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Autore: FerPotter    06/01/2013    9 recensioni
Sono passati undici anni dalla fine della guerra. Hermione si trova in una situazione delicata, suo figlio sta per andare a Hogwarts, minacciando il suo segreto più nascosto: lui non è solamente un Granger, ma anche un Piton!
NdT: Alcuni personaggi morti nel settimo libro di JK Rowling, sono ancora vivi.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Harry Potter, Hermione Granger, Remus Lupin, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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QUESTA LA TRADUZIONE AUTORIZZATA DELLA STORIA “NOT ONLY A GRANGER” DI FerPotter

http://www.fanfiction.net/s/2542183/1/Not-Only-a-Granger 
POTETE TROVARE L’ORIGINALE A QUESTO LINK.

CAPITOLO 1: UNA LETTERA DAL MONDO MAGICO
Una domenica mattina, mentre Hermione Granger era seduta al tavolo e si gustava la sua colazione, un gufo entrò nel suo appartamento dalla finestra di sinistra. Nonostante vivesse tra i babbani da più di undici anni, era rimasta in contatto con alcuni amici del mondo magico. Ma questo non era un gufo che conosceva; non era di Harry o di Ginny, nemmeno di Ron o di qualche altro Weasley…

Prese la lettera dall’uccello e gli offrì un pezzetto di toast. Il gufo lo accettò e volò via attraverso la stessa finestra da cui era arrivato. Hermione guardò la pergamena tra le sue mani e vide il simbolo sulla sigillatura di cera. Era una lettera da Hogwarts.

La osservò per qualche minuto, ipnotizzata. Una lettera da Hogwarts… Chi manda lettere da Hogwarts? Sono stata attenta ad evitare ogni contatto con chiunque da quando… E’ una lettera ufficiale, Hermione! si ammonì mentalmente.

Facendosi coraggio, girò la lettera, lesse il nome e chiuse gli occhi. Stava aspettando quel giorno, ma nel profondo aveva sperato non arrivasse mai. Lui aveva dimostrato di possedere abilità magiche da quando aveva un anno ma, contro ogni logica, aveva comunque sperato che quel giorno non arrivasse. Sebbene sapesse che i suoi sogni erano infondati e senza senso, aveva desiderato che quella lettera non giungesse mai.

Mise la lettera sul tavolo e sorseggiò un po’ di tea dalla sua tazza. Aprì gli occhi e la lettera era ancora lì. Guardò la pergamena gialla davanti a lei, cercando di pensare. Era una battaglia persa, lo sapeva. Ci aveva pensato da quando era nato e non aveva trovato una risposta che potesse risolvere il problema. Sospirò, spostò lo sguardo dalla lettera e incontrò un paio di profondi occhi neri che la stavano fissando.

“Buongiorno, mamma.” la salutò suo figlio e si sedette di fronte a lei. “C’è qualcosa che non va?”

“No, niente.” gli rispose, scuotendo leggermente la testa e spostando l’attenzione alle uova nel suo piatto. “Perché dovrebbe esserci qualcosa che non va?”

“Stai osservando la lettera dal mondo magico da quando sono entrato. Ti ci è voluto un minuto per accorgerti di me.” disse con un ghigno. “E’ da parte dello zio Harry o dello zio Ron?”

Perché deve sogghignare in quel modo? pensò lei e sospirò ancora. È così sorprendentemente uguale a suo padre quando sogghigna o fa delle smorfie o… La voce di suo figlio la riportò alla realtà.

“Mamma! Smettila di fissarmi!” la ammonì con la sua voce forte e una smorfia. “Ti senti bene? Sembri un po’… persa questa mattina. È per la lettera?” le chiese, e prima che sua madre potesse fermarlo, la prese dal tavolo. Lei provò a togliergliela ma ormai era troppo tardi, l’aveva già afferrata.

Lui guardò la lettera ma non riuscì a trovare il nome del mittente e non riuscì a riconoscere il sigillo, così la girò, i suoi occhi si allargarono nello stesso momento in cui sua madre si portò le mani al viso.


Signor Nathan Granger
Wingfield Court, E14 2DR
Virginia Quay
London

 

“Mamma è per me! Chi potrebbe mandarmi una lettera dal mondo magico? Non è da parte dello zio Harry o dello zio Ron e non conosco nessun altro mago!” disse, sempre guardando la pergamena tra le sue mani. Capovolse la lettera e ruppe il sigillo, sentendo un altro sospiro della madre. Srotolò i fogli e lesse.

 

SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA
DI HOGWARTS
Preside Minerva McGranitt
Membro del Wizengamot
 

 

Caro Signor Granger,
Siamo lieti di informarla che è stato ammesso alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Troverà inclusa una lista dei libri e del materiale necessario.
Le lezioni inizieranno il 1 settembre. Aspettiamo un suo gufo entro e non oltre il 31 luglio.
Sinceramente suo,
Filius Vitious – Vicepreside.

Hermione abbassò le mani quando lui aprì la lettera. Sapeva esattamente cosa c’era scritto. Osservò come la sua espressione passò dall’accigliato quando spiegò la lettera, alla sorpresa quando lesse che proveniva da Hogwarts e, infine, si aprì in un grande sorriso dopo aver letto l’ultima riga, poi la guardò.
“Sono un mago!” dichiarò, con una certa soddisfazione nella voce.

Non poté evitare che un’ondata di orgoglio e felicità nascesse dentro di lei. Il suo ampio sorriso era contagioso e lei si trovò a sorridere a sua volta, ignorando le lacrime che le stavano rigando le guance. Stava piangendo per la disperazione e la perdita mentre lui apriva la lettera ma adesso… Non riusciva a capire i suoi sentimenti. Sono triste o felice? pensò. Sono decisamente orgogliosa di lui. Sembra essere davvero contento di aver scoperto di essere anche lui un mago. Ma… nessun ma, Hermione! si ammonì mentalmente. Lascialo decidere, come i tuoi genitori hanno fatto con te.

“Mamma, hai sentito una parola di quello che ho appena detto?” chiese Nathan.

“Scusami. Stavi dicendo?” disse, prestandogli totalmente attenzione.

“Stavo chiedendo quando abbiamo tempo per andare a comprare i libri e tutto ciò di cui ho bisogno. E dobbiamo mandare un gufo per confermare che andrò a Hogwarts!” disse lui con lo stesso entusiasmo che sua madre aveva di fronte alle aspettative che una nuova avventura offriva.

Lei non formulò la domanda che aveva in mente. Dalle sue reazioni e parole, è più che ovvio che preferisce un’educazione nel mondo magico che in quello babbano. Andrà a Hogwarts. Oh, Dio! Andrà a Hogwarts! pensò e il sorriso svanì dal suo volto non appena si ricordò del suo problema. Provò a chiederglielo comunque, sperando in un miracolo. “Sei sicuro di voler andare in una scuola per maghi, Nathan? È molto diversa rispetto a quella che frequenti ora, e i tuoi amici non verranno a Hogwarts con te.” osservò lei, con una faccia speranzosa.
“Non vuoi che io vada?” le chiese dopo averla osservata per qualche momento. “Pensavo fossi fiera del fatto che sono un mago.” disse piano.

“Sono molto fiera di te, Nathan. Stavo solo chiedendo se è quello che vuoi davvero. Vuoi essere un mago, Nathan?” Sperò, contro ogni logica, che la sua risposta fosse negativa. Non si aspettò la reazione che le sue parole crearono.

Nathan se ne stava in piedi, con un’espressione afflitta sul viso. “Non vuoi che io sia un mago? Perché? Tu sei una strega! E mio padre era un mago, giusto? Non ne parli ma so che lui lo era. E, per la miseria, sarò un mago anche io! Andrò a Hogwarts!” E con questo lasciò la cucina, lasciando sua madre angosciata e guardare la porta che portava al soggiorno.

Sospirò pesantemente e affondò la faccia tra le mani ancora una volta. Perché deve sempre tirare fuori la storia di suo padre? Non ho mai detto che era un mago, da dove salta fuori quest’idea? Non aveva mai rivelato l’identità del padre di Nathan. Non a lui; nemmeno al padre. Era una decisione che aveva preso prima della sua nascita.

Non che le persone non chiedessero mai. Nathan chiedeva notizia una volta all’anno, nel giorno del suo compleanno. La sua risposta era sempre la stessa: “Il nome di tuo padre non è importante, Nathan. Ci siamo noi ed è questo quello che conta.” Ovviamente, la sua risposta non lo rendeva felice, e la domanda divenne una tradizione durante il suo compleanno. Nathan era così testardo e determinato, che era difficile capire da chi avesse ereditato queste caratteristiche, da sua madre o da suo padre; molto probabilmente da entrambi. Comunque, Hermione non cambiò mai la sua risposta. Difendeva il suo segreto con tutte le sue forze, anche se questo comportava litigare.

Al suo ottavo compleanno, Nathan era così determinato a scoprire l’identità del padre che non aveva mangiato per tutto il giorno e non aveva aperto un singolo regalo. Gettò la spugna dopo una settimana, ma Hermione si era davvero preoccupata quella volta. Aveva sofferto per ogni piatto che aveva rifiutato, per ogni sguardo carico d’odio che le aveva rivolto. Anche Harry, che li andava a trovare in occasioni speciali come compleanni e vacanze, si era angosciato ed era andato a controllare il giorno dopo.

“Perché non la smetti con questo mistero una volta per tutte, Hermione? Va bene, Hermione. Non ti giudicherò, o mi arrabbierò con te. Non dopo otto anni, nemmeno se fosse Piton.” disse Harry quell’anno. Era da un po’ di tempo che Harry tirava fuori la questione. Harry doveva aver notato le evidenze somiglianze fisiche tra Severus Piton e Nathan, ma non le aveva mai chiesto niente direttamente e lei non aveva mai negato o confermato i suoi sospetti. “Non te lo chiederò, Hermione, ma voglio che tu sappia che sono qui se vuoi parlarne. Penso davvero che Nathan debba sapere chi è suo padre.”

Grazie a Harry e Ron, sapeva che Severus Piton era tornato ad insegnare Pozioni a Hogwarts. Dopo la fine della guerra, era stato scagionato grazie alle prove lasciate da Albus Silente per dimostrare la sua innocenza e lealtà. Era ancora odiato per la morte del Preside e per il suo collegamento con Voldemort. Non aveva mai negato di aver usato l’Avada Kedavra su Silente, ma era stato assolto dal Wizengamot dopo l’analisi dei ricordi e delle lettere di Silente, che descrivevano le conversazioni e le ragioni principali che aveva condotto il Professor Piton ad agire in quel modo quella notte.

Hermione fu una delle poche a fidarsi ancora di lui dopo la morte del Preside. Si rifiutava di credere che il grande Albus Silente si fosse sbagliato per così tanto tempo, e provò a cercare le prove per dimostrare la fedeltà di Piton all’Ordine. Anche dopo quello che Harry aveva detto. E dalle diverse teorie in cui si era imbattuta, una era giusta e trovò le lettere e i ricordi che Silente aveva lasciato per loro, provando che il Professor Piton lo aveva ucciso su suo stesso ordine. Mancava solo un Horcrux ed erano molto vicini alla fine della guerra quando fu catturata dai Mangiamorte. Rimase in loro potere nove giorni, prima che Harry riuscisse a distruggere L’ultimo Horcrux e lo stesso Voldemort, praticamente senza un graffio grazie a Piton. L’aveva protetta dai Mangiamorte il meglio che poté, senza destare sospetti che potessero sgretolare la sua maschera e lei gli era riconoscente per questo.

Quello era uno dei motivi principali per cui non aveva detto a nessuno che lui era il padre di Nathan. Non poteva fargli questo, non dopo il dolore che lei sapeva che lui aveva provato per ciò che aveva fatto per salvarla. No, non avrebbe detto a nessuno che Severus Piton era il padre di suo figlio. Non a Nathan e non a Severus.

D’altra parte, Nathan sarebbe andato Hogwarts a settembre. Non poteva impedirglielo. Non poteva proibire a Nathan di partire per Hogwarts quando lei sapeva cosa si provava a ricevere quella lettera. Non, non poteva. Avrebbe affrontato le conseguenze come meglio poteva! Non era stata una Grifondoro per niente, giusto?

Si alzò dal tavolo con un altro sospiro e andò a cercare Nathan. Trovò la porta di camera sua chiusa e bussò leggermente tre volte. Quando stava per andarsene in salotto e aspettare fino a quando lui fosse stato pronto per parlare, la porta si aprì con uno schianto e Nathan tornò sul suo letto, stringendo la sua lettera con il mento in su e con uno sguardo provocatorio negli occhi. sospirò e entrò nella stanza.

“Nathan, sono molto orgogliosa del fatto che tu sia stato invitato a studiare a Hogwarts, davvero. Sono solo triste perché vuol dire che te ne andrai da casa e mi lascerai…” e incontrerai tuo padre, aggiunse mentalmente. Era vero. Una parte della sua tristezza consisteva nel lasciare andare il suo piccolino. “Non mi piace l’idea che tu viva così lontano da me…”

Nathan si alzò dal letto strinse la madre in un abbraccio. Lei non poté evitare le lacrime che minacciavano di cadere. Suo figlio era un ometto davvero speciale. Sapeva che era pronto per Hogwarts. poi, si separarono e si sforzò di sorridere. Guardò Nathan e disse: “Il prossimo finesettimana andremo a Diagon Alley per i tuoi libri e il resto. Possiamo mandare un gufo a Hogwarts da lì.”

“Oh, mamma. Grazie. Non ti deluderò, vedrai. Sarò il miglior mago che abbia mai messo piede a Hogwarts!” le disse, abbracciandola ancora.

Lei rise alle sue presuntuose parole. Così fiducioso e convinto, così determinato a fare del suo meglio per renderla fiera di lui. Le assomigliava così tanto quando aveva la sua età…

Gli accarezzò i capelli nero carbone e lo prese in giro. “Sei un ometto davvero ambizioso se pensi che sarai il miglior mago che Hogwarts abbia mai visto! Lo sai che Harry Potter ha studiato lì, vero?”

Nathan era sempre stato affascinato dalle storie che Ron, Harry e sua madre erano soliti raccontargli ogni volta che si incontravano. Ghignò e poi disse: “Sconfiggere quel Voldemort non è stata una gran cosa. E poi è successo dieci anni fa.”

Lei ridacchiò e ribatté con divertimento: “Pensi che sia niente, vero? Voglio vederti discutere con lui o con Ron sull’argomento.”

“Zio Ron non vincerebbe mai una discussione contro di me!” disse sbrigativo, prima di aggiungere: “E neanche zio Harry pensa che sia stata una gran cosa.”

“Devo concordare che una qualità più nobili di Harry sia la sua modestia. Non ammetterebbe mai di essere stato straordinario.” disse nostalgicamente, poi abbassò lo sguardo su Nathan. “Dovresti imparare da lui, ragazzino arrogante!” E poi risero insieme.

“Allora, posso andare davvero a Hogwarts, mamma?” Dopo che lei ebbe annuito per confermare, lui aggiunse.
“Ti manderò un gufo ogni giorno, promesso!”

Gioendo, la prese per mano e la strascinò sul letto. “Vuoi vedere la lista di libri che userò, mamma?”

“Sì, diamo un’occhiata ai libri che userai, Nathan.” disse, asciugandosi l’ultima lacrima con il dorso della mano libera.

Si sedettero sul letto a guardare la lista di libri assegnati e a parlare di Hogwarts, cosa che lei aveva fatto quando Harry, Ginny e Ron erano venuti in visita. Il suo bambino era cresciuto e era giunto per lui il momento di sperimentare di quelle esperienze affascinanti e preoccupanti che il mondo magico offriva.
Incluso suo padre.



NdT: Salve gente! Spero che la storia vi abbia incuriosito. Personalmente, mi è piaciuta davvero molto, per questo ho deciso di tradurla.
Come al solito, la mia traduzione non è del tutto letterale, quindi ha inizio pagina vi ho messo il link per poter leggere la storia originale. Al prossimo capitolo.
 
 
  

  
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