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Autore: Teenatica    06/01/2013    1 recensioni
L'incontro dei protagonisti è una cosa che accade per caso, il protagonista maschile (Peter) prima sembrerà solo uno stupido ragazzo che non sa trattare le donne ma dopo si scoprirà per lui che tutto ciò è solo un grosso sbaglio e tornando indietro sui suoi passi cerca di ricostruire tutto dall'inizio, ma, la ragazza (Lali) si accorge di tutta la finzione che c'è in quell'uomo e si rende conto che non è il ragazzo che lei ricerca nella felicità.. Farà in tempo Peter a riconquistarla prima che lei cambi definitivamente idea?
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
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CAPITOLO 2 “ACCADE TUTTO PER CASO”

  Entro, prendo la sedia appoggiata in fondo alla stanza , la sposto di fianco al letto del mio papà, mi siedo e come facevo tutti i pomeriggi ormai da 3 anni gli inizio a parlare, a raccontare quanto fosse brutta e impegnativa la vita senza di lui.. Con una lacrima che piano scendeva e mi rigava il viso, lo presi per mano e iniziai a parlargli :

-Papino.. come hai potuto farmi questo, come hai potuto lasciarmi sola ancora una volta. In questo momento mi sento come una piccola formichina in una tana di giganti orchi, non voglio vivere con la paura addosso, non voglio vivere sapendo che tu non potrai aiutarmi non potrai salvarmi, non voglio vivere senza di te.. Non me la sento, non so per quanto ancora riuscirò a continuare così!
Mi alzai da quella sedia diedi l’ultimo bacio sulla guancia al mio papino, lo sentivo freddo, lontano, tanti anni passati insieme si sono spenti oggi insieme a lui, ora la mia vita non ha alcun senso, la mia vita è completamente vuota..

Uscii da quella stanza, mio zio è dovuto tornare a lavoro e quindi il foglio con l’ora del decesso toccava firmarlo a me. Mentre aspettavo che arrivava il dottore con i fogli mi sedetti sulle sedie della sala d’attesa di fronte alla camera di mio papà. Presi il mio portafoglio dove tenevo sempre dentro una foto di mio papà con me in braccio, la guardai e mi misi di nuovo a piangere. Guardavo quella foto e mi sentivo un pochino meglio ma i ricordi iniziarono a riaffiorare nella mia testa e il mio pianto invece di cessare si fa sempre più forte e insistente.

Ero immersa dai miei pensieri quando ad un tratto arrivarono questi quattro ragazzi, felici in vena di festeggiare, era buffi, avevano dei cappellini come quelli di cartoncino delle feste di compleanno e delle trombette, che facevano suonare,  interrompendo la musica malinconica e disperata che ascoltavo dagli auricolari..

Disturbata da tutto ciò mi alzai, presi la trombetta dalla bocca del ragazzo che faceva più casino di tutti e gli dissi:

-Potreste piantarla di fare tutto questo casino?

Lui con aria da snob rispose:

-E tu la pianteresti di comandarmi come se fossi mia madre?

Arrabbiata come non mai risposi:

-Scusa sai com’è siamo in un ospedale  e ricordandoti, visto che a quanto pare non te ne rendi conto, qui c’è gente che sta male, gente
che muore..

Quest’ultima frase la dissi mentre una lacrima rigava il mio viso, lui stupido com’era rispose:

-Ah scusa, sai, ma in un ospedale c’è anche gente che si riprende, gente che sta meglio dopo aver passato il peggio..

Pensando a quanto possa essere stata chiusa la sua mente risposi:

-Ah bene mi fa piacere che nel tuo caso tutto sia andato nel verso giusto, ma nel mio caso non proprio e vorrei che rispettasse questa cosa facendo silenzio!

A queste parole il biondino del gruppo si avvicinò a me e mi disse:

-Scusaci sai ma non volevamo disturbare..

Io con animo buono e di perdono replicai:

-Scusami tu non so cosa mi è preso..

Il moro antipatico del gruppo per rompere il silenzio che si era formato disse:

-Va beh andiamo o no a trovare il nostro Gas.. Si è appena risvegliato ha bisogno di noi!

Ma il biondino saggio rispose:

-Iniziate ad andare io arrivo..

I ragazzi si allontanarono continuando a festeggiare e facendo finta che la nostra conversazione non ci fosse mai stata..

Il biondo si sedette di fianco a me e prendendomi la mano mi disse:

-Cos’è successo?

Io risposi:

-Mio padre… Si è spento poco fa.

Lui rattristato dalla cattiva notizia, facendo un gesto sentito mi abbraccio! Io molto grata di tutto ciò contribuii a completare quell’abbraccio..
  
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