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Autore: Lurilala    06/01/2013    10 recensioni
{Mi guardasti, con quegli occhi profondi e sinceri che non rividi mai in nessuno, e sorridesti debolmente, quasi rassegnato.
Io continuai a guardarti, senza capire, forse senza voler capire.
E arrivò quel momento che mi rimase nella memoria e credo che sarebbe rimasto in qualunque memoria, perché ti dimostrostrasti più sicuro di me.}
Una BanGaze scritta in un momento di depressione. La dedico a Summer38, Ale__ e Kristen97.
Spero vi piaccia, non so che altro aggiungere.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Bryce Whitingale/Suzuno Fuusuke, Claude Beacons/Nagumo Haruya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mio piccolo, grande eroe


Camminavo, tranquillo.

E non sapevo che non dovevo esserlo.

Successe tutto così in fretta che adesso mi rimangono pochi, intensi ricordi di quel pomeriggio dove tutto cambiò, come se fossero state proiettate tantissimi immagini velocemente, lasciandomi solo il tempo di scorgerne il profilo.

E non sapevo che non avrei dovuto guardarle, quelle immagini.

Dietro di me, tu camminavi tranquillo, facendo girare i tuoi occhi color miele per i grandi palazzi del centro di Tokyo.

E non sapevo che successe tutto per colpa di quegli occhi.

All’improvviso, ti fermasti.

Io mi voltai, col mio fare indifferente e distante, che quel giorno si sarebbe fatto più intenso.

-Fuusuke. Guarda.-

Le tue parole, quasi sussurrate, furono come una lama che non doveva essere lanciata.
E mi chiedo se le cose sarebbero andate diversamente, se quel giorno tu non avessi guardato proprio in quella direzione.

Ma, in quel momento, non pensai nemmeno che potesse succedere, proprio quel venerdì 13 di Marzo.

Non mi restò che seguire il tuo sguardo e vedere un uomo vestito di nero uscire da una banca con un sacco in spalla.

Tu, eccitato, cominciasti a correre.

Io non feci in tempo a fermarti e non mi restò altro da fare che seguirti.

Ma, se potessi tornare indietro, ti fermerei di sicuro.

Dopo capii che avevi intuito che quell’uomo aveva fatto una rapina ed eri deciso a catturarlo, per essere un eroe.

Un desiderio infantile, che ti è costato troppo.

Ma ovviamente il criminale aveva capito le tue intenzioni e cominciò a salire sul grattacielo più vicino; e tu, ostinato come sempre, continuasti a seguirlo.

Non ho molti ricordi di quella corsa sfrenata per le infinite scale, solo un brutto presentimento pesante, duro e preoccupante, seguito da una grande ansia.

La cima del grattacielo era piatta, come un grande balcone.

Quando ci arrivammo il delinquente si voltò e tu sostenesti il suo sguardo pesante e carico di odio.

In quell’occasione mi accorsi di essere incredibilmente debole e provai la paura.

-Haruya, non so se è il caso…-

Ti dissi, titubante, avvicinandomi.

Il criminale ghignò, divertito.

Ti mi lanciasti un’occhiata fuggiasca per poi ritornare sull'uomo.

Lui tirò fuori una pistola e la puntò verso di me.

Io feci due passi indietro.

-Ragazzino, se vuoi il tuo amico vivo devi morire tu.-

Le sue parole, come tanti pugnali taglienti, trafissero la mia maschera di ghiaccio e il terrore mi assalì.

Ti guardai.

Tu chinasti lo sguardo, scrivendo qualcosa su un foglietto. Poi ti avvicinasti di qualche passo, lasciandolo cadere ai miei piedi.

Mi guardasti, con quegli occhi profondi e sinceri che non rividi mai in nessuno, e sorridesti debolmente, quasi rassegnato.

Io continuai a guardarti, senza capire, forse senza voler capire.

E arrivò quel momento che mi rimase nella memoria e credo che sarebbe rimasto in qualunque memoria, perché ti dimostrostrasti più sicuro di me.

Cominciasti a correre, una corsa che mi sembrò infinita e che volevo non finisse.

Poi arrivò quel momento che speravo non arrivasse mai.

Ti lanciasti nel vuoto e io sperai che l’aria ti sollevasse, senza lasciarti cadere.

E quella fu la prima volta che pensai a una cosa assurda.

Riuscii a scorgere i tuoi occhi che si chiudevano, questa volta per sempre e la tua bocca dischiudersi in un sorriso.

Poi sparisti nel vuoto.

Gridai il tuo nome, disperato, senza sapere cosa pensare, mentre copiose, grandi lacrime calde solcavano il mio viso.

Mi chinai, e raccolsi il foglio, che riuscii a leggere nonostante il pianto incessante. Avevi scritto frasi brevi, in modo frettoloso, e avevi calcato alcune parole; sarà stato un caso, ma erano quelle più profonde.

Addio, Fuusuke.

Ti confesso che mi sarebbe piaciuto vivere con te.

Approfitterò di questo biglietto che spero leggerai per dirti una cosa che il tuo piccolo rosso non credeva di poter pensare.

Sai Fuu-chan, è difficile da dire, ma voglio che tu lo sappia, almeno adesso che tutto finirà: io ti amo.

Mi sarebbe piaciuto anche baciarti, magari.

Lo so, sembra strano, ma è vero.

Quindi spero che vivrai come un principe, con una donna che ti vuole bene, e anche con un amico con cui ridere e scherzare, ma anche essere sinceri. Quello, ti confesso che avrei voluto esserlo io, ma è impossibile, in questa situazione.

Mi dispiace di averti cacciato nei guai e, te ne prego, dì a Hiroto, Ruuji che gli voglio bene e, dillo a mia madre e a mio padre, anche alla mia sorellina.

Ma un grazie speciale a te, che mi hai fatto vivere emozioni che si provano una sola volta nella vita.

Vivi anche per me e farai un ultimo favore al tuo migliore amico.

Fa male dirlo una seconda volta, ma addio, Fuu-chan, mio piccolo, grande amore.

E piango ancora adesso, che sono passati quindici anni da quel brutto evento.

Se potessi parlarti, ti direi che non ho voluto vivere con una famiglia.

Volevo sperare di essere solo tuo, anche dopo la morte.

Perché tu sei stato il mio eroe.

Ma almeno per te ho un ricordo speciale, un ricordo pieno di felicità, oltre che di pianti.

E sono stato fortunato, perché non avrei sopportato di vedere il tuo corpo esanime in un lago di sangue.

Però, adesso, quando parlerò di te, potrò chiamarti "Il fu Haruya Nagumo, il mio piccolo, grandissimo eroe".

  
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