portare un uomo a tale violenza? Avrebbe voluto saperlo.
 
“Mary Margaret,” iniziò Emma con cautela, “Hai mai visto il signor Gold con una donna prima d'ora?” . Mary Margaret la guardò un po 'sorpresà, e scosse la testa: “No”
“Davvero, nessuna fidanzata o qualcosa di simile?”
 
Ora l'altra donna sembrava un po 'confusa ... e inorridita. “Emma ... sei interessata…?” “Dio no!” la interruppe velocemente Emma dopo aver intuito quello che credeva e Mary Margaret parve sollevata. “Ugh ,Non voglio immaginare”, e rabbrividì. “No, non è per quello.”Sospirò di nuovo. “Mentre stava picchiando Moe French ha cominciato a menzionare una donna: 'Se n'è andata: è colpa tua; tu le hai fatto del male.'...E volevo sapere se avevi qualche idea di chi sia questa lei. “
 
Mary Margaret rimase in silenzio per un po 'prima di scuotere nuovamente la testa. “No, non riesco a pensare a nessuno a cui il signor Gold abbia mostrato alcun interesse. Ha sempre tenuto solo a se stesso.”
 
“Sì, ho notato,” Emma ha detto seccamente.
 
Ma l'altra donna sembrava triste di nuovo. “Sembra che sia accaduto qualcosa di terribile allora; posso solo immaginare cosa potrebbe essere per portarlo a fare una cosa del genere.”
Emma scosse la testa. “Non lo so, ma incolpa Moe per questo.”
“Non riesco a pensare Moe French che fa del male a qualcuno.”
 
“Be ', il signor Gold la pensa diversamente.” . Era tranquilla e rimase lì a fissare il soffitto per un po ',  pensando a quanto fosse contorta tutta quella situazione. “Non riesco a mandar via la sensazione che ci sia più di questo, più di quello che chiunque altro può vedere.”
 
Mary Margaret era cupa. “La gente mantiene i segreti per un motivo.”
 
“Sì,”disse Emma, ​​”di solito perchéhanno troppa paura di permettere che chiunque altro li veda.”. Lei Aveva i suoi segreti, le bugie che stava dicendo ad Henry. Non gli aveva detto la verità su suo padre e suo padre non sapeva dell’esistenza di Henry. Segreti che potrebbero essere mantenuti per ragioni buone.. e cattive. Ciò che Emma non sapeva era da quale parte dello spettro fosse finita questa situazione.
Scosse la testa e si lasciò sfuggire un gemito. “Devo andare a parlare con Moe in giornata , per avere la sua dichiarazione.”
“Dovresti riposare un po '. Questo può aspettare fino a domani mattina.”
“E’ mattina”,le ricordò Emma.
“in mattinata più tarda allora!” sorrise Mary Margaret
“Sì, mamma,”Emma la prese in giro con leggerezza prima di alzarsi dal letto in modo che potesse provare a dormire per poche ore di sonno di cui aveva bisogno. Eppure, aveva la sensazione che stesse per accadere qualcosa di importante con il sorgere del sole... non riusciva a scuotersela di dosso.
 
 
 
Emma fermò la sua auto fuori dell’ospedale nelle prime ore del mattino,  era stanca dopo la lunga notte, e aveva solo tre ore di sonno. Ma doveva ammetterlo, era esausta, ma per mettere le manette al signor Gold, ne era valsa la pena.
Ora doveva raccogliere le dichiarazioni di  Moe French su quanto era accaduto la sera prima. Emma non confidava in quella parte del lavoro, poichè aveva già visto il signor Gold picchiare l'uomo a sangue, e non era sicura che ci fosse altro da dire. La sua giornata era già partita male, c'era solo una cosa che avrebbe potuto peggiorare la situazione.
Regina stava camminando fino in ospedale, nello stesso momento,coi suoi tacchi alti e con il suo comportamento professionale; sembrava una splendida Crudelia Demon. “Che cosa ci fa qui?” ha chiesto Emma,e non si preoccupò di nascondere la sua frustrazione.
 
“Beh, ho capito che c'è stato un incidente la scorsa notte,” disse Regina con una voce che era dolce come un dolcificante del caffè ... e altrettanto falsa. “Volevo vedere come sta il Signor French.”
“Perché non sono sorpresa?” mormorò Emma mentre camminava attraverso le porte.
 
Moe French era davvero mal ridotto. Il suo braccio era rotto, aveva un tutore al collo, bende spesse intorno alla sua testa e un cast sulla sua gamba, per non parlare dell’ IV che aveva nel braccio sano. Ma era sveglio.
 
“Sceriffo Swan,”mormorò assonnato, “e il sindaco ... che privilegio.”
“Come ti senti, Moe?” chiese Regina, poteva esagerare con le menzogne quando voleva.
 
“Meglio con la morfina.”
 
Le labbra di Emma si contrassero a  questa affermazione, avrebbe potuto crederci. “Signor French,” cominciò, “dobbiamo discutere di quello che è successo la notte scorsa.”
“In questo momento?”
“Mi dica solo quello che puo.”
Moe sospirò pesantemente e diede la sua versione dei fatti della sera prima. A quanto pare aveva fatto un passo al di fuori della sua casa a causa di un rumore, quando il signor Gold lo aveva sorpreso. Era stato colpito e si era svegliato nel suo vecchio furgone, prima di essere portato in quella casa e picchiato quasi fino alla morte. Emma avrebbe potuto riprendere la storia da lì.
 
“Bene, allora, questo dovrebbe essere sufficiente,” disse Emma, ​​mettendo via la sua penna.
“Che cosa è successo al signor Gold?” “È in arresto in questo momento,” ha spiegato Emma, ​​”fino a che non può essere chiamato in giudizio per le accuse contro di lei. Gli oneri relativi alla sua condotta  non saranno attuati finchè è ancora in ospedale, ovvero per un paio di settimane. "
Moe ora la guardò allarmato.  “Settimane ?”
 
“Non deve preoccuparsi,” lo rassicurò Regina: “Sono certa che il giudice sarà clemente con lei dopo tutto quello che ha passato.”
Emma ha si trattenne con tutta se stessa dal roteare gli occhi alle parole stucchevoli di Regina.
Ma Moe non si era calmato comunque. “No, non posso stare qui per un paio di settimane, devo tornare a casa ,adesso !”
“Non succederà”, ha dichiarato Emma.
“Ma….Rose…come..?”
Emma ha avuto la sensazione che adesso era la morfina a parlare. “Guardi, sono sicura che si può avvertire un vicino di casa per prendersi cura delle sue rose."
 
“No,” esclamò Moe, “non le mie rose. Rose, mia nipote!.”
 
“Ha una nipote?” chiese Emma, spalancando gli occhi e la bocca. Con la coda dell'occhio vide che Regina aveva un'espressione molto simile sul suo viso;Così , sembrava che il sindaco non sapeva tutto della sua città , come aveva pensato.
Moe annuì docilmente. “E 'sola in questo momento, devo andare da lei.”
 
“Lei starà bene,” disse Emma, ​​cercando di rassicurarlo. “E sua madre?”
Uno sguardo addolorato passò sul volto di Moe. “Sua madre ... mia figlia, lei ...ci  ha lasciato, non molto tempo dopo che è nata Rose.”
“Ha lasciato sua figlia?” Lui annuì.
 Regina si fece avanti , con un'espressione ferma sul viso. “E suo padre?”
 
“Io non so chi sia.”
 
Beh questa faccenda era sempre più interessante. Emma sospirò, sembrava che adesso dovesse anche trovare un posto dove si sarebbero presi cura di questa ragazzina. “Va bene, io faccio un salto a casa sua per prenderla. Quanti anni ha?”
“Diciotto mesi.” Si fermò. “Vuol dire che c’è una bambina sola a casa sua??”
“Sì”
 
Oh merda.
 
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Fu  una folle corsa fino a casa di Moe French; Emma stava infrangendo tutti i limiti di velocità, ma dal momento che lei era la legge , questa volta non contava. Ha ignorato il fatto che Regina la stava seguendo: aveva problemi più preoccupanti  di Regina che ficcava il naso nei suoi affari. Eppure quando uscì , fermò Regina alla porta, “Non hai faccende da sindaco da cui tornare?”
“Sono preoccupata per il benessere di quella bambina innocente,"rispose Regina.
“Non credi che io possa occuparmene?”
“Non avevo idea che il signor french avesse una nipote,”spiegò Regina, “Perdonami se sono preoccupata!”
 
“Va bene,” mormorò Emma e prese la chiave nascosta sotto il tappetino per sbloccare la porta.
 
La casa era completamente silenziosa, piena di ninnoli a buon mercato e un paio di foto di famiglia. Ma Emma non si fermò a guardare ciò che le era intorno; era preoccupata perché non sentiva un bambino piangere. Oh Dio, se fosse successo qualcosa a quella bambina ...
Corse per la casa, aprendo una porta solo per trovare il bagno; ne  ha aperta un’ altra , che era semplicemente la cucina. Dove era la stanza della bambina?
C'erano due porte in fondo al corridoio, l’una davanti all’altra. Provò la porta sulla sinistra ed ebbe un grande sollievo.
La camera era arredata come un giardino fatato, bellissimi fiori erano dipinti sulle pareti abbellite con erba e farfalle, api e coccinelle. E rose ... tonnellate e tonnellate di belle rose rosse. E dall'altra parte della stanza accanto alla finestra c'era una culla. In pochi passi Emma riuscì a vedere che una bambina bellissima con capelli castano scuri e perfetti lineamenti tondi dormiva profondamente, stringendo una farfalla peluche viola. Un cristallo di luce blu a forma di lacrima , appesa proprio sopra la sua testa, aveva risvolti che catturano la luce dolce del sole.
Tirò un sospiro di sollievo. “Oh, grazie a Dio, sta ancora dormendo.”
Emma si voltò per vedere Regina guardare in giro per la stanza con una strana espressione sul viso, sembrava un po '... delusa. “Sembra che non c'è motivo di essere preoccupati, lui si prende cura di lei eccellentemente.”
“Beh, è ​​un po 'strano che nessuno sappia di lei” sottolineò Regina.
Ma Emma scrollò le spalle, se Moe French voleva mantenere la sua famiglia per se stesso, allora non era un problema per lei. Sospirò, “Allora, dovremo convincere qualcuno a venire a prendersi cura di lei fino a che Moe non esce dall'ospedale.”
“…E finchè non è chiamato in giudizio per furto.”
 
Emma gemette. “Allora, cosa facciamo?”
 
“Beh, io suggerirei di inserirla nel settore dei servizi sociali, ma tu sei stata così contraria a questa idea riguardo ai gemelli Zimmer," rispose Regina con aria di sufficienza.
Emma alzò gli occhi. “Tu stessa hai detto che probabilmente non verrà accusato, quindi tutto quello che dobbiamo fare è trovare qualcuno che si prenda cura di lei per sei settimane.”
“Hai ragione”, disse Regina e il suo sorriso illuminò: “Sono certa che troverai qualcuno in grado di farlo, fino ad allora ...”
“Oh no!”Emma fece un passo avanti, “non so prendermi cura di un bambino.”
“ Signorina Swan, hai preso i gemelli Zimmer ... Pensavo che saresti stata disposta ad accudire anche lei”Regina guardò la bambina, “Certo ,potrei chiamare i servizi sociali ...”
Emma sapeva quando stava per essere manipolata, e sapeva anche che non sarebbe riuscita a trovare una via d'uscita. Quello che non sapeva era perché Regina era così determinata a non allontanare Rose French.
Niente di tutto questo però importava; e lei fu tutto a un tratto responsabile di una bambina di diciotto mesi.
 
 
Emma non era sicura di quanta roba un bambino aveva bisogno, ma impachettò tutto ciò che le sembrava indispensabile. Ciò comprendeva diversi cambi di vestiti, pannolini, ciotole e  molti molti giocattoli. Se le fosse mancato qualcosa , sarebbe sempre potuta tornare più tardi. Almeno Rose era tranquilla, non si era agitata appena sveglia, ma ha fatto un piccolo lamento solo quando la prese in braccio. La parte peggiore era quando di tanto in tanto diceva, “No-nno?”
Era piuttosto triste.
 
Emma la sollevò fuori dalla macchina e la portò fino alla casa che condivideva con Mary Margaret. La sua compagna di stanza sembrava sorpresa quando lei entrò, fissando a bocca aperta la bambina. “Uh ... cos ... ciao?”
 
“Mary Margaret,” Emma disse semplicemente: “Questa è Rose.”
La donna si fece avanti e sorrise alla bambina. “Ciao, tu sei una bambola graziosa.” Rose sbatté le palpebre e sorrise prima di portare la farfalla viola fino alla bocca. “Come mai Rose è qui?”
 
“E 'la nipote di Moe French ...”
 
“Moe French ha una nipote?”
 
“Un sacco di persone se lo chiedono oggi”mormorò Emma. Porse la bambina a Mary Margaret, che era decisamente più in grado di gestirla. “A quanto pare la figlia è scappata non molto tempo dopo che la bambina è nato, bello eh?”
“Non sapevo nemmeno che avesse una figlia.”
 
“Perché non mi sorprende?”
Mary Margaret sorrise e portò la farfalla fino al naso di Rose, giocando con la piccola. “Ma perché lei è qui ? “
Emma sospirò. “Lei non ha nessuno, il nonno è in ospedale per le prossime sei settimane, la madre non c'è più e apparentemente non c'è nessun padre, ciò significa che ... sono bloccata con lei “
 
Ormai il cuore della maestra si stava sciogliendo. “Oh, ma lei è così adorabile”
Tubò. “Sapevo che stavi per dire una cosa del genere”
Mary Margaret guardò Emma. “Non sarà così male, è solo temporaneamente.”
“Questo non mi farà smettere di cercare qualcun altro si prenda cura di lei,” ha dichiarato Emma.
 
Il bollitore cominciò a fischiare e Mary Margaret si fece avanti e porse la bambina  ad Emma “Ecco, stavo facendo un po 'di te, ti va?”
“No, sto bene.”
Ma a quanto pare a Rose non piaceva il rumore. Prima piagnucolò e poi si mise a piangere davvero, il viso contorto e le lacrime che cadevano lungo le guance rotonde. “Va tutto bene”, disse Emma cercando di calmarla, “E 'solo un piccolo rumore, finirà presto.” Ma Rose non smetteva di piangere neanche dopo che Mary Margaret prese il bollitore. “Che cosa dovrei fare?” Ha chiesto alla sua amica.
 
“Falla rimbalzare un po’, cerca di calmarla.”
 
“Rimbalzare,” Emma ripeté, “rimbalzare” ci provò, cullando la bambina in braccio. Rose socchiuse gli occhi e la guardò confusa, singhiozzò due volte e poi prese il pollice in bocca, i suoi occhi continuavano a guardare diffidenti  Emma. Beh, almeno non piangeva. “Non credo che io le piaccia.”
Mary Margaret rise leggermente. “Sono sicuro che non è così male.”
 
“Sarai sorpresa.” Emma andò con Rose verso il divano e la fece sedere. “Buona qui” Rose fece uno sguardo triste: “No.nno?”
“Ok, di nuovo. No, nonno non è qui, ma forse lo vedremo più tardi”, le disse Emma dolcemente.
“Ha mangiato?” chiese Mary Margaret .
 
“No ... che cosa mangiano i bambini alla sua età? Latte o ... o roba di purea?”
 
“Penso di poter improvvisare qualcosa.”
 
Beh, almeno uno di loro era a suo agio in quella situazione. Emma guardò giù la bambina che era seduta sul divano, ancora a succhiare il suo pollice. I suoi occhi erano fissi su Emma come se contenessero tutte le risposte. Beh, non ne aveva nessuna.
 
“Ehi Emma!”
Alzò lo sguardo per vedere il figlio in piedi sulla porta con un sorriso luminoso sul volto. “Mia madre è uscita presto, così sono venuto a trovarti!”
“Oh ... è fantastico,” ha detto Emma , esitante. Sapeva che l'accordo era di stare lontano da Henry, ma c'era poco che potesse fare quando suo figlio era determinato a cercarla comunque.
 
Henry mise il suo zaino a terra, “Ho qualche minuto prima di andare a scuola, vuoi ... chi è?”
Emma guardò la piccola sul divano e poi di nuovo  Henry. “La tua sorellina, lei è appena arrivata per posta oggi”. Henry la guardò a bocca aperta e Emma ha goduto un po’ della sua espressione comica. “Sto scherzando. Lei è la nipote di Moe French.” “Cosa è successo al signor French?”
 
Emma sospirò, non sicura di quanto dire ad Henry, “Beh”, ha allungato la parola con varie altre sillabe, “Ha visto il lato cattivo del signor Gold, dopo che ha rubato alcune delle sue cose e il signor Gold l’ha rapito e ... ferito un po’.”
Henry le ha dato uno sguardo per intendere che non era stupido. “Va bene, gli ha fatto molto male. Così starà in ospedale per un paio di settimane e questo vuol dire che Rose è sotto la mia responsabilità.”
Henry si avvicinò e si sedette accanto alla bambina. “E 'carina.”
 
“Si, lo è.”> Emma doveva ammetterlo.
 
Sembrava che a Rose piacesse Henry, gli sorrise e si fece pochi centimetri più vicina a lui. L’ha raggiunto e giocato con i bottoni sulla sua giacca e Henry sembrava divertirsi ,cercando di farla ridere. Con tutti e due occupati, Emma ha colto l'occasione per sistemare le cose di Rose nell’appartamento, prima di controllare Mary Margaret in cucina.
La sua amica aveva preso un po’ di frutta, e stava preparando del  pane tostato. “Pensi che la bambina mangerà questo?”
 
“Ha i denti,” ha spiegato Mary Margaret: “Proveremo con un paio di cose e vedremo cosa le piace. I bambini possono essere pignoli alla sua età.”
“O a tutte le età.” aggiunse Emma, facendo sorridere Mari Margaret “Andrà tutto bene, dovrebbe essere bello avere un bambino qui.”
Emma si limitò a scuotere la testa. “Dagli un minuto.”
 
“Uh ... Emma?” Sentì la voce di Henry dal soggiorno, “Rose è tipo…puzzolente”
“Ed ecco qui!” disse Emma, sconfortata.
Ma la donna sorrise di nuovo, “Pare che abbia bisogno di essere cambiata”
“Ho ricevuto il messaggio,”rispose Emma, ​​ma  non si mosse di un centimetro.
 
Mary Margaret non era una sciocca; studiò Emma per un secondo: “Non hai mai cambiato un pannolino, vero?” “Non ho mai avuto degli amici con bambini ... o tanti amici.”
 
C'era quel sorriso di simpatia per un momento, ma poi lo sguardo di determinazione prese il sopravvento. “Beh ora è un buon momento per imparare.”
“Oh ... non lo so ...> > “Lei potrebbe restare con noi per sei settimane, Emma.”
Emma gemette nella sconfitta. “Saranno sei lunghe settimane, davvero.”
 
Pochi minuti dopo le due donne erano in ginocchio sul pavimento ,con la bambina sdraiata sulla schiena di fronte a loro, balbettando un po' qualcosa a se stessa, mentre Mary Margaret ha spiegato la procedura per cambiare un pannolino. “Devi  utilizzare le salviettine per bambini per pulirla, prima davanti, poi dietro, in modo che non si ammali.” “Va bene.”
“Hai preso un borotalco per bambini?”
 
“No,”ammise Emma, era solo felice che aveva almeno portato le salviette, o meglio , che erano nella borsa con i pannolini e quindi le ha accidentalmente  portate.
“Beh, non importa” ha detto Mary Margaret, “possiamo prenderle più tardi”. Posò il pannolino nuovo verso il basso e trascinò la bambina su di esso, iniziando a piegare lenta nei movimenti per farli capire ad Emma. Alzò la bambina per dimostrare che il pannolino  rimaneva su saldamente. “Ecco fatto.”
 
“Forte!!” esclamò Henry.
 
“Questo è uno dei modi per dirlo,”disse Emma seccamente. Ha preso con cura il pannolino sporco e lo gettò nel cestino, senza preoccuparsi di nascondere il suo disgusto. Subito si avvicinò al lavandino per lavarsi le mani. “Sembra che tu te la cavi bene, pensi di poterla tenere con te oggi?”
Mary Margaret le rivolse uno sguardo. “Devo andare a scuola tra quindici minuti.”
“Oh ... giusto,” Emma , sconsolata, gemette. “Che cosa dovrei fare con lei, allora?”
Mary Margaret si strinse nelle spalle. “Credo che dovrai essere tu a controllarla” Si avvicinò e mettere la bambina tra le braccia di una Emma riluttante.
“Stai scherzando vero?” “Andrà tutto bene. Basta portare pannolini extra e un po'di cereali per il suo spuntino, se hai qualche problema basta andare dalla nonna, e lei ti aiuterà.” ha detto Mary Margaret mentre  raccoglieva le sue cose. “Andiamo, Henry, vengo a piedi a scuola con te.” Henry si precipitò a prendere il suo zaino e scappò verso la porta. “Ciao, Emma!”
E poi, Emma era sola con la piccola che si dimenava tra le braccia.
Terrificante.
 
……………………………
 
Per la seconda volta nella sua lunga vita, il signor Gold si trovava in una prigione. Emma l’aveva lasciato rinchiuso per il resto della notte con l'idea delirante che avrebbe dormito. Essere bloccato dietro le sbarre non era qualcosa che lo rilassava nei sogni. Prima, già nel loro regno, non aveva praticamente dormito affatto dopo che il principe James e Cenerentola lo avevano gettato in quel buco miserabile sotto terra. Almeno questa prigione non aveva ratti.
 
Sentì i passi di Emma provenienti dal corridoio alle 8:30. Pensava che sarebbe stata lì molto prima, temendo che avrebbe potuto in qualche modo fuggire. Se avesse avuto la magia avrebbe potuto, ma ahimè era privo di quella gemma particolare. Era seduto sul piccolo lettino, nemmeno disfatto, quando lei entrò,
 
“Svegliati, Gold, ho ...” si fermò quando lo vide seduto lì, “Oh, sei già in piedi.” “Infatti,”disse, ma qualsiasi risposta interessante che aveva programmato morì sul colpo come la sorpresa prese il sopravvento. Emma portava effettivamente una borsa con la colazione della nonna in una mano, ma nell’altro braccio teneva una bambina che si dimenava.
 
“Spero ti piacciano le ciambelle,” disse Emma, ​​gettando la borsa sulla sua scrivania. La bambina si lasciòsfuggire un grido e cercò di raggiungere il bicchiere che conteneva un assortimento di penne e matite. “No, no, no,” disse Emma, ​​tirando la mano po' lontano, “Puoi farti male a un occhio!”
“Capisco che i soldi possano essere pochi in questi momenti, ma fare la babysitter sembra un po’ troppo giovanile per te,”ha detto Gold con un sorriso.
 
Emma lo fulminò con lo sguardo. “Stai zitto, questo è tutta colpa tua comunque!”  “Oh, davvero, e perché?”
“Beh, per cominciare, tu sei quello che ha picchiato suo nonno quasi a morte”
Tutto l’umorismo è morto rapidamente. “Cosa?”chiese in un rantolo. Afferrò le barre da utilizzare per mantenere il suo peso con la gamba malata come si alzò in piedi. “L-lei … è sua nipote?”
 
“Sì, e a quanto pare è un grande segreto da queste parti. Neanche il sindaco sapeva di lei.”
Emma la mise sulla scrivania e la bambina si lasciò sfuggire un gemito. Allungò una mano , si tolse il cappello rosa dalla testa e lo gettò a terra. Emma si lasciò sfuggire un sospiro e si chinò per recuperare il cappello, ma Gold è stato completamente paralizzato dal tripudio di riccioli castani che sono crollati dalla sua testa.
Belle , pensò. Era senza dubbio la figlia di Belle. Ma come?
 
Si ricordò di un’altra prigione. La sua prigione. Si ricordò di averla gettata là e poi di essere andato fuori per lasciar disperdere la sua rabbia. Si ricordò di essere ritornato, dopo che non era riuscito a distruggere quella tazza scheggiata. Ricordava i suoi occhi imploranti, che gli chiedevano di crederle. Ricordava di aver ignorato le sue parole d'amore dal momento che non poteva essere vero. Si ricordò di come prese la sua innocenza, della sua disponibilità nel concedersi a lui, nonostante la sua freddezza. Ricordava dopo andò via a rimuginare su quello che aveva appena fatto. Si ricordò di essere tornato , dicendole di andare via. Più di tutto , ricordava lei che andava via e quanto quello lo ha torturato, perchè una piccola parte di lui le credeva e voleva solo richiamarla.
 
Poteva essere?
 
“Quanti anni ha?” chiese.
 
“Diciotto mesi.”
 
Emma era troppo presa dalla creazione del box della bambina per notare che il suo prigioniero stava tremando ed era di diverse sfumature più pallido. Strinse la presa sulle sbarre, sforzandosi di vedere meglio la ragazza, ma era impossibile dalla sua posizione. I suoi piani sono stati ulteriormente ostacolati quando Emma la prese e la mise nel box, disponendo un mucchio di giocattoli là con lei.
 
“Ecco qua, Rose,”disse, “Tu ... puoi divertirti ora, credo.”
 
Rose. Quello era il suo nome, in questo mondo, almeno. Non poteva sapere come Belle l’avesse in realtà chiamata. Comunque, era un bel nome e le si addiceva. Sicuramente la bambina di Belle era proprio bella come il fiore che le dava il nome.
“Posso vederla?”chiese. “Cosa?”Emma si fermò alla sua scrivania, rivolgendogli uno sguardo strano.
“Mi piacerebbe darle uno sguardo.” “Perché?”chiese sospettosa.
 
Non poteva proprio dirle la verità, che doveva disperatamente confermare i suoi sospetti di essere il padre di quella bambina. Aveva solo bisogno di vedere se riusciva a scorgere qualcosa di se stesso in lei, oppure se ... odiava pensare cos’altro Belle dovesse aver sopportato mentre era intrappolata in quella torre.
 
“Semplice curiosità”, ha detto invece. “Sì, beh, posso anche non essere fantastica con i bambini, ma so che non si devono consegnare ai criminali, soprattutto perché tu sei quello che ha attaccato suo nonno.” Emma si sedette alla sua scrivania, per dimostrare che non aveva intenzione di acconsentire alla sua richiesta. Non è stata una risposta inaspettata, lo ha solo costretto a essere più creativo.
“Dove è sua madre?” chiese per iniziare. Conosceva la risposta di gran lunga meglio di lei. “Andata”, rispose Emma semplicemente. “E il padre?”
“Moe non sapeva chi fosse,”disse, “E dal momento che ora è in ospedale, il nostro caro sindaco ha imposto che  venga consegnata ai Servizi Sociali oppure che rimanga con me.” “Come è generoso da parte sua.”
“Sì, beh, sono stata nella sua posizione e nessuno era disposto a prendermi con sè, così ho pensato di fare quello che gli altri non hanno fatto per me.”
 Tirò fuori la sua colazione dalla borsa e fece il giro della scrivania per porgergliela attraverso le sbarre. “Si aspetta che io scoppi in applausi?” chiese lui.
 “E’ sufficiente prendere la ciambella e usare la bocca per qualcosa di diverso dal parlare.”
“Allora ti suggerisco di usare gli occhi per guardare,” disse Gold, “Perché i bambini della sua età hanno l'abitudine di mettersi nei guai e il box è pericolosamente vicino a quella presa elettrica.”
 
Emma si voltò e fu abbastanza sicura che, dato che il box era accanto a una presa scoperta e mentre lei non c’era ancora arrivata, le sue piccole dita probabilmente l’avrebbero trovata abbastanza presto.
Lei scosse la testa e gemette. “Questo richiederà molto più lavoro di quanto pensassi.”
Gold mangiava la colazione e la guardava mentre poneva del nastro adesivo su tutte le prese aperte, e spostava varie cose nel caso in cui Rose facendo l’avventurosa si rovesciasse qualcosa addosso. Rose si divertiva con i suoi giocattoli, inventando il gioco di buttarli contro le pareti del suo box, ridendo quando venivano rispediti indietro. Si fermò di colpo quando lanciò un blocco che tornò a colpirla in testa.
“Merda!”gridò Emma al primo lamento, “Merda, merda, merda, merda!”
“Vorrei suggerire di fare attenzione con le parole davanti a lei” disse Gold mentre lei prendeva in braccio Rose, “è in quell’età  in cui  ripete gran parte di ciò che sente.”  “Grazie, ma accetterò il mio richiamo da qualcuno che non è stato accusato di aggressione”, ha ribattuto, facendo rimbalzare la bambina che ancora piangeva sul suo fianco. “Va tutto bene, puoi  smettere di piangere ora.”
Gold non poteva fare a meno di trovare il suo fallimento enormemente divertente.
 
“Per favore, Rose, ti prego, smetti di piangere.” ,Emma emise un suono frustrato e ha raggiunto nel box la farfalla peluche. “Guarda, è la tua farfalla. Ti piace la tua farfalla, non è vero.?” la agitò davanti al suo volto, ma non ha ottenuto nulla. “Va bene, non ti piace in questo momento.” Emma la gettò di nuovo nel box e cercò in giro qualche altro diversivo.
“Credo di poter chiamare Mary Margaret.”
“Vuoi il mio consiglio?”
“No.” Emma prese il suo cellulare utilizzando la spalla libera, ma dopo un minuto lo lasciò cadere sulla sua scrivania. “Dannazione! Non risponde.”
 
Rose continuava a piangere, il viso era rosso e bagnato dalle sue lacrime. Era stato divertente per lui in un primo momento guardare la lotta di Emma, ​​ma era finita in fretta. Rose poteva essere sua figlia e riusciva già sentire quelle sensazioni arrugginite da genitore che strisciavano dentro di lui. Era spaventosa la velocità con cui stava accadendo.
“Accendi la radio”, le suggerì, “La musica può calmarla.”
 
Emma questa volta non gli andò contro. Scosse il vecchio quadrante e dopo un po’ risuonò una canzone cantata da Elvis . La maledizione lo aveva fornito di ricordi sufficienti per cui questa canzone doveva essergli familiare, ma sapeva che non l’aveva mai realmente ascoltata prima. Ha funzionato a catturare l'attenzione di Rose. Dopo un paio di rimbalzi di Emma, ha dimenticato tutto ciò per cui stesse piangendo e cominciò a balbettare di nuovo.
Emma si lasciò cadere sulla sedia, mentre Rose giocherellava con i suoi capelli biondi. “Grazie,” gli disse.
“Nessun problema”, le rispose. Non guardava lo sceriffo mentre parlava. Guardò come Rose dapprima giocava con i capelli di Emma e poi come è stata attratta dai suoi braccialetti. Voleva guardarla meglio, per vedere che altro di Belle riusciva a trovarvi. Aveva pensato di aver perso tutto di lei quando era morta…ma ora un pezzo di lei era in quella stessa stanza con lui. Solo questo gli  stringeva il cuore come fosse gelatina.
 
Dopo un po ', Emma riportò Rose al suo box. Giocò da sola per un po ', ma saggiamente non gettava più le cose. Ben presto si addormentò. Anche Bae faceva così quando aveva la sua età, dopo che aveva pianto. Adesso due rimpianti dolorosi erano in guerra nella sua testa, e non c'era niente che potesse fare per uscirne.
Non chiese nulla quando Emma gli domandò  cosa volesse per il pranzo. Gli lanciò solo uno sguardo ribelle. Lei ha ordinato il suo cibo e lui non ha nemmeno alzato lo sguardo quando Ruby arrivò con il suo pranzo. Era sicuro che la piccola lupa aveva sorriso vedendolo dietro le sbarre, ma non restò abbastanza a lungo per gongolare.
 
“Pastrami,” dischiarò Emma una volta che Ruby era uscita, “Ne vuoi metà?”
La Guardò mentre prendeva un boccone del suo pranzo. “Lo sai ,ancora ti devo un favore” ha detto prendendo un altro boccone, “Un fantastico pastrami, un modo delizioso per cancellare un debito”
Stava sorridendo verso di lui dalla sua scrivania. “Non ho bisogno che mi ricordi che mi devi un favore,” le disse, “Quando verrà il giorno in cui farò la mia richiesta, sarà per più di un mezzo panino.”
Lei gli sorrise di rimando, chiaramente turbata dal fatto che era ancora in debito con lui. Poteva prenderlo in giro e ignorare la cosa quanto voleva, ma un giorno lui avrebbe usato quel favore. Ed era certo che non le sarebbe piaciuto.
Il rumore di passi catturò  l’attenzione di entrambi. Emma fu sorpresa di vedere Regina lì, ma è stata improvvisamente sostituita da gioia quando vide che Henry era con lei. Gold non fu affatto sorpreso.
 
“Sceriffo Swan, ti do trenta minuti con Henry,” ha annunciato Regina, “Portalo fuori, compragli un gelato.” disse mentre si voltò per incontrare gli occhi del signor Gold. “Vuoi che ti lasci sola con il prigioniero?”Emma la guardò a bocca aperta, in stato di shock. “Ventinove minuti e mezzo,” minacciò Regina.
Henry guardò speranzoso la sua madre naturale. “Ciao Emma”.
“Ehi,” sussurrò, ma poi tornò a guardare Regina,”Non posso lasciare Rose”, le ricordò Emma indicando la bambina addormentata nel box.
“Posso controllarla io” ha detto, “ho già cresciuto un figlio prima d'ora.”
Emma guardò verso di lei per quel doloroso ricordo e poi guardò dall'altra parte della stanza, verso Gold. “Per me una coppetta, grazie”suggerì per far vedere che era perfettamente a suo agio in questa situazione. Sapeva infatti di avere affari di cui discutere con il sindaco in privato.
“Solo per questa volta”, ha detto Emma a Regina. Afferrò il cappotto dall’attaccapanni ,”Andiamo,” disse allegramente a Henry, “Andiamo.”
 
Henry corse fuori dalla stanza con Emma al seguito. Gold non dubitava che avrebbero riempito quei trenta minuti di chiacchiere, per recuperare quanto possibile il tempo perduto. Certamente invidiava la capacità di Emma di parlare con suo figlio. Conosceva fin troppo bene il dolore di essere separato da un bambino. Ma in quel momento non aveva importanza. Regina lo guardava attraverso le sbarre di ferro con quel sorrisetto arrogante sul viso. “Be ',”disse, “Volevi davvero fare due chiacchiere con me, non è vero?”
“A quanto pare questo è l'unico modo per farlo”. Poteva percepire le risate nella sua voce. Sapeva bene come rovinarlo.
 
“Per favore,” le disse, sorridendo a  quella parola, “siediti”, Indicò il divano di fronte alla sua cella. Lei ricordava bene quell’ordine dal loro regno. Il suo sorriso si spense e si sedette sul bracciolo del divano per essere di fronte a lui.
 
“Ora, quando due persone vogliono entrambi qualcosa che l’altro possiede, si può sempre fare un accordo.” Incontrò i suoi occhi di nuovo per confermare ciò che già sospettava. “Hai quello che voglio?” Regina sorrise vittoriosamente, “Si” , ha assaporato la parola.
Gold si sentì molto sollevato,e allo stesso tempo il suo cuore si riempì d’odio. “Allora,”disse, “sei stata tu a dirgli di prenderlo”
“Gli ho semplicemente suggerito che un uomo forte prende ciò di cui ha bisogno” Socchiuse gli occhi verso di lei. “Oh sì e gli hai detto esattamente cosa rubare, non è vero?”
 
“Ci conosciamo molto bene signor Gold,” disse, e lui sapeva intendeva solo in quei 28 anni qui, “Siamo davvero arrivati a questo punto?”
 
“Sembra di si” disse, “Ma tu sai quello che voglio”, ha indicato se stesso, “e tu cosa vuoi??” “Voglio che tu risponda a una domanda.”Lei alzò un dito per evidenziare la richiesta. “E la risposta è semplice. Qual è il tuo nome?”
Lui Sorrise un po '; sapeva esattamente quello che voleva, ma volle prima giocare un po’. E 'sempre stato bravo a trovare scappatoie. “E  signor Gold”
Strinse gli occhi scuri su di lui e si sporse in avanti. “Il tuo vero nome. “
“ In ogni momento che ho passato su questa terra, questo è stato il mio nome.”
“Ma per quanto riguarda momenti trascorsi altrove, in un'altra terra?” Ha fatto la sua espressione più perplessa. “Che cosa vuoi dire?”
Purtroppo, Regina non cedette lo stesso. “Penso che tu  lo sappia. Se vuoi che ti restituisca ciò che è tuo, dimmi il tuo nome!”
Gold scosse un po’ la testa, ma non potè nascondere il sorriso che si accese sul suo viso. Non poteva trovare una  via d'uscita, ma poteva assaporare il momento d’attesa prima che parlasse. Lei pensava di essere intelligente. Non si era mai resa conto di quanto lui l’avesse così ben manipolata .
 
“Rumpelstiltskin”. Gli piacque la rabbia che balenò nei suoi occhi quando lei si rese conto di non essere riuscita a metterlo sotto controllo, ma solo per un attimo. Era il suo turno di farle rispettare il patto. Afferrò le sbarre per farsi più vicino a lei mentre sibilò: “Ora dammi quello che voglio.”
“Tutta questa ostilità?” chiese.”Ah, sì.”
Lei lo guardò per un momento e poi aprì la sua borsa. Lui osservò come ha cercato qualcosa al suo interno. “tutto per questa?” chiese, portando la tazza scheggiata davanti ai suoi occhi.
Gold sentì la gola chiusa alla vista del suo tesoro più prezioso. La raggiunse, ma lei arretrò fuori dalla sua portata. Ha continuato a giocare con lui mentre disse: “Un ricordo un po’ sentimentale” . Alla fine la afferrò, fissandola truce mentre parlava. “Grazie.”gliela  strappò di mano, “Maestà”.
 
Ha inserito con cura la tazza tra le sbarre e poi si sedette sulla branda. Gold si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo nel vedere che non era rotta, almeno non più di quanto già non lo fosse prima. La girò e rigirò mentre  ne tracciava ogni centimetro con le dita. Infine, l’ha semplicemente cullata tra le mani e tornò a guardare Regina. “Allora,” disse, “Ora che siamo stati onesti l’uno con l'altro, le cose ritornano come una volta, va bene?” Lui le sorrise appena un po '. “E non lasciarti ingannare da queste sbarre, cara, io sono quello che ha il potere qui. Presto sarò fuori di qu.” Si sporse in avanti e disse ,a denti stretti: “E niente tra di noi cambierà.” Regina agganciò le mani intorno alle sbarre e si fece più vicina al suo viso mentre lo provocava. “Staremo a vedere”. Le sue parole erano forti, minacciose e completamente deliranti. Lei non poteva sapere come sarebbe andata. Iniziò ad allontanarsi, ma i suoi occhi scuri si soffermarono sul piccolo box rosso nascosto in un angolo. Avevano entrambi dimenticato che non erano soli. “Sembra che le cose siano già cambiate,”disse con un sorriso: “E 'fortunata , assomiglia alla madre.”  “Lo sapevi,” sibilò lui attraverso le sbarre.
 
“Te l’ assicuro, non ne avevo idea,” disse sinceramente Regina, “ In realtà ti davo molto più credito. Non ho mai pensato che tu fossi un intenditore di vergini.”  sorrise perfidamente verso di lui, inarcando un sopracciglio. “Era una vergine, vero? O era già stata toccata dal suo fidanzato alto e moro?”
“Non ti azzardare a parlare di lei,” ringhiò a bassa voce, con cautela.
“E pensare che mi faceva pena”, ha detto Regina. Non si era mai fermata ai suoi avvertimenti “Ho pensato che suo padre si sbagliasse a chiamarla puttana della bestia. Ora capisco perché l'ha bloccata in quella torre, perché la affamava, e la picchiava.” .Sorrise al suo vecchio nemico mentre i suoi occhi furono oscurati da rabbia rinnovata. “capisco perché ha gettato il suo corpo in un fosso e lasciò che i corvi la ripulissero.”
 
“Tu strega vipera!” gridò Gold, scuotendo le sbarre di ferro con i suoi pugni. Aveva intenzione di lanciarle più insulti,  ma il grido acuto proveniente dal box lo zittì. Regina seguì il suo sguardo fino alla bambina che continuava a singhiozzare per  essere stata rudemente svegliata. Lui sapeva ciò che stava per fare solo dal suo sorriso.
Regina si avvicinò al box e la sollevò in braccio. “Su, su,”disse con dolcezza, guardando Gold per tutto il tempo, “Non c'è bisogno di agitarsi, piccola. Non volevo disturbarti.”
 
Rose tirò su col naso, strofinando una piccola mano sugli occhi prima di posare la testa sulla spalla di Regina. Il suo sangue ribolliva nel vederla tenere la figlia di Belle. La cosa peggiore era che lei lo sapeva benissimo.
Regina guardò a lungo la bambina in braccio durante il tentativo di cercare di farla dormire “Penso di aver capito tutto ora,”ha detto, “Non potevo credere che lui avrebbe lasciato che il tuo bambino vivesse. E sai, io non credo che lui lo abbia fatto, in effetti” Le sue labbra rosso sangue si strinsero mentre parlava, “Io non ti vedo in lei. Quei sacerdoti devono aver fatto più che flagellare quella povera creatura.”
Gold non era del tutto sicuro che lei stesse parlando con sincerità, ma  stava giocando con una delle sue più grandi paure. Se Belle fosse stata violentata da quegli uomini schifosi? Se l’era chiesto prima, quando aveva saputo della sua morte. Doveva essere totalmente esaurita e distrutta al punto che non le importava più di nulla, quando si gettò fuori da quella torre. La corruzione avrebbe potuto essere uno dei motivi...
Regina rimise nel box Rose una volta che si era addormentata di nuovo. “Dovresti essere grato, Rumple,” sorrise chiamandolo con il suo soprannome per lui: “Non mi sei mai sembrato un tipo molto paterno, tanto per cominciare.”
Non sapeva quanto questo gli faceva male. Era stato attento a tenere segreto Baelfire ,da quando l’ aveva perso in questo mondo. In parte perché gli faceva male, ma soprattutto in modo che nessuno avrebbe mai conosciuto le sue debolezze. Aveva fatto questo errore con Belle e questo l’ aveva portato qui.
Regina rimase vicino al box per continuare con l’auto-assegnatosi dovere di vegliare su Rose. Gold ha scelto di ignorarla, ma le sue mani continuavano a vagare sopra la sua tazza. Regina non poteva sapere con certezza che Rose non era sua figlia. Lei potrebbe avere ragione, ma Gold sapeva che il suo obiettivo primario in quel momento era farlo soffrire. Era per questo che stava lì a canticchiare una ninna nanna, perché sapeva che lui bramava di controllare di persona se Belle gli avesse dato una figlia. Lei l'avrebbe usata contro di lui, proprio come aveva fatto con Belle.
Non poteva essere distratto dal suo compito adesso, non quando era così vicino. Gold non aveva altra scelta, se non fingere disinteresse. Si sarebbe comportato come se credesse completamente a Regina e perciò , Rose non significava nulla per lui, se non più dolore aggiunto a quello che la madre aveva subito. Ma lui avrebbe scoperto la verità. Doveva, perché il dubbio era davvero impossibile da ignorare. Anche se era sicuro che entrambe le risposte lo avrebbero fatto soffrire.
 
Rumpelstiltskin si trovò travolto da una rabbia accecante, non era nemmeno in grado di vedere più nulla davanti a lui, di non sentire nulla, tranne la memoria. Il ricordo delle sue labbra morbide che toccano le sue, la sensazione del dolore sfuggente, il potere drenante come le emozioni familiari strisciarono indietro, mentre guarda brevemente Belle attraverso gli occhi offuscati dal buio e dal potere.
“Sta funzionando” aveva detto lei. E così era.
Ma era impossibile! Aveva fatto un voto: era l'Oscuro, il mostro, la bestia. Nessuno poteva amarlo e lui non poteva amare, non era fatto per amare qualcuno o qualcosa.
 
“Questo significa che è vero amore”
 
No, non poteva essere. Lui l’aveva perso quando aveva perso tutto il resto e anche solo sperare una cosa del genere era un tradimento.
Non si rese nemmeno conto di quello che stava facendo fino a quando vide il vetro in frantumi come ha preso a martellate la vetrina con il suo vecchio bastone ancora e ancora. Stava distruggendo tutti i trofei che aveva raccolto nel corso degli anni, ma non aveva importanza. Non significavano un bel niente se avesse sacrificato tutti i passi in avanti che aveva fatto verso il suo obiettivo ... per lei, per l'amore.
 
"Io non farò altro, non amerò nessun altro "
 
Amare  e nient’altro…
 
"Questo significa che è vero amore."
Lasciò cadere il suo bastone e si appoggiò contro l'armadio ormai rotto, nella sconfitta. Aveva fallito. Lo vide ora, non l’ aveva nemmeno saputo fino a quel momento, ma non c’era alcun modo di cancellare quello che già esisteva. Lui la amava.
Ma lei non poteva amarlo, era impossibile.
 
Rumpelstiltskin si avvicinò al lungo tavolo di legno in cui c’era il servizio da tè. Quello che lei aveva toccato molto spesso. Afferrò una delle tazze e la scagliò contro la colonna di pietra, che fece un suono delicato  come si frantumò in mille pezzi. Ne gettò un’altra, e un’altra e un’altra  e poi la teiera. Prese l’altra tazza e si bloccò: La tazza scheggiata.
Si era inginocchiata sul pavimento con indosso l'abito lungo color oro, con uno sguardo di mortificato e impaurito. "E 'scheggiata ... non si nota neanche."
“Non importa” disse lui stesso “E' solo una tazza.“
 
Ma la sua mano ascoltò la testa ... ascoltò il cuore…
Lui la amava ... ma non poteva averla. Lei non poteva amarlo, non se lei era schierata contro di lui insieme alla regina; non poteva amarlo perché lui era la creatura più miserabile che esisteva solo per distruggere questo mondo , per il prossimo. No, non poteva averla, non poteva amarla. Doveva smettere.
 
Ma come.
Doveva distruggerla. Era l'unico modo.
 
Rumplestiltskin posò la tazza con un sordo tonfo prima di lasciare la stanza con passi determinati. Proseguì scendendo per i lunghi corridoi, il suo obiettivo era la prigione, dove avrebbe finito quello che aveva cominciato.
Con un semplice movimento leggero del polso, la porta della sua prigione si aprì e la vide seduta contro il muro, con le ginocchia piegate al petto e il viso fra le mani. Quando la porta si aprì, Belle alzò lo sguardo sorpreso e lui vide tracce fresche di lacrime sulle sue guance. "Per favore," cominciò seriamente, "per favore ascoltami!”
“Cosa vuoi dire ancora?” le chiese con freddezza.
 
"Io ... io ti amo," balbettò, i suoi occhi erano leggermente rossi, e il blu risaltava ancora più luminoso. "Davvero?" cominciò, entrando nella stanza fredda. Lui sogghignò verso di lei, "La bellezza ama la bestia? Chi l’avrebbe mai detto? Nessuno al mondo mi ha mai voluto e io dovrei credere a te? "
Belle lo fissò con gli occhi pieni di speranza. "Sì".
 
Oh, come voleva crederle. Ma lei lo avrebbe odiato per quello che stava per fare, era l'unico modo.
 
Rumplestiltskin si inginocchiò accanto a lei in modo che le sue labbra erano solo a un soffio da quelle di lei, abbastanza per assaggiare senza realmente toccarle. Non era un bacio, non ci poteva essere niente di tutto questo. Ma ha sentito il respiro di lei fermarsi in gola, ha visto il rossore spargersi sulle sue guance e ha sentito il suo battito cardiaco accelerato.
 
Sussurrò due parole. "Dimostramelo".
 
Lei lo guardò confusa, con innocente ingenuità. Beh, non per molto tempo, non se il suo amore era reale.
Lui allungò la mano e lasciò che le dita bestiali toccassero la pelle morbida e bianca della gola, come aveva fantasticato in tutti quei mesi. Il suo polso accelerò ancora una volta sotto la punta delle sue dita e con l'altra mano afferrò la sua vita, portandola più vicina a lui. Fu allora che la sentì sobbalzare e spalancò gli occhi realizzando  ciò che lui intendeva…
 
Aspettò che lei lo spingesse via, per rompere l'incantesimo e dimostrare una volta per tutte che non era altro che una bugiarda. Lui voleva che lei lo facesse, perché se l'avesse fatto allora lui non avrebbe perso nulla, non avrebbe fatto male a nessuno, se non a se stesso e  sarebbe stato molto più facile lasciarsi tutto alle spalle e continuare per la sua strada.
 
Ma lei non lo fece.
 
Invece mise una mano sulla sua e rafforzò la presa, mettendo in chiaro che il suo tocco era il benvenuto.
 
E tutto fu perduto.
 
Lui tirò il vestito giù dalla spalla, lasciando più pelle scoperta per il suo tocco, per le sue labbra. Lei non oppose resistenza. Né quando cominciò a spogliarla, nè quando ha fatto la stessa cosa per se stesso, e nè quando lui la fece stendere sulla piccola branda e ricoprì la sua pallida bellezza con la sua forma disgustosa.
Non sussurrò mai una parola di protesta, né si dibatteva contro di lui. No, lei accolse con piacere il suo tocco. Lo sapeva dal modo in cui lei sospirò quando ha trovato un punto sensibile e dal modo in cui lei si aggrappò a lui come ha scoperto questo piacere per la prima volta.
Lui fu gentile anche se non aveva inteso di esserlo. Voleva dimostrarle che era una bestia, ma il suo cuore non gli avrebbe permesso di trattarla male. Non quando lei trasalì per il dolore mentre lui prendeva la sua innocenza, nè quando ha visto il piacere rimpiazzare il dolore, come la prese ancora. Per un attimo dimenticò di nuovo; dimenticò quello che doveva fare e si perse nel momento di amore con la donna che si era intrufolata nella sua anima come un ladro per strappargli il cuore.
 
Ma quando il piacere fu raggiunto, l’oscurità venne di nuovo a galla.
Lei giaceva sotto di lui, accarezzando con le dita morbide le sue spalle e inclinando la testa per guardarlo con un'espressione sognante sul suo volto. L’ espressione si mutò in tristezza quando ha cominciato a vedere che lui la guardava ancora con occhi freddi.
 
Infatti si alzò in piedi e cominciò a vestirsi di nuovo, senza più guardarla. La sentì sedersi, ma non raggiunse i suoi vestiti, non ha nascosto il suo corpo nudo, anche se poteva sentire i suoi occhi su di lui.
 
"Mi credi adesso?" chiese dolcemente, innocentemente e lui sentì nuovamente il dolore nel suo cuore duro .
Lui la guardò ancora una volta, per distogliere subito lo sguardo. Poi si precipitò ferocemente fuori della prigione e bloccò la porta dietro di lui.
 
Lei ebbe la sua risposta.
 
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Regina accompagnò alla sua sessione settimanale con Archie. Il grillo doveva ancora perdonarla per la pressione che aveva messo su di lui settimane fa, ma ha continuato a trattarla cordialmente. A volte si chiedeva se queste sessioni stavano effettivamente aiutando Henry o lo stavano invece portando più vicino a Emma, ​​ma per ora era decisa che fosse meglio continuare così. Costringerlo a non andare adesso sarebbe solo stato sospetto. Avrebbe fatto un accordo con Emma eventualmente. Per ora aveva un altro problema…
 
 Rose.
 
Regina non sapeva come si fosse persa quella bambina e questo le faceva ribollire il sangue. Sapeva che poteva fare buon uso di lei. Avrebbe dovuto inventare un nuovo piano però. Gold voleva conoscere la verità, lei lo sapeva. Lei lo avrebbe solo guidato nella direzione sbagliata, e aveva già infatti creduto a una sua bugia. Non sarebbe stato difficile fagli credere altro.
 
Con Henry da Archie, Regina trovò il tempo di fare visita a qualcun altro. Qualcuno che non vedeva da molto tempo.
Lei attraversò l'ospedale, attenta a non incontrare gli occhi di nessuno. Aveva uno scopo ed essere vista mentre si guardava intorno avrebbe solo attirato l'attenzione. Camminava oltre il reparto di radiologia, e vide con la coda dell'occhio Moe French seduto su una sedia a rotelle. Che ironia.
C'era una porta etichettata semplicemente con un EXIT e un simbolo rosso, ma a lato di essa si trovava una tastiera. Regina cominciò a digitare il codice, ma si fermò alla cifra finale. Guardò da sopra la spalla verso French, ma lui non l’aveva vista. I suoi occhi erano pesanti e sembrava essere assuefatto dai farmaci. Spinse il pulsante finale e il brusio segnalò che la porta era aperta.
Giù da una rampa di scale, c’era l’infermiera Matilda , nella sua solita divisa bianca immacolata e con i capelli perfettamente sistemati. Si alzò quando vide venire Regina verso di lei. Regina sorrise, allungandole una rosa rossa dal lungo stelo come dono. La sua era una beffa sottile.
L’infermiera accettò la rosa. “Carina,” disse distrattamente.
“Be ', io so quanto duramente lavora qui,”disse Regina: “Qualcuno è venuto a trovarla?” L'infermiera scosse la testa. “No signora, non oggi.” Un accenno di un sorriso le incurvò le labbra. “Né mai”
 
Non era una novità sorprendente per Regina. Nessuno era a conoscenza di questo manicomio. Questo perché la gente che si trovava in questo luogo, apparteneva alle prigioni nella sua vecchia casa del reame. Vi erano quindi i  suoi prigionieri. Regina camminato attraverso l’umido, tetro corridoio, tirando un po’ le maniche per combattere il freddo. Oltrepassò Gregor, il bidello che puliva il posto. Nell’altro mondo era il muto che portava il cibo ai prigionieri.
 
La cella numero 11 era senza etichetta accanto alle altre camere. Ma a differenza delle altre, non era vuota. Regina si era fermata davanti alla porta e lentamente sollevò lo sportellino in alto. Sorrise a chi vedeva al suo interno.
La ragazza che una volta era Belle , era sveglia questa volta. Sedeva sulla lastra che fungeva da letto con le ginocchia raccolte fino al petto. Aveva la testa china verso il basso. Il suo volto era nascosto dalla chioma di bei riccioli castani. Essi non molleggiano con vita vibrante come quelli di sua figlia, non in questo posto.
Alzò lo sguardo quando si rese conto che era osservata, guardando il visitatore con aria confusa. Regina sorrise alla sua prigioniera. Aveva impiegato troppo tempo per catturarla nel loro mondo. Aveva cercato di usare la sua magia per trovarla una volta che aveva scoperto che Rumplestiltskin l’aveva lasciata andare. Ma aveva dovuto ricorrere a mezzi molto più intelligenti per rapirla. Evidentemente qualcosa era stata però lasciata alle spalle.
 
“Sapevo che mi nascondevi qualcosa”, le ha detto, “Ma non avrei mai sognato che fosse qualcosa di così prezioso ...”
La ragazza, che la maledizione aveva chiamata Alayna, sbatté le palpebre, confusa. “Cosa?” chiese.
No. Non aveva idea di cosa stesse parlando, perché i suoi ricordi di prima erano scomparsi. E qui ... beh Regina non aveva mai avuto la necessità di darle ricordi falsi. Ma Regina conosceva la verità e dato che non poteva dirla a Belle, si sarebbe accontentata di Alayna.
“Non so come hai fatto a nasconderla da me,”disse, “ma questo non ha importanza. Lui non la avrà, io non lo permetterò.” “Io non capisco”, disse Alayna. Regina sorrise e scosse la testa. “No, certo che non capisci”
Poi lasciò cadere di nuovo lo sportello chiuso, facendolo sbattere contro la porta con il suono soddisfacente del metallo. E lei fu di nuovo nascosta da tutti gli occhi indiscreti
 
Compresi gli occhi di Rumpelstiltskin.
 
 
 
Continua presto!
 
  
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