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Autore: GenesisRhapsodos    05/01/2013    1 recensioni
" Salve, a voi che ascoltate, il mio nome è Enki, vi narrerò di come l’animo di mio figlio, Marduk, dio del giudizio e della magia, venne corrotto dal male creato dalle sue stesse leggi. "
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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\Nota: questa storia riporta vari nomi della mitologia mesopotamica, ma alcuni sono di mia invenzione, dunque non vengono riportati fatti che coincidono su vere leggende mesopotamiche, ho solo preso spunto per alcuni nomi; non spaventatevi dunque per inesattezze su nomi o discendenze di dèi.\

Salve, a voi che ascoltate, il mio nome è Enki, vi narrerò di come l’animo di mio figlio, Marduk, dio del giudizio e della magia, venne corrotto dal male creato dalle sue stesse leggi.
Nel 12648 a.T.* io e mio figlio Marduk abitavamo presso Abul-Agi-Aka, nel pianeta Sulka-Adim. Io, in qualità di dio ancestrale, governavo tutto il pianeta, e mio figlio era mio successore di diritto. A circa due anni luce da Sulka-Adim venne scoperto un altro pianeta abitato da creature primordiali, rinominato Dafar-Ali, che con un po’ di insegnamenti sarebbero potute diventare delle creature più senzienti e dotate di una coscienza propria. Decisero di mandare me, ma mi dispiaceva abbandonare il pianeta Sulka-Adim, così decisi di mandare al mio posto il mio –allora- adorato figlio Marduk. Solo dopo capì che avevo condannato quel povero pianeta alla distruzione. Ma non ad una distruzione immediata, ma ad una lenta e sofferta. Mio figlio, quando seppe la notizia, acconsentì subito, e fu immediatamente teletrasportato su quel pianeta.
Passarono cento anni, e mio figlio per tutto questo tempo insegnò loro tutto quello che c’era da sapere sulla vita, sulla coltivazione della terra, sull’allevamento e sulla società. Aveva dotato quelli esseri di intelligenza, e io pensavo fosse una bella cosa. Ma ciò che io non sapevo è che lui non mi raccontava proprio tutto ciò che combinava su quel pianeta e io, fidandomi di lui, non ero andato fino a quel momento a osservare il suo operato.
Però, un giorno, intorno al 12750 a.T., decisi di andarli a fare una visita. Seppi che mio figlio non era rimasto contento dell’avviso della mia visita, ed ero sempre più curioso di sapere per quale motivo. Egli aveva inoltre bandito il teletrasporto automatico sul suo pianeta, dunque dovetti andare con la mia astronave personale, l’Enuma Elish. Ci misi circa due mesi per arrivarci. Atterrai in un porto per astronavi denominato Akda-ama. Venni accolto da due degli esseri che abitavano su quel pianeta: erano alti circa centosettanta centimetri, avevano la pelle verde chiara e portavano come arma una specie di lancia; i vestiti erano fatti di pelle di qualche animale abitante Dafar-Ali.
Mi fecero strada e dopo circa dieci minuti di cammino a piedi arrivai ad una specie di tempio di pietra, alto circa venti metri, circondato da torce. Entrai. L’interno era pressoché vuoto, tranne delle scalinate nell’estremo nord, che portavano ad un enorme trono su cui stava seduto mio figlio, appoggiato pigramente sul braccio destro. Quando mi vide, non si scompose minimamente.
<< Salve, padre. >> sì pronunciò.
<< Salve, Marduk >> dissi << Come mai tutta questa freddezza nei miei confronti? In fondo è da un po’ che non ci vediamo. >>
<< Non saprei, padre >> rispose << Forse in questi anni sono cresciuto, e non mi va più di essere trattato come un bambino>>
<< Suvvia, basta con queste formalità. Piuttosto, mi hanno riferito della tua sorpresa a causa della mia visita, e invece ti trovo qui, seduto in panciolle e mi accogli con tanta freddezza. >>
<< E dimmi, padre >> disse con volto accigliato, quasi alzandosi dalla sedia << Avrei dovuto organizzare una festa? Sei sul mio pianeta >> e qui si alzò in piedi di scatto << Non sul tuo! Ed ora vattene! Non tollererò più la tua presenza qui! >>
<< Non avrei mai pensato che mio figlio sarebbe diventato così un giorno. Addio. >>
Per quel giorno rinunciai a farlo ragionare, e tornai sul pianeta Sulka-Adim. Ma ormai ero deciso a scoprire la verità sulle azione compiute da lui su quel pianeta.
 
*a.T. sta per annus Tiamat. Tiamat è un’altra delle divinità mesopotamiche.
  
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