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Autore: titti6493    25/07/2007    7 recensioni
Desiderò riavere indietro la sua vita di undicenne.
Incasinata, triste, brutta, viziata.
Prendendo in giro persone che poi si rese conto di amare.
Ma con il suo migliore amico.
Infinitamente bella proprio per quello.
Genere: Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ginny Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Morto.
Morto.
Morto.
Questa parola gli risuonava nelle orecchie da ore ormai, ma Draco era restio a recepirne il significato.
Ancora non si rendeva conto che non gli avrebbe parlato più, che non gli avrebbe dato più consigli, che non avrebbe fatto più le veci dei buoni genitori che non aveva mai avuto.
Non si rendeva conto che non avrebbe più potuto vederlo la mattina in sala grande, che non gli avrebbe più fatto copiare i compiti di trasfigurazione. Che non gli avrebbe più aperto gli occhi su persone che lui non considerava, come aveva fatto con Hermione.
Semplicemente, non se ne rendeva conto.
Se ne stava là, in mezzo al campo di battaglia con il suo volto tra le mani ripetendosi continuamente “E’ solo svenuto, ora si sveglia...” cercando di far sembrare quelle parole convincenti, ma non credendoci neanche lui.
Ripensò a tutte le cose che non gli aveva detto, a tutte le volte che avevano litigato, a tutte le risate che insieme si erano fatti.
Gli passò lievemente i polpastrelli sulla guancia liscia e fresca, e si mise quasi a ridere pensando a tutte le volte che nel loro dormitorio si spaventava vedendolo spuntare dalle tende del letto a baldacchino con un miscuglio di creme sul viso.
“Ti voglio bene...”
Tre parole sussurrate, terribilmente vere.
Solo allora si rese conto che non glielo aveva mai detto.
Da quel giorno in cui i suoi genitori glielo avevano presentato dicendogli semplicemente “Questo è il tuo migliore amico” non glielo aveva mai detto.
Eppure il suo migliore amico lo era davvero.
Così diverso, così calmo, eppure, così vicino a lui...
Sperò ardentemente che quel soffio di vento che gli stava rinfrescando le ferite fosse una specie di sua risposta.
Un modo come un altro per dirgli che lo aveva capito, e che lo sapeva.
Si sentì una presenza dietro a sè, e poi un leggero abbraccio lo avvolse da dietro.
Com’era diverso da quello che coinvolgeva lui e il suo migliore amico.
Si girò appena, solo per poter riconoscere la chioma riccioluta di hermione.
“viene, andiamo. La guerra è finita”
Prese la mano di entrambi e si smaterializzò a malfoy manor, il nuovo quartier generale.
Stesero il cadavere sul letto della stanza che occupava da sempre e andarono a dormire.
Dormirono tutta la notte abbracciati, ma fu una notte vuota.
Senza emozioni, sogni o incubi.
All’alba Draco si svegliò e andò nella camera del suo migliore amico.
Lo vide disteso rigidamente, la pelle stranamente pallida rispetto alla sua carnagione scura.
I suoi occhi ghiacciati cominciarono a sciogliersi, e una lacrima scese, solcando così la pelle diafana e perfetta del biondo.
Un’unica lacrima per un dolore che superava il pianto.
Se ne era reso finalmente conto.
Blaise era morto.
E tutto il mondo gli cadde addosso.
Il cuore smise momentaneamente di battere.
Blaise, una delle sue poche certezze, la sua famiglia, insieme ad hermione, non c’era più.
Si sentì come se un enorme macigno gli stesse occupando il petto, come se d’ora in avanti nulla avesse più un senso od uno scopo degno di tal nome.
Come se lui, e tutta la sua vita, fossero inutili.
E la lacrima, quella fantastica e terribile piccola perla trasparente, spiccò il salto, e volò verso l’ignoto.
Come quello che lo attendeva.
L’ignoto.
Cosa avrebbe fatto ora, senza la sua colonna portante?
Non lo sapeva.
Intanto si era fatto giorno.
Un turbine rosso lo sorpassò gridando, incurante del fatto che lo avesse spinto dolorosamente contro il muro.
“NOOOOOO! Blaise...”
Una giovane donna incinta, ormai al settimo mese, si sedette al suo capezzale, piangendo.
I capelli vivacemente rossi sembravano fuori luogo in quel momento di dolore.
Eppure lui si era innamorato di lei inizialmente solo grazie a quelli.
Draco se ne andò.
Tornò in camera e si stese.
Il corpo freddo, il volto impassibile.
Era tornato di ghiaccio.
E ora, non c’era più lui a scioglierlo.

Ricordò ancora, e ancora, ancora.
Terribili ricordi, lame a doppio taglio.
Da un lato perchè ti assalgono alle spalle, quando meno te lo aspetti, lacerandoti dentro. L’anima e il cuore.
Dall’altra perchè alla fine sei tu che vuoi ricordare. Momenti felici e tranquilli, vissuti come se fossero la cosa più normale del mondo.
E ora erano proprio quei momenti le cose che voleva di più.
Ricordò con un sorriso le notti passate per locali.
Di corsa fuggendo veloci, girando come mille altre volte, di giorno, di notte, urlando a perdifiato, spavaldi, padroni di tutto, padroni della vita.
E questa consapevolezza gli fa ancora più male.
Si sentivano immortali.
E non lo erano.*
Desiderò riavere indietro la sua vita di undicenne.
Incasinata, triste, brutta, viziata.
Prendendo in giro persone che poi si rese conto di amare.
Ma con il suo migliore amico.
Infinitamente bella proprio per quello.



Il giorno del funerale.
Il cimitero è pieno di conoscenti e parenti, ma soprattutto di amici.
Amici tristi come non ne aveva mai visti.
Ricordò, ancora, quelle stupide chiaccherate in cui lui gli chiedeva “ma tu ci verresti al mio funerale?” e lui rispondeva no. Sempre no. Sempre e comunque no. Ma poi era blaise che gli diceva sempre “tanto lo so che mi vuoi bene...”
Lo diceva scherzando, eppure era vero.
Per fortuna anche lui lo sapeva.
Diede un’occhiata alla lapide
Nera, lucida.
Delle scritte argentate.

Blaise Zabini
Medaglia all’onore. Ordine di merlino, prima classe.
Figlio amato, alunno studioso, amico sentito.



Parole stupide, false.
Scritte solo per fare bella figura, e perchè il diretto interessato, purtroppo, non poteva opporsi.
Cominciò a piovere e qualcuno iniziò a parlare.
... diligente... amato... ricordato...
Draco non ascoltava.
Di certo erano anche quelle parole di circostanza.
Ma una cosa era vera.
Blaise, non lo avrebbe dimenticato più.
“addio, blaise...”
Adesso bisognava ricominciare a vivere, ed andare avanti.
Un’altra lacrima scese dai suoi occhi.
Doveva farcela.













* tratto da: tre metri sopra il cielo
  
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