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Autore: Melinda2606    06/01/2013    6 recensioni
una vacanza di natale da una persona speciale porterà Ranma di fronte a una possibilità che non aveva mai considerato. Una persona importante per Akane la porterà a riflettere sul suo rapporto con Ranma. Ora come non mai dovranno tirar fuori quel coraggio che dicono continuamente di avere...
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akane Tendo, Altro Personaggio, Ranma Saotome
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Se lo era ripromesso.
Si era ripromessa di non farlo, per nessuna ragione al mondo.
E invece niente.
Non appena aveva visto Tai, le sue gambe si erano mosse da sole e le sue braccia non avevano esitato ad abbracciarlo.
I suoi arti sembravano incuranti del fatto che la sua famiglia, i suoi amici e il suo pseudo fidanzato la stessero guardando.
La voce dolce di Tai gli sfiorò l’orecchio: - Da quanto tempo Akane… -
Due anni.
Erano già passati due anni dall’ultima volta che si erano visti.
Due anni da quando si erano lasciati.
Akane si sciolse dall’abbraccio, ma lo tenne comunque per mano, fissandolo negli occhi, sorridendo; dopo circa cinque secondi, il suo cervello si riprese dal torpore, così riuscì a notare lo sguardo spiazzato di suo padre e dei suoi amici e quello indispettito di Ranma, così trascinò il ragazzo davanti al gruppetto.
- Papà, lui è Tai, un… un mio amico. L’ho conosciuto quando io, Kasumi e Nabiki siamo venuti dalla nonna l’ultima volta. Tai, lui è mio padre Soun, le mie sorelle le conosci, poi ci sono Kodachi, suo fratello Kuno, Ryoga, Mousse, Shampoo, sua nonna Obaba, Ukyo, il signor Genma Saootome, sua moglie Nodoka e… Ranma – il nome del suo fidanzato quasi lo sussurrò, evitando di guardarlo negli occhi.
Ranma notò questo atteggiamento e si irritò; la sua irritazione aumentò quando quel Tai (“Che nome stupido!” pensò) sorrise a tutti, presentandosi educatamente e strappando l’entusiasmo di Soun, che per fortuna di Akane si era bevuto la frottola del “vecchio amico”.
Akane aveva le guance arrossate, era felice, ma non poteva evitare di sentire su di sé gli occhi accusatori di Ranma.
Tai resse benissimo il gioco: non accennò minimamente al fatto che loro due erano stati molto più che amici, ma riuscì a notare che l’ultimo ragazzo che Akane gli aveva presentato, Ranma, gli aveva lanciato più volte sguardi feroci, come se volesse ucciderlo seduta stante.
Che fosse…
- Allora, Tai, come vedo suoni ancora! – esclamò Kasumi: non sopportava quell’aria tesa che si stava creando.
- Oh, sì, e ancora con il solito gruppo. Siamo riusciti a trovare dei piccoli ingaggi, sai? E stasera suoniamo qui in piazza! Vostra nonna lo sa, ha regalato dei fiori per addobbare il palco! Perché non venite? Ci saranno delle bancarelle, dei giocolieri… Una vera festa! – esclamò gioviale.
Tutti furono più che d’ccordo.
Quasi tutti.
Ranma avrebbe preferito ingoiare qualche intruglio di Akane che accettare  quell’invito.
Che razza di ragazzo era, quello lì?
Sorridente, gentile…
Quanta falsità!
- Ok, ora devo andare, ci vediamo stasera! Ciao a tutti! – Tai, quasi istintivamente, si avvicinò per dare un bacio sulla guancia ad Akane, ma sentendosi pesantemente osservato da tre ragazzi si interruppe e se ne andò.
Shampoo, Ukyo e Kodachi  si scambiarono un’occhiata: forse quel ragazzo era l’occasione giusta per togliere Akane di mezzo, loro non avevano creduto alla storia dell’amico conosciuto in vacanza.
Ryoga si avvicinò a Ranma: - Ehi! Non pensi di fare niente? –
- Che devo fare? – sbottò il ragazzo.
- Ma non hai visto quel tipo? Stava mangiando con gli occhi Akane! –
- Lascia stare! – gli ringhiò contro, allontanandosi, mentre Kuno lanciava un’invettiva pregando qualche strambo dio di fulminare quel tipo che aveva osato sfiorare la dolce Akane.
Il gruppetto si divise, dandosi appuntamento per quella sera, mentre la famiglia Tendo e quella Saotoome continuò a camminare per ancora pochi minuti, fino ad arrivare a una piccola villetta.
Aveva le pareti bianche ed era decorata con ghirlande verdi e oro e centinaia di luci.
La porta si spalancò all’improvviso e apparve una donna minuta, con grandi occhi castani e un sorriso dolce stampato sul viso.
- Nonna! – urlarono le tre sorelle Tendo, lanciandosi tra le braccia della donna.
- Le mie bambine! Come siete cresciute… Kasumi, ormai sei una donna bellissima. Nabiki, guardati, hai un volto così rilassato! E Akane, santo cielo, sei irriconoscibile, sei ancora più meravigliosa dell’ultima volta che ti ho visto! –
La donna si asciugò una lacrima di commozione e poi fissò il resto del gruppo: - Soun, che gioia vederti! Sei bello come quando eri più giovane! Ah, Genma, quanto tempo! Sono davvero secoli! Oh, ma che scortese, non mi sono presentata, io sono Saori Fujima, piacere di conoscervi! – aggiunse, inchinandosi leggermente verso Nodoka e Ranma.
- Il piacere è tutto nostro, signora. Io sono Nodoka Saotoome e lui è mio figlio Ranma.  Grazie mille per l’invito, è stata molto gentile – rispose Nodoka.
- La prego, diamoci del tu! Sono così contenta di avervi qui! Dai, entriamo, sarete stanchi, la cena è quasi pronta!! – Saori fece accomodare i suoi ospiti, lanciando un’occhiata curiosa al ragazzo con il codino, notando la sua buffa espressione, un misto tra gentilezza e irritazione.
L’interno della villetta era divino: tutto era agghindato a festa, piante di agrifoglio e vischio addobbavano il corrimano delle scale e il bordo del camino era percorso da una corona di pigne dorate.
 In piedi accanto a una poltrona c’era un uomo con una faccia allegra e gioviale, le braccia spalancate e un sorriso gioioso: - Dove sono le mie principesse? –
Le tre ragazze corsero incontro al nonno, come avevano fatto poco prima con Saori.
Ranma guardò Akane: era così splendente, così felice, così… bella.
Non c’erano altre parole per descriverla.
Il ragazzo si riscosse non appena ci furono le solite presentazioni, e capì giusto per un pelo che l’uomo si chiamava Momoru.
- Bene, andiamo vi faccio vedere le vostre stanze, potete rilassarvi un attimo e poi scendere per la cena! – esclamò Saori, precedendoli lungo le scale.
C’era un lungo corridoio a L, con molte porte di legno scuro.
Nel piano di sopra aleggiava un leggero profumo di menta: Akane passò le mani sulle pareti, sorridendo leggermente ai ricordi che le affioravano nella mente.
Ranma si accigliò, vedendola sorridere: possibile che stesse pensando a quel Tai?
Saori accompagnò Soun in una stanza e i coniugi Saotoome in un’altra, poi aprì una terza porta.
- Qui dormirete voi, KAsumi e Nabiki. Scusate se vi ho messo nella stessa camera, ma se ci stringiamo un po’ staremo tutti benissimo! – esclamò allegra la donna.
- Va benissimo nonna, tranquilla! Ci vediamo tra poco, disfiamo i bagagli e scendiamo! – le rispose Kasumi, abbracciandola.
Ranma e Akane continuarono a seguire la donna, che si fermò davanti a un’altra porta.
La stanza era molto accogliente: aveva le pareti aranciate, affrescate con dei girasoli, i mobili erano lucidi, sulla scrivania era posato un vaso con una bellissima composizione floreale.
Quello che fece accigliare Akane fu il letto matrimoniale che troneggiava grazie al suo piumone giallo tenue.
- Nonna ma… Come mai mi fai dormire in una camera con il letto matrimoniale? – chiese dubbiosa.
- Ma tesoro, che domande mi fai? Sareste stati troppo stretti in un letto a una piazza! –
- Che… che vuol dire che saremmo stati stretti? –
Dentro Ranma un dubbio atroce si stava facendo strada.
- Bè, tu e Ranma dormirete insieme, no? –
Akane avvampò.
- Nonna, come ti è venuto in mente! –
- Piccola, siete fidanzati, me lo ha detto tuo padre, lo sapevo, sai? Ho pensato che a Natale avreste preferito trascorrere ogni momento insieme! –
- Ma… Papà ti ha spiegato come mai siamo fidanzati? Hanno deciso tutto loro! Non è stata una scelta nostra! Io… -
Ranma la interruppe: - Oh, avanti Akane, entra in camera e non tirarla troppo per le lunghe, ok? La stanza è grande, c’è posto per entrambi! Grazie, signora, la camera è bellissima –
Ranma aveva provato una rabbia incomprensibile: vedere Akane rifiutarsi quasi categoricamente di dividere la camera con lui gli aveva fatto più male di quello che avrebbe mai ammesso.
In fondo lei non si era fatta problemi a correre ad abbracciare quel Tai davanti a tutti…
Saori sorrise: - È un piacere, caro. Ma ti prego, chiamami nonna! Ci vediamo di sotto – disse chiudendosi la porta alle spalle.
Ranma posò il suo borsone per terra, poi si sdraiò sul letto, incrociando le braccia dietro la testa e guardando Akane camminare su e giù, svuotando la valigia.
Non riuscì a reggere al clima teso che c’era, così sbottò: - Sai, neanche a me va di dormire con un maschiaccio come te, ma mi sembrava scortese fare tante polemiche dopo che tua nonna è stata così gentile –
- Immaginavo che non avevi accettato per me, sai? Ormai ho capito che mi consideri solo una racchia dai fianchi larghi eccetera eccetera – rispose lei, tremando leggermente.
Quel tono non piacque a Ranma: - Be’, tanto non ti interessa quello che penso, no? Tu hai Tai… - disse quel nome quasi come se fosse una parolaccia.
- Tai? Cosa centra adesso? –
- Me lo ha detto Kasumi, sai? Lo so che non è un tuo amico. E menomale che odiavi gli uomini – il suo tono era sempre più irritato.
- Se vuoi trarre da solo le tu conclusioni fai pure! – anche Akane stava iniziando a scaldarsi.
- Va bene, allora dai, spiegami tu! –
La ragazza sospirò: si era aspettata di dover sostenere questa conversazione.
- Ok. Ti racconterò tutto. Vedi, quando l’ultima volta sono venuta dalla nonna, sono andata con Kasumi e Nabiki in piscina. È lì che ho conosciuto Tai. Lo hai visto, è sempre così sorridente, dolce, e soprattutto lui mi ascoltava. Non come quegli idioti a scuola che mi sfidavano ogni mattina. Mi ricopriva di attenzioni, cercava di capire di cosa avessi bisogno. Siamo stati insieme per tre mesi. Il giorno che dovevo prendere il treno per Nerima, io e Tai decidemmo di lasciarci. Sarebbe stato troppo difficile. Ci siamo sentiti per telefono per due settimane, ma poi preferii troncare anche quel tipo di contatto. Era troppo doloroso. E poi… dopo un mese sei arrivato tu. Mio padre mi ha detto che sarei stata la tua fidanzata, lui non ha mai saputo niente di Tai. Kasumi e Nabiki hanno proposto subito il mio nome, sapevano quanto stessi soffrendo. Credevano che un altro ragazzo mi avrebbe aiutata –
Akane terminò il suo racconto tenendo gli occhi bassi, sentendo le emozioni alternarsi dentro al suo cuore.
- Lo ami ancora? – mormorò Ranma, cercando di mantenere un tono neutro, ma sentendo il sangue scorrergli velocemente.
- Io… Non credo. Gli voglio molto bene, quello si. Stai tranquillo – rispose lei sorridendo.
- E chi si preoccupa… - Ranma comunque sorrise, alzandosi e tendendole una mano per aiutarla a tirarsi su.
 
 
  
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