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Autore: Hyles    06/01/2013    0 recensioni
La mia vita migliorò, niente urla, botte, di quei giorni rimase solo un vago e brutto ricordo….
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un altro tuono mi fece sobbalzare, ero nel mio letto con il cuscino che comprimeva il mio viso, era l’unico modo per non ascoltare, ascoltare quelle urla , quei piatti rotti a terra, non ne potevo più. Volevo scappare, correre andarmene da questa casa ‘degli orrori’ . Niente va nel verso giusto da quando Derek è tornato con la mamma, quei mesi in galera l’hanno peggiorato è diventato ancora più violento con lei. Schiaffi, urla, botte, l’arrivo della polizia chiamata dai vicini non è servita a nulla. Le urla strazianti di mamma che lo implorava di smettere rimbombavano nella mia testa. Con gli occhi gonfi e rossi dalle lacrime mi alzai e decisi di andar via. Presi dall’armadio lo zaino che usavo per andare a scuola e lo riempii di vestiti e oggetti che mi sarebbero serviti durante la fuga. Come ultima cosa scrissi un biglietto a mamma ‘Tornerò a prenderti, ti voglio bene’ . Mi calai dal balcone s, fu difficile con la forte pioggia che mi ostacolava. Scesi davanti la finestra della cucina e c’era mamma a terra in lacrime con Derek che urlava. Scoppiai in lacrime e corsi, corsi, corsi più veloce della luce , per andar dove non so, volevo solo un attimo di pace, staccare la spina da tutto quel dolore. Esausta e zuppa d’acqua mi fermai sotto un porticato per riprender fiato, ripresi la mia corsa, il centro di Dublino era affollato , tutti stavano per prepararsi per il Natale che ormai non festeggiavo da anni.  La testa mi girava, ero infreddolita, esausta, non mi accorsi nemmeno di essermi scontrata con qualcuno ‘scusa’ sussurrai con un fil di voce, dopodiché sentii solo persone dire ‘aiutatela, presto ‘ .  da qual momento i ricordi furono confusi, ora mi sentivo al caldo, un forte calore mi avvolgeva, aprii gli occhi e mi ritrovai in una stanza che non era la mia. Mi alzai di scatto capendo dove fossi finita,   l’orologio sulla parete segnava le 24:56 , erano passate quattro ore dalla mia fuga; la maniglia della porta si abbassò ero terrorizzata, impaurita. Un ragazzo fece capolino dalla porta con un mezzo sorrisetto stampato in volto. ‘sei sveglia finalmente, avviso mamma’ richiuse la porta ed andò via, mi guardai allo specchio ero in uno stato pessimo, rimasi sorpresa indossavo un pigiama da ragazzo! La porta si aprì nuovamente ed entrò lo stesso ragazzo di prima con accanto una signora bassina e bionda. ‘cara come ti senti?’ mi si avvicinò e poggiò la sua mano sulla fronte, ‘non hai la febbre per fortuna’, si avvicinò al ragazzo sussurrandogli qualcosa nell’orecchio il quale poi si avvicinò a me. ´Dove sono?’ domandi con una voce interrotta forse dalla paura, ‘siamo a casa dei miei zii, mi sei svenuta tra le braccia e ho deciso di portarti qui’ , sembrava un ragazzo gentile, era alto , biondo e con occhi azzurro intenso. ‘grazie’ risposi mettendomi sotto le coperte, ‘come ti chiami?’ chiese sedendosi sul letto, ‘sono Alicia Sanders, tu?’ , ‘piacere Alicia, io sono Niall Horan e lei è mia madre Maura’ la signora mi sorrise e si avvicinò al letto ‘volevamo avvisare i tuoi genitori ma non abbiamo trovato nessun recapito’ . involontariamente piansi e abbraccia Niall che rimase fermo immobile, poggiò solo la sua mano sulla mia testa accarezzandomi dolcemente ‘tesoro, non volevo cos’è successo?’ domandò Maura, ‘mamma va, parlo un po’ io con lei’ risse Niall, ‘okay, dille che i panni puliti sono in bagno’ chiuse la porta e se ne andò. Alzai la testa ,avevo lasciato una macchia bagnata di lacrime sulla sua maglia blu, ‘ora ti ho bagnato la maglia’ dissi, ‘non preoccuparti, asciugherà. Vuoi parlare?’ annuii solamente e stringendogli forte la mano gli raccontai della mia caotica e violenta vita, aveva uno sguardo spaventato, preoccupato, forse era pietà verso di me. mi interruppe solo una volta durante il mio ‘racconto’ chiedendomi se Derek mi avesse mai toccata. Parlare mi fece star meglio , sentivo che di lui potevo fidarmi, infatti l’unica cosa che fece fu abbracciarmi e stringermi forte, ‘voglio aiutarti’ ora era lui che stringeva a se la mia mano, ‘e come, non c’è nessuno che può aiutarmi, adesso mi sento una vigliacca, ho abbandonato mia madre li in quello schifo ed io so qui adesso’ abbasso lo sguardo fissando a terra, poi lo rialzò dicendomi che aveva un’idea ‘domani andremo in centrale, andiamo insieme, così lo denunciamo, tu mi hai detto che non hai mai avuto il coraggio di farlo perché temevi le sue botte, domani ci sarà io e non potrà farti del male. Così aiuteremo tua madre e te’ non sapevo come ringraziarlo, nessuno mi aveva mai dato aiuto ed invece lui che non conoscevamo nemmeno da 24ore mi vuole aiutare, l’unica cosa che seppi fare fu abbracciarlo. Continuammo a parlare fin quando non mi addormentai fra le sua braccia. Il mattino seguente un raggio di sole penetrò dalla finestra finendomi in faccia, Niall dormiva ancora e teneva ancora la mia mano stretta nella sua. Poco a poco si svegliò e aprì i suo bellissimi occhi ‘buongiorno’ disse sedendosi sul letto fissandomi, ‘giorno, andiamo a prepararci voglio andare subito in caserma’ mi alzai gli diedi un bacio ed andai in bagno, uscita dal bagno scesi giù dove trovai, credo metà della famiglia che faceva colazione, mi si avvicinò Maura ‘Niall mi ha detto tutto, tesoro non preoccuparti andrà bene’ mi sorrise e mi abbracciò. Erano una famiglia simatica e molto dolce, mangiai un cornetto alla crema ed uscimmo, ‘hai paura?’ domandò Niall, ‘un po’ risposi, mi prese la mano e la strinse forte, forte. Arrivammo davanti la centrale di polizia, c’era un grande movimento, gente che entrava, gente che usciva. Insieme entrammo e dissi ad un agente che dovevo fare una denuncia, aspettammo un’ora e mezza seduti su sedie scomodissime l’arrivo del comandante. Finalmente arrivò e l’agente ci disse d’entrare, presi la mano a Niall ma lui mi fermò, ‘aspetta’ mi disse, deglutì e riprese fiato, ‘ora tocca a te, io aspetterò qui fuori, voglio che tu vada dentro e racconti tutto quello che hai detto a me ieri sera’ , ‘no aspetta, da sola non riesco, non sono così coraggiosa, ho paura’ scesero le lacrime, Niall prese un fazzoletto e mi asciugò le lacrime, ‘va dentro, ci riuscirai’ mi accarezzò una guancia, poi prese tra le sue morbide mani il mio volto e mi baciò ‘scusa è stato più forte di me’ , accennai un sorriso, mi voltai ed andai verso la porta dove mi attendevano, poggiai la mano sulla maniglia ma mi bloccai mi voltai verso di lui che mi diceva di andare , gli corsi incontro e lo abbracciai poi gli diedi un bacio ‘mi aspetterai qui?’ , annuii mi strinse forte a se ed andai dentro dal comandante. ..
La mia vita migliorò, niente urla, botte, di quei giorni rimase solo un vago e brutto ricordo….
   
 
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